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Il segmento testuale siriano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 192Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 549

Brano: [...]tli, rieletto presidente, firmò allora un trattato di alleanza militare con l’Egitto, dove Nasser stava consolidando il proprio potere proponendosi come leader del movimento di unità panarabo. Grazie alla mediazione egiziana la Siria potè quindi ottenere una prima fornitura di armi dai paesi dell’Est europeo. Nel 1956, durante la crisi di Suez (v. Egitto), Quwatli si recò a Mosca per stabilire diretti rapporti con i sovietici, mentre un commando siriano sabotava l’oleodotto irakeno che attraversava la Siria. Per rovesciare un governo che ormai potevano considerare nemico i servizi segreti U.S.A. ordirono in Siria un nuovo complotto, ma la congiura fu tempestivamente scoperta e neutralizzata: il Ba’th lanciò a questo punto la proposta di governare il paese attraverso un Fronte popolare e, presentandosi unita alle elezioni del 1957, la sinistra siriana ottenne un successo quasi plebiscitario.

Per non rinchiudersi in una pericolosa strettoia internazionale, il nuovo governo tentò di riavvicinarsi all’Occidente cercando un aiuto economico che[...]

[...]
Gli U.S.A., proseguendo anche nel Medio Oriente la loro politica di “guerra fredda”, continuavano a non capire che, per le masse arabe, neutralismo non significava tanto propensione verso il comuniSmo, quanto volontà di opporsi aN’imperialismo delle potenze occidentali. La politica del nuovo presidente americano Eisenhower contribuì ad allargare il fossato, facendo crescere nell’area la tensione bellica, tanto che a un certo momento il governo siriano decretò la mobilitazione: il 17.10.1957 truppe egiziane sbarcarono a Latakia in appoggio al governo siriano e l’U.R.S.S. inviò due navi da guerra a protezione della costa: la politica americana aveva di fatto permesso all’U.R.S.S. e all’Egitto di porsi come protettori della Siria di fronte agli attacchi dell’Occidente.

La Repubblica Araba Unita

Dalla fine del 1957 l’influenza sovietica in Siria crebbe, rafforzando il Partito comunista siriano, ma all’interno del paese gran parte della borghesia era tutt'altro che favorevole a tale situazione e lo stesso partito Ba’th preferiva affidarsi piuttosto al regime nasseriano. Cominciò in tal modo a prendere piede l’idea di una unione federale con l’Egitto, quale primo nucleo di una più vasta unità araba. Il Partito comunista siriano guidato da Begdash (vecchio quadro formatosi in Francia sotto la guida della Terza Internazionale) era il meglio organizzato del Medio Oriente e profondamente legato all’Unione Sovietica, ma il successo di questo partito in Siria dipendeva molto dal suo rapporto con una borghesia nazionale che non aveva alcuna intenzione di creare un regime comunista e mirava a una democrazia parlamentare, nella quale la presenza dei comunisti avrebbe garantito l’appoggio dell’Unione Sovietica. A ciò si opponeva tuttavia il Ba’th che non aveva alcuna intenzione di perdere la propria egemonia a favore dei comu[...]

[...]na borghesia nazionale che non aveva alcuna intenzione di creare un regime comunista e mirava a una democrazia parlamentare, nella quale la presenza dei comunisti avrebbe garantito l’appoggio dell’Unione Sovietica. A ciò si opponeva tuttavia il Ba’th che non aveva alcuna intenzione di perdere la propria egemonia a favore dei comunisti e, dal momento che anche i militari premevano fortemente per costituire una federazione con l’Egitto, il governo siriano indisse un referendum popolare che vide il 91,75% dei votanti favorevoli a fondare la R.A.U.. Il relativo patto di fusione tra Egitto e Siria venne siglato l’1.2.1958 al Cairo. Pochi giorni dopo, analogamente a quanto era accaduto in Egitto, i comunisti (accusati di essersi opposti alla fusione) vennero messi fuori

legge e Begdash dovette lasciare il paese.

Se l’obiettivo del Ba’th era di mantenere l’egemonia in Siria, ben diverse erano le intenzioni di Nasser, secondo il quale l’esercito siriano non avrebbe più dovuto occuparsi di politica e tutti i partiti si sarebbero dovuti scioglie[...]

[...]dei votanti favorevoli a fondare la R.A.U.. Il relativo patto di fusione tra Egitto e Siria venne siglato l’1.2.1958 al Cairo. Pochi giorni dopo, analogamente a quanto era accaduto in Egitto, i comunisti (accusati di essersi opposti alla fusione) vennero messi fuori

legge e Begdash dovette lasciare il paese.

