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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale stalinista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 279Analitici , di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da (Nove domande sullo stalinismo) Arturo Carlo Jemolo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]pposizione, quanto pluralità di iniziative, nel quadro di una
54 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
pianificazione funzionale, nella costruzionedissoluzione dello Stato socialista (1).
(1) Leggendo questo saggio inI bozze l'amico Fortini mi ha dato la seguente nota che ottimamente contribuisce ad approfondire il punto in questione:
Invece di ripetere le tesi puerili di chi afferma la inevitabilità e la necessità di tutto quel che è accaduto nell'età stalinista come di chi, negan dole, non pub più arrestarsi sulla via delle ipotesi retroattive, è meglio domandarsi (come ha fatto recentemente un giovane filosofo marxista, A. Mazzone) quale sia oggi ii senso, alla luce delle esperienze sovietiche e nostre, del « fondamento obiettivo dell'accordo tendenzialmente unanime di un gruppo sociale omogeneo dal punto di vista di classe » e del « principio regolativo della produzione di decisioni universalmente valide ». Infatti lo stalinismo è meno un regime, un costume, una 'tirannia' che una accelerazione (parzialmente erronea: origine pratica dell'errore) d[...]

[...]limite; e il rifiuto di riconoscere che proprio quel margine doveva invece essere previsto per stabilire il rendimento reale della macchina, altre il quale cominciava l'errore
e l'usura; proprio quella illusione e quel rifiuto traspaiono ancora nelle dichiarazioni rese dallo scarcerato London ai giornalisti: essersi rassegnato a confessare colpe non commesse, per non diminuire nelle masse la persuasione della infallibilità del partito. L'errore stalinista è dunque di carattere a un tempo meccanicistico e metafisico; ma non tocca l'esigenza prima, quella della razionalità della scienza sociale. Dimenticarne la drammatica serietà, vuol dire precludersi la comprensione di un secolo di comunismo. Bisogna ripetere ancora l'irriducibilità della differenza tra la dottrina liberale che, proprio perché nacque storicamente quale mediatrice fra conflitti insolubili, lì rese istituzionali, e quella marxista, che in nome della dialettica e del salto qualitativo, afferma la trasformabilità qualitativa dei conflitti dopo averli identificati, nelle società cl[...]

[...]ili, lì rese istituzionali, e quella marxista, che in nome della dialettica e del salto qualitativo, afferma la trasformabilità qualitativa dei conflitti dopo averli identificati, nelle società classiste, come conflitti di classe. Si che la 'volontà generale' liberale è sintesi astratta (le souverain) mentre quella marxista è, almeno tendenzialmente, concreta, cioè tendenzialmente unanime. Questa pretesa marxista sembra uscire sconfitta dall'età stalinista; l'unani
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4) Per un linguaggio (e un'ideologia) socialista.
Purtroppo gli Atti del XX Congresso del PCUS non offrono un discorso chiaro sui pur tanto cruciali punti toccati, e diremmo, anzi, che se tutto il Congresso rappresenta un termine di passaggio che codifica, come vedremo meglio più avanti, tutta una serie di provvedimenti empirici, esso sottintende sempre una nuova impostazione ideologica, ma non la esplicita o non vuole esplicitarla.
Il vizio rilevato, in quasi tutti gli interventi, di giustificare posizioni nuove con citazioni vecchie é, viceversa, ancora prat[...]

