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Il segmento testuale trotzkista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 100Entità Multimediali , di cui in selezione 26 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 130

Brano: [...]olpo di stato del generale Miguel Primo de Rivera, Nin si trovava nell’Unione Sovietica. Vi rimase e lavorò nell’apparato del Comintern quale segretario deH’Internazionale dei sindacati rossi. Membro del P.C.U.S., si schierò con l’opposizione di sinistra interna al partito e divenne amico personale di Leone Trotzky. Nel 1927, con la caduta di quest'ultimo, Nin venne espulso dal P.C.U.S e, nel 1930, dovette anche lasciare l’U.R.S.S..

Dirigente trotzkista

Nell’aprile 1930 Nin era a Parigi ed entrò a far parte del Bureau internazionale delTOpposizione trotzkista.

Nel settembre dello stesso anno rientrò in Spagna (dove intanto era caduta la dittatura monarchicomilitare) con l’incarico di costituire a Barcellona una sezione delI’Opposizione.

Pur svolgendo una intensa attività propagandistica e pubblicistica, Nin non riuscì tuttavia a dare al movimento trotzkista una base organizzativa di massa. Questo insuccesso, dovuto anche alla particolare situazione politica catalana allora dominata dagli anarchici e dai socialisti, ma anche il suo rifiuto di seguire la tattica trotzkista dell’ « entrismo » (cioè di entrare nel partito socialista per influenzarlo dall'interno), attirarono su Nin le critiche di Trotzky. La polemica si concluderà con il distacco completo di Nin daH’Opposizione trotzkista (1934).

All’indomani delle elezioni politiche spagnole del novembre 1933 Nin e i suoi compagni, che avevano costituito un gruppo autonomo alla sinistra del Partito comunista ufficiale, aderirono al « fronte unico » chiamato Alianza Obrera, formato dal Partito socialista, da varie forze politiche e sindacali catalane e dal B.O.C. (Bloque Obrero y Campesino, a sua volta nato, sotto la guida di Joaquin Maurin, da una scissione del Partito comunista spa

Andrés Nin

gnolo). Questo fronte non ebbe però lunga vita. Falliti altri tentativi per far vivere le Alianzas Obreras quali formazioni d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 325

Brano: [...]da la voce Lisa, Athos e, sullo stesso argomento: Umberto Terracini, Sulla svolta (La Pietra, 1975).

Ravazzoli e Silone furono espulsi dairUfficio politico e dal Comitato centrale, Tresso dal Comitato centrale, Leonetti dall'ufficio politico e retrocesso a ruolo di supplente nel Comitato centrale. (Si veda anche, per l’analisi politica della questione, il capitolo « La svolta del 1930 » alla voce Comunista italiano, Partito).

Nel movimento trotzkista

Alla fine del 1930 Ravazzoli e Leonetti presero contatto con Alfred Rosmer e Pierre Naville, editore della rivista La Vérité, alla quale Leonetti cominciò a collaborare sotto

lo pseudonimo di « Akros ». Quindi Ravazzoli, Leonetti e Tresso (che la storiografia di partito ricorderà come « i tre ») inviarono a Trotzkij una lunga lettera firmandosi a nome della Nuova Opposizione italiana (N.O.I.).

Espulsi dal P.C.d’l. il 9.6.1930, « i tre » passarono alla lotta aperta e pubblica contro il « centrismo staliniano», pur tendendo a differenziarsi tra loro.

Con lo pseudonimo di « Souzo » s[...]

[...] una lunga lettera firmandosi a nome della Nuova Opposizione italiana (N.O.I.).

Espulsi dal P.C.d’l. il 9.6.1930, « i tre » passarono alla lotta aperta e pubblica contro il « centrismo staliniano», pur tendendo a differenziarsi tra loro.

Con lo pseudonimo di « Souzo » scelto dallo stesso Trotzkij e poi con quello di Martin, Leonetti continuò a svolgere un intenso lavoro politico, come membro del Segretariato internazionale dell'opposizione trotzkista, partecipando alla maggior parte delle conferenze internazionali antifasciste del movimento, intrattenendo rapporti con gli oppositori spagnoli capeggiati da

Andrés Nin, e rifiutandosi di entrare nel Partito socialista italiano in esilio (come invece fecero Tresso e Ravazzoli, con motivi diversi]. La compagna Pia Carena gli sarà solidarmente a fianco in questo difficile periodo.

