Brano: SCIENZE RELIGIOSE E STORICISMO:
NOTE E RIFLESSIONI
Di un odierno risveglio d'interesse per le scienze religiose nel mondo laico italiano, di una approfondita curiosità per i fatti pertinenti alle tradizioni religiose le più disparate, di una accentuata attenzione del pubblico non solamente d'elevata, ma anche di media cultura per la conoscenza di ciò che é religione nella vita dei popoli, esistono segni evidenti: si consideri da un lato la stimolante accoglienza del pubblico stesso alle edizioni di carattere storicoreligioso od etnologicoreligioso, dall'altro il concomitante intensificarsi delle iniziative editoriali in [...]
[...]i è giunti all'affermarsi di una scienza delle religioni autonoma e consapevole — le remore teo
logiche, il dominio pressoché esclusivo del mondo ecclesiastico in fatto di storia delle religioni sono motivi evidenti di tale ritardo — tuttavia oggi con approfondita visione dei problemi, con agguerrita tecnica di studio si è intrapreso un cammino foriero di risultati fecondi. L'avvio più autorevole è venuto da Raffaele Pettazzoni, fondatore dello storicismo nella scienza italiana delle religioni, e del quale l'opera ha campeggiato e fatto scuola nel mezzo secolo scorso. Come risultato di ciò, e come prodotto di una situazione matura ormai — per convergenza di molteplici stimoli —, pub ben dirsi che esiste oggi in Italia una giovane scuola di storia delle religioni pervenuta, attraverso opere salde e ragionate, ad una piena emancipazione sul piano scientifico e metodologico. Si tratta di studiosi i quali, pur nella diversità d'orientamento individuale, e pur provenendo da differenti indirizzi, risultano uniti da una comune consapevole tendenza: l[...]
[...]to di una situazione matura ormai — per convergenza di molteplici stimoli —, pub ben dirsi che esiste oggi in Italia una giovane scuola di storia delle religioni pervenuta, attraverso opere salde e ragionate, ad una piena emancipazione sul piano scientifico e metodologico. Si tratta di studiosi i quali, pur nella diversità d'orientamento individuale, e pur provenendo da differenti indirizzi, risultano uniti da una comune consapevole tendenza: lo storicismo. È questo un fatto tanto più degno di considerazione, in quanto la scuola italiana viene a trovarsi di fronte ad un mondo — quello delle scienze religiose d'oltralpe — ove è mancata una tradizione storicistica altret tanto consapevole e coerente: ove dunque, fra tendenze innegabilmente positive e prodotti altamente apprezzabili, tengono di gran lunga il sopravvento correnti non altrettanto aperte e rinnovatrici. Lo storicismo italiano ha dunque i titoli per poter portare il frutto del suo pensiero chiarificatore là dove spesso prevalgono, nel campo degli studi in oggetto, indirizzi irrazionalistici e dove la luce del pensiero storico non è pervenuta ancora appieno a far suo il dominio degli studi religiosi.
Del resto la consapevolezza di metodi e fini che caratterizza. lo stato dei nostri studi religiosi — il fatto che si tratti di « scuola » e non puramente di « individui » è significativo, specie a confronta
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con la situazione estremamente individualistica [...]
[...]nsiero chiarificatore là dove spesso prevalgono, nel campo degli studi in oggetto, indirizzi irrazionalistici e dove la luce del pensiero storico non è pervenuta ancora appieno a far suo il dominio degli studi religiosi.
Del resto la consapevolezza di metodi e fini che caratterizza. lo stato dei nostri studi religiosi — il fatto che si tratti di « scuola » e non puramente di « individui » è significativo, specie a confronta
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con la situazione estremamente individualistica degli studi fuori d'Italia è, in prospettiva storica, il risultato di una tradizione culturale ormai maturata attraverso esperienze ben più vaste di quanto non sia il campo delimitato della disciplina vista in s6 stessa. In sostanza la moderna Storia delle Religioni in Italia discende dalla tradizione culturale che ha il suo nome in Benedetto Croce: che ha bevuto indubbiamente a fonti ancor più moderne — Gramsci, sia pure indirettamente é un nome importante per vari dei suoi cultori —: in una parola, la tradizione da cui[...]
[...]le storia delle religioni é quella del libero pensiero moderno, che il suo primo capostipite riconosce in Giambattista Vico, e che — per merito del Pettazzoni — ha fatto breccia nel campo delle religioni. Infatti é ben nota la posizione indifferente e agnostica del Croce nel campo della scienza religiosa. Pertanto la moderna Storia delle Religioni rappresenta un radicale ampliamento d'orizzonte della stessa storiografia crociana.
