Brano: [...]lo stalinismo.
Verso la Quarta Internazionale
L'espulsione di Trotskij dall’U.R.S.S. provocò notevoli ripercussioni tra i partiti comunisti in Europa, in America Latina, negli Stati Uniti, ecc.. Nel seno o ai margini di questi partiti andarono formandosi gruppi di opposizione, ma si trattava di forze numericamente deboli che non costituivano un serio pericolo per i partiti stessi e per l’insieme del movimento internazionale.
La corrente trotskista più consistente si costituì in Francia, dando vita, con l'approvazione diretta di Trotskij, a un settimanale di opposizio
ne di sinistra intitolato La Vérité (15.8.1929). Nell'aprile 1930 il gruppo « La Vérité » fondò un’organizzazione detta Ligue communiste con un Comitato esecutivo di 7 membri: Alfred Rosmer, Pierre Naville, Raymond Molinier, Pierre Franck, Gérard Rosenthal, Gourget e D. Lèv ine.
A parte alcuni aderenti al Partito comunista francese, il contingente più importante della « Ligue communiste » fu costituito dall'immigrazione, che diede anche i migliori quadri, soprattutto[...]
[...]tuito dall'immigrazione, che diede anche i migliori quadri, soprattutto grazie all’adesione di alcuni militanti di origine italiana, tedesca, polacca, austriaca, cecoslovacca.
Parallelamente all’organizzazione della « Ligue communiste », all’interno della Confederazione generale del lavoro unitaria (C.G.T.U.), si costituì in Francia un'opposizione sindacale ispirata da Rosmer e Dommanget, ma tale formazione fu poi contestata dall’« ortodossia trotskista », che sconfessò Rosmer. Questi, vecchio sindacalista rivoluzionario, rifiutò di sottomettersi ai suoi critici e, nel novembre 1930, dette le dimissioni dalla « Ligue communiste », portandosi dietro alcuni compagni che, nell’aprile 1931, fondarono con lui un gruppo detto della « Sinistra comunista », di effimera durata.
Rosmer riassumeva il suo pensiero nella formula: « Né trotskismo, né trotskista ».
Nonostante le divisioni e le scissioni che laceravano i gruppi di opposizione, questi continuarono la
Leone Trotskij negli anni dell’esilio
loro lotta ideologica contro la politica della Terza internazionale, tanto più in quanto siffatta politica, da essi definita « terzo periodo di errori deM’I.C. », manteneva la parola d’ordine del «socialfascismo», quantunque in Germania si facesse sempre più minacciosa l'ascesa del nazismo. Molti membri del Partito comunista tedesco che, fuggendo le repressioni, riparavano in Francia, vennero a rafforzare l’opposizione di sinistra, soprattutto[...]