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Non di più» [...] 2. E così [...] di [...] (la X VI, in scena [...] al 18 ottobre) non poteva mancare «Il cantante di [...] che chiuderà la rassegna. Per [...] invece, il classico dei [...] «La [...] di una nazione» di David [...] Griffith, riproposta in una [...] possibile completa (3 ore e 10 minuti [...] con la colonna sonora, ricostruita con un [...] composta [...] ed eseguita dal vivo [...] Lubiana: sarà lo spettacolone di sabato sera, in [...] la partita [...] in tv (ma i [...] il teatro Verdi sono già quasi esauriti). Il film sarà anche [...] partenza di un «progetto Griffith» che, nel [...] anni, dovrebbe riproporre, in copie nuove, tutti [...] del grandissimo regista americano. Ma [...] ci sarà anche una curiosità: [...] «La nascita di una nazione» rimane un film controverso, [...] «non corretto» a causa [...] del [...] (in Italia, tanto per capirci, [...] ebbe mai una regolare distribuzione), Pordenone ha riscoperto anche [...] «risposta nera» al film di Griffith. Si tratta di [...] Gates», diretto pochi anni [...] nero Oscar [...] che verrà proiettato domenica. Sempre domenica, [...] chicca di Pordenone [...] il nonno di Spielberg, ovvero [...] film con dinosauri del 1925 che [...]. I dinosauri, creati da Willis [...] e ripresi con la vecchia [...] del «passo uno», pare siano straordinari. Inoltre il film è a [...] e verrà visto in una copia quasi completa di [...] minuti (ne durava 120, in epoca moderna nessuno ne [...] mai viste copie più lunghe di [...]. Naturalmente non finisce [...] Pordenone [...] (presentato a Roma dagli [...] Livo Jacob, Piero Colussi e Lorenzo Codelli) presenterà circa [...] lunghezze che vanno dai [...] minuti ai 190 del [...] Griffith. Da ricordare, oltre ai [...] «Lucia di [...] del 1908 che è [...] registrazione sonora della voce di Caruso; il [...] «Uomini [...] domenica» di [...] Wilder, Ulmer e Zinnemann; [...] programma sul muto cinese andato in scena [...] un omaggio ad Alberto Cavalcanti. E tante, tante altre [...]. Compresa la fiera del [...] terrà durante le Giornate [...] convento di San Francesco, [...] sempre attirerà (grazie anche [...] di rarità, manifesti, libri [...] studiosi e collezionisti di tutto il mondo. Per la cronaca, Pordenone continua [...] essere il festival più internazionale [...] le presenze straniere sono circa [...] del totale. A Pordenone [...] dinosauri muti [...] «La Warner andrà fallita. Questa del cinema parlato è [...] stranez-za che non durerà». Questo dialogo tra il [...] il giovane attore, tratto da «Cantando sotto [...] Stanley Donen e Gene Kelly, rias-sume molto [...] doveva esserci a Hollywood in quei giorni [...]. Quelle che seguono sono [...] che trasudano entusiasmo, paura, incoscienza. FRANK CAPRA: «Nella storica [...] ottobre 1927 [...] di Al [...] cantò dallo schermo. Le onde sonore di [...] terremoto, che sconvolse il mondo del cinema [...]. Lo schermo, muto sino ad [...] aveva una voce! Fu come se i [...] il manicomio. Si potrebbero scrive-re volumi [...] sulla tragedia del sonoro, le carriere che [...] che co-struì» [...] «Il nome so-pra il [...] Lucari-ni [...]. CHARLIE CHAPLIN: il sommo Charlot [...] una lettera da Eugène Augustin [...] il 9 dicembre 1918. [...] aveva lavorato con Edison e [...] sottoporre a Chaplin una tecnica per regi-strare i dialoghi. Chaplin era interes-sato. Poi lasciò cade-re la [...]. Nel [...] suo fratello Sydney lavo-rò nel [...] film Warner sonorizzato col sistema [...] «The [...]. Nel [...] Charlie di-chiarò: «Do ai [...] anni, non di più». Nel [...] inserì una canzone regi-strata in «Tempi mo-derni». Nel [...] usò fi-nalmente il parlato, per [...] al mondo il nazismo, nel «Grande dittato-re» (vedere «Chaplin. [...] and Art», editore [...] di David Robinson, suo massimo [...] nonché direttore delle Giornate di Pordenone). GLORIA SWAN SON: «Molte [...] guardando film. Joe (Joseph Kennedy, padre [...] John [...] Bob e allora amante della diva, [...] ci teneva a tenersi [...] nuove produzioni, ora che era entrato nel [...]