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Il segmento testuale socialcomunisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 17Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 80

Brano: [...]sti e socialisti poterono raccogliere, congiuntamente, più del 40% dei voti, contro il 35% della Democrazia cristiana. Ma fu una vittoria di breve durata. Fin dal febbraio

1945 gli accordi di Yalta (v.) avevano delimitato le zone di influenza delle grandi potenze e l’Italia era stata di fatto inclusa nel blocco occidentale.

La scissione del P.S.I.U.P. provocata nel gennaio 1947 dal socialdemocratico Giuseppe Saragat (v.) e l’esclusione dei socialcomunisti dal governo De Gasperi (maggio 1947), completarono la rottura di quello che veniva considerato un patto di collaborazione antifascista tra i partiti del C.L.N., rottura del resto già iniziata alla fine del 1945 con la caduta del governo Parri, e diedero inizio al dominio delle forze moderate in Italia. I risultati elettorali del 18.4.1948, rovesciando il rapporto di forza tra i maggiori schieramenti politici (i democristiani salirono dal 35 al 48%, i socialcomunisti scesero dal 40 al 31%), segnarono il definitivo fallimento di quella politica che Togliatti aveva iniziato a livello governativo[...]

[...]overno De Gasperi (maggio 1947), completarono la rottura di quello che veniva considerato un patto di collaborazione antifascista tra i partiti del C.L.N., rottura del resto già iniziata alla fine del 1945 con la caduta del governo Parri, e diedero inizio al dominio delle forze moderate in Italia. I risultati elettorali del 18.4.1948, rovesciando il rapporto di forza tra i maggiori schieramenti politici (i democristiani salirono dal 35 al 48%, i socialcomunisti scesero dal 40 al 31%), segnarono il definitivo fallimento di quella politica che Togliatti aveva iniziato a livello governativo con la “svolta di Salerno”.

Togliatti attribuirà l’inattesa sconfitta della sinistra al “tradimento” di De Gasperi, alla manovra scissionista di Saragat e al durissimo attacco ideologico anticomunista, fattori nei quali in effetti si sostanziò l’azione degli avversari, ma resta il fatto che questa azione ebbe facile presa sulle masse popolari a causa della delusione e del disorientamento politico provocati dalla mancanza di chiare prospettive. Ancora una volta (c[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 216

Brano: [...]reclutando capi e gregari tra i ceti abbienti. Nonostante lo stato d’assedio, vigente per i soli lavoratori, le centinaia di arresti (molti si salvarono dandosi alla latitanza) e la protezione goduta dai fascisti, le elezioni politiche del 15.5.1921 diedero a Empoli 2.757 voti ai socialisti e 499 ai comunisti, contro i 1.596 voti raccolti dal « blocco » borghesefascista, subito costituitosi, e i 726 dei popolari. Nell’intero collegio andarono ai socialcomunisti 10.086

voti, contro i 6.989 del blocco e i 1.880 popolari.

Il fascismo al potere

In tutto l’Empolese il movimento operaio e i suoi partiti furono posti neH’illegalità di fatto fin dal 1921. Nei due anni successivi una decina di lavoratori pagarono con la vita la loro fede politica, mentre i feriti e i messi al bando si contavano a centinaia. Ciononostante, nell’ottobre di quell’anno vi fu un tentativo di organizzare gli Arditi del Popolo (v.).

Nel 1924, durante la crisi seguita all’assassinio di Matteotti, l’antifascismo empolese tornò pubblicamente in vita. Ma l’attività delle or[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 562

Brano: [...]o e squadristi si ebbero nella stessa Frosinone il 25.7.1921, durante una seduta del Consiglio comunale. Costretti sul momento a recedere, gli squadristi di tutta la Ciociaria si concentravano a Frosinone due giorni dopo, approfittando di una festa religiosa che richiamava gran folla in città, per compiere una sanguinosa vendetta.

Altri scontri si verificarono in occasione delle elezioni amministrative a Fiuggi e a Priverno. A Ceccano, dove i socialcomunisti avevano conquistato la maggioranza, gli squadristi mossero all’attacco durante la prima seduta del Consiglio comunale, per interromperne i lavori.

Sanguinose aggressioni contro le leghe contadine furono condotte nel

1922 a Tecchiena, Guarcino, Alatri (in agosto) e in molti casi intervenne anche la forza pubblica in appoggio degli assalitori. Vedendo che, nonostante i ripetuti attacchi non riuscivano a imporsi sulle organizzazioni popolari attraverso gli elementi locali, i fascisti nominarono “subfederazione” dipendente da Roma il fascio di Frosinone e, per dirigerlo, inviarono in loco i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 296

Brano: [...]to, era quello di essere precisamente un antifascismo platonico, fermissimo, ma un antifascismo della mente, disarmato in tutto e schivo di congiure. Però riconosco che in questo era il merito precipuo, poiché ci importava soprattutto di difendere i nostri studi e la dignità umana, restando in patria. La funzione di Croce, come capo dell’antifascismo nazionale e casalingo, fu precisamente questa ». Un antifascismo, nei confronti specialmente dei socialcomunisti che avevano sopportato più gravi sacrifici, forse « più utile », benché « più indisturbato ».

