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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale staliniano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 414Analitici , di cui in selezione 11 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da (Nove domande sullo stalinismo) Arturo Carlo Jemolo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: ROBERTO GUIDUCCI
1.) Dittatura del proletariato e democrazia organica (*).
Usare il termine « culto della personalità » per definire i modi del governo staliniano ha un curioso sapore moralistico. Altri termini, più aderentemente politici, si sarebbero potuti usare, ad es. «dittatura personale ». E ciò anche a costo di prestare il fianco ad una provvisoria soddisfazione dei sociologhi descrittivi alla Monnerot, i quali potrebbero pensare di aver finalmente trovata una verifica a qualcuna delle loro astoricistiche e vuote equazioni di uguaglianza fra tutte le dittature. Del resto il termine « dittatura », come ognuno sa, non ha mai spaventato il forse duro, ma reali stico, linguaggio marxista. La « dittatura del proletariato » fu, dal marxismo, pronosti[...]

[...]rimunerazione dei funzionari di Partito sarà legata in una certa misura ai risultati ottenuti nella realizzazione del piano produttivo.
Questi punti, certo essenziali, esposti dal Congresso in un modo che può sembrare addirittura volutamente trasandato, possono dar luogo alle seguenti rispettive considerazioni:
1) Il passaggio dal « controllo autoritario » al « controllo operativo » segna il cessare del sistema meramente coercitivo del periodo staliniano. Ma il « controllo operativo » non può essere, a sua volta, che un termine di passaggio al raggiungimento del « controllo democratico » che sta alle origini del pensiero marxista e che oggi può assumere una configurazione tecnicoorganizzativa ben più ampia e concreta. Il « controllo autoritario » era, se si può usare l'espressione, esattamente il contrario del « controllo democratico », il suo rovescio. Esso é naturalmente collegato alle forme della « dittatura del proletariato », dove é la classe operaia al potere, attraverso il Partito, che regola e verifica la produzione, volente o nolente[...]

[...]nizzazione nella edificazione economica e culturale », pag. 195) sono dovute non più alla forza delle cose o dell'avversario, ma ad una ancora non completa organizzazione generale.
Ed il Partito ha ancora, come elemento dirigente, da assolvere per intero a questo compito. Ma non più sotto la forma sollecitativa, attivizzante, più o meno generica, (oggi decisamente condannata), ma in senso tecnico specifico. Il peso e l'insufficienza del Partito staliniano si rivelano qui: nell'essere strumento autoritario, di tutela e di controllo, anziché essere strumento tecnicoscientifico di una organizzazione socialista, modernamente concepita.
Staccato dai diretti compiti produttivi, il Partito aveva corso il rischio di girare a vuoto, di assumere una figura astratta, sovrastrutturale. Ma il Partito, inserendosi, come oggi viene stabilito, nell'organizzazione diretta, non può neppure essere il doppio dello Stato, la sua controfigura.
Il suo portarsi a livello operativo deve comportare anche una sua diversa concezione dei rapporti con lo Stato: ridurre l[...]

[...]ra. E si potrebbe aggiungere che il « processo critico » era a sua volta basato su un «processo reale », di modifiche sostanziali, di fatto, il quale, dalla morte di Stalin, ormai si estendeva all'intera Unione Sovietica. Prima che dal Congresso, il processo al « culto della personalità » era stato condotto e verificato dall'attività del paese. Ma se il modo dell'annuncio del nuovo corso (ed il suo linguaggio) è an
cora un modo in certo senso « staliniano » come si può pensare che lo superi di fatto ? Occorre ricordare che una verità che cerca
di esprimersi d'un tratto, per la prima volta, tende a manifestarsi con il linguaggio della vecchia, e perciò non è ancora interamente la nuova verità, ma l'esplicazione della sua potenzialità, il suo
ROBERTO GUIDUCCI 73
primo passo, l'antitesi, la negazione. Se i discorsi del XX Congresso ed i dialoghi in corso in URSS non sono l'espressione di una forma, seppur diversa, di stalinismo, ma una prima codificazione di una realtà di fatto, oggettiva, di una nuova impostazione sociale e di civiltà, Krusci[...]

