Brano: Tedesco, Ferdinando
voratori) messa a punto negli Stati Uniti, a partire dal 1890, sulla base di studi compiuti dall'ingegnere
F.W. Taylor (18561915). Premessa ideologica del taylorismo era il raggiungimento di un optimum di vantaggi, sia da parte dei datori di lavoro che da parte dei lavoratori, in modo da far automaticamente cessare gli antagonismi di classe. Taylor partiva dal principio semplicistico che la prosperità poteva essere raggiunta solo portando al massimo la produzione: chi fosse riuscito a produrre di più sarebbe stato in grado di vendere a minor prezzo e, dal momento che avrebbe venduto più merci, avrebbe realizzato un maggior guadagno complessivo. Da questo elementare sillogismo economico derivava la necessità di eliminare dal processo di produzione ogni spr[...]
[...] i movimenti superflui; g) introdurre migliori metodi di inventario e di controllo; h) aumentare il salario in rapporto all'aumento della produzione.
Questi principi organizzativi presupponevano poi l'istituzione di funzionari tecnici specializzati che dovevano studiare come migliorare costantemente e aumentare la produzione e di altri funzionari, preposti invece alla sorveglianza dell'esecuzione del lavoro nei tempi e nei modi prescritti. Il taylorismo costituiva quindi un salto di qualità nell’organizzazione dello sfruttamento della forza lavoro a livello aziendale, che favoriva il passaggio dalla manifattura ottocentesca alla moderna impresa industriale. Il metodo trovò poi la sua più rilevante applicazione nelle fabbriche dell’americano Henry Ford (per cui si cominciò a parlare di fordismo) per la produzione in serie delle automobi
li attraverso la cosiddetta “lavorazione a catena”.
Molte furono le critiche rivolte contro questa nuova organizzazione del lavoro: anzitutto essa fu avversata dagli operai e dalle organizzazioni sindaca[...]
[...]esca alla moderna impresa industriale. Il metodo trovò poi la sua più rilevante applicazione nelle fabbriche dell’americano Henry Ford (per cui si cominciò a parlare di fordismo) per la produzione in serie delle automobi
li attraverso la cosiddetta “lavorazione a catena”.
Molte furono le critiche rivolte contro questa nuova organizzazione del lavoro: anzitutto essa fu avversata dagli operai e dalle organizzazioni sindacali che vedevano nel taylorismo un espediente per aumentare
il plusvalore unicamente a beneficio del capitale, anche perché comportava una ulteriore disumanizzazione del lavoro e rendeva l’operaio sempre più parcellizzato, quindi sempre più alienato rispetto al prodotto del suo lavoro. Pertanto veniva contestata l’affermazione secondo la quale gli operai, in quel modo, avrebbero guadagnato “di più”. Anche se nella fase iniziale si poteva registrare qualche incremento nei salari, restava il fatto che l’operazione veniva compiuta esclusivamente a spese della forza lavoro mentre aumentava molto più considerevolmente i profi[...]
[...]rispetto al prodotto del suo lavoro. Pertanto veniva contestata l’affermazione secondo la quale gli operai, in quel modo, avrebbero guadagnato “di più”. Anche se nella fase iniziale si poteva registrare qualche incremento nei salari, restava il fatto che l’operazione veniva compiuta esclusivamente a spese della forza lavoro mentre aumentava molto più considerevolmente i profitti (quantunque comportasse qualche investimento supplementare) .
Il taylorismo venne ulteriormente elaborato in America ad opera di Gilbreth, Barth e Thompson. In Europa si diffuse solo dopo la Prima guerra mondiale, nei paesi più avanzati industrialmente, subendo modifiche in rapporto alle necessità delle varie industrie. Una applicazione particolarmente nota fu quella elaborata da Charles Bedaux (18861944), un operaio di origine francese emigrato negli U.S.A. che inventò una speciale tecnica di misurazione del lavoro (Sistema Bedaux) basata sul massimo sfruttamento delle energie di un uomo normale in normali condizioni operative. Contro il sistema Bedaux si ebbero nel[...]
[...]ux) basata sul massimo sfruttamento delle energie di un uomo normale in normali condizioni operative. Contro il sistema Bedaux si ebbero nel primo dopoguerra scioperi e agitazioni in numerose fabbriche italiane (si veda, per esempio, la voce Roccastrada). L’inventore, peraltro, simpatizzava per il fascismo: arrestato perché accusato di collaborazionismo con i tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, si suicidò in carcere. Paradossalmente, il taylorismo fu introdotto anche in Russia, immediatamente dopo la rivoluzione del 1917, per iniziativa di Lenin. Il leader bolscevico, che aveva sempre condannato il taylorismo perché serviva a spremere dall'operaio « tre volte più lavoro in un’uguale giornata lavorativa », vi ravvisava anche una « distribuzione razionale del lavoro aM'interno delle fabbriche » e sosteneva che il proletariato, una volta giunto al potere, poteva spogliare il taylorismo del suo aspetto di sfruttamento intensivo del lavoro per utilizzare in esso quel tanto di scientifico e razionale che possedeva. Lo stakanovismo, largamente applicato nella Unione Sovietica a partire dagli anni Trenta, può essere quindi considerato una derivazione del taylorismo.
A. Per.
Teagnoy Alessandro
Luciano Lupi. N. a Torino il 13.4.1921, ivi m. il 3.3.1945; perito agronomo. Sottotenente radiotelegrafista dell’Aeronautica, chiamato alle armi durante la Seconda guerra mondiale, venne mobilitato nel Nordafrica, dove fu fatto prigioniero dagli inglesi. Mentre si trovava in un campo di prigionia, fu reclutato con Alberto Sartori e Matteo De Bona (v.) per costituire la Missione “Costa” (v.) che, nell’agosto 1943, venne paracadutata dagli inglesi nei pressi di Villafranca Sabauda (Torino). Catturato dalle autorità badogliane con Sartori e con il terzo compo[...]