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Il segmento testuale riformismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 549Analitici , di cui in selezione 23 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Baratono (relatore per la mozione unitaria) con presentazione di Argentina Altobelli (presidente), e Giovanni Bacci, Discorso di Baratono in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...] altre nazioni vicine a noi.
Ma quando — compagni, è tutta qui la questione — quando, per bocca del compagno Kabaktceff, la Russia . ci dice che noi, tendenza unitaria, maggioranza del Partito, siamo degli opportunisti, che soltanto per accarezzare le masse fingiamo di essere favorevoli alla Terza Internazionale; quando la Russia ci dice che noi ci accontenteremo di espellere dal nostro Partito due, tre, cinque riformisti per mantenere il
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riformismo dentro il nostro Partito, allora io mi rivolgo ai compagni comunisti e dico loro: compagni, credete veramente voi questo?
Molte voci dai palchi e dai banchi dei comunisti: Sí, sí ! (Rumori violentissimi. Interruzioni vivacissime, scambio di apostrofi. Tumulto prolungato).
ALTOBELLI, presidente: Io debbo altamente protestare contro questa intolleranza. Se si continua cosí non si potrà andare avanti. Voi non fate che provocare dei tumulti, facendo perdere un tempo che dovrebbe essere prezioso per tutti. Ricordatevi che qui ci sono anche dei rappresentanti della stampa borghese...
Una voce: C[...]

[...]di quei giorni.
Io ricordo ciò che ho osservato; quelle ore, le ho seguite, le ho vissute; se voi credete che venga in malafede a parlare e a cercare di modificare i fatti, ditemelo subito, piuttosto che interrompermi dopo, ed io tacerò; ma se voi ammettete la buona fede di un uomo, la storia é questa, molto semplice, esposta non per difendere uomini o tendenze riformistiche, ma per dimostrare anzi, che nemmeno allora si trattò di influenza del riformismo e meno ancora di dominio che questo abbia preso sopra il Partito. Poiché, diciamolo subito, la migliore prova che i nostri socialdemocratici non dominarono sul Partito, sta nel fatto, per chi sa e ragiona, che altrimenti essi avrebbero benissimo potuto instaurare la Repubblica socialdemocratica in Italia, per cui ebbero mille buone occasioni e non lo fecero.
Ieri Graziadei diceva che bisogna guardare la realtà storica secondo certi momenti, certe circostanze che ne stabiliscono il valore; e diceva questo per svalutare l'opera dei socialisti italiani che sono stati tutti, o in grandissima mag[...]

[...], esponiamo un esame dei fatti; persuadetevi che stavano di fronte due concezioni oneste, una rivoluzionaria e una sindacale. (Commenti animatissimi).
GENNARI: E incompatibili. Di qui la necessità della separazione. Voci: Ecco la scissione !
Altre voci: L'ordine del giorno era di Bucco. Ricordatevelo ! (Rumori vivissimi. Scambio di apostrofi).
BARATONO: Io dico questo perché noi, unitari, veniamo accusati di voler difendere i riformisti e il riformismo. E non è vero. Noi difendiamo solamente, per debito di lealtà, questi che sono ancora oggi nostri compagni, perché Bologna ha consentito che fossero ancora nostri compagni, dall'accusa di essere dei traditori, dall'accusa di essere dei complottisti, dei conniventi con la borghesia.
Questa è una posizione di lealtà che noi dovevamo assolutamente lrendere di fronte a quei compagni di Mosca che asserivano: « voi avete nel vostro seno dei traditori e degli opportunisti ». Non avevamo di fronte a noi, quel giorno, dei traditori e degli opportunisti; di fronte a noi quel giorno avevamo uomini che [...]

[...]ale di questa tendenza, in modo da poterle dare una precisa qualifica, come si fa invece dai compagni di Mosca. Siamo stati in disaccordo non sull'ammettere o non ammettere che Turati, che Treves, che D'Aragona siano alla destra del Partito, ma solamente nel criterio storico su questa tendenza, nella valutazione di socialpatriottismo, alla quale avete poi rinunziato, o di socialdemocrazia, alla quale non rinunziate, intendendola come sinonimo di riformismo,
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nel senso storico della parola, perché nel senso storico della parola riformismo vuol dire collaborazionismo.
Di fronte a questa domanda: «esiste il collaborazionismo come frazione del Partito socialista italiano? » noi avremo errato, la storia dirà poi la sua sentenza ultima di qui a qualche anno, nessuno è profeta nel mondo, ma insomma noi crediamo di poter definire i nostri destri come frazione collaborazionista, in quanto crediamo che non esista una frazione collaborazionista, la quale porti cioè come suo programma e cerchi di attuare nella sua attività di Partito questa tendenza a collaborare con la borghesia.
Direte: sono venuti adesso a questa concezione; direte:[...]

