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Il segmento testuale zarismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 86Entità Multimediali , di cui in selezione 15 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 219

Brano: [...]ome la “domenica di sangue”

distretti in cui era suddivisa all'epoca la Russia europea, ben 240 videro i contadini scendere in agitazione.

Con la sconfitta dei moti insurrezionali del dicembre 1905 terminò la fase ascendente della rivoluzione. Quella discendente fu contrassegnata da reiterati scioglimenti della Duma da parte dello zar: la prima Duma funzionò dal 27 aprile all’8.7.1906; la seconda dal 20 febbraio al 2.6.1907. Il 3.6.1907 lo zarismo impose una nuova legge per eleggere una Duma più ubbidiente, ma al di là di questa retromarcia istituzionale, una tremenda repressione si abbatté sulle forze democratiche: oltre 14.000 furono gli impiccati o uccisi nelle manifestazioni, circa 75.000 gli imprigionati dalla polizia zarista.

Anche se la rivoluzione del 1905 non portò all’abbattimento dell’autocrazia, quest’ultirha ne uscì fortemente scossa. Dopo la “domenica di sangue” lo zarismo aveva perduto ogni credito fra gli operai e il suo prestigio era stato intaccato fra la piccola borghesia cittadina e campagnola. Alla nobiltà, alla burocrazia statale e alla Chiesa ortodossa che continuavano a essere le basi sociali fondamentali su cui si fondava il suo potere, si aggiunse il Partito “ottobrista” (fondato sulla Costituzione del 17 ottobre) in rappresentanza della grande borghesia industriale e commerciale, ben lieta di aver ottenuto i risultati che voleva e ormai passata dalla parte dello zarismo.

La rivoluzione democraticoborghese del 1905 rivelò analogie, ma anche profo[...]

[...]ra stato intaccato fra la piccola borghesia cittadina e campagnola. Alla nobiltà, alla burocrazia statale e alla Chiesa ortodossa che continuavano a essere le basi sociali fondamentali su cui si fondava il suo potere, si aggiunse il Partito “ottobrista” (fondato sulla Costituzione del 17 ottobre) in rappresentanza della grande borghesia industriale e commerciale, ben lieta di aver ottenuto i risultati che voleva e ormai passata dalla parte dello zarismo.

La rivoluzione democraticoborghese del 1905 rivelò analogie, ma anche profonde differenze rispetto a quelle dei secoli XVII e XIX, nelle quali la borghesia era riuscita ad egemonizzare gli strati proletari e semiproletari delle città e delle campagne privi di un programma autonomo. Durante la rivoluzione del 1905

si ebbe uno sviluppo nuovo e diverso, per motivi sia oggettivi sia soggettivi: il proletariato russo era molto più sviluppato numericamente rispetto ai secoli precedenti, quando lo sviluppo capitalistico era appena ai primordi. Il capitalismo russo nel 1905 era già giunto alla[...]

[...]po capitalistico era appena ai primordi. Il capitalismo russo nel 1905 era già giunto alla fase monopolistica e, per giunta, il proletariato era addensato in grandi masse che rendevano più temibile la sua forza d'urto. Inoltre era emerso un partito operaio con una teoria e un’organizzazione rivoluzionaria, e ciò aveva portato a tre schieramenti, anziché due come nelle rivoluzioni borghesi precedenti:

il campo reazionario, stretto intorno allo zarismo; la borghesia liberale che aveva il suo centro motore nel Partito cadetto; il campo proletario, la cui punta più avanzata era rappresentata dai bolscevichi guidati da Lenin.

Dalla controrivoluzione alla Prima guerra mondiale

Impiegando tutti i mezzi a disposizione e gli aiuti giunti dall’estero,

lo zarismo riuscì a piegare momentaneamente il movimento rivoluzionario, facendo pagare il prezzo più alto alla classe operaia: dal 1906 al

1912 furono sciolte circa 600 organizzazioni sindacali, soppressi un centinaio di giornali e riviste; i maggiori dirigenti bolscevichi che non finirono in carcere o al confino dovettero fuggire all’estero.

