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Il segmento testuale scetticismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 872Entità Multimediali , di cui in selezione 19 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 745

Brano: [...]e Forces frangaises de l’Intérieur (v.), volontà che veniva d’altra parte confortata dagli aiuti provenienti dagli stessi inglesi (e dapprima solo da essi), poi in misura sempre crescente dagli americani. In terra francese le missioni subirono così gli effetti della strategia angloamericana, gli attriti al vertice, l’isolamento. In via indiretta risentirono anche della costante diffidenza degli Alleati nei confronti dei movimenti clandestini. Lo scetticismo e la diffidenza degli Alleati nei confronti dell’esercito di liberazione francese si concretizzarono in episodi di manifesta ostilità, come l’accordo concluso dagli americani con l’ammiraglio Darlan (v.) e poi l’aiuto dato al generale Giraud. Tale atteggiamento durò fino al giugno 1944, cioè fino a quando Eisenhower, dopo aver assunto il controllo dei rapporti con le F.F.I., riconobbe il generale Koenig come comandante di queste stesse forze, ponendo implicitamente alle sue dipendenze le missioni S.O.E. e O.S.S..

Le precedenti considerazioni negative non diminuiscono l’importanza dell’azio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 286

Brano: [...]attere nelle file dell’Esercito italiano di liberazione. Ma solo alla fine di dicembre, dopo tenaci insistenze, gli Alleati consentirono ai volontari partigiani di entrare a far parte dei Gruppi di combattimento (v.). Ormai smobilitata da 56 mesi la Divisione, rientrata alle rispettive zone di origine e in seno alle famiglie la totalità dei combattenti, si trattava di ricostituire in pochi giorni le file della formazione. E, contro ogni dubbioso scetticismo di quanti non credevano possibile questo « miracolo », l’operazione riuscì. Lavorando di slancio, percorrendo le valli e le colline ancora devastate dalla guerra, tenendo improvvisati comizi nelle piazze e sulle aie dei contadini, in meno di una settimana i Comandi ricostituirono i vecchi distaccamenti e li arricchirono di nuove reclute che presero il posto dei partigiani trasferitisi in altre province e non più raggiungibili.

Da Abbadia San Salvatore, da Poggibonsi, da tutta la Val d’Elsa e dalla Valdichiana oltre 700 veterani della « Lavagnini » e centinaia di nuovi combattenti accorsero[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 14

Brano: [...]ff alla fine d'ottobre del 1918, allorché gli subentrò come quartiermastro generale il generale Groener (che sarà il vero protagonista dell’inserimento delle forze armate tradizionali nella Repubblica di Weimar) Hindenburg rimase formalmente capo di stato maggiore fino al 3.7.1919. Egli visse quindi il trapasso dell’lmpero, al quale si sentirà sentimentalmente legato anche durante la sua gestione presidenziale.

Subì la repubblica con profondo scetticismo, come il male minore; accettò di conservare almeno provvisoriamente il suo posto in funzione di una forte pressione controrivoluzionaria e del condizionamento in chiave moderata di Ebert e della socialdemocrazia, non nascondendo né la sua avversione per il mutamento istituzionale né il suo stato d’animo nazionalista né i suoi legami con lo Junkertum della cosiddetta Ostelbia né i suoi propositi fermamente antibolscevichi.

Presidente della repubblica

Alla morte di Ebert, l’elezione di Hindenburg alla presidenza della repubblica (25.6.1925) come candidato delle destre guidate dal Partito [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 564

Brano: [...]golare episodio. Processato nel 1929 a Basilea (v.) insieme a Ruggero Grieco, Giù: seppe Dozza, Pietro Secchia e altri, quando il presidente del tribunale gli chiese quale fosse la sua professione, con tutta naturalezza rispose: « Operaio edile ».

Dato che gli altri imputati, di aspetto assai meno raccomandabile del suo, piuttosto sciatti e trasandati, si erano unanimemente qualificati « pubblicisti », i giudici svizzeri non nascosero il loro scetticismo, poco convinti da quelle risposte. Ebbero la chiara impressione, come fecero capire, che si trattasse di operai che cercavano di gabellarsi per « intellettuali »; e, cosa più strana, di un vero intellettuale che per qualche motivo voleva passare per operaio.

Nella Guerra di liberazione

II 25 luglio del 1943 colse Gigante nel campo di concentramento di Anghiari (v.), internato con altri antifascisti, tra cui numerosi sloveni. Non essendo stati liberati dal governo Badoglio, l’8 settembre gli internati si ribellarono alle guardie di custodia, scalarono i muri di cinta e si dispersero nell[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 331

Brano: [...] esprimeva l’avvenuta trasformazione della FIAT in una sorta di reclusorio.

La lunga esperienza di lotta rendeva d’altra parte quegli operai particolarmente avveduti nel cogliere la situazione, disssuadendoli da agitazioni che sentivano premature e destinate a sicuro insuccesso.

Per molto tempo le incitazioni della stampa clandestina a organizzare scioperi e proteste non trovarono positiva accoglienza e non riuscirono a superare un muro di scetticismo su quelle che potevano essere le reali possibilità della lotta. La dittatura fascista, che in campo economico si manifestava nella riduzione dei salari e nell’abbassamento del tenore di vita dei lavoratori, poteva esercitarsi, attraverso il rigoroso controllo di ogni attività politica e il terrore poliziesco, meglio nei centri industriali e nelle grandi fabbriche che nelle zone agricole dove la polizia, i carabinieri e la Milizia non sempre erano presenti. Ma nella misura in cui la crisi del regime andò maturando, specie dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, si realizzò una svolta e [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 8

Brano: [...]olica commemorativa, cui seguirono nel 1965 un tempio ebraico e una chiesa protestante.