Vi sono, nello storicismo religioso italiano moderno, alcuni punti essenziali, quasi un nucleo centrale, che sembra qui opportuno sottolineare e sviluppare. Anzitutto la scienza delle religioni storicisticamente ispirata vuole essere libera, autonoma, svincolata da preoccupazioni extrascientifiche quali che siano: siano esse preoccupazioni di natura teologica, confessionale, mistica, o semplicemente emozionale, partecipazionista. La storia religiosa come è intesa da noi storicisti considera i fatti religiosi in base al criterio della ragion logica, entro una visione globale di ciascuna civiltà presa in esame.
Non é u[...]
[...]uori di una visione storica, cioè a dire entro un quadro razionale di rapporti e d'idee. Diremo piú: non è umanamente dato di studiare, comprendere e giustificare un'opera di poesia, di musica, di letteratura se non mediante ed entro la storia: che sarà volta a volta storia poetica, storia della musica, della letteratura. Cosi non si può intendere una manifestazione religiosa quale che sia, fuori della storia religiosa.
I fatti religiosi per lo storicismo si risolvono in altrettanti rapporti dinamici fra i vari momenti esistenziali: fra il momento del sacro e del profano, fra il momento religioso e il momento sociale, economico, biologico, ambientale, politico, culturale in genere. Non si può comprendere una religione nella sua genesi e nel suo sviluppo, fuori dai suoi stretti legami con l'ambiente culturale, sociale, economico, perfino ecologico, che ad esso fa da sfondo e da sostrato, che ne offre i moventi e gli stimoli. Non può intendersi un particolare atteggiamento religioso, né una data manifestazione religiosa, senza rifarne la storia:[...]
[...]fitta maglia di legami mediante i quali essa s'inserisce nel tessuto della civiltà di cui fa parte. Pertanto sarà necessario ogni volta porsi il problema: di quale precisa e concreta esperienza una data manifestazione religiosa sia l'espressione; a quale precisa e concreta esigenza essa risponda. Insomma, ogni fenomeno religioso è il prodotto di determinate esperienze esistenziali, e opera in funzione di determinate esigenze
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vitali: senonché le esperienze e le esigenze non possono venire dallo storico identificate se non nel quadro di determinate condizioni di vita vissuta, proprie delle comunità che via via sono le portatrici delle varie manifestazioni religiose. Pertanto lo storico delle religioni non può né deve ignorare la condizione d'esistenza delle civiltà oggetto d'esame: anzi egli dovrà ampiamente valutare tali condizioni generali, varie secondo tipi e forme di cultura: poiché in base ad esse si determinano appunto quelle esperienze ed esigenze che alla religione danno impronta, s[...]
[...]nale indigeno.
Fatto sta che ogni civiltà ritrova, attraverso tali movimenti profetici, le forme e i mezzi onde rinnovare sé stessa, facendo leva sulle sue proprie tradizioni, insomma sanzionando la propria libertà di scelta.
Ora, i movimenti profetici a livello etnologico sono di altissimo interesse per lo storico delle religioni. Essi non possono intendersi. fuori dalla comparazione con i movimenti profetici di religioni
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elevate, come ad esempio il Buddismo e il Cristianesimo. La comparazione è una delle istanze essenziali per una Storia delle Religioni che ambisca al ruolo di scienza. Infatti non è senza senso l'antico detto « chi conosce una sola religione non ne conosce nessuna ». Con il Pettazzcni, ripeteremo che la scienza « vuol conoscere la religione nelle religioni » (1). Insomma, solo attraverso la comparazione si può giungere ad intendere qualche cosa sull'essenza della religione. Questa è una delle più pressanti esigenze affermate, nel campo che qui noi trattiamo, dallo stor[...]
[...]lle Religioni che ambisca al ruolo di scienza. Infatti non è senza senso l'antico detto « chi conosce una sola religione non ne conosce nessuna ». Con il Pettazzcni, ripeteremo che la scienza « vuol conoscere la religione nelle religioni » (1). Insomma, solo attraverso la comparazione si può giungere ad intendere qualche cosa sull'essenza della religione. Questa è una delle più pressanti esigenze affermate, nel campo che qui noi trattiamo, dallo storicismo moderno.
Orbene, CristianesimoBuddismo da un canto, movimenti profetici primitivi dall'altro hanno in comune importanti elementi. Pertanto occorrerà stabilire da un canto le analogie, dall'altro le differenze, onde dalla comparazione reciproca trarre nuova luce sugli uni e sugli altri. Si tratta d'individuare, degli uni e degli altri, i caratteri che ne fanno altrettanti fenomeni unici irrepetibili, ma anche di coglierne il fondo comune, che presiede alle origini del profetismo in se stesso.
