Brano: [...]stra cristiana. In sostanza, l’operazione fu un compromesso fra la corrente interna politicamente laica e comunista, capeggiata da Rodano, e quella legata, non senza aspetti opportunisti e integralistici, al “mondo cattolico” ufficiale.

Attraverso quel compromesso, Rodano si proponeva di salvaguardare l’essenziale del patrimonio di esperienze già acquisito e la possibilità di svilupparlo ulteriormente, mediante un peculiare apporto alla linea togliattiana della “democrazia progressiva”.

Col passare del tempo, tuttavia, gli equilibri interni alla formazione vennero sempre più deteriorandosi, talché alla corrente rodaniana non rimase che puntare a un’affermazione decisa e inequivoca della laicità della politica. Si giunse così allo scioglimento del partito (9.12.1945) e al passaggio ai P.C.I. dello stesso Rodano e della grande maggioranza dei militanti.

Sempre nei primi anni del dopoguerra, Rodano (che, fra l’altro, si era occupato su “Voce Operaia” del problema dell'I.R.I.) entrò in amicizia con Raffaele Mattioli, allora amministratore de[...]

Brano: [...]ella, per chiarire i termini del dissenso. Intervenne un accordo, ma in marzo l'arrivo di Togliatti e la “svolta” di Salerno riproposero acutamente il problema e Scoccimarro sembrò sul punto di rigettare “in toto” la nuova piattaforma indicata dal segretario del partito. Famosa la frase, ricordata da Giorgio Amendola (il quale, da parte sua, non ebbe alcun problema a mutare prontamente parere) con cui Scoccimarro nervosamente reagì alla “svolta” togliattiana che rovesciava di colpo la sua precedente impostazione: « Questa politica la farete voi! ».

Cionostante, anche Scoccimarro si adeguò alla nuova linea, conferendo però alla “svolta” un significato di esigenza tattica transitoria. Amendola, Novella e Negarville si dissociarono dalla sua interpretazione e il gruppo romano concluse col rimettere in discussione l'intera linea politica del passato recente, per cui si reclamava una « profonda e radicale autocritica ». A Milano, dove tornò con Novella all’inizio dell’aprile 1944 per discutere la cosa, Scoccimarro trovò la solidarietà dei

compag[...]

Brano: Secchia, Pietro

della politica legalitaristica della direzione togliattiana, e nella esplicita affermazione della possibilità ancora aperta di un « successo decisivo ».

Stalin — che di Secchia, da lui allora Incontrato per la prima volta, ebbe una « ottima impressione » e che da allora lo « appoggiò » — mostrò di consentire con le idee del dirigente italiano, ma chiarì che la situazione internazionale non avrebbe permesso alni.R.S.S. di intervenire a sostegno di una rivoluzione italiana (AS, pp. 611627, 445446).

Vicesegretario del P.C.I.

Al ritorno in Italia, Secchia riferì della sua missione a Togliatti, che fu obbligato a tenere in considerazione, nel quad[...]

Brano: [...]i questa dalla Segreteria, ne scrisse un’altra il 4.1.1955 — respinta in una riunione della Direzione svoltasi tre giorni dopo — e una terza, che fu accettata, di « autocritica completa e senza riserve », I'8 gennaio.

Al di là di questi umilianti atti formali, tuttavia, egli mantenne, ed anzi esplicito il 7. 1.1955 in Direzione, la propria posizione sul « problema della conquista del potere da parte dei lavoratori », imputando alla leadership togliattiana il continuo adattamento al deterioramento della « situazione interna italiana »: « [...] dove riusciremo noi a trovare

il punto d'arresto? come riusciremo a trovarlo? » (AS, p. 117). Ma la obbligata serie di « confessioni » e tutta quanta la istruttoria nei suoi confronti lasciarono in lui profonde conseguenze psicologiche, evidenti nella decisione stessa di cominciare a scrivere « appunti » e « riflessioni » dominati dall'esperienza lacerante del 1954 e dalla coscienza che ora cominciava un « periodo nuovo » in cui gli sarebbe stato « progressivamente impedito di lottare, di agire, di por[...]