Brano: Nuoro
Quando le trattative si interruppero, essi esortarono invano, in due successivi proclami, le sezioni del partito ad attendere le decisioni degli organi dirigenti:, nonostante questi appelli alla disciplina, numerosi sardisti, soprattutto nel Cagliaritano, entrarono di loro iniziativa e in due riprese (febbraio e aprile 1923) nel Partito fascista. Essi lo fecero, in molti casi, spinti dall’illusorio proposito di servirsi del fascismo 'dali’intemo per costringere
10 Stato italiano a interessarsi delle sorti dell’isola. I dirigenti sardisti del Nuorese si mantennero invece tutti estranei al fascismo, anzi gli opposero una lunga resistenza; tuttavia" anche a loro va addebitata la dilapidazione del capitale di fiducia delle masse dei pastori e contadini, in trattative poco chiare che contribuirono a disorientare e a disperdere la base sardista.
11 fascismo entrerà a Nuoro, secondo un processo ripetutamente verificatosi in Sardegna, tramite l'apparato statale. Esso si diffuse però solo dopo la marcia su Roma ed esclusivamente tra studenti, piccola borghesia impiegatizia, possidenti agrari; fino al 1924 e oltre, la città restò un[...]
[...]ientare e a disperdere la base sardista.
11 fascismo entrerà a Nuoro, secondo un processo ripetutamente verificatosi in Sardegna, tramite l'apparato statale. Esso si diffuse però solo dopo la marcia su Roma ed esclusivamente tra studenti, piccola borghesia impiegatizia, possidenti agrari; fino al 1924 e oltre, la città restò una roccaforte di resistenza sardista. Nelle elezioni politiche del 1924 fu rieletto l’avvocato Mastino e i maggiorenti sardisti poterono ancora riunirsi a Nuoro in un banchetto per celebrare la vittoria. Mastino partecipò anche alla redazione del giornale Sardegna libera che, dopo il delitto Matteotti, uscì a Sassari come organo unitario del Comitato di opposizione antifascista della provincia.
La nuova provincia
Nuoro, che nel 1848 era stata a capo della Terza Divisione amministrativa dell’isola, si era vista togliere questa prerogativa nel 1859, nell’ambito della politica di accentramento del nuovo Stato unitario italiano. Nel periodo dell’autonomismo, l’istanza di ricostituzione della terza provincia sarda co[...]
[...] organo unitario del Comitato di opposizione antifascista della provincia.
La nuova provincia
Nuoro, che nel 1848 era stata a capo della Terza Divisione amministrativa dell’isola, si era vista togliere questa prerogativa nel 1859, nell’ambito della politica di accentramento del nuovo Stato unitario italiano. Nel periodo dell’autonomismo, l’istanza di ricostituzione della terza provincia sarda con centro a Nuoro era stata portata avanti dai sardisti e in particolare da Mastino. Questa rivendicazione fu recepita dal fascismo al potere per motivi esattamente opposti a quelli che avevano mosso il Partito sardo: nel quadro di una riforma amministrativa mirante a svuotare ogni autonomia, dare ai prefetti maggiori poteri e assicurarsi il miglior controllo anche nelle zone periferiche allo Stato fascista, nel 1927 il regime istituì a Nuoro la terza provincia sarda, ot
tenendo il risultato di raggiungere i propri fini, mentre mostrava di venire incontro alle richieste delle popolazioni locali.
Si può tuttavia affermare che il fascismo, se [...]
[...]a caratteristica, rintracciabile in tutta la Sardegna, fu la separazione tra antifascismo borghese e antifascismo proletario: gli aderenti ai due diversi gruppi, pur vivendo in un piccolo centro e quindi conoscendosi reciprocamente, non avevano contatti politici né intrattenevano rapporti di amicizia personale. Gli antifascisti borghesi, da parte loro, costituirono un gruppo affiatato e di quasi quotidiana frequentazione, di cui Tacevano parte i sardisti Mastino, Oggiano e Giacobbe Melis. Questi, non avendo ceduto al fascismo, conservarono posizioni di dignitoso isolamento, insieme all’avvocato Gonario Pinna, di orientamento radicalsocialista, Essi ebbero qualche collegamento anche
con Emilio Lussu, loro compagno di partito negli anni fervidi del dopoguerra e ora esule a Parigi. Lussu li esortava alla resistenza e alla lotta, nella speranza di poter conservare e riprendere un seguito fra le masse agropastorali dell’isola. Un posto a parte tra i sardisti è occupato da Dino Giacobbe che, nel 1937, sollecitato da Lussu, abbandonò la posizione[...]
[...] ceduto al fascismo, conservarono posizioni di dignitoso isolamento, insieme all’avvocato Gonario Pinna, di orientamento radicalsocialista, Essi ebbero qualche collegamento anche
con Emilio Lussu, loro compagno di partito negli anni fervidi del dopoguerra e ora esule a Parigi. Lussu li esortava alla resistenza e alla lotta, nella speranza di poter conservare e riprendere un seguito fra le masse agropastorali dell’isola. Un posto a parte tra i sardisti è occupato da Dino Giacobbe che, nel 1937, sollecitato da Lussu, abbandonò la posizione di sterile attesa e lasciò la Sardegna, per arruolarsi con le Brigate Internazionali in Spagna. Anche alcuni emigrati del Nuorese combatterono per la Spagna repubblicana: tra questi, l’anarchico Giovanni Dettori, caduto a Teruel; i fratelli Pietro e Domenico Golosio, di Mamoiada; i fratelli Pompeo e Ferdinando Franchi, il primo dei quali morì per le ferite riportate nella battaglia di Monte Pelato (v.) combattendo (sotto il nome dj Giuseppe Zuddas) con la Colonna « AscasoRosselli ».
Opposizione cattolic[...]