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Il segmento testuale tismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 119Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 549

Brano: [...]i lavoratori e primo ministro della Repubblica democratica, incarichi che continua a svolgere anche dopo l’unificazione del Paese e la formazione della Repubblica socialista dei Vietnam,

Bibliografia: tra le opere di Pham Van Dong si vedano gli Ecrits (19541975), Hanoi, 1977.

F.Mo.

Piacentini, Marcelio

N. a Roma nel 1881, ivi m. nel 1960; architetto.

Figlio dell’architetto Pio (Roma 18461928), autorevole rappresentante dell'« eclettismo » architettonico romano e protagonista della costruzione della capitale umbertina, sin dalle prime esperienze Marcello Piacentini fu facilitato nella tessitura di rapporti con le committenze private e pubbliche proprio grazie a quella continuità familiareprofessionale.

Le sue prime opere (progetto di sistemazione del centro storico di Bergamo, concorso del 1907, poi realizzato nel 1927; padiglione italiano aH'Esposizione mondiale, 1910; trasformazione del teatro Quirino* 1915) dimostrano la già consolidata forte personalità, capace dì rifiutare gli angusti limiti delPedet» tismo nostrano e[...]

[...]facilitato nella tessitura di rapporti con le committenze private e pubbliche proprio grazie a quella continuità familiareprofessionale.

Le sue prime opere (progetto di sistemazione del centro storico di Bergamo, concorso del 1907, poi realizzato nel 1927; padiglione italiano aH'Esposizione mondiale, 1910; trasformazione del teatro Quirino* 1915) dimostrano la già consolidata forte personalità, capace dì rifiutare gli angusti limiti delPedet» tismo nostrano e dei semplici riferimenti a una ormai inconsistente tradizione accademica, per riferire ricerche e proposte a « quanto Io quegli anni si andava costruendo in

Europa per iniziativa di una minoranza attiva » (Portoghesi).

Il suo rapporto con il regime fascista, alPinterno della più ampia questione delle relazioni tra architettura e politica (v. Architettura e faseismo) avvenne perciò in un momento di sua completa maturità, di affermate qualità riconosciute in Italia e all’estero. Premessa, questa, indispensabile per comprendere anzitutto che quel rapporto non fu di servilismo in[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 666

Brano: [...]la diresse e orien

tò sempre, a seconda del suo mutevole umore, anche quando non era titolare del dicastero degli Esteri.

Egli riteneva d’altra parte di essere preparatissimo sull’argomento anche prima di andare al potere, quindi in dovere di assegnarsi, insieme a numerosi altri, anche il ministero degli Esteri, perché dalle colonne de « Il Popolo d’Italia » aveva largamente trattato la politica^ internazionale, fin dall’epoca dell’interventismo (v. Interventisti) che poneva le basi alle successive e quasi uniche sue idee in fatto di politica estera: quelle della « vittoria mutilata » e del conseguente « revisionismo ».

Bisogna riconoscere che il suo sempre ribadito concetto di far meglio valutare agli Alleati l'importanza del contributo italiano al conflitto e le sue sanguinose perdite, che conducevano a incessanti richieste di rivendicazioni territoriali, fece breccia nel patriottismo e nel nazionalismo di particolari categorie di italiani, ed ebbe più importanza di quello che normalmente si rileva. È stato quindi detto giustamente che « la politica estera fascista » (insieme alla persistente e violenta avversione aliai lotta di classe socialcomunista) « appare un elemento catalizzatore del regime » (G. Rumi). Era il rifiuto alla politica dell’appeasement (v.)f l’unica dalla quale si potesse sperare una costruttiva riconciliazione (M. Gilbert). Tanto più giustificabile questa politica appianatrice, in quanto le parziali concessioni che di volta in volta vennero fatte ai re[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 637

Brano: [...]o Stato. Con la trasformazione della Milizia in forza armata “regolare” venne inferto un colpo decisivo all’autonomia della base fascista. Tale processo giunse a compimento con la promulgazione delle Leggi eccezionali (v.) fasciste del novembre 1926 che instauravano ufficialmente la dittatura, rendendo superflua l’attività illegale degli squadristi. Con le “epurazioni” attuate nel P.N.F. tra il 1927 e il 1928, parecchi personaggi dell’intransigentismo squadrista furono perciò tolti dalla scena.

Vecchi squadristi delegati al I Congresso del repubblicano (Verona, novembre 1943)

La volontà normalizzatrice emerse chiaramente dalla circolare di Mussolini ai prefetti del 5.1.1927: « Ora che lo Stato è armato di tutti i suol mezzi di prevenzione e repressione, vi sono dei “residui” che devono sparire. Parlo dello “squadrismo”, che nel 1927 è semplicemente anacronistico, sporadico, ma che tuttavia tumultuariamente ricompare nei momenti di pubblica eccitazione. Così l'illegalismo deve finire. Non solo quello che esplode nelle piccole meschine[...]

[...](v. Estense, Castello).

