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Lunedì I agosto [...]. Perché ci attraggono le [...] mondi»? [...] dove abitavamo, nella [...] " eia del nord, ogni [...] che, men-. Questi minuscoli animaletti [...]. Furono i miei primi [...]. Formichine Spesso, la domenica [...] ci portava in macchina [...] trascorrere la giornata in [...]. Si entrava , da [...] che dava su un lungo spiazzo di [...] immensa ai miei occhi [...]. In fondo a quello [...] un altro edificio, si stendeva . Mi piaceva l camminare [...] su quelle [...] montagnole di ferri vecchi [...] che. Il sotto, il terreno [...] brulicava di formiche. Mi persi a [...] tanto che tomai tar-di a [...] dei nostri ospiti e fui [...] data. Dopo, ogni volta che [...] a [...] era come se avessi [...] miei formicai. Attendevo con im-pazienza il [...] : pomeridiana, quando tutti si ritira-; vano [...] correvo in quel luogo misterioso di rottami [...]. Lavoravano [...] su e giù, trasportando -pesi [...] grossi di loro, pezzetti di [...] foglie, semi, alcune scomparivano ; [...] un tunnel, altre ne uscivano, si sfioravano reciprocamente con [...] antenne, le agitavano, e tutte [...] cedevano difilato, convinte, lo [...] disegno raffigurante I canali del [...] Marte Io sono [...] il mio bisogno [...] , [...] Devo dire che le circostanze [...] aiutata. Per i [...] di scuola ero «la [...] oppure «la [...] come se fossi una diversa. /// [...] /// Sba-lordita dalla loro organizzazione: [...] bestiame, [...] vano le cosiddette pulci [...] larve catturate di formico-. Più studiavo le [...] i miei compagni ginnasiali «la [...] ancora una volta una 1 diversa. Dal canto mio, ero [...] del mondo che mi circondava. Il fatto è che i [...] stabiliti ad Alatri, nel [...] Lazio, nella casa della nonna [...]. LI, per esempio, vedevo [...] scalze, che camminavano [...] cantando, -andavano in pellegrinaggio [...] di Tri-" [...] alzando insegne; vedevo preti [...] senza parlare dei cappuccini il cui conche [...] chiedevo: [...] comunicare con loro?, perché [...] dietro il [...] tutto quel lavoro, che [...] in cima al [...] a essere formiche. Per esempio a Parigi, [...] miei genitori quando [...] avevo dieci anni, vidi [...] stranissimo: moltitudini di persone che gridavano a [...] col pugno alzato per le vie del Quartier [...]. Rue [...] abitavamo 11, a rue [...]. Erano i tempi, nel [...] del Fronte [...] di Léon [...] ma io non ; ne [...] niente. Quei cortei [...]. Ma mia madre [...] tirava via: «Presto, a [...] io allungavo [...] -verso i ragazzini malvestiti [...] per mano alle madri svociate. E se io fossi [...] loro? mi chiedevo. Li guardavo poi [...] dalla finestra di casa, [...] tende: erano così diversi dai nostri amichetti [...]. Lessi allora il romanzo Senza [...] e [...] quella miseria a . Lessi I miserabili di Vie-. E più entravo nella [...] più [...] quello che a posteriori [...] quella dei lager [...] nazisti. Ne ho scritto in Deviazione [...] altri testi e non la voglio [...] contare. [...] mi preme dire che, in [...] quei lager, ho vissuto nel [...] lo sprofondo [...] altrove mai creduto possibile. Quel bestiame umano dei [...] ; da Rimbaud, che [...] parso un incubo di [...] II in carne e ossa davanti ai miei [...] potenza. Milioni di stranieri, delle più [...] europee, erano stipate in baracche [...] se appartenessero a [...] specie, di [...]. Avevo diciotto anni. Ero perpetuamente [...] sicumera dei nazisti che [...] di noi come se fossero [...] investiti dal cielo della nostra sorte, come se fossero [...] nostro Fato; sbalordita [...] comportamento di tutti questi stranieri [...] che si scrutavano a vicenda come reciprocamente estranei; dalla [...] stessa sensazione [...] proprio nei momenti in cui [...] intensamente cercavo [...] coi miei compagni. Per forza il grande Primo Levi, [...] vivo da un campo di sterminio, doveva [...] libri di fantascienza, come i bellissimi racconti [...] Storie [...] e del Vizio di forma. Spinto dalle lacerazioni subite [...] capire come la disumanizzazione [...] stata possibile, non potè [...] a trapassare [...] addomesticata della . Apprensione di tragedia che [...] portato infine a uccidersi, [...]. Il corpo estraneo Per [...] storia, avvenne nel [...] un terribile incidente, a Magonza, [...] dire che dopo un bombardamento un muro [...] schiena -avevo [...] -: allora mi sentii [...]. Per circa sei mesi, [...] sottoposta a un intervento chirurgico di [...] che mi liberò parzialmente [...] le funzioni e la sensibilità corporea, mi [...] a un corpo estraneo. [...] raccontato in Deviazione, mi [...] le cosce, e non sentivo niente. Di chi era quel [...] E [...] dov'ero? Credo che basterebbe soltanto questa condizione [...] per alcuni mesi -ero in un corpo [...] per che via la dimensione [...] mi s'è connaturata. Ognuno entra in fantascienza per [...] diverse. La più scomoda delle [...] quali mi ci sono inoltrata è stato [...]