A partire dal 1937, senza rompere ancora con il movimento per la Quarta Internazionale (v.), ma scoraggiato dalla crisi di questo movimento e colpito per contro dal successo dei Fronti popolari, seguiti a un rad[...]

[...]inciò a prendere le distanze da Trotzkij, fino a staccarsene completamente.

Nel movimento operaio francese

Nella Francia occupata dai tedeschi, insegnò in un istituto secondario di Le Puy (Alta Loira), collaborando al tempo stesso a diverse organizzazioni della Resistenza francese.

Nel 1944, liberata la Francia, divenne redattore dell’« Appel », organo del Comitato di Liberazione dell’AIta Loira. Nel 1945, nonostante il suo noto passato trotzkista, fu ammesso nelle file del Partito comunista francese, ma la tessera gli fu successivamente ritirata per un duro intervento della Direzione del Partito comunista italiano nei confronti del P.C.F..

Tornato a Parigi, si occupò come giornalista presso quotidiani socialisti francesi, in particolare « CitéSoir » e « Pensée Socialiste ». Svolse notevole attività per l’unificazione delle forze proletarie sul piano nazionale e internazionale. Assai noto e discusso fu il suo articolo « Per una nuova Zimmerwald ».

Ritorno in Italia

Nel 1960 decise di rientrare in Italia e di trattare il suo ca[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 171

Brano: Trotzkismo

vita non avrebbe esitato a dichiarare IUR.S.S. uno Stato capitalista.

Nella Seconda guerra mondiale

Durante la guerra i gruppi trotzkisti ortodossi, seppure minoritari, si inserirono, per quanto fu loro possibile, nella Resistenza europea. In Francia, la corrente trotzkista Parti Ouvrier Internationaliste assunse posizioni addirittura patriottiche e nazionaliste, impegnandosi nella lotta partigiana. Ne seguì un esame critico che, nel 1944, portò a unificare in un solo movimento tutti i tronconi trotzkisti esistenti (ad esclusione dell’Union Communiste Internationaliste, diretta da Barta).

I trotzkisti tedeschi, sopravvissuti alla spietata repressione nazista, riuscirono a sviluppare un lavoro clandestino, di carattere disfattista, aH’interno dell'esercito, ma nel 1943 vennero scoperti dalla Gestapo e quasi tutti giustiziati.

Dopoguerra

Dopo la fine del [...]

[...] rottura che si ripercosse aH'interno di tutta la Quarta Internazionale: in contrapposizione al Segretariato “pablista” si costituì un Comitato internazionale di dissidenti ed entrambe queste organizzazioni rivendicarono di rappresentare la “vera” Quarta Internazionale. Si trattò di una spaccatura particolarmente grave anche perché, a differenza delle precedenti defezioni di questo o quel qruppo, qui la scissione avvenne aH'interno del movimento trotzkista.

Negli anni Cinquanta il movimento, seppure organizzato a livello internazionale, rimase un fatto minoritario. Dopo il XX Congresso del P.C.U.S. (che su molti punti dava raqione a Trotzkij) e la rivolta d’Ungheria (1956) i trotzkisti furono confortati da un leggero afflusso di militanti, ma questo non si trasformò in un fenomeno di massa. Nel frattempo altre scissioni travagliarono i due distinti raggruppamenti

che si richiamavano alla Quarta Internazionale, mentre si formavano o si ricostituivano sempre nuovi gruppi senza fare alcun riferimento ai due tronconi maggioritari (in Francia,[...]

[...]a Internazionale) .

Nel Terzo Mondo

Nel dopoguerra il trotzkismo ebbe effimeri successi in alcuni paesi dell'America Latina. In Bolivia (v.), ad esempio, il Partito Operaio Rivoluzionario fondato dai trotzkisti riuscì, sebbene duramente represso, a collegarsi con le lotte dei minatori e a svolgere un importante ruolo nelle lotte del 1952 che causarono il rovesciamento della giunta militare, e anche negli anni successivi.

In Perù (v.) il trotzkista Hugo Bianco negli anni Sessanta riuscì a organizzare, con un certo successo, gruppi di autodifesa contadina. Arrestato nel 1963, egli fu salvato dalla condanna a morte grazie a una campagna organizzata in suo favore dal Segretariato Internazionale.

Un importante sviluppo ebbe in Argentina (v.) il Partido Revolucionario de los Trabajadores che si creò addirittura un’organizzazione armata, denominata Esercito guerrigliero del popolo, contro il quale i militari scatenarono sanguinose repressioni.