[...]quella di Rajk, oggi non pensiamo che la riabilitazione della politica di Rajk neghi in blocco quella di Stalin.
9) Sulla politica estera e sull'internazionalismo.
La compresenza di ipotesi e di sforzi può, in un razionale coordinamento e in una unitarietà di intenti, cooperare ed anche accelerare il processo cui si vuol tendere, anche piú di una unitarietà forzata e costretta. È quanto, dopotutto, accadde nella « politica estera » del periodo staliniano in cui, pur essendo preminente la linea della conservazione e dell'irrobustimento della « politica interna » (« socialismo in un solo paese »), l'URSS concorse e cooperò alla conservazione della democrazia e alla estensione delle rivoluzioni comuniste negli altri paesi, anche se questo le poté costare di fatto la « guerra mondiale » prima e la « guerra fredda » poi. E la « ricerca della sicurezza », che rimase il carattere saliente di tutta la politica estera staliniana, non si può far ricadere, come fa ad es. volentieri il Deutscher, in una forma di « egoismo » russo via via sacrificante ogn[...]

[...]partitario.
Per i secondi aggiungiamo, per quanto riguarda il contenuto di questo e di altri scritti critici marxisti sullo stalinismo, che non pensiamo assolutamente che siano privi di errori, di valutazioni parziali, ecc. Anzi, pensiamo che errori ci siano e che solo un lungo discorso, qui appena iniziato, possa gradualmente scioglierli se condotto collettivamente.
E per i primi ed i secondi notiamo infine che, se per noi la fine del periodo staliniano è la chiusura di un'epoca oggettivamente costruttiva, non intaccata dai suoi errori che in misura particolare e ristretta, tuttavia l'esperimento che da questi errori possiamo trarre e non dobbiamo perdere é che se la verità non può, in un mondo diviso ed ancora oppresso, essere neutrale e anonima, essa non può neppure essere anonima e neutralizzata perché oppressa. E che per il socialismo unicamente un suo svolgersi in una « storia critica » é la sostanziale garanzia di una sua autentica e risolutiva « critica della storia ».
ROBERTO GUIDUCCI
ARTURO CARLO JEMOLO
Cari amici,
non sono in g[...]



da Georg Lukacs, Problemi della coesistenza culturale in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1964 - 7 - 1 - numero 69

Brano: [...]re raggiunto soltanto nel socialismo. Dato i1 suo metodo schiettamente scientifico di analizzare soltanto le forze motrici che introducono il futuro e fare anche intorno a queste soltanto accenni generali che possano chiarirle come prospettive, egli non ha affrontato i problemi concreti del « regno della libertà », secondo la sua definizione posteriore. Le tendenze generali deformanti, sia teoriche sia pratiche, del marxismoleninismo nel periodo staliniano hanno come conseguenza che agli uomini che soffrono per il vuoto capitalisticamente deformato del loro ozio, alla base divenuta astratta del loro sviluppo umano, non si profila alcun modello socialista, non viene prospettata una via d'uscita socialista. Inoltre — e ancora una volta si tratta di un fatto di somma importanza — non esiste alcun sostituto immanente al capitalismo per la mancanza di una prospettiva socialista come modello e via d'uscita.
Ai nostri fini, é sufficiente aver indicato ,i contorni più generali di questo nodo di problemi. Abbiamo inteso così soffermare l'attenzione sul[...]

[...]diatamente antitetiche definisce sostanzialmente l'ambito delle concezioni del mondo dominanti in Occidente. Va a onore di Sartre di non potersi accontentare filosoficamente di questa polarità e di sforzarsi di continuo di superarla.
E' possibile contrapporre con successo il marxismo a questa problematicità di principio di tutte le concezioni del mondo, é poSsibile, cioè, tra di essi un dialogo fecondo? Certamente, non con gli eredi del periodo staliniano. Costoro alla raffinata manipolazione della conoscenza contrappongono soltanto una grossolana rigidezza, alla irrazionalità della prassi umana, delle questioni importanti dell'esistenza umana, soltanto una rigidezza dogmatica. E quando, nel periodo successivo al XXII Congresso, alcuni marxisti cercano di correggere la manipolazione dogmaticamente grossolana accettando qualcosa dalle filosofie occidentali — la semantica etc. nel campo del materialismo dialettico, la microsociologia etc. in quello del materialismo storico — si trovano in errore. La (( esigenza del giorno» per la teoria e la pra[...]

[...]aminare perché ai loro tempi non esistevano, e dall'altro, che Stalin ed i suoi seguaci hanno deformato su questioni importanti il metodo marxista, trasformandone la vitalità e l'apertura in irrigimento. I nuovi fatti della vita possono essere decifrati unicamente mediante una rinascita del metodo marxista, un riesame spregiudicato su questa base, non incorporando acriticamente riflessi borghesi altrettanto acritici del nuovo sviluppo nel metodo staliniano rimasto — nell'essenza — immutato.
III
Potrebbe sembrare che con tale analisi della situazione ideologica del capitalismo e del socialismo Si venga a sottrarre alla coesistenza culturale ogni terreno intellettuale. In realtà, avviene esattamente il contrario: soltanto attraverso questo bilancio critico del presente è possibile spianare la via del futuro, la via verso la coesistenza culturale, che si avrà inevitabilmente. A tal fine, la premessa evidente é la resa dei conti con l'eredità
10 GEORG LUKACS
staliniana quanto alla concezione socialista del mondo. Ciò, naturalmente, vale soltant[...]

