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Il segmento testuale socialfascismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 64Entità Multimediali , di cui in selezione 13 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 564

Brano: [...], un governo di sinistra coi comunisti. Dal 1983 l’“unione delle sinistre” è tuttavia entrata in crisi e nel corso del 1985 il Partito socialista ha costituito un governo con le sue sole forze, che nelle elezioni del 1986 ha perduto la maggioranza parlamentare, quindi la possibilità di comporre il governo. Si è quindi determinata una situazione di “coabitazione” con un governo moderato e un presidente della repubblica socialista.

A. Man.

Socialfascismo

Definizione scaturita dai lavori e dalle risoluzioni del X Plenum della Terza Internazionale (Mosca, 319.7. 1929) per indicare l’intero complesso di forze e di uomini del socialismo estranei al blocco dei partiti comunisti formatosi intorno all’Unione Sovietica e agli indirizzi dettati dal prevalere dello stalinismo (v.). Il neologismo coniato in quelle circostanze additava al disprezzo di ogni militante rivoluzionario della classe operaia qualsivoglia posizione richiamantesi al socialismo che non fosse allineata all’analisi del ciclo storico mondiale, delle tendenze del capitalismo e del[...]

[...]’Unione Sovietica e agli indirizzi dettati dal prevalere dello stalinismo (v.). Il neologismo coniato in quelle circostanze additava al disprezzo di ogni militante rivoluzionario della classe operaia qualsivoglia posizione richiamantesi al socialismo che non fosse allineata all’analisi del ciclo storico mondiale, delle tendenze del capitalismo e delle strategie autoritarie elaborata dalla dirigenza deH'Internazionale comunista.

La teoria del “socialfascismo"

Otto Kuusinen (v.), segretario del Comitato esecutivo della Terza Internazionale (v.), nel suo rapporto introduttivo ai lavori del X Plenum (fra il VI e il VII Congresso dell’I.C.) formulò i capisaldi di questa teoria. Egli descrisse l'avanzare di un processo globale di involuzione « fascista » di tutti i partiti già appartenenti alla disciolta Seconda Internazionale (v. Internazionale socialista operaia) salvo mo

dalità e scadenze differenti di approdo a queste sponde della destra estrema. Secondo Kuusinen, le sole diversità tra « socialfascisti » e fascisti veri e propri, consistevan[...]

[...]ocesso globale di involuzione « fascista » di tutti i partiti già appartenenti alla disciolta Seconda Internazionale (v. Internazionale socialista operaia) salvo mo

dalità e scadenze differenti di approdo a queste sponde della destra estrema. Secondo Kuusinen, le sole diversità tra « socialfascisti » e fascisti veri e propri, consistevano nel fatto che i primi semplicemente mascheravano comportamenti che erano espliciti nei secondi e che il « socialfascismo », a copertura delle proprie finalità, si serviva di un'ala sinistra, della quale il fascismo non aveva ormai più bisogno.

« I fascisti — disse testualmente Kuusinen — sono nazionalisti, imperialisti, guerrafondai, nemici del socialismo, strangolatori del movimento operaio autonomo, assassini di operai, ecc. ecc.. I socialfascisti di regola si comportano come i fascisti. [...] Questo appartiene all'essenza del socialfascismo: politica capitalistica in nome del socialismo, riduzione dei diritti democratici in nome della democrazia, riduzione delle riforme in nome del riformismo, partiti di assassini di classe in nome della politica operaia [...] I fini dei fascisti e dei socialisti sono gli stessi; la differenza sta nelle parole d'ordine e anche nei metodi. [...] È chiaro che più si procede nello sviluppo del socialfascismo più esso si avvicina al fascismo puro ».

Da una siffatta analisi si desume (come osserverà lo storico Paolo Spriano) non solo che la socialdemocrazia doveva essere denunciata con più forza che non il fascismo, appunto perché più occulta e ambigua nell'atteggiarsi; ma anche che nelle posizioni assimilabili all'orientamento socialdemocratico andava visto un « destrismo » da isolare e annientare: questo discorso era quindi rivolto a colpire al l'interno dei partiti comunisti tutto ciò che lo stalinismo giudicava contrastante con le proprie vedute (Cfr. P. Spriano, Storia del Partito Comunista[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 478

Brano: Patto di unità dazione

za tra Unione Sovietica e Francia) e la progressiva attenuazione da parte dell’Internazionale comunista della teoria del « socialfascismo », che di lì a poco sarebbe stata sostituita con quella del « fronte popolare » (v.).

