Il segmento testuale scissionisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 134Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 505
Brano: [...]ndamente l’economia di Genova, imprimendo uno sviluppo notevolissimo all’industria pesante (v. Ansaldo]I, collegata con le grandi compagnie di navigazione e con la Banca Italiana di Sconto (v.).
Si ebbe quindi un mutamento nella classe operaia, la quale andò superando le concezioni riformiste per orientarsi sempre più verso una lotta rivoluzionaria per l’abbattimento del potere borghese. In tale situazione si ebbe un regresso dei sindacalisti scissionisti « autonomi »> e un rafforzamento della C.G.L. che a Genova, nel 1919, raggiunse i 41.454 iscritti. Venne inoltre a svi
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 512
Brano: [...]rss : : 8: : S: : r. ■» «tu iuji ««. « inai «t. a. | ^tssuts zsA'%:i£z
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no Maggio 1803.
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La prima pagina del numero delI’1.5.1893 del quotidiano la Provincia di Mantova, organo della Federazione mantovana operai e contadini
tari e di comuni, nonché nell’imponente movimento sindacale e cooperativistico. Esso subì però anche gravi lacerazioni per la presenza dei movimenti scissionisti capeggiati da Enrico Ferri, Ivanoe Bonomi e Gerolamo Gatti che, in varia misura, volevano indirizzare il movimento socialista verso forme di « democrazia rurale » principalmente fondata sui ceti medi agricoli e sul principio della collaborazione di classe.
Una certa unità si ricostituì solo di fronte alla Prima guerra mondiale, con l’assunzione di una posizione « neutralista » largamente condivisa dalla base. Ma ormai il periodo più significativo del socialismo mantovano era finito, così come era finito il periodo nel quale le masse contadine del Nord svolgevano una funzione di guida. Perc[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 823
Brano: [...], a due anni dalla sua prematura scomparsa per malattia.
Egli aveva visto nell’incontro con i lavoratori cattolici l’aspetto giustamente unitario, come lo era stato durante la Resistenza, ma non accettava questa iniziativa come una revisione e una negazione del socialismo, quale fu quella della socialdemocrazia italiana nell’ambito della scelta anticomunista imposta daM’imperialismo americano. Rodolfo Morandi fu quindi tenacemente ostile agli scissionisti socialdemocratici del 1947 e difese in ogni occasione i caratteri originali del socialismo italiano che, secondo lui, doveva mantenersi rigorosamente fedele ai reali interessi della classe operaia, rifiutando deleteri compromessi o veri e propri tradimenti.
Avversario intransigente di ogni forma di oltranzismo clericale, al Congresso socialista di Torino, nel 1955, Morandi sostenne che il dialogo con la Democrazia Cristiana non doveva avvenire sulla base di « precarie combinazioni trasformistiche ». La morte prematura purtroppo gli impedirà di svolgere questa sua linea politica in un momen[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 523
Brano: [...]ur comprendente socialisti e comunisti, combatteva le insidiose iniziative della destra interna e dei fascisti.
Con il XXIV Congresso del Partito (Firenze, aprile 1946), Pertini fu eletto membro della Direzione. Nel congresso successivo (Roma, gennaio 1947), in cui avvenne la scissione socialdemocratica di Saragat, Pertini si prodigò per impedirla e fu l’unico, tra i massimi dirigenti del P.S.I., a recarsi a Palazzo Barberini per esortare gli scissionisti a desistere; dopodiché non fec@ più parte della Direzione fino al XXVIll Congresso (maggio 1949). Tornerà in Direzione a questo momento e vi resterà fino al XXXII Congresso (febbraio 1957).
Per alcuni anni Pertini svolse anche una intensa attività giornalistica quale direttore deH’« Avanti! » dal
1945 al 1946 q, nuovamente, dal
1950 al 1952. Dal 1947 al 1950 diresse Il Lavoro Nuovo, l’antico quotidiano socialista di Genova.
La linea di Pertini dirigente del P.S.I. fu sempre ispirata a un coerente antifascismo, alla difesa del patrimonip acquisito dai lavoratori italiani con la Gue[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 42
Brano: Ravenna
questa corrente assunse la direzione provinciale del P.R.I. nel giugno 1922 e restò, dopo la conquista fascista di Ravenna, allineata sulle posizioni antifasciste espresse dalla Direzione nazionale, senza seguire gli scissionisti nel gennaio 1923.
