Brano: [...]arà una commistione di demagogia sociale, ricatti verso gli strati dei lavoratori meno abbienti, sottile diffamazione e persuasione, il tutto sostenuto dalla più brutale violenza fisica. L’obiettivo politico della sua attività in quegli anni consisteva nel saldare in un « blocco d’ordine » le diverse frazioni della classe dominante, mettendo nello stesso tempo i braccianti contro i mezzadri e i coltivatori diretti, in nome di un vago concetto di ruralismo, di ritorno alla terra e di romanticismo economico. Targioni potè poi approfittare di tutti gli errori e delle incongruenze della politica agraria dei socialisti e dei comunisti per disgregarne le rispettive organizzazioni.

Malgrado Io stillicidio di violenze, uccisioni di dirigenti e militanti, incendi e devastazioni di sedi democratiche che anche nel Pistoiese continuarono per tutto il 1921 e nel 1922, fino alla proclamazione dello sciopero legalitario, poi fallito, la struttura portante del movimento operaio locale resisterà all’offensiva fascista meglio che in altre zone. Le spedizioni[...]

Brano: [...]

Le fasi della ricerca storiografica sono state in proposito diverse. Esse, pur avendo risentito delle contingenze politiche, sono state percorse soprattutto dai grandi cambiamenti sociali iniziati sul finire degli anni Cinquanta e sviluppatisi soprattutto nel decennio Sessanta. Prima di questi cambiamenti, la storiografia antifascista non aveva nutrito dubbi sull'asserzione che la maggioranza delle popolazioni rurali, già diffidente verso il ruralismo di Mussolini e tendente a restare il più possibile estranea a una chiara professione di fascismo, avesse parteggiato per i “ribelli”.

Fra il 1945 e il 1960 erano però stati pubblicati documenti e memoriali di comandanti e combattenti che avevano rivelato l'esistenza di ostilità, anche aperte, da parte di contadini, soprattutto là dove prevalevano i piccoli proprietari. Le pagine entusiastiche di Salvemini e di Battaglia sul coinvolgimento dei contadini in una politica “collettiva” come fatto nuovo nella storia italiana erano state in parte controbilanciate dal richiamo ai profitti del mer [...]

Brano: [...]n la Germania nazista e (spinta decisiva) dopo le leggi razziali del 1938.

Il fuoco, del resto, veniva tenuto acceso dagli strati intellettuali rimasti fedeli a Benedetto Croce (v.) ; fra gli operai, di là dal malcontento per la riduzione dei salari (il 20% effettivo nel ventennio), costituivano un richiamo le azioni coraggiose dei giellisti e degli anarchici e la presenza di comunisti nelle fabbriche; fra i contadini destavano diffidenza il “ruralismo” troppo scopertamente truffaldino del Regime e le costose e inefficienti bonifiche (v. Paludi pontine).

Più in generale, mentre il duce proclamava il ritorno dell'impero, « dopo 19 secoli », sui « colli fatali » di Roma, la presenza di oltre 4.000 volontari antifascisti di varia fede politica in Spagna contro Franco non era ignota. Dal marzo 1937, della vittoria conseguita a Guadalajara (v.) dagli italiani antifascisti appartenenti alle Brigate Internazionali parlarono non solo i reduci delle formazioni costrette in gran parte ad andare a battersi per il fascismo spagnolo, ma lo stesso Mus[...]