[...] sui pur tanto cruciali punti toccati, e diremmo, anzi, che se tutto il Congresso rappresenta un termine di passaggio che codifica, come vedremo meglio più avanti, tutta una serie di provvedimenti empirici, esso sottintende sempre una nuova impostazione ideologica, ma non la esplicita o non vuole esplicitarla.
Il vizio rilevato, in quasi tutti gli interventi, di giustificare posizioni nuove con citazioni vecchie é, viceversa, ancora prati
mità stalinista era infatti una caricatura e le elezioni al 99,99% una cerimonia mistificata; ma sembra soltanto, ché il dominio dell'uomo sulla natura e la società, o regno dell'uomo, esige la risoluzione dei conflitti alla radice, trasformandoli in conflitti prima quantitativamente poi qualitativamente diversi. La societa sovietica ed il movimento operaio internazionale hanno pagato con gli errori dell'età stalinista, ad esempio, la fretta con la quale si è dato per risolto il conflitto fra città e campagna; ma è confrontabile tale conflitto attuale con quello che opponeva contadini e cittadini russi durante la guerra civile o la liquidazione dei kulaki? Anche per questo è improprio impiegare termini eguali come 'partito', 'opposizione', 'parlamento' per indicare cose diverse (e, fra parentesi, che v'è di comune fra la nozione di partito in Francia o in Italia e quella in USA o in India?).
Si vuol dire che la società socialista non ha trovato o ha trovato imperfettamente le forme istituzionali per l'espr[...]

[...]ne stessa (compito ideologico).
ROBERTO GUIDUCCI 71
La figura del Partito potrà spezzare la monoliticità da cui nasceva la sua antica forza, e la nuova forza sarà nelle correnti di pensiero libero, nelle proposte diverse di possibili soluzioni, nelle capacità di discussione scientifica per determinare le scelte o mantenere le differenze. All'estremo del suo ciclo, risolte le condizioni strutturali dei contrasti, l'elemento unitario leninista e stalinista produrrà precisamente il suo contrario: la pluralità oggettivamente libera delle opinioni e delle proposte. La « dittatura del proletariato », terminando il suo compito, riscatta il suo paradosso: lascia in eredità la realizzazione, per la prima volta autentica, della democrazia concreta.
Il decentramento dei funzionari nei luoghi di produzione é oggi un sintomo positivo in questo senso. Qui il Partito potrà vedere e preparare ciò che non avrebbe potuto vedere e preparare premendo dall'alto: l'organizzazione democratica dal basso. Nella terza rivoluzione industriale in atto ci avviamo verso [...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Valdo Magnani in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]prio perché sono un fatto nuovo non consistono però soltanto nella rimozione delle difficoltà iniziali della rivoluzione socialista. Ci si può forse rendere conto del carattere del periodo che ora si apre accennando al significato e alle difficoltà dell' « antistalinismo» come tendenza operante nell'ambito del movimento operario. Una
90 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
prima opposizione di carattere morale si è manifestata continua mente nel periodo stalinista tra gli stessi comunisti. Sono note le opposizioni alle purghe e ai processi non solo in quanto sopprimevano o riducevano all'impotenza sostenitori di tendenze diverse ma in quanto pretendevano di imporre la falsa accusa di tradimento, di spionaggio ecc. Tuttavia — ecco la tragedia dell'antistalinismo nel mondo sovietico e in quello comunista sinceramente convinto della necessità preliminare di difendere lo. Statoguida — era possibile tradurre in una politica, cioè in una azione efficiente a favore del socialismo la rivolta moralmente giusta ? Per avere chiari i termini dell'angosciosa altern[...]

[...]ella problematica nuova ma perde ogni rilievo proprio con la caduta dello stalinismo. I termini della soluzione stanno invece nella necessaria diversità delle vie percorribili da ogni paese per giungere al socialismo mentre viene mantenuta la solidarietà generale tra i movimenti popolari e democratici di tutto il mondo (problema della pace).
A questa nuova fase si é passati non senza lotte, momenti di estrema tensione e di rischio. Il momento o stalinista » dell'URSS, superato dalla guerra vittoriosa e dai nuovi rapporti di forza stabilitisi nel mondo, aveva aumentato perciò stesso il suo carattere coercitivo. Il divario con la nuova realtà andava crescendo e lo stalini
92 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
smo si imponeva verso l'esterno come elemento deformatore del corso rivoluzionario in atto nelle democrazie popolari. I processi, oggi sconfessati, indicavano che la politica stalinista sfiorava il limite di un atteggiamento imperialistico nei rapporti tra Stati socialisti o avviati al socialismo. Il conflitto russojugoslavo segnava la maturità politica del problema, indicandone i termini e la possibile soluzione. I partiti comunisti italiano e francese, rinvigoriti e inseriti nella storia del loro paese attraverso la guerra popolare di liberazione si vengono a trovare in una posizione ambigua poiché mentre sono sospinti a diventare l'elemento indispensabile —e forse principale — di un sistema di alleanze socialiste e democratiche la vecchia impostazione li impaccia fino a r[...]



