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Il segmento testuale sardisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 182

Brano: Nuoro

Quando le trattative si interruppero, essi esortarono invano, in due successivi proclami, le sezioni del partito ad attendere le decisioni degli organi dirigenti:, nonostante questi appelli alla disciplina, numerosi sardisti, soprattutto nel Cagliaritano, entrarono di loro iniziativa e in due riprese (febbraio e aprile 1923) nel Partito fascista. Essi lo fecero, in molti casi, spinti dall’illusorio proposito di servirsi del fascismo 'dali’intemo per costringere

10 Stato italiano a interessarsi delle sorti dell’isola. I dirigenti sardisti del Nuorese si mantennero invece tutti estranei al fascismo, anzi gli opposero una lunga resistenza; tuttavia" anche a loro va addebitata la dilapidazione del capitale di fiducia delle masse dei pastori e contadini, in trattative poco chiare che contribuirono a disorientare e a disperdere la base sardista.

11 fascismo entrerà a Nuoro, secondo un processo ripetutamente verificatosi in Sardegna, tramite l'apparato statale. Esso si diffuse però solo dopo la marcia su Roma ed esclusivamente tra studenti, piccola borghesia impiegatizia, possidenti agrari; fino al 1924 e oltre, la città restò un[...]

[...]ientare e a disperdere la base sardista.

11 fascismo entrerà a Nuoro, secondo un processo ripetutamente verificatosi in Sardegna, tramite l'apparato statale. Esso si diffuse però solo dopo la marcia su Roma ed esclusivamente tra studenti, piccola borghesia impiegatizia, possidenti agrari; fino al 1924 e oltre, la città restò una roccaforte di resistenza sardista. Nelle elezioni politiche del 1924 fu rieletto l’avvocato Mastino e i maggiorenti sardisti poterono ancora riunirsi a Nuoro in un banchetto per celebrare la vittoria. Mastino partecipò anche alla redazione del giornale Sardegna libera che, dopo il delitto Matteotti, uscì a Sassari come organo unitario del Comitato di opposizione antifascista della provincia.

La nuova provincia

Nuoro, che nel 1848 era stata a capo della Terza Divisione amministrativa dell’isola, si era vista togliere questa prerogativa nel 1859, nell’ambito della politica di accentramento del nuovo Stato unitario italiano. Nel periodo dell’autonomismo, l’istanza di ricostituzione della terza provincia sarda co[...]

[...] organo unitario del Comitato di opposizione antifascista della provincia.

La nuova provincia

Nuoro, che nel 1848 era stata a capo della Terza Divisione amministrativa dell’isola, si era vista togliere questa prerogativa nel 1859, nell’ambito della politica di accentramento del nuovo Stato unitario italiano. Nel periodo dell’autonomismo, l’istanza di ricostituzione della terza provincia sarda con centro a Nuoro era stata portata avanti dai sardisti e in particolare da Mastino. Questa rivendicazione fu recepita dal fascismo al potere per motivi esattamente opposti a quelli che avevano mosso il Partito sardo: nel quadro di una riforma amministrativa mirante a svuotare ogni autonomia, dare ai prefetti maggiori poteri e assicurarsi il miglior controllo anche nelle zone periferiche allo Stato fascista, nel 1927 il regime istituì a Nuoro la terza provincia sarda, ot

tenendo il risultato di raggiungere i propri fini, mentre mostrava di venire incontro alle richieste delle popolazioni locali.

Si può tuttavia affermare che il fascismo, se [...]