. Mi disse che, non [...] il tempo, aveva mandato altri a vedere [...] Jazz [...] ed essi gliene avevano [...] novità che però non [...] resto del paese. I film parlati non sono [...] novità. Nel 1925, quando io [...] Henri [...] a New York da Parigi, Lee De Forest [...] di farci riprendere col sonoro per una [...] tecnica al [...] Club. Condusse me, Henri, Allan [...] e Tommy [...] in un piccolo teatro [...] ci fece parlare tra noi, mentre un [...] e un altro tec-nico spostava [...] un microfono applicato [...] di [...]. Il risultato fu or-ribile; [...] credere che fossero le nostre voci. Per [...] Jazz [...] si è usato lo stesso [...] il [...]. [...] il pubblico del Roxy [...] quando [...] attaccò a suonare e [...] vero cinema» (da «Memo-rie», Mondadori 1980). DAVID [...] GRIFFITH: «Non sarà mai possibile [...] la voce umana con i film. La na-tura stessa del [...] al-la presenza della voce parlata. La musica -se bella [...] vera voce del dramma silenzioso. Non vogliamo, e non [...] voce umana nei nostri film» (dalla rivista «Collier», [...] 1924). Il manifesto originale del «Cantante [...] con Al [...]. A lato, Oliver Hardy [...] radiofonico «made in Hollywood» (dal volume «Hollywood. [...] del muto», Garzanti 1980) [...]. Parla il cinema Si [...] «avvento del so-noro», il che dà un [...] a ciò che avvenne [...] del 1927, esattamente 70 [...] finì il silenzio e i film cominciarono [...]. Pensare che la prima [...] Cantante [...] jazz, avve-nuta il 6 ottobre di [...] chiacchierone e fatale, non [...] di spirituale. Il film era un [...] parla-te erano poche, non era il primo [...] non sarebbe stato nemmeno [...] film muto. Co-me sempre, la storia [...] la «s» minuscola, del cine-ma -si muoveva [...] suoi, e obbedendo a leggi che so-vrastavano [...] coin-volti. Ma la nostra memoria, [...] tende sempre a rintracciare date simboliche nello [...]. Il 28 dicembre 1895 [...] la «nascita del cinema», fu solo la [...] dei brevi film dei fra-telli Lumière: da [...] imma-gini su pellicola erano nate da tempo, [...] come lo intendiamo oggi (film narrativi, lunghi [...] che rac-contano una storia con un capo [...] -a volte) sarebbe giunto solo anni dopo. Ma torniamo a quel [...]. Tutta Hollywood era in [...]. Si sapeva che Il [...] stava per uscire. La [...] ca-sa di produzione, la Warner, [...] tempo una crisi profon-da: si può dire [...] dei [...] dei famosi fratelli, la [...] due o tre an-ni prima. Già a metà degli anni [...] i Warner decisero che, per risalire la china, bisognava [...] qualcosa. Gli esperimenti sulla ri-produzione [...] a molti anni prima. Charlie Chaplin ci aveva [...] 1918, molto incuriosito, anche se poi, quasi [...] sta-to fra gli ultimi ad abbandonare il [...]. Alla Warner, contro il [...] pensarono che valesse la pena di provare. Nel 1926 uscì il [...] «sonorizza-to», un terrificante Don Juan diret-to da Alan [...]. Non era par-lato: semplicemente, [...] la musica era in-cisa [...] eseguita dal vivo come si usava allora, [...] cinema di lusso) o pia-nisti (nei [...] da pochi [...]. [...] commerciale fu buono, e [...] si mise al lavoro [...] soggetto, nel quale, alla musica, si sarebbero [...] di dialogo. Il cantante di jazz [...] film più famosi della storia, ma [...] sommerso da tempo se [...] quella sequenza in cui Al [...] nei panni del giova-ne [...] Jakie [...] si rivol-se al pubblico, [...] 6 ottobre 1927, con parole nemmeno tanto [...]. [...] era un discreto can-tante e [...] modesto attore. La tra-ma, forse per [...] chi avrebbe parlato di «avvento», era vagamente [...] Jakie [...] fi-glio di un rabbino, e la [...] voca-zione canora sembra [...] ai canti liturgici in [...] ama il jazz che risuona potente dal [...] e per seguire la [...] casa. È un romanzo di [...] esempio di contrasto [...] nel nome della creatività [...] della maturità. Ro-ba già vista, e [...] con uno stile convenzionale [...] «muto»: ma bastarono alcune canzoni, e poche [...] perché il pubblico facesse la fila per [...]. La Warner era salva. Molti grandi at-tori del [...]. Lì per lì, nonostante [...] sistema [...] non sembra-va infatti destinato [...]