. Da mia esigenza più [...] è diventata una mia [...]. Il colpo era stato [...]. Dovevo fare il punto [...] dovevo chiarirmi troppe contraddizioni per [...] affidare serenamente al mio [...]. Ci sono voluti anni [...] con dolcezza. Poiché purtroppo [...] rimaste le gambe paralizzate, [...] e la gente mi guardava con disagio. Tutto quello che avevo [...] non interessava nessuno, gli editori respingevano i [...]. Per carità, non sono [...] smonta facilmente, per fortuna -si fa per [...] nei lager per cui ero corazzata contro [...] in quegli anni il sentirmi ancora una [...] specie di disperazione. [...] il delinearsi dell'era spaziale, [...] Cinquanta, a sollevarmi pian piano dallo stato [...] mi [...] creato dentro, per il [...] lato vivevo a capofitto e, [...] assistevo come sdoppiata a [...] vita che [...]. Sono debitrice alla cagnetta [...] di cui sentii battere [...] orbita, attraverso la radio, nel novembre del [...] uscita da que-sto blocco interiore. [...] fidata degli umani che [...] legata [...] capsula catapultata nel vuoto senza [...] di [...]. E io mi dibattevo [...] me. Mentre ascoltavo [...] cagnetta guaire morente lassù [...] un ponte verso lo spazio, per emanciparci, [...] nostra chiusa ostinazione terragna, mi sorpresi a [...] visceri che un extraterrestre [...] e la salvasse. Da allora il pensiero [...] non m'ha più lasciata. Ho cominciato a [...] come avrei reagito io [...] incontrato uno. Fantasticavo sulle varie possibilità di [...] in prima persona. Ma come intendersi con [...] marzo del [...] cominciai a prendere appunti. Lungo gli anni mi [...] che trascrivevo, saltuariamente, mentre portavo [...] altri [...] avidamente romanzi di fantascienza. Ero molto attratta, per [...] di [...] dai marziani di Bradbury, [...] futuro di [...] da innumeri estrapolazioni e [...] vicende umane, di [...] padre e figlio. Miller, Dick e tanti, [...]. Ma, per quanto concerneva [...] ero spesso insoddisfatta. Per me [...] troppa fantascienza razzista, per [...] era sempre un orrido mostro che gli [...]. [...] parte, gli alieni più [...] erano veramente dei diversi: troppo riconoscibili a [...]. La loro configurazione era [...] e gli umani non avevano quasi difficoltà [...] loro che, guarda caso, erano regolarmente dotati [...]. Troppo comodo, che diamine, [...] si pensa che noi umani fatichiamo come [...] tra di noi, a districarci nei meandri [...] intrighi, di violenze e sopraffazioni che rendono [...] nostri rapporti collettivi. [...] seguivo le imprese degli Sputnik, [...] delle [...] con [...] emozione dei voli spaziali [...] di [...] agli [...] sulla Luna, oltre alle [...] Marte e alle rivelazioni dei [...]. Studiavo tutti i testi [...] che potevo procurarmi. E [...] confesso che m'ha sempre disturbata [...] del balzo [...] di molti romanzi di [...] dove [...] angoscia delle distanze è elusa [...] un truc-chetto tecnico. Pubblicai anche articoli e saggi [...] narrativa [...] che apparvero in riviste culturali [...]. Pensando ad altri mondi abitati, [...] pareva [...] alleggerita: [...] peso [...] non gravava più sulle nostre [...] spallo umane. Non eravamo soli. Mi figuravo a tratti [...]. Terra sola soletta Ero [...] necessità che ancora oggi rimpiango. Mi pareva addirittura che [...] conoscere esseri infinitamente diversi da noi potesse [...] mentale per comprenderci meglio tra umani. Guardavo il grande poster [...] a una parete, dove la Terra sale [...] spazio. La Terra che illumina [...] ha posto il nostro pianeta di fronte [...] mostrato per la prima volta ai nostri [...] nel vuoto, sulla cui crosta sottile si [...] umana, assieme alle specie animali e vegetali, [...] tutto organico. Pensavo alla [...]. Ciò chiarisce anche perché, da [...] la contemplazione [...] del nostro pianeta, così marginale [...] m'ha finalmente sollevata [...] che denotava il mio vivere. Ah, osservare le faccende [...] «altro dove -altro quando» (come scrisse [...] morto suicida), che sentimento [...]. Che follia sentirsi di [...]. Fratello alleno Adesso, nel [...] spaziale s'è allontanato, rinviato sine [...]. Ma ci ha lasciato [...]. Non ho più, come [...] la sensazione che infiniti paludamenti mi nascondessero [...] senso di ciò che accade. Guardo al futuro di [...] di pazienza. [...] arrivata al punto a [...] mio ripercorrere la mia vita: si, il [...] un arricchimento sulla Terra. Così : percepisco [...] della prospettiva [...] nelle cose umane. Questa è a [...] mio la ragion [...] e la funzione deterrente [...] letteraria, cioè un approfondimento del rapporto con [...] che vado felicemente riscontrando in parecchie nuove [...]