[...]a caratteristica, rintracciabile in tutta la Sardegna, fu la separazione tra antifascismo borghese e antifascismo proletario: gli aderenti ai due diversi gruppi, pur vivendo in un piccolo centro e quindi conoscendosi reciprocamente, non avevano contatti politici né intrattenevano rapporti di amicizia personale. Gli antifascisti borghesi, da parte loro, costituirono un gruppo affiatato e di quasi quotidiana frequentazione, di cui Tacevano parte i sardisti Mastino, Oggiano e Giacobbe Melis. Questi, non avendo ceduto al fascismo, conservarono posizioni di dignitoso isolamento, insieme all’avvocato Gonario Pinna, di orientamento radicalsocialista, Essi ebbero qualche collegamento anche

con Emilio Lussu, loro compagno di partito negli anni fervidi del dopoguerra e ora esule a Parigi. Lussu li esortava alla resistenza e alla lotta, nella speranza di poter conservare e riprendere un seguito fra le masse agropastorali dell’isola. Un posto a parte tra i sardisti è occupato da Dino Giacobbe che, nel 1937, sollecitato da Lussu, abbandonò la posizione[...]

[...] ceduto al fascismo, conservarono posizioni di dignitoso isolamento, insieme all’avvocato Gonario Pinna, di orientamento radicalsocialista, Essi ebbero qualche collegamento anche

con Emilio Lussu, loro compagno di partito negli anni fervidi del dopoguerra e ora esule a Parigi. Lussu li esortava alla resistenza e alla lotta, nella speranza di poter conservare e riprendere un seguito fra le masse agropastorali dell’isola. Un posto a parte tra i sardisti è occupato da Dino Giacobbe che, nel 1937, sollecitato da Lussu, abbandonò la posizione di sterile attesa e lasciò la Sardegna, per arruolarsi con le Brigate Internazionali in Spagna. Anche alcuni emigrati del Nuorese combatterono per la Spagna repubblicana: tra questi, l’anarchico Giovanni Dettori, caduto a Teruel; i fratelli Pietro e Domenico Golosio, di Mamoiada; i fratelli Pompeo e Ferdinando Franchi, il primo dei quali morì per le ferite riportate nella battaglia di Monte Pelato (v.) combattendo (sotto il nome dj Giuseppe Zuddas) con la Colonna « AscasoRosselli ».

Opposizione cattolic[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 371

Brano: [...]ata, sufficientemente coesa e diffusa su tutto il territorio regionale, guidata da capi autorevoli e prestigiosi, era comunque il P.S. d’A.. Alle elezioni politiche del 1919 la lista dei Combattenti ebbe 3 deputati eletti (su

12), risultando così al primo posto nel collegio di Cagliari e al secondo in quello di Sassari (in totale la lista raccolse 31.016 voti, quasi il 25% dell’elettorato). Nelle elezioni del 1921, la lista dei “quattro mori” sardisti conquistò addirittura 4 seggi, portando alla Camera dei deputati, oltre a Emilio Lussu, Paolo Orano (v.) e Umberto Cao (che sarebbero poi passati entrambi al fascismo), e l’avvocato nuorese Pietro Mastino che invece rimarrà inflessibile oppositore del regime (quella volta si votò su un’unica circoscrizione regionale: su 122.497 voti validi, il P.S. d’A. ne ebbe 35.488, circa il 28,9%).

Alla marcia su Roma seguì immediatamente la cosiddetta “conquista dei prefetti”: l’1.1.1923 sbarcò a Cagliari, appunto con questo incarico, il generale Asclepia Gandolfo, nominato prefetto della provincia, m[...]

[...]a circoscrizione regionale: su 122.497 voti validi, il P.S. d’A. ne ebbe 35.488, circa il 28,9%).

Alla marcia su Roma seguì immediatamente la cosiddetta “conquista dei prefetti”: l’1.1.1923 sbarcò a Cagliari, appunto con questo incarico, il generale Asclepia Gandolfo, nominato prefetto della provincia, ma in realtà inviato speciale di Benito Mussolini con poteri su tutta l’isola. Suo compito era di fascistizzare la Sardegna proponendo ai capi sardisti di entrare nel P.N.F. in cam

bio di una politica più attenta alle esigenze dell’isola (nelle trattative, si parlò anche della concessione dell’autonomia).