Contenuto

Il patto stipulato tra P.S.I. e P.C.I. prevedeva alcuni obbiettivi, su cui i due partiti si mostrarono d’accordo:

« a) contro l’intervento in Austria e in genere contro la minaccia di guerra che scaturisce dagli antagonismi degli interessi imperialisti e della politica fascista di provocazione alla guerra; b) per strappare alle prigioni e alle isole di deportazione le vittime del Tribunale Speciale e della repressione, per imporre l’amnistia totale e incondizionata; c) per la difesa e il m[...]

[...]lo svolgimento delle azioni comuni già concordate ». P.S.I. e P.C.I. convenivano inoltre di astenersi, nel corso deM’azione comune, « da ogni intervento nel seno dell’altro partito, per disgregarne le organizzazioni e rompere la disciplina ».

Malgrado il persistere delle divergenze (riaffermate da due dichiarazioni distinte che accompagnavano l’accordo, in cui i socialisti si mostravano non del tutto convinti dell’abbandono della teoria del « socialfascismo » anche in campo internazionale, in particolare nell’ U.R.S.S., in Germania e in Austria, mentre i comunisti rimproveravano al P.S.I. la passata politica di collaborazione con le forze borghesi) e pur con i suoi limiti, il patto rappresentava un momento importante

Giuseppe Di Vittorio e Pietro Nenni nella redazione del Nuovo Avanti! di Parigi, durante le trattative per il Patto di unità d’azione tra socialisti e comunisti (1934)

perché poneva fine a quella continua e aspra contesa che aveva mi' nacciato e dilacerato il movimento operaio italiano e aveva finito col favorire il consolidam[...]

[...]un momento importante

Giuseppe Di Vittorio e Pietro Nenni nella redazione del Nuovo Avanti! di Parigi, durante le trattative per il Patto di unità d’azione tra socialisti e comunisti (1934)

perché poneva fine a quella continua e aspra contesa che aveva mi' nacciato e dilacerato il movimento operaio italiano e aveva finito col favorire il consolidamento del fascismo.

Per il P.C.I., il patto segnava l’abbandono definitivo della tesi del « socialfascismo » e una correzione di rotta rispetto al passato; per il P.S.I., il tentativo di ricuperare una più accentuata collocazione del partito in senso marxista e classista, anche se il problema di fondo del socialismo italiano continuava (e continuerà) a rimanere quello della posizione e del rapporto da tenere nei confronti della democrazia rappresentativa, visto nella prospettiva della instaurazione di una società socialista. E proprio sotto questo aspetto il patto finirà per essere condizionante per il P.S.I. nel!'immediato secondo dopoguerra.

Le vicende del patto

Come scriverà Gaetano Arfé [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 532

Brano: Germania

Due uominisandwich con cartelli di propaganda elettorale per le elezioni politiche del settembre 1930. A sinistra: propaganda della K.P.D.. A destra: propaganda della « Staatspartei » (Partito di stato). (Berlino, 14.9.1930)

cratico tedesco (S.P.D.) dalla parte della reazione sembrarono irrevocabili.

Il socialfascismo

È sullo sfondo di questi precedenti, e non soltanto di una errata impostazione ideologica, che vanno intese parole d'ordine come quelle del « socialfascismo » (l'odierno riformismo è socialismo a parole, fascismo nei fatti), del resto diffuse a livello internazionale dal Comintern. che furono fatte proprie dal Partito comunista tedesco (K.P.D.) nel suo XII congresso (giugno 1929), ossia proprio nel momento in cui il pericolo fascista incominciava a diventare una seria eventualità anche in Germania, dinanzi ai primi sintomi della crisi economicosociale e aH’inasprimento delle lotte di massa.