L’attacco reazionario provocò grosse difficoltà nella direzione e nell’assetto unitario dei partiti della sinistra. Fra i bolscevichi vennero alla luce tendenze estremiste (come quella degli “otzovisti” che volevano il ritiro dei deputati eletti alla Duma) c[...]

[...]enze estremiste (come quella degli “otzovisti” che volevano il ritiro dei deputati eletti alla Duma) che, in realtà, nascondevano uno spirito di rinuncia alla

lotta date le difficoltà del momento. Molti intellettuali che avevano aderito al movimento rivoluzionario se ne allontanarono. Un gruppo di filosofi stampò la pubblicazione “Vechi” (Pietre miliari) schierandosi apertamente contro la lotta di classe e il materialismo.

Da parte sua, lo zarismo si rese conto che doveva cercare di crearsi una base di consenso nelle campagne. Portavoce di questa tendenza fu il primo ministro Stolypin che propugnò l’attuazione di una riforma agraria mirante a costituire un grosso strato di piccoli proprietari nelle campagne: dal 1906 al 1915 vennero così coinvolte due milioni di famiglie, quasi un quarto di tutte le aziende contadine (dvory). Ciononostante, nel 191112 una nuova carestia si abbatté sulla Russia, colpendo 30 milioni di persone. Questo triste fenomeno sottolineò le difficoltà che incontrava l'intelligente progetto di Stolypin per la forma[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 218

Brano: [...]nale; quelli inglesi verso l'industria petrolifera, aurifera e del rame; quelli tedeschi verso l'industria pesante del Regno di Polonia e dei paesi baltici. L'apporto di capitali stranieri in Russia agì però in maniera diversa da quanto avveniva

nei paesi coloniali e semicoloniali, nel senso che già esisteva un capitalismo russo ed essi non vi si contrapposero, ma ne divennero parte integrante.

Lo sviluppo capitalistico e la politica dello zarismo portarono l'impero russo a partecipare alla lotta per la divisione del mondo. Nel 1900 la Russia partecipò, insieme alle altre grandi potenze (Gran Bretagna, Germania, U.S.A., Francia, Italia, Giappone e AustroUngheria) alla spedizione per dominare la rivolta dei boxers in Cina (v.). La Russia occupò la Manciuria (v.), ma questo provocò la reazione del Giappone (v.) che, a sua volta, mirava a ingrandirsi a spese del vicino cinese. La guerra fra Russia e Giappone divenne perciò inevitabile e portò, inaspettatamente, a una serie di sconfitte militari per la Russia, conclusesi con la disfatta na[...]

[...]bile e portò, inaspettatamente, a una serie di sconfitte militari per la Russia, conclusesi con la disfatta navale a Tzusima. Il 23.8.1905 i due paesi firmarono a Portsmouth un trattato di pace, in virtù del quale la Russia perse l’influenza sulla Corea, sulla Manciuria e dovette inoltre riconoscere la sovranità giapponese sulla parte meridionale dell'isola di Sachalin.

Lotte sociali all’inizio del secolo

Fra i motivi che avevano spinto lo zarismo ad affrontare l’avventura militare in Estremo Oriente c’erano anche quelli di politica interna. All’inizio del secolo si erano intensificate le agitazioni, sia nell’ambiente operaio sia fra i contadini e fra gli studenti. Nel 1901, a Pietroburgo, aveva avuto luogo uno scontro memorabile fra la polizia e gli operai della fabbrica Obuchov. Nel 1902, a Sormovo, durante la dimostrazione illegale del Primo maggio era stata innalzata la bandiera rossa. Nel novembre, si era svolto un grandioso sciopero a Rostov sul Don. Nel 1903 si era scatenato un memorabile sciopero generale in tutta la Russia mer[...]