In effetti, la “fusione” tra fascismo e sardismo avvenne tra il febbraio e l’aprile del 1923. Al P.N.F. passarono alcuni dirigenti sardisti di rilievo nonché numerosi quadri intermedi di piccola borghesia urbana e rurale. La base restò invece estranea all’operazione, soprattutto quando Lussu, che dovette guidare le trattative date le sue responsabilità di capo del partito, decise di tirarsene fuori, dimettendósi anche da deputato e annunciando il proprio ritiro da ogni attività pubblica (le sue dimissioni furono respinte due volte dalia Camera). Ma la “fusione” non avvenne pacificamente: i fascisti della “prima ora”, che vedevano di cattivo occhio l’afflusso di un nuovo e più popolare gruppo dirigente, scatenarono una serie di di[...]

[...]e fascista, venne trafitto con la lancia dello stesso gagliardetto (morirà all’ospedale dopo qualche settimana) ; il 22 dicembre venne invasa, saccheggiata e incendiata la tipografia de II Solco, il combattivo quotidiano sardista; pochi giorni dopo, nella zona mineraria di Portoscuso, venivano uccisi dagli squadristi di Iglesias i fratelli Luigi e Salvatore Fois, battellieri.

Di “autonomia” non si parlerà più: la “fusione” mise nelle mani dei sardisti fusionisti le leve dell’organizzazione fascista locale, il che comportò anche una resa incondizionata al potere centrale. Alcuni di quei capi s’illudevano di poter “sardizzare” (o “sardistizzare”) il fascismo, tanto che alcuni storici parleranno, a proposito di questa loro velleità, di « sardifascismo », ma in realtà sarà il regime a “fascistizzare” rapidamente la Sardegna, allineandola al sistema nazionale e facendole pagare duramente questa nuova e più stretta integrazione al sistema stesso. Se, negli anni dal 1920 al 1924, l’industria estratti va espelleva il 65% dei lavoratori (saranno questi ad alimentare il primo consistente flusso di e

migrazione sarda nel nostro secolo), la politica monetaria fascista (il raggiungimento della famosa “quota 90”) metterà in ginocchio la[...]

[...]ltro l’attenzione di Antonio Gramsci (v.).

Dalla "fusione" al l'attentato a Lussu

Con la “fusione” il fascismo vinse. Quantunque le elezioni del 1924 offrissero l’ultima dimostrazione di resistenza dell’ideale sardista facendo convergere sul P.S. d’A. 23.392 voti (il 16%), rieleggendo quindi Lussu e Mastino, il listone fascista « ottiene un successo superiore alle previsioni (Salvatore Sechi), con 85.037 voti e 8 eletti, fra i quali gii ex sardisti Pili, Antonio Putzolu, Salvatore Siotto, Giovanni Cao di San Marco. La lista capeggiata da CoccoOrtu raccolse da parte sua

11.285 voti, ma il vecchio leader giolittiano fu clamorosamente sconfitto, venendo eletto il giovane avvocato sassarese Mario Berlinguer (v.), espressione del gruppo “amendoliano” della Nuova Sardegna. Il Partito Popolare, con i suoi 7.510 voti, elesse infine deputato il cattolico Palmerio Del itala.

Il delitto Matteotti ridiede fiato all’opposizione. Nelle due città maggiori si formarono comitati unitari che, a Sassari, pubblicarono anche un giornale (Sardegna libe[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 181

Brano: [...]gliari nel 1919 da Emilio Lussu (v.). Anche nelle elezioni del 1921 il candidato sardista di Nuoro ottenne il massimo delle preferenze elettorali.

