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Il segmento testuale sinistrismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 81Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 699

Brano: [...]l proletariato, in quanto favorivano il mantenimento al potere delle forze borghesi e aiutavano i capitalisti a superare la crisi in cui si dibattevano. Per contro, gli atteggiamenti di “Stella Rossa” venivano considerati dai dirigenti del P.C.I. come provocatori e utili soltanto al nemico nazifascista.

Su La nostra lotta (v.), organo del Partito comunista italiano, in un articolo apparso sul numero di dicembre del 1943, sotto il titolo « Il “sinistrismo” maschera della Gestapo », in un articolo attribuito a Pietro Secchia (v.) si diceva: « Non è la prima volta che i nazifascisti ricorrono all’arma della demagogia e si coprono il volto con la maschera “rivoluzionaria” per tentare di conquistare una qualche influenza tra gli operai. Influenza che non potrebbero certamente conquistare presentandosi col loro vero volto di nazifascisti. [...] Non è dunque per noi una novità il constatare che con l'occupazione teutonica in Italia sono apparsi alcuni fogli dai pomposi titoli “proletari” come “Stella Rossa” e “Prometeo” i quali con roboante fraseolo[...]

[...]ro certamente conquistare presentandosi col loro vero volto di nazifascisti. [...] Non è dunque per noi una novità il constatare che con l'occupazione teutonica in Italia sono apparsi alcuni fogli dai pomposi titoli “proletari” come “Stella Rossa” e “Prometeo” i quali con roboante fraseologia massimalista e pseudo rivoluzionaria dicono di essere sulla via della ... sinistra. In realtà sono sulla via della Gestapo. [...] Ma sotto la maschera del “sinistrismo” è facile scorgervi il bieco sanguinario volto del nazifascismo. Strappiamo questa maschera, laceriamo il velo e vi scorgeremo il grugno di Hitler.

Ogni operaio al quale sia capitato per le mani qualcuno di questi luridi fogli dai titoli altisonanti e dall'etichetta “rivoluzionaria” si sarà certamente reso conto della vera natura del loro contenuto. Bastano a ciò poche riflessioni. [...] Ebbene, questi fogli, “Stella Rossa” e “Prometeo”, non dicono una sola parola contro i tedeschi, contro i nazisti, non incitano alla lotta e alla lotta immediata contro i nazisti tedeschi, al contrario que[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 560

Brano: [...] l’organizzazione armata del partito. Fortichiari si trovò così a dirigere, negli anni di maggiore attacco fascista, l’azione di autodifesa comunista in tutta Italia, prevalentemente svolta da giovani della F.G.C.I.. Riconfermato membro della Direzione dal II Congresso (Roma, marzo 1922), nel giugno 1923 partecipò al

III Esecutivo allargato dell Internazionale comunista. In questa sede, di fronte alle critiche avanzate dal Comintern contro il sinistrismo bordighiano, si schierò a favore di Bordiga (che in quel periodo si trovava in carcere) e quando il 111 Esecutivo impose di autorità al P.C.d'I. una nuova Direzione, si rifiutò di farne parte.

Segretario della Federazione comunista di Milano, fu eletto deputato alla Camera nell'aprile 1924, ma per la solidarietà che manteneva nei confronti di Bordiga la nuova Direzione del partito gli tolse l'incarico di segretario provinciale.

Espulso dal P.C.d’I.

Con Repossi e Onorato Damen (v.), Forti chi ari fu tra i promotori di quel Comitato d’Intesa della sinistra del P.C.d’I. che nel gennaio [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 537

Brano: [...]
fatti dimenticare che, come l’equazione « trotzkista = nemico del popolo » fu usata da Stalin per spianarsi la strada alla dittatura, così l'analoga e non meno arbitraria equazione « bordighismo = trotzkismo » venne largamente e ripetutamente usata dal gruppo dirigente del P.C.I. per controbattere ogni tentativo di dissidenza interna, anche quando la sopravvivenza del P.C.I. come tale non era più in pericolo. Si continuò a parlare di « putrido sinistrismo italiano », di « canaglie troschiste » e di « sinistribordighiani » nel maggio 1944 in Italia, durante la Guerra di liberazione, per bollare gruppi di comunisti che non si erano prontamente allineati alle direttive della Direzione (Cfr. La Nostra lotta Organo del Partito Comunista Italiano, Anno II, n. 78, aprile 1944, pag. 22). Inoltre, i pochi sopravvissuti alle repressioni staliniane, liberati dai gulag grazie alla morte di Stalin, formalmente “riabilitati” dalle autorità sovietiche e rientrati in Italia molti anni dopo la fine della guerra, con qualche spirito di rivalsa nei confronti di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 483

Brano: [...]ivoluzionario, per affermare la dittatura del pro

letariato secondo il modello russo. Vincitore del congresso, egli divenne leader della corrente maggioritaria, detta dei massimalisti (v. Massimalismo) .