[...]oVoznesensk, nel corso del quale sorse il primo soviet, più organo di lotta che di potere. Nel giugno del 1905 ss ebbe a Lodz, in Polonia, la prima insurrezione, cui seguì nel luglio quella, famosissima, dei marinai dell’incrociatore “Potemkin”, rivolte entrambe fallite e duramente represse. Nell’ottobre del 1905 si ebbe un imponente sciopero generale politico che ottenne la prima concessione dalle autorità governative, ma non la sconfitta dello zarismo: con il manifesto del 17 ottobre, lo zar concesse che venisse costituita la Duma di Stato, una sorta di Parlamento con poteri alquanto limitati. Nel novembre si ebbe l’insurrezione dei soldati di Sebastopoli e quella dei marinai del mar Nero. In dicembre ci fu, a Mosca, un’insurrezione promossa dai bolsceviche ma anche questo tentativo rivoluzionario venne sconfitto. Dei 500

218



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 663

Brano: [...]ne che avevano ispirato la politica della N.E.P. (v.) costituì, secondo Tucker, « una revisione a un tipo di processo rivoluzionario già visto in precedenza nella storia russa ». Insomma, il ruolo svolto dal

lo stato nel dare il via alla “rivoluzione dall’alto” voluta da Stalin, il suo parallelo tradursi in una struttura potente, centralizzata, burocratica e militarindustrializzata, trovava una sua legittimità nella cultura politica del

lo zarismo e ricordava sotto numerosi profili le “riforme dall'alto” volute da Pietro II Grande.

In tal modo, inserendosi in una tradizionale e fortunata tendenza della storiografia mirante a cogliere i processi e i condizionamenti di un lungo periodo su un breve arco storico, numerosi studiosi hanno interpretato il periodo politico dominato da Stalin come un ritorno e una rivincita dei tratti più specifici del la Russia zarista. Il filosofo cristiano Nikolaj Berdjaev, ad esempio, aveva osservato come la comparsa negli anni Trenta di incitazioni al “patriottismo socialista” altro non fosse che un'esp[...]

[...]anslave nel modo in cui Stalin difese l’idea del « socialismo <in un solo paese » e poi condusse la Seconda guerra mondiale (in U.R.S.S. significativamente chiamata “Grande guerra patriottica”), fino a costituire un “consiglio panslavo” che certo richiamava alla memoria orientamenti culturali e ideali del secolo precedente.

Altri ancora, come il già citato Daniels, hanno accentuato la loro attenzione sulla « diretta continuità politica fra lo zarismo e II comuniSmo », mentre Brzezinski ha ritenuto essere stata l’autocrazia l’elemento più manifestamente ereditato dallo zarismo.

Certo, in molte di queste interpretazioni sono rinvenibili elementi connessi alle necessità della polemica politica e al confronto fra le due maggiori potenze; nello stesso tempo hanno esercitato il loro peso anche difficoltà di comprensione di ordine culturale (risalenti a matrici liberali o conservatrici) che già nel corso dell’Ottocento avevano spinto numerosi intellettuali a interrogarsi sul ruolo e la collocazione della Russia in Europa. E tuttavia, proprio nel corso degli anni Venti, l’interpretazione della storia russa sviluppata dal liberale Pavé/ Miljukov (secondo cui essa appari[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 220

Brano: [...]04 aveva aderito all'accordo anche la Gran Bretagna (v. Triplice Intesa). Secondo i piani elaborati dallo Stato maggiore tedesco, la Germania avrebbe dovuto combattere su entrambi i fronti, ma in momenti separati grazie alle prevedibili difficoltà di mobilitazione dell'esercito russo. Finirono per essere coinvolti nel conflitto 38 Stati che, con i rispettivi domini coloniali, assommavano a una popolazione di un miliardo e mezzo di persone.