da Giancarlo Bergami, Partito e prospettiva della rivoluzione comunista in Bordiga in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]li », viii, cit., p. 517).
Risaltano la correttezza e l'onestà bordighiane nel tentativo di ridare respiro alla dialettica politica necessaria e vitale in un partito comunista rivoluzionario, insieme alla constatata impossibilità di mantenere quel minimo spazio che consenta a ogni opposizione di svolgere un ruolo appena significativo di stimolo e di confronto. Le critiche esplicite mosse alla pratica della bolscevizzazione — zinovievista prima, stalinista poi — e alla leadership del partito russo nel Komintern, nel momento in cui tali sistemi ottenevano le approvazioni pressoché generali dei gruppi dirigenti dei diversi partiti comunisti, meritano a Bordiga l'attenta considerazione di quanti ricercano origini e cause della degenerazione burocratica della autonoma iniziativa delle masse proletarie.
Dopo le condanne settarie caratteristiche del passato stalinista del movimento comunista italiano, ci si va convincendo, sia pure con lentezza e tra contraddizioni politicoideologiche irrisolte, dell'impossibilità di dare una seria valutazione del complesso fenomeno che fu il bordighismo, se non si risalga alla formazione del socialista napoletano e non si riesamini il tipo di azione e di strumenti propagandistici e organizzativi con cui Bordiga diffonde principi di rigore classista e di netta differenziazione rispetto alle demagogiche enunciazioni del socialismo tradeunionista. Si tratta ora di verificare alla luce di questo approccio il significato e i l[...]



da Mario Montagnana, Il maresciallo Giuseppe Stalin in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno

Brano: [...]o dalla forza di previsione che essi rivelano.
Che sarebbero oggi l' U.R.S.S. ed il mondo se Stalin non avesse lottato, durante molti anni, con un 'ardore e una tenacia bolsceviche — fino a schiacciarli e a eliminarli per sempre — contro i traditori trotzkisti e i destristi che tentavano di portare all' interno del partito la ideologia e la politica delle classi nemiche, di indebolire il potere sovietico e di impedire la vittoria della politica stalinista tendente a preparare, fin d' allora, le premesse e le basi delle attuali vittorie ?
Che sarebbero oggi l' U.R.S.S. e il mondo se Stalin non avesse dimostrato, nella teoria e nella pratica, lottando accanitamente contro i traditori trotzkisti e i destristi, la giustezza della tesi leninista circa la possibilità di costruire il socialismo nell'Unione Sovietica, anche nel caso di un ritardo della rivoluzione proletaria negli altri paesi ?
Che sarebbero oggi l' U.R.S.S. e il mondo se Stalin non avesse convinto gli operai e tutto il popolo sovietico della necessità di fare i più grandi sforzi e [...]

[...]ettare il combattimento che intende imporre l'avversario, quando, tenendo in conto i rapporti di forza esistenti, la ritirata si converte per l'avanguardia nell'unico mezzo di evitare il colpo e di conservare le riserve al proprio lato. Il fine di questa strategia consiste nel guadagnar. tempo, demoralizzare l'avversario ed accumulare forze per poi passare all'offensiva ,.
Non vi è forse in queste parole quasi un riassunto di tutta la strategia stalinista durante questi mesi di guerra contro un nemico eccezionalmente forte, contro un nemico che molti consideravano invincibile ?
Tuttavia queste parole non vennero scritte durante questa guerra, nè alla sua vigilia, ma furono pronunciate da Stalin 19 anni or sono, all' inizio dell' aprile 1924, parlando della strategia e della tattica come scienza della direzione della lotta di classe dei proletariato.
Non è dunque un caso che il più grande stratega di questa guerra sia. — come lo riconoscono tutti i capi militari della coalizione antihitleriana—il bolscevico Giuseppe Stalin. 11 trionfo a cui e[...]