La conquista di Ravenna
Lungo la via, geografica e militare, verso la marcia su Roma (v.) una tappa fondamentale fu costituita dalla sconfitta del socialismo riformista emilianoromagnolo, roccaforte economica e politica del movimento operaio organizzato. Tra l’assalto a Palazzo d’Accursio (v.) a Bologna (novembre 1920) e la conquista di Ravenna (2629.7.1922) furono i momenti della progressiva distruzione delle organizzazioni ‘ sovversive”, alla quale sfuggirono nella regione, nella fase che precedette il 28.10.1922, solo Parma (v.) e Molinella (v.).
Dopo la rapida c[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 96
Brano: [...]ca e gli obiettivi “nazionali”: ma i seguaci di “Stella Rossa” intendevano dare alla lotta un carattere classista — e non nazionale —, premessa di una non meglio definita “rivoluzione”.
Il Partito comunista, usando il sistema di infamare i dissidenti, lanciava contro “Stella Rossa” l'accusa (per esso, appunto, infamante) di “trotzkista”: e qualcosa di vero c’era in ciò, in quanto i seguaci del gruppo (che, per parte loro, non si consideravano scissionisti, ma soltanto esponenti di una corrente “critica” nei confronti del Partito), sembravano auspicare qualcosa di simile alla “rivoluzione permanente” di Trotzkij (v.) : prima abbattere il nazifascismo e immediatamente dopo l’ordine capitalista. Si può osservare che il Partito comunista era qui vittima della sua stessa propaganda, che per anni aveva tentato di avvalorare l’equazione « fascismo uguale capitalismo »: gli uomini di “Stella Rossa” ne traevano le logiche conseguenze.
Ben presto gli articoli di “Stella Rossa” si fecero più espliciti: ai primi di settembre del 1944, in un lungo scrit[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 192
Brano: [...]o dopo la fallita occupazione delle fabbriche (v.) del settembre 1920: nonostante il proposito manifestato da tutti i gruppi di non voler seguire la corrente estremista mirante alla scissione del partito, la tensione della situazione sociale portava inevitabilmente all'assunzione di posizioni di sempre più radicale dissenso. Al Congresso socialista di Livorno del gennaio 1921 vennero delegati: Alighieri Costantini e Pietro Sartor per i comunisti scissionisti; Mauro Scoccimarro, Pietro Pascoli, Michele Sanmartino e Giovanni Rosso per la mozione comunista unitaria; Augusto Braidotti e Giovanni Cosattini per quella detta concentrazionistariformista di Reggio Emilia.
Al ritorno da Livorno, il segretario della Federazione socialista Mauro Scoccimarro fece un’ampia relazione, annunciando che anche in Friuli era nato il Partito comunista, cui egli aveva deciso di aderire. Insieme a Scoccimarro lasciarono le fila socialiste numerosi altri compagni, esponenti di primo piano del movimento operaio, come Alighieri Costantini, Angelo Polacco, Pietro Sartor[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 494
Brano: [...]la “Settimana rossa”. Nel 1921 fu eletto deputato, ma non venne rieletto nel 1924. Durante gli anni della dittatura subì alcuni fermi per la sua precedente attività politica. Ricomparve attivamente sulla scena antifascista nell’estate del 1943, dopo la caduta del regime. Nel 1944 prese parte alla Resistenza, come membro del C.L.N. di Fabriano (v.). Eletto alla Costituente nel 1946, nelle liste del Partito socialista, l'anno successivo fu tra gli scissionisti che diedero vita al Partito socialde
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 554
Brano: [...]e dissidenza isolata, la Federazione giovanile si mosse compattamente sulla linea « consigli di fabbrica più epurazione del partito », che rappresentava una più ampia base di mediazione fra comunisti di tutte le tendenze.
La maggiore unità interna poneva la F.G.S.I. nelle condizioni migliori per incidere sulla battaglia di correnti in seno al P.S.I. e, in molte province, i circoli giovanili organizzarono in prima persona l’unità dei comunisti scissionisti a prescindere dalla pregiudiziale astensionista. Verso novembre questo tipo di iniziativa generò in seno alla F.G.S.I. una reazione che trovò sbocco nella costituzione di una frazione di minoranza per l’unità dei giovani socialisti. I “giovani unitari” (come vennero definiti) si concentravano soprattutto in Emilia, punto di forza del movimento e, da sempre, maggiormente legata alla tradizione riformista del socialismo italiano.
Il 6.12.1920 si riunì a Genzano (Roma) il Consiglio nazionale che condannò duramente la pratica frazionista della corrente filosocialista, rinviando ogni provvedime[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine scissionisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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