I crociani più in vista subirono tuttavia perquisizioni annuali, sospensioni o sequestri di qualche rivista

o libro, minacce di confino, che rimanevano tali perché protetti dalla loro stessa “nobiltà umanistica”, e di qualche mandato di cattura arenatosi nelTimminenza del crollo del regime. La “Critica”, pur contenuta nei limiti esposti dalla vigilanza censoria, restò durante tutto il periodo fascista la sola voce libera in Italia.

II Russo in seguito considerò Napoli sua « patria mentale »,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 827

Brano: [...]e le manifestazioni di piazza non fossero immediatamente cessate. Per salvaguardare l’unità sindacale, durante la notte tra il

15 e il 16 il Comitato esecutivo

della C.G.I.L. decise di far cessare

lo sciopero entro le 12 del 16 luglio. Nella mattinata del 16 il Governo rispose alla Camera all’interrogazione di Giuseppe Di Vittorio, segretario generale della C.G.I.L., assumendo un tono conciliante per ammorbidire gli attacchi rivolti dai socialcomunisti e questi lasciarono cadere la richiesta di dimissioni del Governo che continuava a circolare da due giorni nelle piazze.

Lo sforzo dei dirigenti sindacali e politici venne da quel momento rivolto a convincere la base che si era pienamente raggiunto l’obiettivo di una grande protesta popolare, ma che lo sciopero generale (se si voleva salvaguardare l’unità sindacale) doveva cessare entro i termini previsti.

Ma la base era recalcitrante contro le direttive dei vertici sindacali e politici. Soprattutto gli ex partigiani cercarono di trascinare l’agitazione in città e nelle fabbriche al gri[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 826

Brano: [...]cordia, della fame, della guerra civile, per un governo di libertà e di pace! »).

La sera del 14, durante un Consiglio dei ministri straordinario, convocato a Montecitorio, De Gasperi respinse la richiesta di dimissioni, rilanciando l’accusa di irresponsabilità contro gli agitatori.

Nella tarda serata del 14 il Consiglio dei ministri diramò il seguente comunicato: « II Governo denuncia al paese le responsabilità che si assumono i dirigenti socialcomunisti della CGIL i quali tentano di lanciare la nazione in uno sciopero politico prendendo a pretesto un fatto delittuoso a cui il governo è profondamente e manifestamente estraneo e che esso ha condannato. Ciò avviene con lo scopo dichiarato di sovvertire la situazione creata dal suffragio universale e convalidata recentemente dalla fiducia delle due Camere. Mentre il governo prenderà tutte le misure per fronteggiare la situazione e difendere le libertà democratiche, esso conta sullo sforzo concorde di tutti i lavoratori coscienti e di tutti i cittadini, affinché si arresti un movimento che condur[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 588

Brano: [...]vava presso il Deposito del 73° Reggimento di fanteria. Sfuggito ai tedeschi, raggiunse la famiglia e si impegnò subito nell’attività cospirativa per organizzare la lotta partigiana.

Ai primi di febbraio del 1944 si

portò sulle Prealpi vicentine per partecipare direttamente alla guerriglia. Quantunque di orientamento cattolico, non ebbe alcuna difficoltà a unirsi alla prima formazione « Ateo Garemi » (v.), composta essenzialmente da operai socialcomunisti.

Di carattere mite e generoso, seppe farsi benvolere e stimare dai compagni di lotta, divenendone ben presto un capo. Già nel febbraio si trovò coinvolto con altri, in località Malga Campetto, in uno scontro a fuoco da! quale la piccola formazione partigiana uscì disarticolata: alcuni trovarono scampo sui monti di Schio, altri suH’Altopiano di Asiago, mentre un terzo gruppo, capeggiato da Pierobon, si spostò nella zona MaranaCrespadoro.

Qui, nel marzo 1944, il gruppo venne avvicinato da Giuseppe Marozin che ne convinse una parte a separarsi, per dar vita, con altri, a una nuova formazio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 394

Brano: [...]e della provincia si trovarono d’accordo neM'unirsi per dar vita alla Federazione comunista forlivese. L’adesione al nuovo partito, così numerosa, avveniva in una fase di riflusso del movimento rivoluzionario e costituiva nei fatti la più seria critica dei lavoratori alla politica del Partito socialista.

Per farsi strada nel Forlivese il fascismo cercò di incrementare la divisione tra le masse popolari e di aizzare nel P.R.I. gli odi contro i socialcomunisti, evitando di attaccare scopertamente i repubblicani. I primi colpi furono inferti nel Riminese, dove il P.R.I. aveva scarsa consistenza politica. Fu una lotta dura e senza scrupoli che si estese e continuò fino all’estate 1922.

Il capo dell'agraria riminese dichiarò pubblicamente: « Spenderemo fino all’ultimo soldo per il fascismo, ma riusciremo ad avere ragione del bolscevismo ».

« Le notizie dell'azione fascista sulla città di Rimini — scriveva Paimiro Togliatti su Il Comunista del 5.7.1922 — hanno avuto sino ad ora un rilievo molto scarso [...]. Si è fatta l'abitudine prima agli atti[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine socialcomunisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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