Se l’obiettivo del Ba’th era di mantenere l’egemonia in Siria, ben diverse erano le intenzioni di Nasser, secondo il quale l’esercito siriano non avrebbe più dovuto occuparsi di politica e tutti i partiti si sarebbero dovuti sciogliere per far convergere i loro iscritti nell 'Unione nazionale, partito unico di modello egiziano. In realtà Nasser mirava a fare della Siria un polo di attrazione per le popolazioni arabe con essa confinanti, quindi l’unione tra i due paesi si dimostrò subito assai più problematica del previsto: di fatto i siriani si trovarono politicamente, militarmente ed economicamente subordinati agli egiziani e il Ba’th si rese conto che stava per perdere un qualsivoglia ruolo dirigente. La situazione interna peggio[...]

[...]lo di attrazione per le popolazioni arabe con essa confinanti, quindi l’unione tra i due paesi si dimostrò subito assai più problematica del previsto: di fatto i siriani si trovarono politicamente, militarmente ed economicamente subordinati agli egiziani e il Ba’th si rese conto che stava per perdere un qualsivoglia ruolo dirigente. La situazione interna peggiorò anche in seguito al clima di repressione instaurato dal colonnello Sarraj (ministro siriano “regionale” agli Interni, nel quadro della R.A.U.), dimostratosi ben presto più legato ai leader egiziani che non al proprio paese.

Un ulteriore elemento di tensione giunse dall’Iraq, dove nel luglio 1958 il generale Kassem aveva spodestato la monarchia e dove il Partito comunista stava conquistando, con il favore delle masse, un notevole peso politico, tutto ciò grazie all’appoggio sovietico. Questo rivolgimento iracheno offriva ai siriani un'alternativa concreta, per cui i rapporti degli egiziani con il Ba’th e con la borghesia siriana si deteriorarono rapidamente. A ciò si aggiunse una [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 547

Brano: [...]eH’Impero Ottomano seguito alla Prima guerra mondiale. Già da alcuni decenni i nazionalisti arabi lottavano per l’indipendenza del paese e il 30.9.1918 i guerriglieri beduini, capeggiati da Faisal (figlio del re dell’Arabia) e dall’agente britannico D.H. Lawrence, a fianco delle truppe inglesi comandate dal maresciallo E. Hinman Allenby (futuro alto commissario per l'Egitto e il Sudan), entrarono a Damasco. Nel luglio 1919 il Congresso nazionale siriano, riunito nella Capitale, rivendicò l’indipendenza politica per uno Stato comprendente i territori degli attuali Siria, Libano, Giordania e Israele, da erigersi in unica monarchia costituzionale sotto Faisal, ma tale progetto fu respinto dalle potenze colonialiste che si contendevano il dominio dell’intero settore. In effetti fin dal 1916 (accordo segreto SykesPicot) i governi di Francia e Gran Bretagna avevano deciso di spartirsi tra loro tutta la vasta regione, tradendo le promesse fatte ai nazionalisti arabi per indurli a combattere i turchi: in base al piano segreto già previsto, Iraq, Pal[...]

[...] avevano deciso di spartirsi tra loro tutta la vasta regione, tradendo le promesse fatte ai nazionalisti arabi per indurli a combattere i turchi: in base al piano segreto già previsto, Iraq, Palestina e Transgiordania passarono così sotto tutela britannica, mentre Siria e Libano furono affidati a un “mandato” francese che praticamente riduceva entrambi i paesi a uno stato di soggezione coloniale.

Nella nuova situazione, il Congresso nazionale siriano proclamò l'indipendenza della SiriaPalestina, ri

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 550

Brano: [...] e un miglioramento dei rapporti con Nasser (a sua volta orientatosi, nel frattempo, verso il “socialismo scientifico”). La partecipazione siriana a fianco dell’Egitto, cioè all’attacco militare egiziano contro Israele nella cosiddetta “guerra dei sei giorni” e la conseguente disfatta del giugno 1967 che costò alla Siria la perdita delle alture del Golan, indebolirono grandemente la posizione del governo ba’thista (nel quale il Partito comunista siriano era entrato a far parte nel 1966) e determinarono una nuova crisi: del dissidio tra comunisti e Ba’th poterono profittare i militari, dimostrandosi ancora una volta la forza dominante del regime ba’thista. AH’interno della sinistra del Ba’th acquistò grande potere il generale Hafez El Assad, un alauita che era ministro della Difesa e leader di un nucleo nazionalista più spregiudicato in campo economico e sociale.