. I problemi tecnici erano [...]. I microfoni erano ingom-branti, [...] presa anco-ra rumorose, e dovettero essere «ingabbiate» [...]. Occorreva una nuova «cultu-ra [...] facile da imporre da un giorno [...]. Prima, un set cinematografico [...] della «mobilità»: un regista poteva gridare ordini [...] du-rante la sequenza, le macchine da presa [...] faci-lità di movimento che rendeva il linguaggio [...] gru, carrelli, panoramiche. I registi e, soprattutto, [...] cambiare modo di lavorare. Molti attori scoprirono, con [...] una voce orribile, o che «non arrivava» [...] che era comunque necessario [...] quelle battute maledette. Holly-wood scoprì [...] gli attori di teatro [...] usare la vo-ce, e la memoria, più [...] di cinema, che spesso non venivano dalla [...] ma da quella più ruspante del vaudeville, [...] addirittura, della strada. Carriere furono stroncate, e [...] nulla. Il sonoro -o sarebbe [...] parlato, perché i film erano sonori anche [...] musica -invase il mondo lentamente, ma inesorabilmente. In Italia arrivò nel [...] La canzone [...] di Righelli), in Urss [...] Cina -tanto per fare un esempio -alla [...]. [...] Chaplin fece sentire la [...] in Tempi moderni, nel 1936, e cantando: [...] ca-pito tutto, e il sonoro entrò nel [...] in un film che raccontava con feroce [...] della depressione. Sì, per-ché [...] della parola in un [...] aveva, fino ad allo-ra, fatto a meno [...] fatto industriale. [...] il cinema era stato [...] fin [...] la prima arte tecnologica del [...] secolo, e gli artisti che lo resero grande sareb-bero [...] impensabili senza gli in-ventori che lo resero possibile. Allora, a cavallo fra [...] e gli anni [...] sembrò un disastro o [...] dipendeva dal punto di vista. Oggi, 70 anni do-po, dobbiamo [...] che fu [...] inevitabile. [...] che il ci-nema prima del [...] fosse [...] pura, e quello dopo il [...] sia [...] bastarda, è idealista e fasulla. In molti casi anche [...] «chiamava», per così dire, il parla-to: ci [...] centinaia di brutti film muti, per lo [...] di drammi o comme-die, girati in una [...] che recitano seduti, e autentici di-luvi di [...] i testi teatrali o letterari a cui [...]. E ci sono stati [...] che hanno saputo ri-mettere in circolo le [...] grandi del muto. Co-me sempre capita, i [...] non coincidono in modo uni-voco con le [...] e [...]. E comunque anche la [...] modo graduale. Come nel caso del [...] legato a [...] di cine-ma moderno, ed [...] già nel muto. Molti teorici, a cominciare [...] Rudolf [...] nel 1932, negaro-no dignità [...]. Al-tri, come Bela [...] tentarono di [...] un uso [...] (già nel [...] tre anni prima dello sbarco [...] sonoro in Urss, [...] e [...] firmarono il «manifesto [...]. Il tutto era interno [...] e culturali del tempo. Intellettuali e artisti tentavano [...] passo della tecnologia: non era facile, né [...]. La cosa certa, che [...] con lucido dolore al di là di [...] del «progresso», è che finì un linguaggio [...]. Molti film muti (non [...] didascalie poteva creare lo stesso problema dei [...] da chiunque, senza bisogno di traduzioni. La pantomima di Chaplin [...] drammatico di Griffith erano uni-versali. Questo, sì, sarebbe scom-parso: [...] altri arti-fici, come i sottotitoli o il [...]. Senza esasperare i parallelismi, [...] degli anni [...] il cinema si adeguò, [...] frammenta-zione di discorsi, di ideologie e di [...] avrebbero presto riportato il mondo nella tra-gedia [...]. Il mondo non era [...] lo fu dopo, non lo è nemmeno [...]. Le cultu-re continuano a [...] questo dona loro vitalità, ma pro-voca eterne [...]. Il ci-nema non avrebbe [...] dalla guerra. Ma, a distanza di [...] possiamo dire che fu [...] arte a perseguire -ancora [...] inconsciamente [...] di universalità che le [...] (e, quindi, del mercato) si incaricarono di [...]. /// [...] /// Ma, a distanza di [...] possiamo dire che fu [...] arte a perseguire -ancora [...] inconsciamente [...] di universalità che le [...] (e, quindi, del mercato) si incaricarono di [...]. (0)
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