Nello stesso periodo operavano a Nuoro e nel Nuorese gruppi di anarchici, di socialisti eredi della tradizione socialrivoluzionaria di Deffenu e i primi cattolici uniti nel Partito Popolare, tra cui il deputato Francesco Dorè e il giovane Salvatore Mannironi. Ma, tra tutti, maggior seguito ebbero i sardisti Pietro Mastino, Luigi Oggi ano, Dino Giacobbe e Giovanni Battista Melis. Tuttavia l’influenza di questi dirigenti cominciò a declinare nel 1922: nelle elezioni amministrative di quell’anno essi furono battuti;

10 stesso Mastino non fu rieletto alla Deputazione provinciale, di cui era pur stato presidente.

Alla fine dell’ottobre 1922, negli stessi giorni della marcia su Roma, si svolsero a Nuoro il V Congresso degli ex combattenti e il III Congresso del Partito sardo d’Azione. Di fronte alla violenza fascista, i capi sardisti incitarono alla resistenza e alla lotta, ma il fascismo si era[...]

[...]via l’influenza di questi dirigenti cominciò a declinare nel 1922: nelle elezioni amministrative di quell’anno essi furono battuti;

10 stesso Mastino non fu rieletto alla Deputazione provinciale, di cui era pur stato presidente.

Alla fine dell’ottobre 1922, negli stessi giorni della marcia su Roma, si svolsero a Nuoro il V Congresso degli ex combattenti e il III Congresso del Partito sardo d’Azione. Di fronte alla violenza fascista, i capi sardisti incitarono alla resistenza e alla lotta, ma il fascismo si era ormai impadronito dello Stato in tutte le sue strutture.

La penetrazione fascista

Benito Mussolini aveva concepito un preciso piano per guadagnarsi

11 favore degli ex combattenti e dei sardisti, onde attuare politicamente la conquista dell’isola. Qui il fascismo, se si eccettuano le poche zone industriali, come quella mineraria dell’lglesiente, dove era stato fondato e foraggiato dai padroni delle miniere, era scarsamente diffuso. Nel novembre 1922 venne inviato a Cagliari con intenti di « pacificazione », il deputato sardo Pietro Lissia; poi, dopo una serie di violenze fasciste scatenate nella città e in tutta l’isola, giunse in qualità di prefetto di Cagliari il generale AscJepia Gandolfo. Egli iniziò trattative con alcuni esponenti del Partito sardo d’Azione per addivenire a una [...]

[...]novembre 1922 venne inviato a Cagliari con intenti di « pacificazione », il deputato sardo Pietro Lissia; poi, dopo una serie di violenze fasciste scatenate nella città e in tutta l’isola, giunse in qualità di prefetto di Cagliari il generale AscJepia Gandolfo. Egli iniziò trattative con alcuni esponenti del Partito sardo d’Azione per addivenire a una fusione dell’organizzazione sarda col Partito fascista. Nelle trattative furono coinvolti anche sardisti nuoresi quali l’ingegner Dino Giacobbe (dirigente regionale dei combattenti) e l’av vocato Oggiano (dirigente regione le del partito).

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 386

Brano: Sassari

Manifestazione di sardisti a Sassari (1920)

poguerra alla nascita di un movimento di rivendicazione regionalista: se ne fecero portatori gli ex combattenti, quasi tutti contadini e pastori, prima nei nuclei dell’Associazione Nazionale Combattenti (A. N.C.) e poi, a partire dall'aprile

1921, nel Partito Sardo d’Azione. Sassari fu, grazie all’azione di Camillo Bellieni, che sarebbe poi stato l’ideologo e uno dei capi del P.S. d’A., la culla dell’A.N.C. in Sardegna, il cui primo nucleo può essere individuato nella sezione dell’Associazione Invalidi e Mutilati fondata a Sassari già nel gennaio 1918.

Il movimento d[...]

[...] proveniente da Civitavecchia. il 13 dello stesso mese a Sorso, in uno scontro dopo un comizio di Mario Berlinguer (v.) rimase ferito il fascista Raffaele Rais. Morirà di lì a poco e sarà l’unico “caduto” fascista della provincia.