L’ascesa di Assad

Nel 1969 Assad riuscì a compiere il suo colpo di stato prendendo di fatto il potere che consolidò l’anno successivo, manovrando abilmente in campo economico c[...]

[...] che l’hanno preceduto: stabilire la supremazia siriana nella “mezzaluna fertile” attraverso il controllo del Libano, della Giordania e della Palestina (ossia dell’O.L.P.), cercando di tener fuori da questa zona, attraverso vari sistemi di alleanza, Iraq ed Egitto. In tale quadro sono da considerare l’intervento del 1976 in Libano (cioè, in giugno, l’occupazione militare della valle della Beqaa e, nell'ottobre, il riconoscimento del protettorato siriano in Libano da parte degli altri paesi arabi), i tentativi di controllare sempre più da vicino l’O.L.P. (v.), i relativamente buoni rapporti con libanesi e iraniani.

Pur mantenendo strette relazioni con l’U.R.S.S., il governo di Damasco ha riallacciato i rapporti diplomatici con gli U.S.A. (1974) e ha adottato un approccio estremamente cauto nei confronti del problema israeliano, aspirando a ricoprire quel ruolo che l’Egitto ha dovuto abbandonare dopo l’accordo stipulato dal premier Sadat a Camp David, ripudiato come un vero e proprio tradimento dai paesi arabi. Dal 1986, la posizione intern[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 548

Brano: [...] e le elezioni furono vinte dal Movimento di liberazione arabo, il partito che Shishakli stesso aveva appositamente fondato nel 1952. Alle proteste dell’opposizione il dittatore rispose arrestandone i leader (novembre 1953), ma pochi mesi dopo egli stesso venne destituito da un nuovo colpo di stato capeggiato dal colonnello Feisal Al Atassi (febbraio 1954).

Intanto, dal 1949 al 1954, era cresciuta l’influenza del Ba’th e del Partito comunista siriano che, fondato nel 1924 e guidato (dal 1935) dal curdo Khaled Begdash, si era battuto fin dal 1944 per una politica di liberazione nazionale e per una rivoluzione nazionaldemocratica, da realizzarsi sulla base di un ampio schieramento politico.

L'intrusione americana

Quegli stessi anni Cinquanta videro la massiccia entrata in scena de

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 221

Brano: [...] un insediamento organico dei palestinesi in Libano. Si ebbe, nel corso della guerra civile libanese, quello che può essere considerato un primo momento di emancipazione della Resistenza palestinese dalla tutela e dalla strumentalizzazione dei regimi arabi, nel caso specifico dalla Siria. L’O.L.P. aveva organizzato nel Libano, ai confini con Israele, 5 potenti campi trincerati, ma questi furono costretti a cedere di fronte aH’intervento militare siriano giunto in sostegno della destra cristiana libanese. La sanguinosa guerra civile si concluse così con la sconfitta della base progressista popolare libanese e, nello stesso tempo, della Resistenza palestinese. Da ciò derivarono due gravi conseguenze negative: un ulteriore isolamento dell’O.L.P. nel mondo arabo e, all’interno dell'or* ganizzazione stessa, una svolta moderata.

Il 13° Consiglio nazionale Palestine* se, riunitosi al Cairo nel marzo

1977, abbandonò infatti ogni esplicito riferimento alla lotta armata come principale mezzo per la liberazione della Palestina e affermò in termin[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 116

Brano: [...] da due parti lo Stato di Israele.

Al terzo giorno di combattimento gli israeliani, la cui prontissima iniziativa militare dimostrò che si erano seriamente preparati a quel conflitto, avevano distrutto l’intera aviazione egiziana e inoltre conquistato Gaza, la penisola del Sinai e la fortezza di SharmelSheikh all’ingresso del golfo di Akaba. Sul fronte giordano avevano preso l’intera Cisgiordania con la città di Gerusalemme, mentre sul fronte siriano avevano conquistato le colline intorno all’Alta Galilea. Il 10 giugno Israele e Siria dovettero accettare il « cessate il fuoco » imposto dall’O.N.U.. La guerra era durata in tutto 6 giorni.

Il successivo mese di settembre Dayan, forte della sua fulminea vittoria militare e portavoce delle correnti nazionalistiche più oltranziste, dichiarò « intangibili » le nuove frontiere conquistate da Israele. I rapporti tra Israele e il mondo arabo vennero quindi ulteriormente inaspriti, mentre andò organizzandosi (attraverso un processo interno non privo di divisioni e drammatici contrasti) il movime[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine siriano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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