. Per [...] solo qualcuna italiana, penso [...] La croce del sud di Lino [...] in cui un gesuita [...] missione sul pianeta dei [...] nel fronteggiarsi di due [...] fuori [...] del sogno universale [...] dove tutti sono uniti, [...] rovescio di livellamento e di [...] ad [...] di una complessità dissonante, [...] cui scomparsa è una perdita abissale. Penso anche a / guastatori [...] di Vittorio Catani, dove gli inviati [...] società «perfetta» (nel senso che [...] vi . Scopriamo, durante il viaggio, altre [...] finché, in una fanciulla che [...] la vita per salvare il sogno di libertà della [...] comunità, incontriamo la dolce incarnazione di [...] positiva [...] umano. Ci sono gli ultimi [...] Renato [...] nei quali si sfaccetta [...] che alberga in noi, [...] macerati sceneggiati del binomio [...] pieni di risonanze, e [...]. Eppure, mi dicevo, siamo [...] sguardo cosmico ma qualche [...]. Alla vista del nostro [...] soletto nel sistema solare, contiene il miracolo [...] chiamiamo la Vita, s'è pure accesa in [...] coscienza ecologica. Infatti non è un [...] sono sbocciati ovunque i [...] di giovani per i quali le società [...] inique se cominciassero a rispettare gli animali [...] sulla pellicola terrestre e le piante che [...] ossigeno. Allora mi s'è veramente [...] della mia vita. Attraverso [...] della violenza sperimentata nei [...] inevitabile che. Pertanto, dato il mio [...] fantascienza era quasi obbligato. /// [...] /// Come ho già accennato, sono [...] sradicata. Nata e cresciuta [...] continuamente trapiantata da un posto [...] non ho un luogo né una particolare comunità umana [...]. Essi sono [...] che è tra noi. [...] e [...] è come alienare una parte [...] sé, è come [...]. Se Francesco d'Assisi fosse [...] al Fratello Lupo, al Fratello Sole, alla Sorella Morte [...] nostro s'addice solo agli [...] incluso nel suo cantico il Fratello Alieno. Incomunicabilità Resta comunque il rischio [...]. Se abbiamo una speranza di [...] tra diversi, è nella misura in cui avremo fatto [...] che è in noi. Ognuno deve cercare di [...] il proprio raggio di conoscenza di sé. Ci identifichiamo magari con [...] noi, quella che ci sembra più accettabile, [...] meno problemi. Ma se uno apre [...] abusi che ha in sé, sulle proprie [...] ha maggiori capacità di captare quello che [...] ignoto, che lo trascende. Per aprirci [...] cominciamo ad aprirci [...] appunto, «Conosci [...] che è in te» [...] Socrate, [...] due aperture che si alimentano a vicenda. Negli ultimi dieci anni [...] persone portatrici di invalidità fisica, psichica e [...] espulse dai settori produttivi, e il «pacchetto [...] da! Una dura denuncia viene [...] Comunità [...] Capodarco, che spiega come il calo occupazionale [...] mancato rispetto, quando non proprio dalla evasione [...] sul collocamento obbligatorio. Su cento invalidi avviati [...] ottanta vengono respinti, e ciò vale anzitutto [...]. La recente cancellazione della [...] aveva già fatto saltare la norma che [...] di gara le imprese non in regola [...] degli invalidi. Domanda: saprà il Parlamento [...] botteghe del Terzo Mondo Parole poche, fatti [...]. Sembra questo il motto [...] (Cooperazione Terzo Mondo), operante [...] Italia. Li importa e le [...] la quale agisce senza [...] per affermare un commercio equo e solidale. Ai produttori (in genere [...] e marginali) sono garantiti prezzi equi decisi [...] in base ai costi reali; è bandita [...] pagamento ai produttori medesimi è spesso anticipato [...] loro [...] di materie prime e [...] spese senza dover ricorrere al credito delle [...] strozzinaggio locale. Un modo prezioso anche [...] il Terzo Mondo e allentare la stretta [...]. Nelle nostre città, attraverso [...] giungono oggetti e prodotti di buona e [...] qualità, mentre le botteghe costituiscono luoghi non [...] commerciale ma di comunicazione, di promozione culturale, [...]. [...] è nata a Roma [...] al quartiere San Paolo, in Via Chiabrera [...]. Riviste« Nuovo Mondo» [...] e non solo Si [...] Nuovo Mondo [...] pubblicazione nata [...] del volontariato italiano. Cadenza per ora trimestrale, [...]. La presentazione è avvenuta [...] a Roma, presso la Federazione del Volontariato. Ricca di riflessioni, di [...] la nuova rivista prende il largo con [...] rotta sicura. /// [...] /// Ricca di riflessioni, di [...] la nuova rivista prende il largo con [...] rotta sicura. (0)
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