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Il segmento testuale tigiane è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 43Entità Multimediali , di cui in selezione 11 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 264

Brano: [...]i elettori e con la stampa delle schede in una tipografia di Dogliani). Le elezioni, anche se non videro una partecipazione plebiscitaria, registrarono un concorso tale da offrire la misura dei grandi passi innanzi compiuti dal movimento nello stabilire legami saldi con le genti contadine che, sul piano più generale, conferirono alla loro adesione pratica alla Resistenza un senso sempre più concreto, fornendo il massimo appoggio alle esigenze partigiane. Le liste dei candidati furono compilate con la preoccupazione di far posto alla rappresentanza di ogni categoria di cittadini. Particolare riguardo si ebbe per il clero che, in non pochi casi, fu di notevole aiuto ai Comandi partigiani nel condurre l’opera di convinzione presso le popolazioni perché non si estraniassero da quegli esperimenti di democrazia, e talora metteva a disposizione le parrocchie per assemblee elettorali e pubbliche riunioni.

Limiti dell’esperienza

Naturalmente le condizioni eccezionali in cui si svolse l’esperienza, le difficoltà oggettive che essa incontrò e le [...]

[...]el Paese.

Col procedere delle esperienze sostenute dall’iniziativa dei Comandi garibaldini, anche le formazioni di Martini Mauri convocarono in alcune località assemblee elettorali e si adoperarono per la costituzione di nuovi Consigli comunali, ma (come rileva Massimo Legnani) con un « margine di autonomia rigorosamente limitato ».

Malgrado la disparità di concezioni e la catena di attriti e polemiche che ne derivarono tra le due forze partigiane, si riuscì a stabilire un relativo coordinamento fra alcune Giunte popolari comunali. Tuttavia il carattere frenante delle impostazioni care agli autonomi impedì la progettata costituzione di una Giunta popolare « di zona », così come era stata delineata dal programma garibaldino in armonia con le direttive del C.L.N. regionale, Inoltre la debolezza, quando non l’assenza totale di una rete di C.L.N. locali, accentuò da un lato la preminenza degli organi militari su quelli civili e, dall'altro, agevolò la propensione dei Comandi di Martini Mauri a sottrarsi a direttive politiche che essi non g[...]

[...]N. fu attribuita dai promotori la funzione di Giunta di governo, ma l’offensiva fascista che costrinse i partigiani a lasciare Alba e la successiva fase di rastrellamenti (novembre 1944) che obbligò le formazioni ad abbandonare tutti gli altri centri occupati per ritirarsi sulle colline langarole, resero praticamente inoperante la Giunta.

Del vivace e intenso periodo della « zona libera », malgrado i rovesci temporanei sofferti dalle unità partigiane e la dispersione degli organismi popolari causata dal ritorno nazifascista, rimase come dato altamente positivo l’approccio realizzato da nuclei non piccoli di popolazione con i rudimenti di un sistema di autogoverno locale, con le forme incipienti della democrazia e con gli ideali di emancipazione sociale connessi al messaggio delle forze politiche più avanzate della Resistenza.

Su scala più generale, non meno positivo si dimostrò l’intreccio di relazioni che partigiani e civili riuscirono a stabilire durante quei mesi. I frutti di quelle esperienze vennero raccolti nel crudo inverno 1944[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 742

Brano: [...]timo colpo di pistola, per non cadere prigioniero. Il suo eroico contegno si impose al nemico, che gli concesse l’onore delle armi.

Curreno di Santa Maddalena, Giacomino

Gimmy. Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Torino nel

1928, fucilato a Cuneo il 31.3.1945. Ancora ragazzo, dopo 1/8.9.1943 si allontanò dal Reale Collegio « Carlo Alberto » dove studiava, per unirsi al patire Giuseppe (v.), comandante delle formazioni partigiane deìl’Ossola; non essendovi riuscito, si portò nelle Langhe e si arruolò nelle formazioni « Azzurre » del comandante Mauri. Si distinse in audaci azioni e particolarmente nella occupazione di Magliano Alpi. Caduto prigioniero una prima volta, riuscì a fuggire, ma fu nuovamente catturato, durante un aspro combattimento fra Carrù e Trinità, mentre stava lanciando l’ultima bomba a

Gimmy Curreno di Santa Maddalena

mano. Mantenne contegno fiero in mano al nemico e affrontò con fermezza il plotone di esecuzione.

Curreno di Santa Maddalena, Giuseppe

Colonnello delle Torri. N. a Carrù (Cun[...]

