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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale statalismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 104Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 66

Brano: [...]ne che opereranno poi da veri e propri « sostituti » del popolo (mandato non imperativo, indipendenza del deputato dagli elettori).

Dalla liberaldemocrazia al fascismo

Già da queste poche indicazioni risultano evidenti alcune caratteristiche della liberaldemocrazia che alludono chiaramente a tendenze politiche le quali troveranno precisamente nel fascismo il loro coerente sviluppo e perfezionamento: subordinazione della società allo Stato [statalismo), autoritarismo, elitarismo gerarchico, culto della individualità dell'uomo politico come capo illuminato. Lo sviluppo e il perfezionamento di tali tendenze maturano nella misura in cui si aggrava e diviene cronica la crisi del regime parlamentare, vale a dire il contrasto fra le aspettative della maggioranza (popolare) degli elettori e il sostanziale immobilismo sociale del parlamentarismo. Inserendosi appunto in questa crisi di fiducia tra elettori ed eletti, il fascismo attacca, con il regime parlamentare, l’intera vita politica, vale a dire ogni collegamento fra la vita statale e la volon[...]

[...]ioni operaie e contadine, degli scioperi ecc.), guadagnando consensi anche fra strati popolari sfiduciati e stremati. Quando invece, come in questo secondo dopoguerra, la vita politica vede una ripresa della partecipazione popolare, i movimenti fascisti, impossibilitati a mettere a nudo l’intero arco della loro rozza ideologia, si presentano come forze che sottolineano nella tradizione liberaldemo

cratica le caratteristiche già indicate dello statalismo e dell’autoritarismo, lasciando all’avvenire di dipanare tutte le implicazioni.

Una conferma di questa tesi possiamo trovarla risalendo alle fonti del pensiero liberale che ha tenuto per lungo tempo a distinguersi dal pensiero democratico. Già Kant, per esempio, teneva a distinguere il suo Stato « repubblicano » dalla democrazia, mentre Constant (il primo grande teorico del costituzionalismo liberale) debuttò proprio attaccando Rousseau, padre della democrazia moderna, e il « dogma » della sovranità popolare. Notevole, infine, è il richiamo teorico di molti filosofi fascisti alla dottrina [...]

[...]tenuto per lungo tempo a distinguersi dal pensiero democratico. Già Kant, per esempio, teneva a distinguere il suo Stato « repubblicano » dalla democrazia, mentre Constant (il primo grande teorico del costituzionalismo liberale) debuttò proprio attaccando Rousseau, padre della democrazia moderna, e il « dogma » della sovranità popolare. Notevole, infine, è il richiamo teorico di molti filosofi fascisti alla dottrina di Hegel, primo teorico dello statalismo moderno.

Democrazia diretta

Da quanto detto risulta che il fascismo trae vantaggio dagli obiettivi scompensi che minano la democrazia parlamentare: ciò significa che un’autentica prevenzione politica nei confronti del fascismo non può prescindere da una correzione della democrazia parlamentare e da un suo orientamento verso modelli di democrazia diretta o semidiretta che stimoli l’intervento continuativo del popolo e il collegamento tra eletti ed elettori. È tuttavia da aggiungere che una simile correzione non può realizzarsi appieno senza una riforma della società stessa e più precisam[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 712

Brano: Sturzo, Luigi

nea alle sue convinzioni; per questo non vi aderì formalmente, pur mantenendo rapporti con esponenti del partito.

Le sue ultime battaglie politiche, portate nell’aula di Palazzo Madama dopo che il presidente Einaudi nel 1952 lo ebbe nominato senatore a vita, si esplicarono soprattutto in due direzioni: contro lo statalismo in economia e per la moralizzazione della vita pubblica.

Ai suoi occhi, imi. (v.) e l’E.N.L, gli organismi ereditati dal fascismo che incarnavano concretamente l’intervento dello Stato neM’economia, avrebbero potuto portare a una sorta di socializzazione deleteria per la vita economica stessa.

D'altra parte, «dove non c'è fondamentale libertà economica — aveva scritto poco prima della fine della guerra — anche la libertà politica va perduta [...] La soppressione della libertà privata ferisce la libertà individuale ». (L. Sturzo, L'Italia e l’ordine internazionale, Torino 1944, p. 141). [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 391

Brano: [...]a originalità, avesse ripercussioni sociali conservatrici, risulta chiaro dal ruolo assunto dall’economista nel famoso scandalo della Banca Romana (1893), dove l’obiettivo polemico era rappresentato dagli indirizzi di politica economica del primo ministero Giohitti. Chiamato alla cattedra napoletana di Economia politica, Pantaleoni non attenuò la campagna che da anni, a fianco di Vilfredo Pareto, veniva combattendo contro il protezionismo e lo « statalismo » delle classi dirigenti italiane, che avrebbero dovuto essere richiamate al rispetto delle idealizzate « leggi naturali ». Pareto e Pantaleoni, « cavalieri del libero capitalismo » secondo l’espressione di Filippo Turati, non si stancarono, con in

calzante riesumazione di tutto il bagaglio liberistico, di battere e ribattere il chiodo della necessaria « riscossa » della borghesia nazionale, e al raggiungimento del fine non stimarono disdicevole (durante l’ultimo decennio del secolo) la temporanea alleanza tattica con gli avversari di sempre, i socialisti, impegnati nella lotta contro l’au[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 554

Brano: [...]uerra fredda », l’opera contraddiceva clamorosamente la teoria del fronte unito e monolitico dei cattolici: Maritain, ancor prima del periodo conciliare, predicava l’autonomia dell’azione politica rispetto alla fede religiosa attraverso la distinzione, da non intendere come separazione, del piano temporale da quello spirituale.

Nel 1953 uscì L’uomo e lo Stato, opera di intransigente difesa della dignità umana contro ogni forma degenerativa di statalismo. Infine la pubblicazione de Le Paysan de la Garonne fu oggetto di contrastanti interpretazioni: di fatto però Maritain aveva già conseguito il meglio del suo pensiero sul piano di un’incidenza storica.

Entrato organicamente a far parte, intorno al 1970, della congregazione religiosa del « Piccoli fratelli » di padre De Foucauld, terminò la sua lunga esistenza in un convento nei pressi di Tolosa.

Marizza, Mario

N. a Gradisca (Gorizia) I*8.12.1911 ; contadino. Militante nel Partito comunista clandestino e attivo antifascista, nel 1936 fu condannato dal Tribunale Speciale a 4 anni di re[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 269

Brano: [...] dalla classe al potere ed etichettati come « ordine pubblico »;

d) limite onnipresente per le attività dei cittadini e ragione di rottura del principio di legalità.

In regime fascista

Queste caratteristiche naturalmente si rafforzarono nel clima politico determinatosi con l’avvento del fascismo.

La disciplina generale dei diritti e delle libertà individuali in questo periodo storico costituì il risultato di una singolare fusione tra statalismo e pluralismo sociale:

« L’individuo nello Stato fascista non è annullato, ma piuttosto moltiplicato per il numero dei suoi camerati » (Mussolini). La premessa di tale disciplina era la priorità dello Stato rispetto ai diritti e alle libertà dei cittadini, da questo concessi in funzione dell’interesse sociale, espresso dalla sua volontà.

« La struttura portante era l'inesistenza del conflitto frontale fra Stato ed individuo, postulato dal liberalismo, e la presenza al suo posto di una serie gerarchica e concentrica di sfere giuridiche, che dall'individuo giungeva allo Stato attraverso i [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine statalismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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