Un rapporto prefettizio dei febbraio 1923 registrava la consistenza delle forze politiche attive nella provincia nel modo seguente: 2.290 fascisti, forti soprattutto a Tempio, Ittiri, La Maddalena e Terranova; 1.350 sardisti, di cui 500 a Nuoro e 600 ad Alghero (ma solo 40 a Sassari!); 1.050 nazionalisti; 2.170 socialisti (di cui 1.000, tutti operai, a Tempio, e 800 ad Ittiri).

Tra il 1924 e il 1926 il fascismo, forte di sempre più larghe adesioni della borghesia agraria nel capoluogo e nei centri maggiori, “normalizzò” la provincia: nel giugno 1924 venne defenestrato l'ultimo sindaco demo

cratico di Sassari, il professore Flaminio Mancaleoni, le amministrazioni comunali minori vennero commissariate; nel febbraio 1926, superata la crisi Matteotti, venne soppressa “La Nuova Sardegna” che, proprio nel periodo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 372

Brano: [...]pistolari che lo legavano alla madre e alla sorella; Velio Spano (v.), trasferitosi con la famiglia da Cagliari nel 1924, era clandestino fra Milano e Torino (sarà arrestato nel 1927); Luigi Potano (v.), dopo aver lasciato Sassari per la Francia nel 1924, dal 1925 emigrò in U.R.S.S.. Tra i dirigenti socialriformisti, il solo Angelo Corsi (arrestato per breve tempo nel 1926) resisterà su posizioni antifasciste.

Furono pertanto alcuni dirigenti sardisti e qualche militante comunista a tessere in Sardegna le prime trame cospirative. Quando, agli inizi del 1928, la polizia individuò a Roma un importante nucleo dell’organizzazione clandestina comunista facente capo a Giuseppe Amoretti, Anna Bessone e Roberto Allegri, in casa del sardo Giovanni Agostino Chironi (n. a Nuoro nel 1902) fu rinvenuto un ciclostilato antifascista intestato « Sardegna »: ne venne sospettato autore il giovane studente nuorese Antonio Dorè (n. a Orune nel 1906) e così era in effetti, ma la polizia non riuscì ad averne le prove: assolto dal Tribunale speciale, Dorè fu qui[...]

[...]erie di arresti connessi alla caduta del centro interno di “Giustizia e Libertà”. Anche se la polizia non riuscì mai a decifrare i nomi in codice che figuravano nella corrispondenza tra Lussu, i giellisti Francesco Fancello e Cesare Pintus (v.) furono condannati dal Tribunale speciale a 10 anni di reclusione: liberato nel 1939, Pintus morirà per le conseguenze di una malattia contratta in carcere (dello stesso gruppo facevano sicuramente parte i sardisti Dino Giacobbe, Luigi Battista Puggioni e il repubblicano sassarese Michele Saba).

Il nucleo sardistagiel lista scoperto nel 1930 era la punta emergente di un iceberg di avversione al fascismo che attraversava, seppur toccandoli in gruppi molto limitati, ampi strati di borghesia urbana intellettuale e professionale. Fu, quel

lo degli “avvocati”, un antifascismo silenzioso e nel complesso non pericoloso, che tuttavia ebbe, soprattutto per la statura morale dei suoi protagonisti, una funzione educativa e morale di grande rilievo.

