Il segmento testuale sturziano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 30Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 178
Brano: [...]ogramma. Anzi, nel primo Congresso politico ne difese l’autonomia elettorale contro prospettive di ingerenze ecclesiastiche sostenute da alcuni. Portatosi candidato nella circoscrizione AscoliMacerata per le elezioni del novembre 1919, ottenne un lusinghiero suffragio popolare che lo introdusse appena trentenne nella Camera dei deputati; nella quale rimase regolarmente confermato anche nelle successive elezioni, sempre come esponente del partito sturziano e rappresentante delle popolazioni della Bassa marchigiana.
Contro il fascismo
Di fronte alla politica mussoliniana non pare che U. Tupini abbia mai avuto momenti di incertezza nel coglierne le componenti antidemocratiche; e ciò anche prima del Congresso di Torino nel quale, com’è noto, il P.P.I. si dissociava da ogni forma di “collaborazionismo”. Col gruppo “popolare” aderì poi alla secessione aventiniana (v. Aventino) — cui dedicherà un acuto saggio politico — scontando tale decisione di lì a poco con l’annullamento del mandato parlamentare da parte del Governo fascista ed in seguito [...] [...]ro il regime di Mussolini. Prosciolto in tribunale da tali accuse, ritornò al suo lavoro di avvocato e all’associazionismo cattolico secondo le forme allora tollerate. Qui ebbe modo di mantenere prudentemente i contatti con alcuni ex popolari, vittime della stessa situazione, e di intraprenderne dei nuovi con esponenti giovani.
Alla caduta del fascismo nel 1943 U. Tupini già svolgeva attività clandestina per riannodare le fila del popolarismo sturziano insieme ad Alcide De Gasperi e a Giuseppe Spataro. Il suo nome quindi figura a pieno diritto tra i promotori della Democrazia cristiana (v.), nella quale ricoprì fin dall’inizio varie cariche di responsabilità, da Consigliere nazionale a membro della direzione.
Secondo dopoguerra
Dopo aver partecipato attivamente alla Consulta nazionale, gli elettori
marchigiani lo votarono per l’Assemblea Costituente, nella quale egli svolse un ruolo piuttosto importante neH’impostazione giuridica dell’art. 7, da lui poi riproposto più estesamente in un saggio dato alle stampe. Senatore di diritto n[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 374
Brano: [...]a di un « programma di autonomia amministrativa », nel quadro ai un sistema federativo a caratterizzazione socialista. Si trattava comunque di posizioni spiegabili con la situazione contingente, rispetto alla quale nemmeno i cattolici e i gruppi destinati a confluire nella futura Democrazia Cristiana, raccoltisi poi intorno a Bernardo Mattar ella, avevano per il momento risposte più adeguate: staccandosi dalla tradizione popolare deH’autonomismo sturziano, si gettavano piuttosto le basi di un « unitarismo centralizzatore » che faceva propri i temi del riformismo moderato e del riparazionismo. A sostegno delle tesi unitarie sostenute dai comunisti, si schierò il sovietico Andrej Vysinskij (rappresentante del
l’U.R.S.S. nella commissione consultiva per l’Italia) che, a Palermo, ebbe il 18.12.1943 un incontro riservato con uno dei massimi dirigenti comunisti dell’isola, Giuseppe Montavano.
Quasi contestualmente alla consegna della Sicilia aH’Amministrazione italiana (11.2.1944), fu creato l'Alto Commissariato per la Sicilia, un organo di de[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 704
Brano: [...]o, sono le osservazioni tentate da Giorgio Vecchio a conclusione del capitolo riguardante il P.P.I. nel suo lavoro già citato: « La debole unità interna, l’ancora limitata coscienza democratica dei cattolici italiani, la scarsa simpatia per uno Stato liberale che dopo tutto aveva posto fine allo Stato pontificio e si era basato su una cultura anticattolica, le abilissime avances di Mussolini verso la Chiesa,
il fallimento del progetto storico sturziano, l'autonomia e l’aconfessionalità spesso so
lo di facciata: tutto ciò, accompagnandosi alle difficoltà estreme del primo dopoguerra, all’invadenza del massimalismo rosso (rivoluzionario, del resto, solo a parole), alla crisi economica, politica e sociale, pare sufficiente a spiegare quello che giustamente viene definito il fallimento storico del Partito popolare italiano.