Una notevole importanza ebbero i trotzkisti nello Sri Lanka (v. Ceylon) dove il Partito dell'u[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 523

Brano: [...]nfendel lavorò (come dirigente dell’Ufficio stampa e propaganda) al Centro interno del P.C. d’I. insediatosi a Sturla, presso Genova. Successivamente fu in Francia, dove collaborò a “Stato Operaio”, rivista del partito nell'emigrazione, e infine si stabilì in Svizzera, a Lugano e poi a Basilea.

Con Togliatti sempre nel 1927 partecipò ai lavori dell’VIII Plenum dell’Internazionale comunista, nel quale Stalin fece prevalere la propria linea antitrotzkista. In questa occasione Silone fu uno dei pochi delegati stranieri a difendere la posizione trotzkista, opponendosi alla svolta burocraticarepressiva stalinista. Da quel momento ebbe inizio in lui un profondo ripensamento critico: nel 1930, mentre si trovava ricoverato in un sanatorio svizzero per grave malattia, in seguito all'espulsione dal partito di tre dirigenti fondatori accusati di « deviazionismo trotzkista » (v. Nuova Opposizione Italiana), Silone decise a sua volta di staccarsi dal lavoro di partito, ai dirigenti del quale rimproverava un’eccessiva dipendenza dai sovietici. In quegli stessi anni suo fratello minore, carcerato in Italia, moriva in carcere (v. Tranquilli, Romolo) .

523



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 126

Brano: [...]olo Ravazzoli (v.) e Pietro Secchia (v.) l’organizzazione clandestina. Nel novembre

1929 entrò a far parte della Segreteria del P.C. d’I. a fianco di Togliatti, Ravazzoli e Luigi Longo. Nel corso della polemica sorta in quello stesso anno aH'interno del gruppo dirigente si schierò contro Togliatti e l’Internazionale, fino a essere espulso dal partito (9.6.1930) insieme a Leonetti e a Ravazzoli (v. Nuova Opposizione Italiana).

Nel movimento trotzkista

Entrato in rapporti con l’organizzazione trotzkista, Tresso fu in Francia un attivo dirigente di questo movimento. Visse a Parigi e, dal

1940, prese parte alla Resistenza

francese, ma nel 1942 fu arrestato a Marsiglia (insieme alla moglie Barbara Stratienski).

Torturato dalla Gestapo, si rifiutò di parlare e venne condannato a 10 anni di reclusione (mentre la moglie fu assolta). Rinchiuso in varie carceri e infine a PuyenValey (Alta Loira), venne qui liberato da una formazione di partigiani comunisti francesi la notte dell’1.10.1943 insieme ad altri 80 detenuti politici. Condotto in un villaggio montano a Queyrriér, da quel momento sc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 186

Brano: [...]ecise di chiamarsi Sezione Italiana della Lega Comunista Internazionalista. Cessate le pubblicazioni del Bollettino, nell'aprile 1934 cercò di lanciare il periodico La Verità, omologo della rivista francese La Verité che già usciva da anni. L’organo nacque essenzialmente dalla collaborazione di Leonetti, Tresso e Pia Carena, ma ne furono pubblicati due soli numeri.

I comunisti della N.O.I. continuarono a operare nelle file del nuovo movimento trotzkista per qualche anno, e Alfonso Leonetti con funzioni di rilievo, quale membro del Segretariato Internazionale. Ma la loro inconsistenza organizzativa, la mancanza di mezzi finanziari, il non essere riusciti a rompere l’isolamento cui li aveva condannati il P.C.I. negli ambienti dell’emigrazione antifascista (fino a forme di aperta e violenta persecuzione, che arriveranno nel ’34 all'assassinio di Trotzkij, ordinato da Stalin), l'apparente iniziale successo dei Fronti popolari, le trasformazioni intervenute nella situazione europea e il rovesciamento della politica della Terza Internazionale che [...]

[...]iusciti a rompere l’isolamento cui li aveva condannati il P.C.I. negli ambienti dell’emigrazione antifascista (fino a forme di aperta e violenta persecuzione, che arriveranno nel ’34 all'assassinio di Trotzkij, ordinato da Stalin), l'apparente iniziale successo dei Fronti popolari, le trasformazioni intervenute nella situazione europea e il rovesciamento della politica della Terza Internazionale che toglieva di mano molti argomenti alla polemica trotzkista, furono tutti fattori che scoraggiarono i superstiti del gruppo italiano e condussero Leonetti a prendere le distanze da Trotzkij, fino a staccarsene del tutto. Finiva così un ten

Mario Bavassano in U.R.S.S. (1925), tra il generale Budiènnyi e Marcel Cachin

186



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 479

Brano: [...]31, gli Elementi per lo studio della questione agraria in Italia e Sul carattere della crisi Italiana.