Un atteggiamento ancora più sfumato, per il quale si user[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 370

Brano: [...]la Sezione dell'A.N.C. di Cagliari (Emilio Lussu e Lionello De Lisi), era molto più avanzato, non solo rispetto alla piattaforma ideologica e ri vendicativa che fu poi approvata a Napoli, ma anche rispetto al movimento in generale. Come programma “nazionale” i sardi chiedevano la forma repubblicana dello Stato con Federazione amministrativa, l’abolizione del Senato e la riforma del Parlamento, la nazione

Emilio Lussu con la camicia grigia dei sardisti (1923)

armata a puri scopi difensivi, leggi su divorzio e ricerca della paternità, abolizione del protezionismo doganale, destatalizzazione dell’industria, tutela deM’agricoltura, vasto movimento cooperativistico, istruzione obbligatoria per 7 anni, imposta fortemente progressiva con magistratura tributaria indipendente. Nel programma “regionale” si chiedeva inoltre: l’autonomia « nell’Unità politica », lo sviluppo delle autonomie comunali, la demanializzazione delle risorse isolane (saline, tonnare, miniere), la banca regionale unica, un programma generale di rimboschimento, bonifiche, po[...]

[...]fascismo (e, secondo alcuni, anche per questo) fece la sua comparsa in Sardegna molto più tardi che nel resto dell'Italia.

Il fascismo alla conquista della Sardegna

Fasci di combattimento vennero fondati in alcuni centri sardi nel 1920, ma nell'aprile 1921 erano già scomparsi. Ma a questo punto i fascisti cominciarono a scendere in piazza anche in Sardegna, dando il via ad azioni squadristiche contro organizzazioni e dirigenti socialisti e sardisti. L'assenza, nell'isola, di un ceto capitalistico agrario fece sì che

10 squadrismo scegliesse come campo d'azione centri operai come Tempio (dove già esisteva un'industria sugheriera con oltre 1.000 lavoratori sindacalizzati) e soprattutto Iglesias, dove gli industriali minerari (in particolare Ferruccio Sorcinelli, proprietario anche del quotidiano di Cagliari L’Unione Sarda) finanziarono e sostennero le squadre d'azione. Tra la fine del 1920 e l'inizio del

1921 il movimento operaio sardo fu impegnato in una lunga azione rivendicativa che costrinse la classe padronale ad accogliere gra[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 419

Brano: [...]operai dell’lglesiente, aveva tentato di incanalare le rivendicazioni e le aspirazioni dei sardi in una lotta volta unicamente contro lo Stato italiano, ignorando quasi di proposito il grande alleato naturale dei contadini e dei pastori di Sardegna, la classe operaia italiana, e il loro nemico interno: i proprietari reazionari sardi, agenti e strumenti degli sfruttatori continentali della Sardegna. Malgrado l’integrità morale di alcuni dirigenti sardisti, i proprietari fondiari e i loro agenti si impadronirono del movimento per smembrarlo e darlo in pasto al fascismo, svuotandolo proprio e totalmente del suo contenuto sardista» [Velio Spano).

Il fascismo e la guerra

Così il fascismo si sovrappose durante un ventennio ai lavoratori della provincia di Cagliari, come al resto della Sardegna, prestando i suoi gagliardetti alle conventicole locali raccolte intorno alle famiglie dei grandi proprietari e alle clientele personali di alcuni influenti professionisti. I capi e gli esponenti di queste cricche non esitarono a indossare la camicia ne[...]

[...], nel quadro della politica autarchica (v. Autarchia), di valorizzare le risorse del sottosuolo del Sulcis, fino a fondare la città mineraria di Carbonia (conta attualmente 25.000 abitanti), inaugurata da Mussolini nel dicembre 1938 e largamente strombazzata dalla propaganda fascista.

Dopo le leggi eccezionali del novembre 1926 si ebbe anche in Sardegna una certa attività clandestina contro il fascismo, condotta da nuclei di comunisti e di ex sardisti (questi ultimi raggruppati nel movimento di « Giustizia e Libertà ») che però molto di rado riuscirono a collegarsi con i centri interni ed esteri dei loro partiti. Negli anni della dittatura si ebbero periodiche diffusioni di stampa clandestina e isolate manifestazioni antifasciste seguite da arresti, invii al confino e al Tribunale speciale.