In realtà il Buddismo nella sua genesi é precisamente un movimento profetico di salvezza e di rinnov[...]
[...]i: la minaccia di una cultura egemonica la quale agisce, con le sue forze politiche, culturali, religiose coalizzate allo scopo di disgregare la società, la cultura, la religione, in una parola la tradizione indigena. Pertanto Buddismo e Cristianesimo cercano e trovano la salvezza fuori dal mondo, attraverso un tirocinio religioso e morale che guida verso vie trascendenti: e ciò perché opporsi sul piano religioso alla stessa
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società di cui si è parte, non è possibile se non rinnegandola per intero, fuoriuscendo da essa e dal mondo. Al contrario, i movimenti dei profeti primitivi additano la salvezza in forme ed in vie concrete e immanenti, che si presentano peressi pensabili e realizzabili: cioè nell'espulsione dei Bianchi, quando essa è ritenuta pensabile, o nella fondazione di una cultura e di una religione nuova e originale, non acquiescente a quella. dei Bianchi, non supinamente ad essa improntata.
Tali le differenze tra i profetismi « primitivi » e i profetismi « colti » o delle rel[...]
[...]uati nel Buddismo, sia infine il superamento cristiano della morte corporea nella vita ultraterrena, realizzano in modi diversi la salvezza degli uomini, la salvezza della vita. Nella religione gli uomini esprimono con vigore e convinzione, secondo forme condizionate dalla stessa storia, la loro volontà di vivere, di essere fino in fondo se stessi, di non venire annullati dalla morte.
Abbiamo detto pocanzi che fra le istanze fatte proprie dallo storicismo moderno, nel campo di studi che noi qui trattiamo, v'è quella della comparazione. La comparazione fra una ed altra for
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mazione, tra una ed altra civiltà religiosa illumina sulle analogie e sulle differenze. Essa, quando è metodicamente condotta, permette d'individuare il valore peculiare di una civiltà o di un fatto religioso rispetto alle altre civiltà, agli altri fatti. La comparazione metodica e scientifica, cioè insomma il comparativismo, consente d'individuare, al di lá delle disformità e delle particolarità, alcune radici comuni dei vari fenomeni religiosi: con[...]
[...]iduare, al di lá delle disformità e delle particolarità, alcune radici comuni dei vari fenomeni religiosi: consente, anche al di là delle distanze geografiche ed etniche, d'identificare un preciso rapporto fra religione e cultura, per cui la religione risulta determinata, quanta alla forma e alla funzione, dalla cultura e insomma dall'intero processo di sviluppo della civiltà.
Ma il comparativismo nella storia delle religioni é più antico dello storicismo, al quale è rifluito da una tradizione precedente. Il comparativismo ha una origine, che coincide con la nascita stessa della Storia delle Religioni in quanta scienza autonoma; Non è senza significato che i due fondatori della Storia delle Religioni sullo scorcio del sec. scorso, F. Max Müller (18231900) (2), Ed. Burnett Tylor (18321917) (3), pur diversi d'origine — tedesco il primo, inglese il secondo —, diversi di formazione — filologica il primo, antropologica l'altro — diversi infine di cultura — il primo proveniente dall'idealismo romantico, il secondo dall'evoluzionismo positivista —, t[...]
[...]ltà religiose progredite — politeistiche antiche, monoteistiche antiche e moderne —, pone attenzione alle civiltà che noi convenzionalmente, benché attuali e moderne, usiamo chiamare primi
(2) F. M. MÜLLER, Essays on the science of religion (Chips from a german workshop), London 1868.
(3) E. B. TYLOR, Primitive culture: researches in the development of primitive mythology, philosophy, religion, art and custom, London 1871.
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tive: cioè civiltà arretrate, prive di tradizione scritta. Con questo genere di comparativismo il Tylor in effetti veniva a sancire la unione, che poi doveva dimostrarsi oltremodo feconda, fra etnologia religiosa e storia delle religioni. Egli fondava insomma l'etnologia religiosa scientifica.
Dunque il comparativismo, l'unione di etnologia e storia religiosa sono cardini fondamentali di una Storia delle Religioni scientifica e moderna.
Oggi il comparativismo ha certo superato la fase dei primi, incerti passi che mosse per opera dei De Brosses (4), dei Lafiteau (5),[...]
[...] stringente che v'é tra sacro e profano, e rischia di confondere ciò che é « propedeutica » — la descrizione e classificazione — con quello che é sintesi di pensiero: la storia.