Negli anni del dopoguerra le autorità tedesche locali hanno fatto tutto

11 possibile per allontanare dalla città di Dachau l’onta bruciante del lager, ma l’affermazione frequentemente ripetuta che la popolazione « non sapeva » e che non può quindi essere coinvolta nelle responsabilità delle S.S. o dei capi nazisti, è quanto meno da accogliere con grande scetticismo. Gli abitanti di questa cittadina non potevano certo ignorare quanto si passava entro i recinti del campo, dati i continui e quotidiani rapporti che, per oltre

12 anni, erano intercorsi con le S.S. in città e con le misere squadre dei prigionieri che vi lavoravano. È un fatto che dalla fine della guerra in poi si è cercato e si cerca di occultare e mascherare con ogni mezzo il campo, sebbene precisi accordi internazionali esigano che esso venga mantenuto intatto, a imperituro ricordo del sacrificio di quanti vi soffrirono e Vi morirono per mano nazista.

Bibliografia: Paolo Liggeri, Tria[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 637

Brano: [...] « Garibaldi ».

1 comunisti sostennero con forza in seno ai C.L.N. la necessità di condurre la lotta anche mediante le agitazioni e gli scioperi nelle fabbriche: lungi daN’indebolire, come taluni sostenevano, l’unità nazionale, questa lotta l’avrebbe rafforzata, dando alla Guerra di liberazione un contenuto sociale. La lotta di classe doveva essere l’anima e il cemento della lotta nazionale. Fu ancora il P.C.I. a proporre, malgrado il diffuso scetticismo e la

637

i



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 52

Brano: [...]” del popolo italiano, della sua cosciente partecipazione alla vita politica. La vittoria della battaglia antifascista voleva dire per questi giovani la liberazione del proletariato dalle ideologie riformiste e corporativiste; l’entrata delle grandi masse contadine sulla scena politica e la loro partecipazione attiva e autonoma nella vita nazionale: l’abbandono da parte della piccola borghesia del vecchio abito spirituale, fatto di ipocrisia, di scetticismo, di meschino egoismo personale. In queste loro aspirazioni essi volevano riattaccarsi, compendiandoli e superandoli in un’unica nuova esperienza politica, ai movimenti liberali dell’anteguerra: al sindacalismo antiriformista e meridionale; al

l'Unità di Salvemini; al movimento vociano. ...Nel seno dell’Aventino avevano rappresentato una forza di propulsione e di critica. Logicamente, dunque, a sconfitta certa, esse dovevano essere le prime a darsi ad una opera di revisione, condotta freddamente, senza sentimentalismi, senza pietà per i ” vecchi ”. Quest’opera di critica è riassunta nel nom[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 604

Brano: [...]za di Dumbarton Oaks (v.) del 1944 e infine quella di San Francisco (v.) dell’aprilegiugno 1945, che aveva approvato lo Statuto delle Nazioni Unite (v.).

Nonostante le solenni affermazioni di principio, i rapporti internazionali cominciarono tuttavia a guastarsi di nuovo già durante i lavori per la stesura dei trattati di pace. Iniziate a Londra IM .9.1945, proseguite a Mosca e infine a Parigi, queste trattative furono sempre più improntate a scetticismo, diffidenza e ostilità fra U.S.A., U.R.S.S., Gran Bretagna e Francia che si trovarono d’accordo soltanto su un punto: sul fatto di arrogarsi, in contrasto con i grandi princìpi precedentemente affermati, il diritto di decidere per conto di tutti i popoli una nuova sistemazione del mondo.

II 19.7.1946. in apertura della Conferenza della pace svoltasi a Parigi per decidere le sorti di quei paesi ex nemici (Italia, Bulgaria, Romania, Ungheria e Finlandia) che si erano staccati dal carro nazista prima della fine della guerra, il delegato australiano H.V. Evatt denunciò senza perifrasi che si e[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 98

Brano: [...]iende gravitavano intorno a queste come subfornitori. Tra le decine di migliaia di operai, tecnici e impiegati che lavoravano in questi stabilimenti l’avversione al fascismo si faceva sempre più strada e quando, agli inizi di settembre del 1939, venne proclamata la “nonbelliqeranza” dell’Italia, molti trassero un sospiro di sollievo. Ma tra gli operai, consapevoli che prima o poi il

fascismo avrebbe trascinato il Paese nel baratro, regnava lo scetticismo.

In quel drammatico periodo le organizzazioni clandestine antifasciste a Torino erano inattive. Alia caduta del gruppo ConteCapriolo aveva fatto seguito, nel 1937, una ondata di arresti nelle fabbriche conclusa da un nuovo processo davanti al Tribunale speciale che aveva condannato Attilio Gombia (v.) e altri

10 comunisti a forti pene. I collegamenti col Centro estero del Partito furono interrotti e la situazione si aggraverà ulteriormente dal settembre 1939, quando con la messa fuori legge del Partito comunista francese anche i dirigenti comunisti italiani che si trovavano a Parigi dov[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine scetticismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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