[...]re presso l’università di Torino. Colonnello comandante il Reggimento Cavalleggeri di Saluzzo in Croazia e in Dalmazia durante la seconda guerra mondiale, I'8.9.1943 riuscì abilmente a convincere i tedeschi a lasciar rientrare in Italia il suo reparto. Raggiunta Torino, dopo lo scioglimento dell’unità prese contatto con le forze della Resistenza e successivamente si trasferì in vai d'Ossola (v.)s ove fu tra i promotori delle locali formazioni partigiane. Nominàto capo di stato maggiore del Comando uhifìòato delle forze partigiane dell’Ossola (sèttembre ’44) elaborò i piani di difesa della « zona liberà », combattè nei rastrellamenti che precedettero la caduta della repubblica ossolana e infine assunse il comando militare dell’intera zona. Il 31.3.1945 perse il figlio Giacomino (v.), appena sedicenne, volontario delle Brigate Autonome



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 257

Brano: [...]NOVELLA RIDE ” negativo ” SAN LORENZO DELLA CALMA” alt

Tsm. 190226 »

(Da G. E. Fantelli, La Resistenza dei cattolici nel Padovano, Padova, 1965).

Malgrado le misure precauzionali, qualche volta gli aerei alleati venivano intercettati e abbattuti dai caccia tedeschi.

In altri casi, il materiale erroneamente lanciato su posizioni nemiche finiva in mano ai fascisti o veniva da costoro sottratto con improvvisi attacchi alle formazioni partigiane.

Numero e qualità

Secondo i dati forniti da Max Saivadori (il colonnello inglese che rappresentava il Comando alleato presso il C.L.N. dell’AIta Italia), ne

gli ultimi 4 mesi di guerra la Special Force organizzò per i partigiani italiani 856 lanci, di cui solo i due terzi riuscirono, mentre 305 lanci si persero, finendo per lo più in mano nemica. I 551 lanci riusciti fecero giungere ai partigiani 1.129 tonnellate di materiale bellico e precisamente 566 t di armi e munizioni, 291 t di esplosivo e 272 t di rifornimenti vari. Questi aiuti giunsero quasi esclusivamente per via aerea; att[...]

[...]obelligerante » e non « alleata ». È noto, ad esempio, che dopo la disfatta della Francia gli U.S.A. armarono nell’Africa del Nord 250.000 uomini ripartiti in 8 divisioni, e circa 300 unità d’appoggio con 19 squadre aeree, ciò che richiese la fornitura di 3 milioni di tonnellate di materiale ai francesi capeggiati da De Gaulle. Per citare un altro esempio, dagli ultimi mesi del 1943 al maggio 1944 i rifornimenti inglesi e americani alle forze partigiane jugoslave di Tito raggiunsero le 62.458

tonnellate per mare e 13.695 per via' aerea.

La disparità di trattamento non si spiega soltanto con il fatto della quasi impossibilità di aiutare le formazioni partigiane italiane per mare, ma fu sostanzialmente dovuta alla diversa e contrastante concezione della Resistenza italiana che si aveva tra Comandi alleati e C.L.N.A.I. Le richieste d’invio di armi furono sempre maggiori e sempre più insistenti nel corso del conflitto, dando luogo a non poche discussioni e divergenze tra le forze della Resistenza italiana e gli Alleati. Questi ultimi asserivano di fare tutto quanto era nelle loro possibilità, ma gli antifascisti e i Comandi partigiani lamentavano la voluta limitatezza di quegli aiuti, attribuendola a una sottovalutazione della Resistenza e a ingiustifi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 561

Brano: Piacenza, Divisione

tigiane, con maggiore autonomia riservata ai comandanti di distaccamento. La Brigata si trasformò così in Divisione « Giustizia e Libertà »r con la creazione di un Comando divisionale e di 5 Brigate, dislocate:

V Brigata (600 uomini) a Rocca d’ Olgisio, comandante tenente Antonio Piacenza;

2a Brigata (100 uomini) a Pecorara, comandante Riccardo Ferrari;

3a Brigata (600 uomini) a Scarniago e San Giorgio, comandante Paolo

Araldi;

4a Brigata (140 uomini) a Barberino, comandante tenente Virgilio Guerci; 58 Brigata, ex distaccamento di Bocché trasferito a Perino, comandante tenente Pippo Co[...]

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La dislocazione delle forze partigiane piacentine alla vigìlia della Liberazione

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 629

Brano: [...]esi del 1943 al maggio 1944 i rifornimenti inglesi e americani all’esercito popolare jugoslavo ammontarono a 62.459 tonnellate di materiale fornito per via mare e a 13.695 per via aerea. Durante il corso dei combattimenti, l'aviazione britannica e quella americana evacuarono dalla Jugoslavia più di 14.000 feriti e invalidi.