All’attivo esso può contare il suo significato di testimonianza: prima del ‘22, nel
lo sforzo di portare al pieno inserimento, con caratteri democratici, dei cattolici nel
lo Stato unitario; dopo il ’22, nella ba[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 541
Brano: [...]onfederazione Italiana dei Lavoratori (v.) e rappresentante italiano nel consiglio direttivo dell'lntemazionale bianca.
Invece più insistente sulla stretta connessione tra valori civili e valori religiosi, con una sempre privilegiata attenzione per la realtà economica sociale, si rivelò il Partito Democratico Cristiano Italiano sorto all’indomani della Prima guerra mondiale, in concorrenza, se non proprio in opposizione al Partito Polare (v.) sturziano. Infatti, mentre questi nel suo complesso era centrista, l’altro si protendeva verso posizioni e alleanze di sinistra, incontrando naturalmente la disapprovazione curiale. Così nelle elezioni politiche del 1919, almeno in alcune regioni settentrionali, si ebbero due partiti politici formati da cattolici e in lotta l’uno contro l’altro. A promuovere il secondo, vissuto lo spazio di un mattino in seguito alla sconfitta elettorale, erano Giuseppe Donati (v.), Gaetano Nuvoloni, Marco Ci riani e Natale Rovina; cioè cattolici critici con una certa ascendenza giobertiana, però maturati nel solco del[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 625
Brano: [...]e carte d'archivio e le sue corrispondenze durante il periodo fascista sono in parte conservate presso i familiari e in parte presso l’istituto Sturzo. Oltre a ciò, S. ha lasciato un’apprezzabile memorialistica relativa al P.P.I. e alla D.C.: I democratici cristiani dalla dittatura alla Repubblica, Milano, 1975 e De Gasperi e il P.P.I., Roma 1975.
L'importanza da lui avuta, tra le due guerre e nella clandestinità, per la difesa del patrimonio sturziano, è più o meno ampiamente sottolineata dalle varie storie della D.C., oltreché da saggi specifici come La terza pagina del “Popolo”, a cura di L. Bedeschi, Roma 1973 e G. Marcucci Fanello, Storia della FUCI, Roma 1971. Per il suo impegno nella Resistenza cfr. G. Intersimone, Cattolici nella resistenza romana, Roma 1976; E. Piscitelli, Storia della Resistenza romana, Bari 1965 e anche F. Monteleone, Storia della Rai dagli Alleati alla DC (194454), Bari 1984.
La sua attività di dirigente nel partito è riscontrabile negli Atti dei Congressi del PPI, a cura di F. Malgeri, Brescia 1969; L. Sturz[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 11
Brano: [...]comunisti e anarchici accusati di sovversivismo contro lo Stato nelle cosiddette “giornate rosse” anconetane del 1926. In quello stesso anno venne arrestato per antifascismo. Circa il carattere politico delle sue non frequenti prese di posizione pubbliche, si può dire che in pratica risentissero degli orientamenti meno conformistici del cattolicesimo italiano fra le due guerre, soprattutto per i legami da lui mantenuti con uomini del popolarismo sturziano. Nel 1923 fu tra i primi organizzatori della Democrazia Cristiana nelle Marche.
Secondo dopoguerra
Si spiega in tal modo il suo emergere nella zona, aH’indomani della liberazione delle Marche, come uno dei principali organizzatori della
D.C. (di cui fu segretario provinciale ad Ancona, poi segretario regionale) e conseguentemente l’appoggio elettoralistico in continua crescita volta a volta ricevuto per la Costituente prima, per il Parlamento poi.
Fece rapida carriera nella D.C. degasperiana, dentro la quale però egli si riconosceva piuttosto nella sinistra “gronchiana”, per raffo[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine sturziano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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