Se gran parte della gioventù intellettuale cagliaritana rifuggì dal fascismo, essa non riuscì tuttavia, anche per le difficoltà obiettive derivanti dall’isolamento della Sardegna, a trovare una base di orientamento ideologico dalla quale muovere cont[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 189

Brano: [...]ovato in possesso, dica che l’ha rinvenuta per caso, ricevuta per posta, raccolta jn treno, per la strada, trovata sotto l'uscio di casa, perché anche così la diffonderemo. Ai più animosi che consentono o dissentono, ma sono con noi risolutamente antifascisti, diciamo: scrivete anche voi, ma soprattutto agite ». Abbandonate le polemiche politiche e ideologiche, « Avanti Sardegna! » esortava all'unità e all'azione armata: « Liberali, democratici, sardisti, repubblicani, cattolici, comunisti, discuteremo domani da uomini liberi: oggi dobbiamo soltanto lottare uniti per liberarci dal nemico comune. Noi oggi siamo per l’azione. Il solo programma immediato è quello di imporre la fine dell'infame guerra fascista, di riconquistare la libertà, di restaurare i valori supremi dello spirito e della dignità umana.

Insorgere! Ciascuno faccia ciò che può. Insorgere contro il fascismo e la guerra, contro i tedeschi che ci opprimono e attirano, con la loro presenza, le bombe sulla Sardegna. Siate pronti, cogliete ogni occasione propizia, la prima scintill[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 672

Brano: [...] Ordine Nuovo » svolgevano a Torino e altrove, tra i meridionali colà emigrati, tra i soldati e i carabinieri, tra i cattolici di sinistra (Migliofi), tra gli intellettuali avanzati (Gobetti) e soprattutto tra gli operai delle grandi fabbriche, non solo di Torino ma anche della Lombardia e deH’Emilia, per sottrarli all’egemonia dei riformisti. Politica di largo respiro, destinata a produrre negli anni positive reazioni, quale quella iniziata sui sardisti di Emilio Lussu (v.) e su alcuni intellettuali meridionali che, come Guido Dorso, attraverso Gobetti conobbero Gramsci e il suo « meridionalismo », còsi diverso (e ben altrimenti concreto) dallo pseudoconcretismo dei vecchi meridionalisti. La modernità e l'attualità delle tesi gramsciane non consistono d'altra parte soltanto nella individuazione delle forze sociali su cui puntare per la soluzione del problema meridionale (la classe operaia alleata ai contadini del Sud e del Nord, e quindi ai lavoratori cattolici, agli intellettuali d’avanguardia, ai giovani, agli emigrati), ma anche nella ind[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 477

Brano: [...]a. Meno isolati di prima, i fascisti poterono riprendere e rilanciare nei paese la loro « libertà d’azione ».

Altri patti di pacificazione, questa volta in singole regioni e in tutt’altra situazione, quando squadre e fasci erano ormai vicini alla conquista del potere o lo avevano appena occupato, si ebbero più tardi: ne furono protagonisti Italo Balbo e i repubblicani di Romagna, a Ravenna il 28.7.1922; e poi il generale Gandolfo e un’aia dei sardisti, a Cagliari.

Per questo verso, il patto di Roma aprì una strada che portò singoli reparti del movimento democratico e popolare a capitolazioni locali e settoriali; anche di qui l’esigenza diffusa di una piattaforma unitaria che ripartisse dalla base e fosse capace di mobilitarla.

Bibliografia: Angelo Tasca, Nascita e avvento del fascismo, Firenze, 1950, pp. 222 e segg.; Enzo Santarelli, Storia del fascismo, Roma, 1981, voi. I, pp. 252261; Italo Balbo, Diario 1922, Milano, 1932, pp. 95107; Marina Addis Saba, Emilio Lussu 19191926, Cagliari, 1977, pp. 96141.

