Brano: Settarismo
smo, a distogliere i militanti dal pensiero del loro compito serio ed impellente, che consiste nel formare la propria educazione di rivoluzionari di professione, per concentrarlo su quello della compilazione di statuti particolareggiati e “cartacei” sui sistemi elettorali. Solo all’estero, ove spesso si raccoglie gente che non ha la possibilità di svolgere un vero lavoro attivo, s’è potuto manifestare qua e là, e soprattutto nei diversi piccoli gruppi, questo “gioco alla democrazia ». [...] « Per i militanti del nostro movimento, il solo principio organizzativo serio dev essere: rigorosa c[...]
[...]olscevico portarono all’instaurarsi del
lo stalinismo (v.). Inoltre, attraverso la Terza Internazionale (v.), fin dal 1919 il modello organizzativo bolscevico venne adottato da tutti i partiti comunisti che andavano sorgendo negli altri paesi, sebbene la loro situazione fosse completamente diversa rispetto a quella del partito bolscevico. Per il Partito comunista italiano, la “bolscevizzazione” fu sancita nel 1926 (v. Lione, Congresso di).
Settarismo e stalinismo
A partire da quegli anni l’accusa di “settarismo” venne rovesciata paradossalmente dai dirigenti bolscevichi contro quei partiti, gruppi o singoli esponenti comunisti che non si fossero mostrati abbastanza pronti ad accettare le “svolte” e le decisioni della Terza Internazionale e che, in realtà, erano poi quelle del partito russo guidato da Stalin. Questo partito, per assicurare la « costruzione del socialismo nell’U.R.S. S. », faceva leva su una durissima repressione interna e si atteneva a un tatticismo pragmatico sia nei confronti dei governi capitalisti (e fascisti) sia nei confronti delle forze rivoluzionarie degli altri paesi, in cui[...]
[...]che, in realtà, erano poi quelle del partito russo guidato da Stalin. Questo partito, per assicurare la « costruzione del socialismo nell’U.R.S. S. », faceva leva su una durissima repressione interna e si atteneva a un tatticismo pragmatico sia nei confronti dei governi capitalisti (e fascisti) sia nei confronti delle forze rivoluzionarie degli altri paesi, in cui primo compito diventava ormai quello di far da supporto all’U.R. S.S.. L’accusa di settarismo venne così a colpire chiunque dissentisse dallo stalinismo.
Secondo Stalin, le posizioni “di sinistra” altro non erano che posizioni opportuniste e reazionarie “di destra” goffamente mascherate, che andavano perciò aspramente combattute. A partire da Trotzky (v.), furono accusati di settarismo coloro che non erano d’accordo con la politica terzinternazionalista del fronte unico (v.), poi con quella del fronte popolare (v.), poi con quella se
guita durante la guerra di Spagna. Nel 1939 furono accusati di settarismo quanti manifestarono i loro dubbi di fronte al Patto di non aggressione russotedesco (v.). Nel corso della Seconda guerra mondiale, l’accusa di settarismo venne rivolta in Italia contro quei gruppi di estrema sinistra che, pur dichiarandosi comunisti, non si identificavano con la politica di unità nazionale sostenuta dal P.C.I. (v. Prometeo 194345).
La lotta contro il settarismo così inteso non impediva peraltro agli stalinisti di rivendicare la validità del loro particolare settarismo, come una caratteristica benefica che aveva avvantaggiato il partito. Per esempio, in una conferenza clandestina di giovani comunisti svoltasi all’inizio del 1945 nell*ltalia settentrionale, il rappresentante ufficiale del P.C.I. pose la questione nei seguenti termini: « Il settarismo era forte tra di noi. Esso aveva trovato un facile e fertile terreno di sviluppo nella reazione al riformismo e al massimalismo. La Federazione Giovanile Comunista era un piccolo partito comunista, era il partito comunista dei giovani. I compiti che noi ci ponevamo erano gli stessi di quelli del Partito. La disciplina era la ferrea disciplina del Partito. Si esigevano dai giovani gli stessi doveri, la stessa coscienza che si esigeva dal compagno iscritto al Partito. L'applicazione di una rigida disciplina, la severa educazione allo spirito di sacrificio, alla rigorosa osservanza degli impegni[...]
[...]dalle file proletarie l’opportunismo, le influenze borghesi e tutti i prodotti della degenerazione socialriformista » (Da La nostra lotta/Organo del P.C.I., n. 3 dell’1.2.1945. pag. 18).
AH’indomani della Seconda guerra mondiale, sbaragliata l’opposizione di sinistra, i cui capi erano stati in gran parte tolti di mezzo attraverso “purghe” e processi, o semplicemente assassinati come nel caso di Trotzky e Andrés Nin (v.), la polemica contro il settarismo (nel senso inteso da Stalin) continuò contro ogni forma di dissidenza: nell’estate del 1948 furono clamorosamente accusati di « settarismo burocratico » i dirigenti comunisti jugoslavi oer aver « ripudiato la dottrina leninistastaliniana del partito », i suoi principi di organizzazione basati sulla « compattezza » e sulla « disciplina ferrea ». Queste accuse, lanciate attraverso il Cominform (v.), facevano però soltanto da contorno a quella, ancora più grave, di « deviazione nazionalista » che metteva il Partito comunista jugoslavo « fuori dalla famiglia dei partiti comunisti », avendo esso cercato una pro
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