Condannato dagli stalinisti

Sulle lucide analisi del giovane studioso caleranno, negli anni Trenta, non poche critiche da parte dei compagni di partito Ruggero Grieco, Mario Montagnana e Giuseppe Di Vittorio che, nell’imperante clima ideologico stalinista, vedevano in lui e nelle sue inclinazioni eccessivamente “speculative” una tendenza “trotzkista”. Sospetti ancora più ingiusti si addenseranno su Sereni

nel 193738, con l’ondata repressiva stalinista seguita ai processi di Mosca, per i suoi presunti legami con il sionismo (suo fratello Enzo era emigrato in Palestina con la moglie Ada Ascarelli) e, su Xenia, per l’ascendenza familiare: le si rimproverava, oltre che di essere figlia di un socialista rivoluzionario, di essere la nipote del terrorista Boris Savinkov. Queste assurde imputazioni nel 1937 determinarono l’arresto di Emilio Sereni a Mosca (in occasione del suo primo viaggio in Russia come corriere), pesanti interrogatori alla[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 565

Brano: Socialismo

menti” socialisti usciva ancor più fortemente motivato.

La maggior parte degli storici concorda nel ritenere che questa linea politica delTInternazionale rispecchiasse un’esigenza interna dello stalinismo (v.) : eliminata l’opposizione trotzkista, Stalin si apprestava a liquidare la cosiddetta “opposizione di destra” [Bucharin e Zinoviev) e, ai dirigenti dei partiti comunisti dei vari Paesi, imponeva di estromettere dalle rispettive organizzazioni i cosiddetti “destri”. Nel corso del Plenum i comunisti italiani e lo stesso Pai miro Togliatti furono accusati di “destrismo” anche per il fatto di non aver ancor allontanato dalle proprie file Ange

lo Tasca (v.), e tale questione venne posta come banco di prova della lealtà del P.C. d’I. alle direttive dell’Internazionale. Si trattava, in sostanza, di un ricatto: o accettare la linea st[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 744

Brano: [...]ionale. Al congresso di Tours (2530.12. 1920) che vide la nascita del Partito comunista francese, venne eletto tra i 24 membri del comitato direttivo del Partito.

Nel 1921 venne designato a rappresentare il P.C.F. neM’Internazionale Comunista a Mosca, dove fu molto stimato da Lenin e Trotzkij. All’indomani della scomparsa di Lenin, continuando la sua amicizia con Trotzkij, Suvarin venne a trovarsi in conflitto con Stalin. Legato alla corrente trotzkista, si oppose alla “bolscevizzazione” del partito. Espulso per questo motivo dal Partito comunista francese nel 1925, continuò isolatamente la lotta attraverso i suoi scritti: dal 1931 al 1934 diresse la rivista La Critique Sociale e nel 1935 diede alle stampe una biografia di Stalin, rimasta tra le più acute analisi critiche dello stalinismo e della realtà sovietica, con un sorprendente spirito di anticipazione di eventi che la storia avrebbe poi confermato.

Emigrato negli Stati Uniti per sfuggire ai nazisti, isolato e costretto da difficoltà economiche, fu insegnante di storia sacra. Tornat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 74

Brano: [...]aprile 1931).

La “svolta"

La lotta contro il fascismo, che gli “svoltisti” definivano in termini di « classe contro classe » e supponevano di breve durata, si rivelò più lunga e complessa del previsto. Ma in realtà la linea detta della “svolta” rispecchiava anzitutto l’esigenza staliniana di condurre una lotta senza quartiere contro Bucharin e i “destri”, servendosi del Comintern per estenderla a livello internazionale contro l’opposizione trotzkista. In questo quadro politico le forze della socialdemocrazia venivano pertanto bollate come “socialfasciste” più che altro per affermare il Partito bolscevico (cioè Stalin) quale unico punto di riferimento sicuro nel movimento rivoluzionario mondiale. Togliatti si allineò a questa politica, quantunque

essa contrastasse con tutta la precedente elaborazione teorica del partito e con la reale situazione allora esistente in Italia (come egli stesso riconoscerà molti anni più tardi, dopo la morte di Stalin). Per promuovere l’“insurrezione” contro il regime fascista, sotto il quale le masse popola[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine trotzkista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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