Le schematizzazioni implicite in formulazioni del genere non contribuirono a una seria comprensione della natura del fascismo, al di là di una generica int[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 74

Brano: Togliatti, Paimiro

tout court come « socialfascismo » (v.). Contro una « eccessiva generalizzazione » di tale accusa lo stesso Togliatti, in un primo tempo d’accordo con Tasca, aveva avanzato per la verità qualche riserva, ma poiché Tasca (rimasto nella capitale sovietica come rappresentante italiano nel Comintern) aveva inopportunamente insistito su tale posizione fino a schierarsi apertamene te contro Stalin, Togliatti abbandonò le proprie riserve e si contrappose a Tasca. Quest’ultimo, rispedito da Mosca a Parigi, venne espulso dal P.C. d’I. sotto l'accusa di difendere le posizioni di destra e conciliatrici (cioè di indulgere a favore di Tr[...]

[...]tori fu Luigi Longo che, rappresentando appunto i giovani nel Centro estero del partito, venne escluso temporaneamente dal più stretto gruppo dirigente e assegnato al lavoro tra gli emigrati. L’aggressività del nazismo e la mi

naccia fascista che stava ormai profilandosi anche in Francia (v.) provocò in quest’ultimo paese un significativo risveglio delle forze democratiche, inducendo ben presto l’Internazionale a rivedere anche la teoria del “socialfascismo” e ad appoggiare la nascita di fronti antifascisti unitari (v. Fronte popolare).

Il VII Congresso dell'Internazionale

In questa nuova fase, certo la più congeniale alla sua complessa personalità politica, Togliatti emerse tra i massimi dirigenti del movimento comunista internazionale. Chiamato a Mosca alla fine di agosto del 1934, grazie alla sua posizione di capo del P.C. d’l.t alla sua comprovata fedeltà alle direttive del Partito bolscevico, ai buoni rapporti personali che aveva con Bucharin (tornato a essere influente) e infine allottimo legame che aveva stabilito con il nuovo segre[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 548

Brano: [...]egato a Togliatti, già faceva parte della Segreteria della F.G.C.I. e dell'Esecutivo del K.I.M..

Le perdite subite in seguito alla “svolta” non furono recriminate, bensì esaltate come prova della vitalità del partito e dell’esistenza di una diffusa opposizione popolare all’interno del Paese. Venne perciò riconfermata la linea di lotta « rivoluzionaria » senza « transizioni » democratiche, quindi di lotta contro la socialdemocrazia, definita « socialfascismo » (v.) e considerata come il principale nemico del movimento operaio. A Colonia venne proclamata la necessità di condurre una forte azione organizzata « del proletariato diretto dal suo partito e alleato ai contadini poveri » per abbattere il regime fascista, ma non essendo evidentemente possibile raggiungere tale obiettivo facendo ricorso solo all’azione di piccoli gruppi clandestini, fu lanciata la direttiva di lavorare all’interno delle stesse organizzazioni fasciste per « disgregare le basi di massa del regime », un'azione che avrebbe effettivamente avuto in seguito

certi sviluppi (v. [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 385

Brano: Sassari

caduta del regime, ma negli anni passati in carcere Sassano si era venuto lentamente staccando dal P.C.I..

Le divergenze riguardavano la concezione del partito ed erano influenzate da ciò che Sassano aveva visto in Russia (specialmente i grandi processi di Mosca e la liquidazione della vecchia guardia bolscevica), dalla “svolta” del 1930 con l’espulsione di Leonetti, Tresso e Ravazzoli, dalla teoria del “socialfascismo”. Il colpo di grazia alle sue perplessità Paveva dato il patto russotedesco.

Perduta la fede nel partito, Sassano (lo confesserà egli stesso) con la complicità delle tradizioni familiari risorgimentali si orientò verso la « rigenerazione del fascismo », la cui guerra era « da trasformare in sociale

o addirittura in socialista per impedire la sconfitta del paese ». (Era quanto sosteneva il cosiddetto fascismo di sinistra, propugnato negli anni addietro da Edmondo Rossoni, dagli ex sindacalisti rivoluzionari e, negli anni più recenti, da certe correnti giovanili dei Guf). Fece, ripetutame[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 37

Brano: [...] in « parecchie migliaia » il numero di possibili adesioni in Italia al sindacato antifascista.