[...]he ciò avvenisse nell'epoca di Stalin, ed ho già accennato altrove ad alcune conseguenze, ancora oggi operanti. La più importante, e la più pericolosa per lo sviluppo della letteratura socialista, é che non si tiene conto della lotta mai interrotta, anzi sempre più intensa, che si svolge in Occidente tra realismo e antirealismo. In Occidente, tali pregiudizi riguardo al realismo socialista sono del resto dominanti. Si dimentica che il periodo prestaliniano della Rivoluzione, i cui effetti perdurarono nella letteratura fino alla metà degli anni trenta, hanno prodotto non soltanto films ma anche scrittori come Séolokov e Makarenko, opere come gli ultimi drammi di Gorki, ad esempio Klim Samgin. E non si dimentichi che l'opposizione contro i metodi stalinisti, anche se fino a ora é soltanto agli inizi, ha rivelato scrittori come Solzenitsyn o Nekrassov, le cui opere non significano affatto una rottura con il realismo socialista bensì il suo interno rinnovamento adeguato alle esigenze attuali. Questa é la via per la quale la letteratura socialista p[...]

[...]l'autore. Ovviamente, anche nel campo della teoria esiste un legame diseguale e contraddittorio tra l'intenzione soggettiva e la tendenza e il peso oggettivi riguardo all'influenza
24 GEORG LUKACS
sugli uomini. Tuttavia, questa contraddittorietà nel campo dell'arte si accresce qualitativamente. Ed è per essa una tendenza negativa il fatto che oggi si trascuri questo momento della dialettica di intenzione e realizzazione. Soprattutto il periodo staliniano negò la possibilità di raffigurazioni artistiche che fossero in contraddizione con le loro intenzioni consapevoli. Perciò, una direzione intellettuale che parta da tali premesse eserciterà per forza un'influenza paralizzante. Quando poi tale direzione arriva fino a imporre divieti, assai facilmente porterà a conferire a tendenze in sé superficiali e passeggere un'eccessiva forza di attrazione, a rendere la loro influenza più profonda e durevole di quel che non sarebbe stata nella sua spontaneità. In ultima analisi, anche i tentativi che compiono in Occidente per diffamare il realismo da un pu[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Giuseppe Chiarante in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: GIUSEPPE CHIARANTE
Fino ad oggi tre diverse tesi sul periodo staliniano hanno diviso la storiografia occidentale.
La prima — di cui un esempio significativo e quasi divertente ci é fornito dal libro di Wolfe .<c I tre artefici della rivoluzione d'ottobre » — viene comunemente sostenuta dai pubblicisti più ostili all'esperienza politica sovietica. Essa consiste nel giudicare lo stalinismo come una degenerazione dittatoriale della rivoluzione socialista, una forma asiatica di governo bonapartista, una organizzazione personale del potere per molti aspetti analoga a quella hitleriana.
La seconda, più seria e meditata — e di cui Isaac Deutcher é forse il più noto e [...]

[...]ariato mondiale di riprendere costruttivamente il proprio discorso là dove esso si era interrotto, e cioè all'irrisolta opposizione fra la Seconda Internazionale e il leninismo.
La terza tesi, infine, che é stata sino agli ultimi tempi soste
nuta dai partiti e dagli uomini di cultura comunisti — giudica lo stalinismo nulla di più che un fedele sviluppo e una laboriosa continuazione della rivoluzione d'Ottobre, minacciata in tutto il trentennio staliniano dalla pressione internazionale della borghesia e dalle deviazioni di destra e di sinistra.
16 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
Il XX congresso del PCUS ha, a dire il vero, del tutto sconvolto questo schieramento. Se da un lato infatti, denunciando gli aspetti più autoritari del sistema di governo staliniano, esso ha posto in luce la debolezza di ogni posizione rigidamente conformista e dogmatica; d'altro lato, per il fatto di porsi come continuatore ed erede dell'opera staliniana, ha pure indicato l'insufficienza delle posizioni acriticamente e indiscriminatamente polemiche. In tal modo oggi, liberatasi la ricerca dalle pressioni dei 'più immediati interessi di parte, sembra aprirsi la via per un reale approfondimento storiografico intorno a quel periodo.
Questo ripensamento, però, non accenna ancora ad avvenire: anzi per molti aspetti la pubblicistica politica e culturale sulla questione sembr[...]