da Franco Fortini, Che cosa è stato il Politecnico in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...] forse ricchi di futuro ma, al presente, ben gravi. E poi uno degli aspetti più singolari di tutta la polemica è che vi si discutono i rapporti fra gli intellettuali e il Partito Comunista fing ndo di dimenticare che quel problema aveva dei precedenti storici e che quei precedenti si chiamavano non solo teoria del partito secondo Lenin ma storia del pensiero rivoluzionario marxista e non marxista fino a Lenin, e non leninista fino al 1924, e non stalinista dopo il 1924, storia insomma dei rapporti fra gli intellettuali e i partiti operai, in tutto il mondo, nell'ultimo mezzo secolo; che la guerra di Spagna aveva pur avuto, in questo senso, una sua storia; che la storia degli intellettuali comunisti e non comunisti in Unione sovietica, in Germania, in Cina, aveva pur qualcosa da insegnare. Gli uni e gli altri paiono invece preoccupatissimi di non estendere la discussione là dove solo avrebbe un senso, cioè sul terreno storicopolitico. E poi sembra impossibile che Vittorini, nelle righe più appassionate della sua Lettera a Togliatti ((pando disco[...]

[...]a maturità per la quale né la speranza né la disperazione siano degli alibi; dove la vita nella città e quella extra rzoenia non si neghino e si contraddicano ma l'una sia garante della libertà dell'altra. La posizione di svantaggio della cultura socialista in Italia, rispetto a quella francese (dovuta soprattutto al fatto di non aver vissuto direttamente in tutte le sue fasi la grande querelle moderna fra comunismo e pensiero rivoluzionario non stalinista) é forse paradossalmente compensata dall'assenza d'una forte tradizione di democrazia borghese e dalla obiettiva asprezza dei conflitti di classe. Con più urgenza che altrove si pone qui — al limite delle culture e delle propagande in latta e profittando della pausa concessa dalla situazione internazionale — la necessità della elaborazione, della «invenzione », di soluzioni diverse ai conflitti fra libertà e autorità, fra direzione culturale e direzione politica che il socialismo ha incontrati e suscitati sul suo cammino. Qui; vale a dire, non in una astratta geografia occidentale o orientale[...]



da Giovanni Mari, Ritratti critici contemporanei. Louis Althusser in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]l xx Congresso, dominata dal problema dello stalinismo e delle sue « sopravvivenze » teoriche
e politiche. A questo fine mi sembra indispensabile rifarsi alla forma filosofica in cui il dogmatismo staliniano si è costituito ed è stato assimilato nell'esperienza storica del movimento comunista internazionale, cioè al « materialismo dialettico »: il programma filosofico e politico in cui la visione unitaria e totalizzante del marxismo del periodo stalinista trova la sua espressione ed i propri titoli teorici piú elevati ed efficaci. Ebbene mi pare che i limiti di speculativismo che Althusser individua nella propria ricerca debbano anche essere fatti risalire proprio ad un suo iniziale insufficiente distacco da questo « materialismo dialettico », una delle « sopravvivenze » piú tenaci e diffuse dello stalinismo. Piú precisamente, proprio al tentativo
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che Althusser compie, al fine di rinnovarlo, di iscrivere la propria ricerca della filosofia di Marx all'interno del programma del « materialismo dialettico ». Di questo programma[...]