Lo zarismo entrò in guerra per dare un colpo al movimento rivoluzionario interno e nello stesso tempo per rafforzare la propria posizione internazionale. Le mire espansionistiche dello zarismo erano rivolte sia verso sud (Iran e Turchia) che verso sudovest (gli stretti del mar Nero) che verso ovest (la Galizia). Ma le potenze occidentali non erano affatto intenzionate ad ammettere un simile rafforzamento, volevano semplicemente utilizzare la “carne da cannone” che l’impero zarista poteva in larga misura offrir loro. All’inizio delle ostilità la Russia mandò un terzo delle proprie forze (18 milioni di uomini!) contro la Germania e più della metà contro l’AustriaUngheria.

La campagna prussiana (agostoinizio settembre 1914) terminò con un insuccesso dell'esercito zarista, ma

il [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 221

Brano: [...]grado le feroci repressioni, anche il movimento degli scioperi si fece più ostinato. L’unico partito rimasto fedele alla bandiera dell’internazionalismo era il Partito bolscevico che, fin dall’inizio, aveva lanciato la parola d’ordine della trasformazione del conflitto imperialista in guerra civile.

La rivoluzione di febbraio

Alla fine del 1916 si era venuta a determinare in Russia una situazione rivoluzionaria. La speranza coltivata dallo zarismo che la guerra e

lo stato d’assedio avrebbero impedito lo scatenarsi di una nuova rivoluzione, andò in fumo. Anzi, la crisi si rivelò assai più profonda di quella esistente alla vigilia della ri' voluzione del 1905.

Nel gennaio del 1917 scioperarono

270.000 persone. Alla fine di febbraio, la situazione sociale a Pietroburgo era diventata insostenibile. A partire dal 23 febbraio si svilupparono gli avvenimenti decisivi: se il 23 (8 marzo) gli scioperanti furono 128.000, il giorno successivo erano oltre 200.000. Il 25 febbraio le agitazioni si trasformarono in sciopero generale politico[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 479

Brano: [...]anni del liceo, frequentato a Roma, si dedicò per scelta personale allo studio del marxismo. A vent’anni conseguì la laurea presso l’istituto superiore di Agraria di Portici (Napoli) e subito dopo fu chiamato a prestare servizio militare, che assolse pure a Napoli, mentre approfondiva gli studi e iniziava l'apprendimento della lingua russa. Nel 1928 sposò Xenia Silberberg (figlia del socialista rivoluzionario russo Leo Silberberg impiccato dallo zarismo dopo la rivoluzione del 1905) che aveva conosciuto fin da ragazzo a Roma e che gli sarà coraggiosa compagna di lotta (v. Sereni, Xenia). Dopo il servizio militare rimase a Portici come ricercatore presso l’istituto di Agraria.

Attività clandestina

A contatto con gli ambienti antifascisti della Capitale fin dagli anni del liceo, ebbe i primi rapporti con l’organizzazione comunista clandestina romana nel 1927 e li estese a Napoli (v.), impegnandosi nell’attività di propaganda e di proselitismo fra gli operai dei cantieri siderurgici. Introdotto in casa di Benedetto Croce, dove attingeva a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 709

Brano: [...]no russo il vero cristiano ed esaltava l’umiltà russa in opposizione all’invadenza latina, influenzò narratori come Dostoievskij e Tolstoi.