Tra il settembre e l’ottobre del 1943 vennero a costituirsi, in parecchie città, vari gruppi armati al di fuori delle strutture ufficiali (esercito, Guardia nazionale repubblicana). Erano i piccoli “eserciti paralleli”, vere e proprie bande di ventura che si assunsero il compito di perseguire, arrestare, torturare e uccidere antifascisti e partigiani durante i venti mesi della repubblica di Salò, distinguendosi per fanatismo e ferocia criminale. Le bande Koch (v.), Carità (v.), Collotti (v.), Colombo, Pollastrini e altre dello stesso tipo furono tristemente note per la loro efferatezza, operando in varie regioni come eredi del “fascismo delle origini”, armate e incoraggiate dalle autorità governative e dai tedeschi. Inoltre, con decreto del 21.6.

1944 vennero militarizzate tutte le squadre del P.F.R. e nacquero le Brigate nere (v.), ultimo sanguinoso capitolo della storia dello squadrismo fascista (si veda anche la voce Forze Armate repubblichine).

D.Ca.

Squarzanti, Renato

N. a Ferrara il 2.6.1915; ch[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 88

Brano: [...]e delle masse popolari, per cui la nascita spontanea di gruppi neonazisti spesso non è altro che la conseguenza di un’immagine mistificatrice e illusoria, quasi che la miseria provocata dalla crisi dell'imperialismo potesse essere eliminata con l'aiuto di « uomini forti ».

4. Le organizzazioni e i gruppi neofascisti convergono in larga misura su un terreno comune di ostilità contro la democrazia, sul loro revanscismo, anticomunismo e antisovietismo, nonché sulla negazione dei crimini commessi dal regime nazista. D'altra parte, fra i vari gruppi esistono opinioni a volte profondamente diverse quanto ai mezzi e ai metodi concreti cui ricorrere per realizzare gli obiettivi politici della borghesia monopolistica. Una parte di questi gruppi e organizzazioni favorisce apertamente il ricorso ai metodi terroristici dell’epoca hitleriana, mentre altri si presentano piuttosto con una maschera pseu^ dodemocratica.

Dato il grande numero di queste

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 380

Brano: Litorale Adriatico

tismo », per formare un blocco conservatore vassallo dei tedeschi, « indipendente dalle correnti, dai partiti, dagli antagonismi ».

Il collaborazionismo conservatore mirava a emarginare il C.L.N. di Trieste, isolandolo e sottraendogli consensi, dopo aver ripetutamente e vanamente tentato di agganciarlo sottobanco. L'ultimo tentativo di doppio gioco fu compiuto nell’aprile 1945, tramite il federale repubblichino Bruno Sambo, per impedire la progettata insurrezione e inglobare il C.L.N. in un fronte unico « antislavo » in attesa dell’arrivo degli angloamericani, sfruttando la avvenuta rottura, per[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 86

Brano: [...]lla vigilia della guerra d’Etiopia, l’Italia appariva un paese ordinato e soddisfatto. Capi di Stato venivano in visita ufficiale a Roma e Mussolini sedeva nelle conferenze internazionali con aria di arbitro. All'interno, tutti i settori della cultura si potevano dire allineati; la monarchia filava di buon accordo col regime, e la Chiesa, dopo i dissidi del 1931, sembrava disposta a collaborare attivamente. Ben poco i giovani sapevano di fuoruscitismo e di confino. Fino al 193637 i nomi di Gramsci e di Gobetti furono del tutto ignoti alla quasi totalità degli italiani di quella nuova generazione [Franco Fortini, un protagonista della fronda giovanile di quegli anni, è in proposito perentorio: « Fino al 1943 non ho mai veduto un volantino antifascista, fino all’agosto 1943 non ho mai sentito nominare Gramsci»), mentre sembravano appartenere a un lontano passato gli Amendola e i Matteotti; lo stesso Benedetto Croce pareva raccolto nella sua Napoli in una operosità di puro sapore accademico. I casi isolati di oppositori minori perseguitati e [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 268

Brano: [...]o (Nitti, Sforza, Salvemini, Labriola, Turati, Nenni ecc.) e del socialismo belga, tra cui Spaak e De Brouckere. La sentenza fu mite (5 anni, poi ridotti a meno di 2) e suscitò lamentele nei fascisti.

Nell'ottobre 1935, pochi giorni dopo l’aggressione fascista all’Etiopia, Bruxelles ospitò una grande assemblea dei movimenti antifascisti, particolarmente importante in quanto fu la prima manifestazione antifascista unitaria di tutto il fuortiscitismo italiano (v. Bruxelles, Congresso di).

Seconda guerra mondiale

Allo scoppio del conflitto il Belgio fu uno dei primi paesi a cadere sotto l’occupazione nazista. Malgrado la « neutralità assoluta » proclamata da Leopoldo 111, i tedeschi — ripetendo la violazione già compiuta nel 1914 — il 10.5.1940 invasero il Belgio, così come varcarono i confini dell'Olanda e del Lussemburgo. Nessun ostacolo potè arrestare la massiccia offensiva hitleriana; la resistenza dei belgi fu stroncata dalla potenza dell’aviazione e dei carri armati: il 18 maggio Bruxelles fu occupata e Leopoldo III firmò con 1[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine tismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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