Patto di unità d’azione

[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine sardisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---fascismo <---fascista <---fascisti <---antifascista <---comunisti <---sardista <---comunista <---fasciste <---italiano <---socialisti <---Dino Giacobbe <---antifascisti <---socialista <---Francesco Dorè <---P.S. <---P.S.I. <---Partito comunista <---Pietro Mastino <---Stato fascista <---Storia <---antifascismo <---antifasciste <---ideologia <---italiana <---lista <---squadristi <---Agraria <---Antonio Gramsci <---Cocco-Ortu <---Efisio Melis <---Ordine Nuovo <---Pietro Lissia <---collaborazionisti <---d'Azione <---giolittiano <---ideologiche <---italiani <---mussoliniano <---professionisti <---protezionismo <---revanscismo <---riformisti <---sardismo <---socialismo <---squadrismo <---A.N.C. <---A.N.P.I. <---Abbadia San Salvatore <---Al P <---Al P N <---Al P N F <---Alti Comandi <---Angelo Corsi <---Antonio Putzolu <---Arditi del popolo <---Arnaldo Satta Branca <---Artegna a Gemona <---Ascaso-Rosselli <---Attimis-Faedis <---Bibliografia <---Bollettino del Comando Supremo <---Brigata Italiana Antifascisti <---Brigate Internazionali in Spagna <---C.L.N. <---Camera Enrico <---Comune di Nuoro <---Comune di Rive <---Comune di Siena <---Congresso di Marsiglia <---Corriere di Sardegna <---Da Sarzana a Modena <---Dolfuss in Austria <---Enrico De Nicola <---Ferdinando Franchi <---Fertilia nella Nurra <---Folklore <---Forgaria a Lovazzo Carnico <---Francesco Ciusa <---Giacobbe Melis <---Giovanni Agostino Chironi <---Giovanni Battista Me <---Giuseppe Di Magno <---Gonario Pinna <---Guerra di Liberazione <---Il Corriere <---Il P <---Il P S <---Ingegneria <---Ingegneria civile <---La Nuova Sardegna <---La prima <---La sera <---Laconi nel Nuorese <---Latterie Sociali Cooperative <---Legione di Cagliari <---Lionello De Lisi <---Luigi Battista Puggioni <---Marina Addis Saba <---Mario Corona <---Michele Saba <---Monte Cuar <---Monte San Pietro <---Montenero di Bisaccia <---N.C. <---Nord e Sud <---P.C.F. <---P.C.I. <---P.N.F. <---P.P.I. <---Paolo Pili <---Pirri di Cagliari <---Pratica <---R.D. <---Radio Londra <---Radio Milano Libertà <---S.F.I.O <---S.F.I.O. <---S.S. <---Salvatore Fois <---Salvatore Mannironi <---Salvatore Siotto <---San Daniele del Friuli <---San Marco <---San Pietro <---Sandro Pertini <---Satta Branca <---Sebastiano Satta <---Spartaco Lavagnini <---Stella Rossa <---Udine a Tarvisio <---Val Tagliamento <---Valle Padana <---Vedegheto di Savigno <---afascismo <---antiparlamentarismo <---autista <---banditismo <---carducciano <---classista <---combattentismo <---comuniste <---conservatorismo <---costeggiano <---cristiani <---d'Italia <---dell'Ordine <---democristiana <---driste <---ecologico <---esclusivismo <---franchista <---fusionisti <---giellisti <---giolittiani <---gramsciane <---ideologica <---ideologico <---imperialismo <---italiane <---lismo <---liste <---mendoliano <---meridionalismo <---meridionalisti <---mismo <---mussoliniane <---mussoliniani <---nazifascisti <---nazionalisti <---nazista <---nazisti <---oscurantismo <---parmigiani <---positivismo <---prefascista <---proselitismo <---pseudoconcretismo <---radicalsocialista <---regionalista <---relismo <---ribellismo <---sardiste <---sardofascista <---separatismo <---siciliano <---sindacalista <---sociakiformista <---socialfascismo <---socialiste <---socialriformisti <---squadrista <---verismo



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