[...]one politica e sociale dei paesi dell'Occidente, i partiti comunisti, non potendo disporre di uno schema statuale altrettanto adeguato ai sistemi sociali di tali paesi quanto lo era stato quello sovietico per la Russia, finirono col pregiudicare la loro intesa coi ceti medi e talvolta col compromettere l'alleanza stessa tra operai e contadini. Ogni aspetto, insomma, dello sviluppo storico ulteriore non può che confermare l'esattezza del giudizio staliniano.
Ma c'è di piú: non solo le condizioni rivoluzionarie obiettivamente mancavano in Occidente; ma esse anche in linea di principio non potevano esistere, e quindi era assurdo sollecitarne con impazienza lo sviluppo. Non solo la tesi staliniana era la più prudente e realistica ma anche l'unica scientificamente esatta.
Noi oggi possiamo infatti verificare come, sulla base dello sviluppo storico obiettivo e di una matura coscienza teorica del movimento operaio, venga correttamente a porsi ii problema della rivoluzione nei paesi capitalistici avanzati. Già Stalin, nel suo ultimo scritto[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Valdo Magnani in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]ISMO
illusoria e demagogica se non fosse stata accompagnata dalla riabilitazione di coloro che erano stati condannati nel passato per aver avuto opinioni politiche diverse da quelle . del gruppo dirigente capeggiato da Stalin. L'abolizione dei procedimenti giudiziari di carattere eccezionale — senza le guarentigie fondamentali di un processo regolare — ne consegue logicamente. Ma ciò non tocca ancora il fondo delle questioni connesse col metodo staliniano che si intende colpire. Il Partito comunista, lo Stato sovietico sono fondati su dichiarazioni di democrazia sostanziale che intendono rendere concreti i principi dell'89. I singoli membri del popolo eguali — in regime borghese — secondo note espressioni di Marx, nel cielo del loro mondo politico (democrazia formale) e ineguali nell'esistenza terrestre della società divisa in classi, sono, nella società sovietica, proclamati eguali in senso pieno, nei diritti formali e nella concreta possibilità di pesare sulla gestione della società intesa nel senso piú ampio. Espropriata la classe capitalis[...]

[...]l metodo della falsificazione (revisione dei processi, revisione della storia, fine del mito della pregiudiziale superiorità sovietica in ogni settore).
L'offensiva antistaliniana appare dunque ad un primo esame un movimento di fondo scaturito dalla stessa società sovietica e
VALDO MAGNANI 87
tendente a ripristinare la normale funzionalità delle istituzioni esistenti, sottraendole ad un arbitrario potere concresciuto in esse — il burocratismo staliniano — attraverso alcune scosse violente partite dall'alto e l'accoglimento delle sollecitazioni democratiche f ermentanti in basso in tutti i settori, dall'agricoltura colcosiana alla tecnica e alla scienza, dalla letteratura alla vita di partito e di fabbrica. La parola d'ordine del ritorno alla legalità e all'antidogmatismo leninista permette di immettere questa ventata di aria nuova nel mondo sovietico senza violente ed impossibili soluzioni di con tinuità.
II. La prima questione che si pone é la seguente: come é stato possibile che la dottrina e le istituzioni rivoluzionarie si risolvessera [...]

[...]imento socialista e popolare nel inondo, dai paesi socialisiti ai territori coloniali già indipendenti o in via di diventarlo, ai movimenti socialisti o progressisti dei paesi più evoluti. La sicurezza, per l'URSS, si profila possibile non più appellandosi allo Statoguida con tutto il suo armamentario (divisione del mondo in due blocchi contrapposti, partiti comunisti che difendono dogmaticamente il mito sovietico e tendono a ripetere il modello staliniano ecc.) ma diventando essa stessa un elemento — assai importante ma un elemento — dello schieramento solidale dei popoli e via via degli Stati, sempre più modellati dal movimento delle masse, per la pace, la smobilitazione dei blocchi militari e la coesistenza competitiva, nel rispetto dell'indipendenza di ognuno. La svolta politica è in questi tratti che si stanno delineando. L'opposizione allo stalinismo nel quadro del movimento operaio si trasforma in una politica che non divide il movimento comunista nel suo interno ma segna il passaggio ad una fase di più facile permanente collaborazione t[...]



