Brano: [...]lle altre province venete. Di qui il fatto che, malgrado la presenza di sacche di braccianti malcontenti e ad onta dei patti colonici dell’epoca, così onerosi nei confronti di mezzadri e fittavoli, anche in provincia di Venezia l’idea di Volpi ebbe una sua connotazione positiva che diede indubbiamente risultati favorevoli al regime non solo a livello economico. Sul piano politico, al di là di coloro che consenso e dissenso al fascismo e all’idea volpiana espressero in forme attive (e di cui diremo), va detto che l’adesione “passiva” al regime fu massiccia e si estese, specialmente con la guerra d’Afrioa, anche ai ceti popolari, di città e di campagna. Sacche di opposizione rimasero nei quartieri più popolari della città storica (da Castel
lo alla Giudecca) e si esternarono
in scritte murali contrarie al fascismo, in piccole conflittualità nei luoghi di lavoro, in assembramenti di disoccupati, quasi una sorta di sdegnoso nonrapporto con il regime. Più in generale, va detto che sulla linea del consenso alla versione volpiana del fascismo [...]
[...]e con la guerra d’Afrioa, anche ai ceti popolari, di città e di campagna. Sacche di opposizione rimasero nei quartieri più popolari della città storica (da Castel
lo alla Giudecca) e si esternarono
in scritte murali contrarie al fascismo, in piccole conflittualità nei luoghi di lavoro, in assembramenti di disoccupati, quasi una sorta di sdegnoso nonrapporto con il regime. Più in generale, va detto che sulla linea del consenso alla versione volpiana del fascismo si collocarono, con alcune eccezioni interne, l’alta e la media borghesia, sia perché mosse dall’istinto di classe sia perché legate al tempo stesso al regime e al mondo cattolico.
Il blocco clericonazionalistico mantenne forti posizioni a Venezia, esprimendo, come s’è detto, la figura significativa di Piero Foscari, primo deputato nazionalista italiano e poi senatore dal 1923. Del resto, basta scorrere i nomi dei sindaci e dei podestà degli anni successivi, per capire che quel “blocco” si accordò col fascismo, fornendo illustri esponenti alle istituzioni politicoamministrativ[...]
[...]borghesia, fascismo e mondo cattolico a Venezia era oggettivamente saldata anche dal mastice di un comune sistema di valori, da quelli familiari ai socialicorporativi e a quelli, infine, della moralità pubblica. Quanto alla piccola borqhesia deqli impieghi e delle professioni, la sua adesione al regime ebbe a Venezia motivazioni simili a quelle del resto del paese, cui si aggiunsero progressivamente le raqioni di classe scaturenti dalla politica volpiana di potenziamento del movimento turistico, quindi di accrescimento delle manifestazioni culturali e mondane. In forza di quella politica prese avvio a Venezia, con largo anticipo sul resto del paese, quel processo di “terziarizzazione” del piccolo e medio ceto, dai piccoli commercianti agli operatori alberqhieri, che avrebbe celebrato i propri fasti in anni molto più vicini a noi. Dall’adesione al fascismo andò però esente uno strato non trascurabile di liberi professionisti, lo stesso che aveva tradizionalmente fornito alle forze democratiche il personale politico prima deH’awento del fascism[...]