C'è infine una sociologia religiosa. Essa proviene per una parte dal sociologismo francese dei Comte, Durkheim, LévyBruhl, Mauss e Hubert; per altra parte dalla sociologia religiosa tedesca di Max Weber, di Ernst Troeltsch, Joachim Wach, ecc. che a sua volta trova nello storicismo religioso moderno il suo sbocco più positivo. Oggi la sociologia religiosa va facendosi strada anche in Italia (9) con una certa autonomia di sviluppo. Essa ha fatto presa, sia all'estero che da noi, anche in campo cattolico, costituendo uno fra i più interessanti aspetti dell'attuale risveglio d'interesse per le scienze religiose nel mondo moderno. La sociologia religiosa é venuta prevalentemente orientandosi, oggi, verso lo studio dei fenomeni religiosi contemporanei, benché ciò non in modo esclusivo. Essa pone l'accento sulle interrelazioni fra società e religione, contribuendo ad illumina[...]
[...]ociologia religiosa, lungi dal poter costituire altrettante scienze autonome, contribuiscono ciascu
(8) M. ELIADE, Traité d'Histoire des Religions, Paris 1949.
(9) Vedi il periodico « Sociologia religiosa », a cura di S. S. Acquaviva, Milano 1957 sgg. Un importante periodico di sociologia religiosa d'indirizzo laico è « Archives de Sociologie des Religions », Paris «Centre National de la Recherche scientifique », 1956 sgg.
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na per la sua parte a fornire utili servigi ad una scienza globale delle religioni, nella quale i fenomeni religiosi, la loro classificazione, lo studio dei loro riflessi sociali debbono accompagnarsi con lo studio dei vari rapporti fra religione e tutti gli altri vari elementi della civiltà, in un quadro comparativo e dinamico.
Dunque in una visione semovente e unitaria delle religioni quale solo la storia religiosa può offrirci, il passato e il presente reciprocamente s'illuminano, e del presente emergono gli elementi via via più nuovi e creativi. Nel contempo, il [...]
[...]irtù della quale vengono a trovare una giustificazione a posteriori — nell'opera effettiva o pensata di alcuni stregoni — morbi ed eventi mortali altrimenti incontrollabili, è un complesso di pratiche, d'idee ed esperienze
(10) Indicativa del senso ristretto conferito, come da noi riferito, all'esperienza religiosa di « salvezza » è la voce Salvation della Hasting's Encyclopaedia of Religions and ethics, vol. 11, pp. 10951.
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tradizionalizzate, volte a salvare da morbi o da morte gli individui: dal loro funesto effetto la società. Il « medico » o stregone, una volta operata la debita « inchiesta », individuata la causa (magica) del male o della morte, additerà il rimedio, organizzerà la vendetta contro il presunto operatore malefico. Tutto ciò varrà a ristabilire l'equilibrio biopsicologico ed esistenziale della comunità danneggiata da agenti invisibili (11).
D'altra parte uno dei lineamenti più diffusi d'ogni formazione religiosa é il culto dei morti. Se ben si guarda il culto dei morti,[...]
[...]turare: né per converso si dànno movimenti religiosi avulsi dalla tradizione. Ché anzi, ogni movimento religioso tende a selezionare tratti precisi della tradizione, rifacendosi sistematicamente ad alcuni motivi fra i più arcaici di essa. Comunque, se per sistema religioso s'intende — com'è giusto intendere — il momento tendenzialmente statico e conservatore della storia religiosa d'ogni civiltà, i movimenti religiosi rappre
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sentano per converso il momento tendenzialmente rinnovatore e dinamico.
Dallo studio dei movimenti di libertà e di salvezza dei popoli « primitivi » — e non solamente « primitivi » — si apre una luce notevole sui fattori che determinano l'esaurimento di un sistema religioso; sulle condizioni che ne impongono il rinnovamento: insomma sugli elementi di genesi e sviluppo dei movimenti salvifici: che sono per lo più movimenti profetici. Due esempi basteranno a spiegarci.
In Argentina, verso il 1870 una siccità prolungata, con conseguente carestia e fame, fu causa del di[...]
[...]ori mistici: ovvero può — come è spesso in Occidente — avviarsi a un declino tanto più manifesto ed esplicito, quanto più in essa si soffocano gli impulsi mistici e popolari di rinnovamento eventualmente affioranti, e quanto più fortemente fanno presa, nella cultura globalmente considerata, le forze consapevoli e libere del pensiero laico.
VITTORIO LANTERNARI
(14) LANTERNARI, Il mondo risorgerà (in corso di stampa).
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(1) Si indicano qui alcune delle opere più consapevolmente ispirate allo storicismo, o di più immediato interesse per il nostro argomento.