da (Comunismo e occidente, 3°) Benno Sarel, Proletariato e ordine democratico popolare nella Germania Orientale in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...]ibili aumenti dei salari » (Neues Deutschland 2.10.49).
(3) Refa: sistema di razionalizzazione simile al taylorismo.
(4) Dichiarazione di un responsabile sindacale riportate dalla Tägliche Rundschau del 3.6.49.
M
166 COMUNISMO E OCCIDENTE
Tuttavia, le condizioni del regime sono diverse da quelle del capitalismo classico, ed è dentro un quadro nuovo che si svolge la lotta di questa vecchia classe operaia. Tutto é diritto politico in un paese staliniano; non occorre soltanto innalzare le norme, ma occorre anche accettare l'idea che questo innalzamento serve alla società poiché, scomparso il capitalismo, le fabbriche sono del popolo. Per forza di cose, la discussione sulle norme si amplia : la fabbrica é veramente del popolo ? Che cosa é il regime? E l'Unione Sovietica? Che cosa è la «intelligentzia »? (5). Non vi é dubbio che queste domande non ricevono una precisa risposta, ma la cosa importante é l'atmosfera nella quale esse sorgono e la situazione di fatto che le ha fatte sorgere.
Con il sorgere di queste discussioni ideologiche, tutte l[...]

[...]d ideologici che gli operai avevano posto a se stessi da anni. E ciò — questo é uno dei rari privilegi delle giornate rivoluzionarie — in una sola formula di azione: le fabbriche ai comitati operai!
La giornata del. 17 giugno ha però anche un significato più vasto. Quella classe operaia che si é formata durante un secolo di lotta contro il capitalismo, che impadronendosi delle fabbriche ha posto una barriera di sangue fra se stessa ed il regime staliniano, ha testimoniato davanti al mondo che una terza via, quella del socialismo libero, esiste.
Dopo la rivolta
La fase immediatamente successiva alla rivolta é aperta dalla sessione del Comitato Centrale del partito, il 21 giugno. Il comunicato uscito da questa riunione é caratterizzato da un lato da una serie di miglioramenti economici accordati agli operai, dall'altro da una affermazione che, quattro settimane dopo, non sarà più di attualità: «quando le masse operaie non comprendono il partito, la colpa é di quest'ultimo e non degli operai! ». Questa prima fase vede prevalere l'ala
(25) Cita[...]

[...], pubblica questa dichiarazione.
Herrnstadt, uno degli uomini più capaci del Comitato Centrale, sarebbe favorevole a lasciare che una opposizione, rispettosa dei punti essenziali del regime, possa svilupparsi, reclamare riforme, svolgere una critica libera : vorrebbe mettere all'attivo del regime quella ricchezza che soltanto la libertà crea. Questa fase liberale rappresenta senza dubbio una esperienza unica, per la sua audacia, dentro il mondo staliniano. Si può pensare che in altre condizioni essa avrebbe potuto riuscire, ma durante l'ultima estate, nella Germania Orientale, essa era votata al fallimento.
Finito lo sciopero, i comitati che gli operai hanno creato, continuano a sopravvivere in forma clandestina. Le rivendicazioni operaie colpiscono, a quell'epoca, per il loro carattere unitario ed esteso: si reclama una seconda revisione delle norme, un aumento dei salari più bassi, un ribasso del 40% nei prezzi dei magazzini liberi, e spesso la punizione di Ulbricht, capo della tendenza « dura ». Contemporaneamente vengono formulate le rive[...]



da Bruno Bongiovanni, Ritratti critici contemporanei. Maximilien Rubel in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]er Marx la concezione materialistica della storia non era né una filosofia né una scienza, ma solo un modo di affrontare lo studio della società.
All'inizio degli anni Cinquanta, Rubel, sempre sulla « Revue Socialiste », ma anche su « Preuves », dedica alcuni saggi polemici alle modalità di pubblicazione delle opere di Marx e di Engels nella Russia staliniana: in particolare modo si occupa della censura cui vengono sottoposte, dallo sciovinismo staliniano, le Rivelazioni sulla storia diplomatica segreta del XVIII secolo di Marx e la Politica estera degli zar di Engels 24. Si apre cosí un nuovo capitolo nella biografia intellettuale di Rubel, un capitolo che concerne il repertorio e la storia delle edizioni marxiane.
3. La bibliografia tra utopia e scienza. — Non è cosa nuova definire il clima ideologicoculturale degli anni Cinquanta come scisso tra isteria maccartista e cupa oppressione staliniana. Non sono molti i documenti a nostra disposizione che possono testimoniare un'indipendenza reale rispetto ad un clima siffatto, soprattutto per que[...]