In Italia, durante la Guerra di liberazione, a nord della Linea Gotica operarono 37 missioni inglesi. Alle formazioni partigiane furono lanciate 3.000 tonnellate di materiale bellico (armi e rifornimenti vari). Altrettanto importanti furono gli aiuti dati ai movimenti di liberazione del Belgio, della Danimarca, dell’Olanda, della Norvegia, dove l’intervento britannico fu preponderante. Tali aiuti miravano essenzialmente a organizzare sabotaggi contro linee di comunicazione e depositi, ad assicurare servizi radio di informazione militare, a potenziare le formazioni armate locali. Notevole fu anche l’aiuto in mezzi finanziari, dato ai vari movimenti secon

do il carattere e i particolari obiettivi di ciascuno di essi. [...]

[...]one di alcuni Gruppi di combattimento (v.).

I reparti polacchi del generale Anders (v.), operanti in Italia a fianco delle forze britanniche, ebbero mano libera in tentativi di provocazione contro le forze di sinistra e alla vigilia del crolla tedesco il maresciallo britannica Alexander (v.), comandante supremo dell’esercito alleato in Italia. Intervenne con un suo famoso proclama che, se fosse stato ascoltato, avrebbe impedito alle forze par/tigiane di liberare i più importanti qentri prima dell’arrivo degli Alleati/.

Al termine del conflitto, gli angloamericani mantennero a lungo le

Joro truppe in Italia, non permisero che venissero fatte immediate elezioni per la Costituente (v.), diedero apertamente il loro appoggio alle forze monarchiche e conservatrici, svolgendo un ruolo decisivo che permise in Italia la restaurazione del capitalismo e dei vecchi gruppi dirigenti prefascisti.

Secondo dopoguerra

La guerra aveva imposto ai lavoratori britannici duri sacrifici. Nel governo di coalizione era toccato ai laburisti, e in parti[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 340

Brano: [...]Eletta alla Camera nel 1963, è stata rieletta nel 1968.

Fico, Eraldo

Virgola. N. a Sestri Levante il 13.9. 1915, m. a Cavi di Lavagna (Genova) il 22.12.1959; operaio. ,

Dopo aver combattuto nella seconda guerra mondiale, in un reggimento alpino sul fronte occidentale e nella campagna di Grecia, nei giorni che seguirono T8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza, tra gli organizzatori delle prime bande partigiane in Liguria.

Audace combattente, prese parte alle azioni più rischiose e divenne comandante della Divisione Garibaldi « Coduri », dislocata lungo la Riviera di Levante.

Dopo la Liberazione fu decorato dal governo degli Stati Uniti con la « Bronze Star » per il contributo militare dato agli Alleati. Perse la vita in un incidente automobilistico.

Fidenza

Già Borgo San Donnino fino al 1927. Comune di circa 20.000 abitanti

(13.500 nel capoluogo) in provincia di Parma (v.). Durante la Guerra di liberazione vi operarono le Brigate partigiane 31a « Forni » e la « Berretta », conducendo[...]

[...]a Divisione Garibaldi « Coduri », dislocata lungo la Riviera di Levante.

Dopo la Liberazione fu decorato dal governo degli Stati Uniti con la « Bronze Star » per il contributo militare dato agli Alleati. Perse la vita in un incidente automobilistico.

Fidenza

Già Borgo San Donnino fino al 1927. Comune di circa 20.000 abitanti

(13.500 nel capoluogo) in provincia di Parma (v.). Durante la Guerra di liberazione vi operarono le Brigate partigiane 31a « Forni » e la « Berretta », conducendo frequenti attacchi a presidi e a posti di blocco tedeschi e fascisti, con interruzioni e altri sabotaggi alla locale linea ferroviaria.

Il 10.3.1944, per rappresaglia, i tedeschi fucilarono in località Strada Carzole 13 ostaggi prelevati dal carcere di Piacenza: Valentino Bel riguardo, Luciano Berté, Francesco Cavanna, Raffaele Cerlesi, Filippo Galli, Giuseppe Girlanda, Primo Guerzoni, Galliano Peveri, Giuseppe Risoli, Carlo Santini, Eugenio Seletti, Mario Sesenna, Giannino Verzé.

II giorno dopo, in viale Baracca, vennero trucidati altri 3 ost[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 245

Brano: [...]ara, Abbae, Nilo Azzurro, fino alla frontiera con l’Eritrea. Petrus, Paulus e Johannes assumono tre zone di lavoro diverse. Compito primo è riordinare le file della guerriglia, stabilire un collegamento stretto con le popolazioni, scosse dai massacri fascisti. Le tribù sono affamate, niente deve essere tolto loro dai partigiani. Si mangiano coccodrilli. Superare la carenza di armi: Paulus indica nei depositi italiani gli arsenali per le forze partigiane, facendo però distinzione tra esercito e Camicie nere. Per l'esercito italiano viene stampato un giornale — La voce dell'Etiopia — con una redazione composta da Barontini e da alcuni ras. È un'opera di denuncia del fascismo, spiega che l’avvenire dell’Italia non può essere costruito sull’oppressione di un altro popolo. Vengono organizzate le staffette, donne che portano clandestinamente i giornali negli accantonamenti e nei ritrovi degli italiani. Ben presto si sparge la voce che un ” uomo bianco ” capeggia i guerriglieri. Lo spionaggio fascista pensa di avere individuato il misterioso bianco[...]