Tornato a dirigere l’“Avanti!” e direttore altresì della rivista “ComuniSmo” (v.), da lui stesso fondata, si guadagnò il nome di “Lenin italiano”. In realtà, egli venne ben presto a trovarsi in disaccordo sia con Lenin (che lo accusava di “sinistrismo”) sui problemi della politica agraria, sia con l’Internazionale Comunista, della quale non accettava i “21 punti” che esigevano, tra l’altro, l’espulsione dei riformisti dal P.S.I..

Al congresso socialista di Livorno (v.) del gennaio 1921, egli si presentò alla testa dei massimalisti, firmatario della mozione detta dei “comunisti unitari”. Nel congresso si oppose alla espulsione della frazione riformista capeggiata da Turati, pertanto ruppe con i comunisti che si apprestavano a fondare il P.C. d’I.. Venne così a trovarsi in una posizione di isolamento, soggetto sia ai violenti attacchi dei[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 457

Brano: [...]Il partito ecc, cit., p. 296]) considerarono un momento fondamentale dell’instaurazione di organismi di massa e di autogoverno, furono seguiti dalla “svolta di Salerno” (v.), che imponeva l’accantonamento dei contenuti di classe e delle stesse immediate istanze radicalrepubblicane della Resistenza. Secchia tentò bensì di delineare una unità estesa a forze sociali di sinistra non rappresentate nei C.L.N.; ma fin dal dicembre 1943, neM’articolo II sinistrismo maschera della Gestapo, edito ne “La Nostra Lotta”, egli aveva in realtà rotto i ponti e dichiarato lotta aperta nei confronti dei gruppi di sinistra rivoluzionaria, a loro volta incapaci di un’elaborazione adeguata al tempo storico e alle condizioni reali dei rapporti di forza. Il ridimensionamento della proposta politica del P.C.I. partigiano e combattente — ridimensionamento del quale Longo e Secchia davano un’interpretazione prevalentemente tattica e quindi non traumatica — coincise tuttavia con il crescere del movimento e delle sue chances insurrezionali; ciò che — oltre alla disciplina [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 589

Brano: [...] capeggiato da Ferdinando Schiavetti che ^propugnava una qualificazione classista dei repubblicani e che perciò si incontrava con le tesi sempre sostenute da Emilio Lus$u (v.), nuovo leader virtuale della formazione giellista.

Ma l'accentuazione dei connotati « socialisti » non trovava concordi tutti gli esponenti della compagine (già alcuni, come Alberto Tarchiani, se ne erano allontanati in epoca antecedente, appunto dissentendo su questo « sinistrismo ») mentre, da parte loro, comunisti e socialisti si incontravano nel Patto di unità d'azione, accusando i gieliisti (con una polemica che oppose in modo assai acceso Mario Montagnana, redattore di Stato Operaio, a Trentin) di essere una pura frazione dell'opposizione borghese al fascismo.

La morte di Rosselli, il patto unitario fra comunisti e socialisti, la tragica conclusione della guerra di Spagna, acutizzando i contrasti interni al gruppo dirigente e le difficoltà del giovane movimento (che in realtà non aveva mai trovato uno spazio reale per espandersi) tolsero al settimanale parigino[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 719

Brano: [...] triplica gli eletti del Socialismo? Le Ipombe, che a Milano, a Venezia, a Bologna, a Foggia, hanno risposto alle proclamazioni delle nostre vittorie, sono state il gesto di solitarii insensati. Ma ai riflessi di quelle detonazioni potrebbero trar lume e coordinazione propositi più cauti e più perfidi di reazione! Non si perda di vista che l’Esecutivo in Italia domina ancora il Legislativo ». Sono parole precise, scritte nel momento di massimo « sinistrismo » degli stessi riformisti, dopo il congresso di Bologna del P.S.I.. Ma le indicazioni politiche che sono tratte da quelle premesse già anticipano la linea « tolstoiana » degli anni successivi: « Il proletariato (...) eluderà le sobillazioni della demagogia dei vinti con la sapienza di attesa e la fiducia in se stesso ».

Parallelamente, a dimostrazione che proprio nei gruppi dirigenti del P.S.I. non £i aveva fiducia nel proletariato, Giovanni Zibordi (considerando gli elementi del successo socialista nelle urne, nel numero della rivista dell'115.1.1920) vedeva il « regime borghese palesarsi[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine sinistrismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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