[...]isme, métamarxisme. Arguments 2, U.G.E. (Coll. 10/18), Paris 1976, pp. 1724 e De Marx au Bolchévisme: partis et conseils, ora in Révolution classe parti. Arguments 4, U.G.E. (Coll. 10/18), Paris 1978, pp. 1129.
290 BRUNO BONGIOVANNI
temi fondamentali di queste esperienze teoriche erano la critica della burocrazia e del totalitarismo, l'investigazione libera, alla luce dei classici (letti senza ricorrere all'apparato liturgico dell'oscurantismo staliniano), su riforme e rivoluzione, su partito e classe, sui consigli, sul movimento del capitalismo moderno, sulla fisionomia storicosociale delle classi, sulla tecnocrazia e sugli intellettuali: davanti all'idolatria del marxismoleninismo inteso come sistema che incarna un potere che si presenta come verità assoluta e davanti alla risoluta negazione di ogni ipotesi socialista in nome della rabbiosa difesa del « mondo libero », si sentiva nettissimo il bisogno di un ritorno critico al discorso marxiano. Ma in che stato era questo discorso? Che cosa se ne sapeva realmente? Può sembrare un paradosso, [...]

[...]3941 avevano avuto scarsissima eco e per molti il « marxismo » era un sistema compiuto depositato nei manuali di partito o, nel migliore dei casi, nel Manifesto e ne Il Capitale. Vi erano naturalmente numerosi studiosi e numerosi lettori che non si accontentavano di questo stato di cose, ma la interruzione della grande MEGA e la confusione delle lingue succeduta alla rottura « scientifica », oltre che politica, tra socialdemocrazia e bolscevismo staliniano, non giovavano ad una comprensione critica del fenomeno: soprattutto mancava un inventario aggiornato e scrupoloso del lascito intellettuale di Marx. A disposizione del lettore sino a quel momento vi era solo la vecchia bibliografia di Ernst Drahn, sommaria, lacunosa e costruita con criteri scientifici estremamente labili 32. Nel 1956 Maximilien Rubel porta a termine la prima fase del suo lavoro dando alle stampe la prima bibliografia attrezzata scientificamente delle opere di Marx, con in appendice un repertorio delle opere di Friedrich Engels 33. La bibliografia è divisa in quattro parti: l[...]



da Giovanni Mari, Ritratti critici contemporanei. Louis Althusser in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]er uscire dal vicolo cieco teorico in cui la storia ci aveva cacciati » (PM, p. 5).
Il periodo in cui la ricerca di Althusser si svolge presenta tuttavia un avvenimento, il « Maggio '68 » (« il piú grande avvenimento della storia occidentale, dopo la Resistenza e la vittoria sul nazismo, Lettere, p. 361), che coincide con una fase di iniziativa della lotta delle masse e che determina una svolta nel carattere difensivo prevalente del periodo poststaliniano del movimento comunista. Questo « avvenimento », naturalmente, non cancella affatto il problema dello stalinismo, anzi lo rende ancora più complesso, urgente, e contribuisce inoltre a far esplodere quella che recentemente Althusser ha definito la « crisi generale del marxismo ». Negli anni successivi al 1968 egli individua infatti una doppia crisi. Quella del movimento comunista, che appare in grave difficoltà e ritardo di fronte alla duplice esigenza di fare i conti in maniera scientifica con la propria storia e di
LOUIS ALTH'USSER 409
trovare una risposta strategica ai problemi posti dall[...]

[...]o del presente scritto circa il nesso che può intercorrere tra la « deviazione teoricista » della filosofia della prima fase della ricerca di Althusser e la congiuntura, in cui è venuto a trovarsi il movimento comunista dopo le « pseudospiegazioni » del xx Congresso, dominata dal problema dello stalinismo e delle sue « sopravvivenze » teoriche
e politiche. A questo fine mi sembra indispensabile rifarsi alla forma filosofica in cui il dogmatismo staliniano si è costituito ed è stato assimilato nell'esperienza storica del movimento comunista internazionale, cioè al « materialismo dialettico »: il programma filosofico e politico in cui la visione unitaria e totalizzante del marxismo del periodo stalinista trova la sua espressione ed i propri titoli teorici piú elevati ed efficaci. Ebbene mi pare che i limiti di speculativismo che Althusser individua nella propria ricerca debbano anche essere fatti risalire proprio ad un suo iniziale insufficiente distacco da questo « materialismo dialettico », una delle « sopravvivenze » piú tenaci e diffuse dell[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Alberto Moravia in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]adizioni etiche e politiche.
Quanto ai motivi ce ne saranno certamente molti come é ovvio, trattandosi, nel caso di Stalin, di una personalità che aveva voluto esercitare il suo potere in tutti i campi, ossia di una personalità totalitaria; ma il principale e che li riassume tutti fu certamente il desiderio di spezzare la dura crosta di un mito dogmatico che minacciava di soffocare gli sviluppi della società sovietica. In
altri termini il mito staliniano era ormai un impaccio e per questo é stato spazzato via.
2. — Non è possibile prevedere se le critiche al culto della personalità porteranno a cambiamenti istituzionali o meno. Logicamente, dovrebbero. Nella storia, dopo dittature del genere di quella di Stalin, si ebbero spesso cambiamenti profondi o restaurazioni. Basta pensare a ciò che avvenne in Inghilterra dopo la dittatura di Cromwell, in Francia dopo quella di Robespierre. Se non vi saranno cambiamenti istituzionali, é chiaro che la porta resterà aperta per una nuova dittatura, appena le condizioni interne ed esterne dell' URSS la re[...]