da Michele A. Cortellazzo, Noterelle e schermaglie. Il guitto Marco. Appunti per un ritratto linguistico di Pannella in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]onferma della genericità e della flessibilità di queste parole è data dalla risposta ad una domanda puntuale di Claire Sterling (di « Washington Post ») durante la conferenza stampa del 27 maggio (« dov'è che finisce un governo e comincia un regime? »), che nella parte finale suona cosí:
Quindi la mia risposta è che non si è uomini o donne di regime a seconda che si sta solo nel governo o meno, ma coloro i quali stanno dividendo con la politica stalinista, dopo trent'anni, ancora adesso l'Italia e la sinistra perché vogliono l'unità con la DC, vogliono l'ammucchiata, coloro che rivendicano qualche volta un ruolo di opposizione, sono i veri uomini di regime. Sono quelli appunto che non garantiscono in Italia l'alternativa di sinistra, l'alternanza destrasinistra, la fisiologia democratica. Quelli anche se non sono ministri, quelli sono sicuramente gente di regime.
Una risposta nella quale i tratti per identificare gli « uomini o donne di regime » possono essere riferiti esclusivamente ai dirigenti del Partito comunista, entrando in contraddizi[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Carlo Cassola in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...] attribuissero tutto il merito dell'industralizzazione, così come ai generali non poteva far piacere che Stalin si attribuisse tutto il merito della vittoria contra i nazisti. Attriti destinati a pervenire a un punto critico nei periodi in cui il Partito esercitava il potere in modo terroristico (come nel periodo '3438 e in quello successivo al 1948). E chiaro che pianificatori, tecnici, generali ecc. dovevano aspirare a porre fine al terrorismo stalinista, che prima della guerra aveva falciato largamente le loro file e dopo la guerra accennava a riprendere in modo
sempre più preoccupante. Questa loro aspirazione venne a un certo punto a coincidere con quella di una parte dei dirigenti del Partito, e tosi poté realizzarsi quello che é stato chiamato « il 25 luglio sovietico »: espressione ingiuriosa, ma in certa misura illu minante. Non vi é dubbio comunque che il concorso dell'esercito sia stato decisivo per neutralizzare le velleità staliniste della potentissima polizia.
Anche nel campo internazionale, sono stati gli stessi successi a mette[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Giuseppe Chiarante in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]e ora a riconoscere che l'Unione Sovietica può svolgere, a determinate condizioni, un ruolo positivo sul piano internazionale, e che anche talune esperienze di politica economica interna possono essere vantaggiosamente utilizzate da parte di altri paesi; rimane però immutato il giudizio di fondo, e quindi l'affermazione della decisa inferiorità, dovuta all'estrema arretratezza delle condizioni di partenza del processo rivoluzionario, dello Stato stalinista rispetto all'assetto statuale proposto dalla socialdemocrazia più avanzata.
A dimostrare l'estrema debolezza di questa obiezione potrebbe anche esser sufficiente — mi pare — il richiamo a quanta si é detto in precedenza riguardo al problema dell'edificazione del socialismo in un solo Stato. Si é visto infatti come tale dottrina rappresenti non già il frutto.di una scelta empirica, per ciò stesso teoricamente non più valida di altre possibili scelte, ma sia il logico punto d'arrivo della costruzione di una teoria politica scientificamente determinata (e quindi non più genericamente ideologica[...]



da Alberto Caracciolo, A proposito di controllo e democrazia operaia in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 7 - 1 - numero 33

Brano: [...]che » talvolta date dai partiti, si esprime un momento di eccezionale capacità creativa di popolo. In essa la rofonditá della crisi dello Stato pone all'or
dine del giorno edificazione di un sistema originale, d iverso da
un semplice ritorno al prefascismo. L'apporto unitario di masse ingenti, al di là delle divisioni di colore politico, si fa suscitatore di forme di democrazia diretta. Persino le forti inclinazioni alla partitocrazia in senso stalinista, presenti specialmente tra i comu
88 ALBERTO CARACCIOLO
nisti, di fronte alla magnifica espansione popolare si sperdono in gran parte, se non a Salerno e a Roma, certo nel vivo della battaglia partigiana.
Non ci interessa qui tanto il problema della solidarietà fra i partiti antifascisti, minata dal resto anche da tendenze poco unitarie. Ma ci interessa il genuino spirito di eguaglianza fra tutti i combattenti, invalso in numerose formazioni garibaldine, pur nella scelta di una piattaforma assai avanzata di rinnovamento. Ci colpisce la spinta al fronte unico che dal basso fa superare lacer[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine stalinista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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