Gli occidentalizzanti, di orientamento laico, ritenevano invece che la Russia avesse bisogno soprattutto di una costituzione, di maggiori libertà individuali, di progresso sociale e della tecnica europea. Queste tesi furono sostenute, tra gli altri, da M.A. Bakunin (v.) e da P. Kropotkin (v„K

Contro lo zarismo

Circoli populisti che propugnavano la rivoluzione sociale furono attivi a Pietroburgo, Mosca, Kiev e Odessa. Dopo la fine della guerra Russoturca (1877), cui seguì una durissima repressione da parte della polizia zarista contro i populisti, questi passarono alla lotta clandestina, creando un « gruppo disorganizzatore » che ebbe il compito di preparare la fuga degli arrestati e dei deportati usando anche le armi. Nacque in quel periodo la corrente Terra e libertà guidata da A.l. ZeIjabov che, propugnando l’azione terroristica, provocò nel 1879 una nuova scissione tra gli occidentalizzanti. [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 119

Brano: [...]ltava la scienza e disprezzava l’arte, affermerà:

« Un paio di stivali è una cosa più importante di tutte le vostre madonne e di tutti i vostri raffinati discorsi intorno a Shakespeare ».

I nichilisti si autodefinivano « pensatori realisti ». Diffusa tra gli studenti e la borghesia intellettuale russa a partire dagli anni 186070, l’ideologia trovò numerosi adepti e servì da supporto all’ala estrema dell’opposizione radicalborghese al

lo zarismo. Il movimento (che non usava esplicitamente l’etichetta nichilista) si organizzò intorno alla rivista Russkoe Slovo (La parola russa). Diretta dallo scrittore Dmitrj Pisarev, questa combattè la super

stizione religiosa e l’autocrazia zarista contrapponendovi soluzioni volontaristiche individuali. Pisarev sosteneva che la soluzione di ogni problema politico e sociale dipendeva dalla « moltiplicazione degli uomini che pensano » (da qui il parallelo: nichilista = libero pensatore).

D’altra parte i nichilisti propugnavano, come forme valide di lotta, l’azione individuale e l’attentato terro[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 314

Brano: [...]

Intervenendo alla Conferenza panrussa delle organizzazioni comuniste (1623.6.1917), esortò le organizzazioni militari bolsceviche a preparare le forze del proletariato e dell’esercito per la nuova fase rivoluzionaria. Pochi giorni dopo, le grandi manifestazioni susseguentisi a Pietrogrado e la crescente influenza comunista tra le masse allarmò il governo Kerenskij (v.) (sempre più compromesso con le forze della borghesia e con i residui dello zarismo), fino a fargli dare l’ordine di aprire il fuoco sui dimostranti. Su proposta di Lenin, il Comitato centrale del partito decise allora di sospendere le manifestazioni, di far rientrare gli operai nei loro quartieri e i soldati insorti nelle caserme: la situazione politica non era ancora matura per la presa del potere da parte dei bolscevichi.

La mattina del 5 luglio, squadre di

Lenin parla a palazzo Tauride il 4.4.1917

cadetti invasero la redazione della « Pravda ». Una ignobile campagna diffamatoria contro Lenin, accusato di essere rientrato in Russia d’accordo con lo stato maggiore[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 313

Brano: [...]14 Lenin diede alle stampe La guerra e la socialdemocrazia russa, denunciando il carattere imperialistico del conflitto e lanciando ai proletari la parole d’ordine « Trasformare la guerra imperialista in guerra civile ». La reale difesa della patria non consisteva, secondo Lenin, nell’appoggiare lo zar e la borghesia che avevano scatenato la guerra al solo scopo di depredare altri popoli, ma nel battersi con tutti i mezzi rivoluzionari contro lo zarismo, contro i grandi

proprietari fondiari e i capitalisti dei rispettivi paesi.

Il 19.2.1915, in una Conferenza estera del P.O.S.D.R. Lenin presentò un rapporto sul tema: La guerra e i compiti del partito.

Frattanto l’esercito zarista subiva dure sconfitte su tutti i fronti; per il crescente malcontento dei soldati e degli operai, nel corso del 1915 vi furono in Russia più di 1.000 scioperi, ai quali parteciparono oltre

500.000 operai. I bolscevichi rafforzarono la loro aziong, nell’esercito e nella marina, esortando soldati e marinai ad unirsi agli operai nella lotta contro l’autocra[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine zarismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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