da Roberto Guiducci, Pamphlet sul disgelo e sulla cultura di sinistra in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1955 - 11 - 1 - numero 17

Brano: [...]i criteri tecnici.
La vera cultura di sinistra in Italia é stata nella quasi totalità quella elaborata da Togliatti, Nenni, Longo, Morandi, ecc.; quella degli storici, degli scienziati, dei filosofi marxisti é stata prevalentemente cultura alleata, cultura di sinistra verso la cultura borghese di destra, battaglia delle idee, non idee per la battaglia in corso.
Del resto lo schema non era diverso da quello adottato nell'URSS durante il periodo staliniano. I veri filosofi, gli uomini di cultura com pleti, erano considerati Lenin e Stalin. Il contributo dell'Accademia delle Scienze non era nelle sue linee generali che il contributo di un'alleanza, spesso era semplicemente un autorevole appoggio. Il lustro che veniva concesso agli intellettuali ritornava spesso come conferma, e non si traduceva in potere critico, in proposta inedita. I premi Stalin erano in. ultima analisi dei premi a Stalin.
A questo punto occorre decidere: se la cultura di Lenin, di Stalin, di Togliatti ecc., anche valutandola, senza dubbio alcuno, essenziale, fosse in realtà[...]



da Paolo Alatri, La goccia di Sakharov in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]n quadro della situazione esistente in URSS tutto proiettato sulle norme che stanno scritte nella legislazione e nei codici, senza però dare minimamente conto dei molti arbitri che, al di là di quelle norme, venivano e vengono compiuti da parte dell'autorità, della mancanza di reali garanzie dei diritti civili, e tanto meno si prestassero a un'analisi accettabile di tutto ciò che di ben piú grave era accaduto durante il lungo periodo del dominio staliniano. L'articolo che, per illustrare lo svolgimento e i risultati di quel convegno, Umberto Cerroni, allora Vice Segretario dell'Associazione ItaliauRs s, pubblicò nel febbraio 1969 sulla rivista « Realtà Sovietica », metteva in rilievo, sia pure con molto garbo diplomatico, le difficoltà che il dialogo aveva incontrato
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 225
nel confronto tra gli studiosi italiani e quelli sovietici; e terminava con queste parole: « Il convegno ha rilevato la necessità e l'utilità di continuare un discorso comune necessariamente lungo e ha formulato l'auspicio che un nuovo incontro possa a[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine staliniano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---socialista <---Dialettica <---comunista <---comunisti <---ideologia <---comunismo <---ideologica <---marxista <---socialismo <---staliniana <---Ciò <---Diritto <---marxismo <---siano <---socialisti <---Così <---Del resto <---Filosofia <---Pratica <---Stalin <---Stato <---URSS <---abbiano <---capitalismo <---ideologici <---ideologico <---leninista <---stalinismo <---Ecco <---Lenin <---Marx <---Mosca <---Russia <---fascismo <---italiana <---leninismo <---marxisti <---materialismo <---Il lavoro <---Logica <--- <---Paese <---capitalisti <---dell'Unione <---ideologiche <---italiano <---marxiste <---stalinista <---storicismo <---Dinamica <---Diplomatica <---Dogmatica <---Engels <---Francia <---Già <---La lotta <---Marx-Engels <---Mi pare <---Nenni <---PCUS <---Scienze <---Sociologia <---Sulla <---Unione Sovietica <---antifascista <---capitalista <---cristiano <---d'Europa <---empirismo <---eufemismo <---gramsciana <---hegeliana <---ideologie <---imperialismo <---liberalismo <---marxiana <---metodologico <---nell'Unione <---opportunismo <---ottimismo <---progressisti <---socialiste <---sociologia <---Avertissement <---Beria <---Berlino-Est <---Bernstein <---Bevan <---Bibliografia <---Bulganin <---Cahiers <---Capitale <---Come <---Corea <---Cosa <---Cronologia <---Dare <---Dei <---Discipline <---Editori Riuniti <---Feuerbach <---Filosofia della storia <---Fisica <---Freud <---Ideologia tedesca <---Il Capitale <---Il XX <---Infine <---Jaca Book <---Jugoslavia <---Karl Marx <---La Pensée <---Louis Althusser <---Max Adler <---Meccanica <---Metafisica <---NEP <---Noi <---Norberto Bobbio <---Nuovi Argomenti <---Partito <---Per Marx <---Perché <---Pour Marx <---Presidente del Consiglio <---Principi del leninismo <---Présentation <---Quale <---Rinascita <---Révolution <---SED <---Savelli <---Se Marx <---Seuil <---Société <---Spinoza <---Stato guida <---Togliatti <---USA <---antagonismo <---antistalinismo <---antropologia <---attivismo <---bolscevismo <---cambiano <---centralismo <---classista <---collettivismo <---cominciano <---communiste <---conformismo <---conformista <---dell'Associazione <---dell'Est <---dell'Europa <---dell'Occidente <---dell'Università <---determinismo <---dogmatismo <---dualismo <---economicismo <---economisti <---fascista <---hegeliano <---idealismo <---idealisti <---internazionalismo <---italiane <---italiani <---lista <---marxiano <---meccanicismo <---nazista <---neopositivismo <---nisti <---ontologia <---ontologico <---pessimismo <---positivisti <---pragmatista <---psicologica <---radicalismo <---realismo <---relativismo <---sociologiche <---sociologico <---sociologie <---staliniane <---staliniani <---stalinisti <---totalitarismi <---trotskisti <---umanesimo <---umanisti <---zarista <---Accanto <---Acciaieria di Hennigsdorf <---Ad Halle <---Adoratskij <---Afgha <---Afghanistan <---Agli <---Akkord <---Aktiv <---Alatri <---Alexei Karpov <---Alfa <---Alleati <---Allontanatisi <---Allora <---Althusser <---Alto Commissario <---Amerigo Terenzi <---Analizziamole <---André Daspre <---André Gide <---Angleterre <---Angriff <---Anmerkung <---Annexe <---Appendice <---Arbeiterbewegung <---Archiv <---Archos <---Arguments <---Aritmetica <---Arkhiv Marksa <---Armata <---Arturo Labriola <---Associazioni <---Assurde <---Aufbauplans <---Aujourd <---Aut-Aut <---Autogestion <---Autorità <---Avere <---Bachelard <---Bachelard Althusser <---Bahne <---Balibar <---Bandinelli <---Banner <---Barcelona <---Barmansciak <---Basta <---Beaumarchais <---Beloff <---Benedetto Croce <---Berle <---Berlino <---Berlino-Ovest <---Bernstein-Debatte <---Biasini <---Bibliographie <---Bibliothèque <---Bilddokumenten <---Biologia <---Bitterfeld <---Blackwell <---Bolchévisme <---Bolshevism <---Bordiga <---Boris Nikolaevskij <---Borisovic Rjazanov <---Bornemann <---Bottomore <---Brecht <---Brest-Litowsk <---Bruno Baum <---Bruno Rizzi <---Brève <---Brèves <---Bucalossi <---Bucarest <---Bucovina <---Budapest <---Bufalini <---Bukarin <---Bulgaria <---Bulletin <---Buret <---Burnham <---Busstimmung <---CNR <---CNRS <---Calbe <---Calmann <---Calmann-Lévy <---Cambridge University <---Capital <---Capitale Marx <---Capitalisme <---Capitolo <---Capitolo VI <---Caro Corghi <---Cartas <---Castoriadis <---Cecoslovacchia <---Cercle <---Cernáuti <---Cesare Luporini <---Cesarini <---Cfr <---Charlottenburg <---Chasterton <---Chauleu <---Chauleu-Montal <---Che Althusser <---Chemnitz <---Chicago Press <---Chiesa <---Choix <---Chronologie <---Ciampa <---Cie <---Cinquanta Rubel <---Citato da Der Monat <---Claude Lefort <---Claudia Mancina <---Clemenceau <---Comando <---Come Althusser <---Cominform <---Comitato Direttivo <---Commune de Paris <---Congresso del Pcus <---Congresso di Halle <---Congresso di Mosca <---Consiglio Confederale <---Consiglio dei Ministri <---Contemporaneamente <---Contrat Social <---Contre Althusser <---Contribution <---Copernico <---Corpi <---Corriere della Sera <---Cosi Rubel <---Cosi Ulbricht <---Cosl 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