Alcuni articoli pubblicati da Ravazzoli su “Stato Operaio” furono favorevolmente commentati da Paimiro Togliatti che, nel 1928, chiamò l’autore a far parte della Segreteria del partito ricostituitasi in esilio. Dopo il VI Congresso dell’lnternazionale Comunista (1929), Ravazzoli fu però tra i primi a esprimere dubbi sulla validità della teoria del “socialfascismo” e sulla possibilità di applicarla indistintamente alle differenti situazioni nazionali.

Nel sostenere la propria posizione, egli dichiarò che, in Italia, « le basi della socialdemocrazia sono diverse dalle basi propriamente fasciste », per cui un generico accomunare sotto la medesima etichetta posizioni riformiste e fascismo rischiava di relegare in secondo piano il vero pericolo rappresentato da quest’ultimo.

Ravazzoli entrò così* in dissidio con la Segreteria del partito e lo scontro fu ulteriormente snaturato per

la sua opposizione alla politica detta della “svolta” che, nel marz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 699

Brano: [...]930 Io avevano espulso dal partito, Bordiga aveva a Ponza compagni che continuavano a far riferimento alle sue posizioni politiche. All’inizio degli anni Trenta il collettivo di Ponza si scisse in due correnti: quella « di sinistra », formata appunto dagli ex bordighiani che attaccavano come opportunistica la linea politica del P.C.I.; la corrente ufficiale che, ispirandosi alla Terza Internazionale, dopo aver superato la fallimentare tesi del « socialfascismo » vedeva ora la necessità di un lavoro comune con le altre forze politiche antifasciste, a cominciare dai socialisti.

Nei confronti dei « sinistri » il Centro del partito all’estero assunse un atteggiamento prudenziale. Ma alla sua evidente intenzione di tentare il riassorbimento dei « sinistri » fece riscontro l’intransigenza del comitato direttivo di Ponza, sempre più propenso a difendere il proprio potere, quindi a esasperare le funzioni che si era attribuito di « custode » dell’ortodossia politica, del resto incoraggiato a ciò anche dalle direttive che Palmiro Togliatti inviava da Mosc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 477

Brano: [...]ccentuatasi dopo l’uccisione dello stesso Dolfuss da parte di elementi nazisti), il tentativo di colpo di stato effettuato dalle destre il 6.2.1934 in Francia.

L’insieme di questi avvenimenti aveva spinto il gruppo dirigente socialista, fin dal Congresso di Marsiglia del 1933, a sottolineare la necessità dell'unità della classe operaia, tesi che però non era stata recepita dai comunisti, rimasti fermi sulle loro posizioni e sulla teoria del « socialfascismo », Furono i fatti del 6.2.1934 in Francia che si rivelarono determinanti ai fini della stipulazione del patto. La risposta data dalle masse lavoratrici socialiste e comuniste francesi al tentativo eversivo dimostrò infatti la validità dell'azione comune, la cui importanza venne sanzionata nel mese di luglio dal patto tra il Partito socialista francese (S.F.I.O.) e quello comunista (P.C.F.), tanto da indurre il P.S.I. a tentare un recupero del rapporto con il P.C.I. in funzione della lotta antifascista accentuata in senso classista. Verso questa soluzione il P.S.I. venne spinto anche dallo sci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 184

Brano: [...]a linea staliniana della « maggioranza » era pure la posizione di Ignazio Si Ione ».

L’opposizione dei « tre » riguardava alcuni punti fondamentali della politica del P.C.d’I. in quegli anni e principalmente era contro la « svolta » che, in ossequio alla linea cosiddetta del « terzo periodo » votata nel 1928 dal congresso della Terza InternazionaJe (v.), proclamava « rivoluzionaria » la situazione dell'Italia oppressa dal fascismo, definiva « socialfascismo »

Alfonso Leonetti negli anni Trenta a Parigi

i

184


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine socialfascismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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