[...]nura e gli altipiani; assommavano a 240.000.

Danno una caccia furibonda a Paulus, ma Barontini attua severamente le regole della vigilanza, non dorme più di una notte nel

lo stesso posto, eppoi ha dalla sua le tribù che amano ed ammirano il " capo bianco ” venuto da lontano per mettersi al loro fianco e sconfiggere gli invasori. Paulus incontra spesso soldati italiani fatti prigionieri, parla affabilmente con loro ».

Una delle azioni partigiane più clamorose, anche se sfortunata, fu tentata il 28.7.1936 dai due figli di ras Cassà, Avera e Asfauòssen, per liberare con un colpo di mano Addis Abeba, catturare il viceré Graziani e l’intero stato maggiore italiano. Fallita l’impresa, Averà e Asfauòssen furono catturati e fucilati. La stessa sorte subirono ras Destà e l’abuma Pietro.

Un prestigioso capo della resistenza abissina fu Abebè Aregài: già comandante della polizia urbana di Addis Abeba, egli riuscì a condurre contro gli italiani una lotta ininterrotta fino al 1941, allorché il paese venne liberato dagli inglesi. Rodolfo Grazi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 125

Brano: [...] con il Barbarossa, serbandosi indipendente fino alla dominazione spagnola. In epoca moderna è diventato sede del più importante complesso industriale e operaio del Comasco: le Acciaierie e ferriere Falck (v.).

Tradizioni antifasciste

In Dongo, dove sempre fu viva la tradizione antifascista, e nella zona, operarono durante la Guerra di liberazione organizzazioni politiche clandestine di diversi partiti del C.L.N. e combattive formazioni partigiane. Tra queste ultime, si ricordano i Distaccamenti « Gramsci » e « Puecher » (e anche il « Mogni » e il « Cravero ») che costituirono il nerbo della 52a Brigata Garibaldi « Luigi Clerici », la cui lotta armata fu determinante, al momento dell’insurrezione nazionale, per la liberazione di tutto il territorio circostante. Numerosi furono i caduti di queste formazioni: basti ricordare che tra il 22 e il 25.4.1945, quando un duro rastrellamento fu condotto dalle forze nazifasciste sui monti di Dongo, caddero nella rete nemica e vennero messi a morte i partigiani Giulio Paracchini, Primo Maffioli, E[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 380

Brano: [...]a.

I tedeschi presero allora alcune centinaia di ostaggi e annunciarono che li avrebbero fucilati qualora non fossero stati messi in grado di catturare nella giornata stessa il noto comandante partigiano. Saputo ciò, Patruno si presentò volontariamente in, paese. Immediatamente passato per le armi (5.11. 1943), con il suo sacrificio salvò centinaia di inermi cittadini.

In Jugoslavia, numerosi militari foggiani entrarono nelle formazioni partigiane. Di questi, 13 caddero in combattimento. A Simi (Spalato), il capitano Ettore Valente venne fucilato dai tedeschi per essere stato l’organizzatore della resistenza nella zona.

Altri foggiani caddero combattendo in Italia contro i nazifascisti o fucilati: fra questi, si ricordano i fratelli Biondi, Vincenzo (20 anni), e Luigi (17 anni), figli di una delle famiglie più povere della città e membri della formazione partigiana « Bande di Colle San Marco », morti in combattimento in provincia di Ascoli Piceno il 6.10.1943. Complessivamente, con le armi in pugno

o fucilati, diedero la loro vit[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 164

Brano: Ricci, Ugo

tigiane compiute da Ricci e dai suoi compagni di lotta in tutta la valle d’Intelvi: ricupero di armi e di tessere annonarie, distruzione delle liste di leva, ecc.. Particolarmente ardito fu l’attacco condotto contro un presidio della Decima Mas che si era insediato nell’edificio del collegio maschile di Porlezza (Como). Il comandante Ugo Ricci cadde insieme al commissario politico della formazione Alfonso Lissi, mentre con una squadra di partigiani tentava di rapire il ministro della repubblica di Salò Guido Buffarini Guidi, per poter imporre ai nazifascisti uno scambio di prigionieri e per allontana[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine tigiane, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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