[...]azione artificiosa e artifi ciale, hanno creato una frazione che s'aduna per dire che non esiste come frazione. Perché ieri Graziadei — scusa se ti cito cosí frequentemente, ma ciò avviene honoris causa — ieri Graziadei diceva, a proposito di Frossard: « quelle che contano sono le mozioni, non i discorsi ». E se fosse vero questo, se contasse soltanto la mozione di Reggio, se contasse la relazione di questa frazione non siamo piú di fronte ad un riformismo né ad un collaborazionismo, ma a della gente che ha corretto i suoi errori passati, ed è venuta dietro di noi.
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Di fronte a questo atteggiamento, concludiamo: non possiamo espellere una frazione intera, in quanta frazione; possiamo prendere provvedimenti individuali, in quanto possono esistere persone che, perché alla destra, individualmente contravvengono alla disciplina del Partito. E queste persone noi le abbiamo diagnostizzate altrettanto crudamente, se non piú di quanto hanno fatto i compagni della frazione comunista.
Si tratta in parte di uomini che hanno compiuto un'evoluzione, s[...]

[...]l Partito nei tempi passati, prima della guerra, (panda cioè il Partito era in condizioni assai diverse da ora, appunto perché non c'era quella condizione rivoluzionaria che, voi tutti lo ammettete, la guerra stessa ha provocato in tutti i paesi; si sono formati una mentalità piccoloborghese, una mentalità dunque riformistoide, non precisamente riformista come programma, ma con un atteggiamento riformista, con una spirito di riformista.
Il loro riformismo consiste principalmente in questo: nel collocare la meta piú in qua della rivoluzione, senza negare la rivoluzione. Guardano l'immediato presente, o vivono nella sfera del parlamentarismo e del possibilismo contingente, senza escludere che domani si possa, si debba, si voglia fare la rivoluzione.
Noi respingiamo questa mentalità che è alla destra, ma anche alla sinistra del Partita, e crediamo che sia incompatibile ormai col Partito socialista, per una semplice ragione: che non appena voi in un'azione qualunque ponete come meta qualche cosa al di qua della rivoluzione, fate del riformismo an[...]

[...] presente, o vivono nella sfera del parlamentarismo e del possibilismo contingente, senza escludere che domani si possa, si debba, si voglia fare la rivoluzione.
Noi respingiamo questa mentalità che è alla destra, ma anche alla sinistra del Partita, e crediamo che sia incompatibile ormai col Partito socialista, per una semplice ragione: che non appena voi in un'azione qualunque ponete come meta qualche cosa al di qua della rivoluzione, fate del riformismo anche se quest'azione fosse violenta. Perché la differenza fra il metodo rivoluzionario e quello riformista non è nella peculiarietá di un certo atto: rivoluzionario sarebbe anche il mio atto di prendere questa bottiglia se questa bottiglia fosse <c tabú », se ci fosse una legge borghese che m'impedisse di prenderla; rivoluzionario è anche un atto sindacale, anche la conquista di un piccolo beneficio operaio, non appena gli diamo l'indirizzo che trascenda verso il fine rivoluzionario, viceversa riformista pub essere anche prendere di mira un ufficiale e colpire le guardie, cari compagni !
Ca[...]

[...]on mi pare che ci sia una grande omogeneità, una perfetta unità tra queste parti...
BORDIGA: C'è, c'è
BARATONO: Tanto meglio !
Dico dunque, che noi, che viviamo nelle Sezioni, sappiamo che molti compagni, che hanno mandato qui dei rappresentanti aderenti alla frazione comunista, sono rivoluzionari perché credono ad una forma di rivoluzione che non è che l'insurrezione fine a se medesima, alla rivolta, e mentre credono che ogni riforma sia del riformismo, il loro non è che un riformismo all'inverso, già che l'episodio insurrezionale preso in sé anche come pura e semplice conquista del Governo, vale per la rivoluzione come una riforma qualsiasi, un episodio, mentre rivoluzione vuol dire quella che ricostruisce la società tutta quanta.
Quindi, dicevo, la discordia tra noi e molti elementi dell'ala destra è in questa concezione del fine, é in questa volontà del fine che diamo alla nostra azione, non nella specificità dell'azione.
E se i compagni di destra invocano Carlo Marx, come lo invocano quelli di sinistra, egli da quel ritratto laggiú sorride tranquillamente della loro [...]



da [Gli interventi] Paolo Spriano in Studi gramsciani

Brano: [...]mente attorno alla produzione della grande industria meccanica, rivela alcuni elementi sintomatici. Fra tutti — a parer mio — forse il più significativo è quello di un mancato incontro profondo, rivoluzionario, tra le idee socialiste (e l'organizzazione del Partito) da un lato, ed il moto spontaneo che nasce spesso prepotentemente dal seno stesso delle fabbriche, dall’altro. E non solo e non tanto, per i limiti generali ideologici e politici del riformismo italiano, della corrente dominante nel socialismo italiano nel periodo giolittiano, ma, più precisamente, più pertinentemente, per le caratteristiche della sezione socialista locale. Essa era dominata da un riformismo che, assai più che altrove, si rivelava quasi esclusivamente a carattere elettoralistico e parlamentar istico {il che non escludeva un notevole grado di spirito settario nella pratica), si manifestava più di ogni altro distaccato dal movimento reale delle masse. E le masse 'erano in movimento. Già all’inizio del periodo di grande sviluppo delle forze produttive, già dal 1901 fimo ai grandi scioperi del 1906 e poi dell’11, del ’12, del ’13, la vivacità della lotta si era espressa vivacemente con una caratteristica di partenza spontanea dalle fabbriche, una caratteristica che mantenne dm tutto [...]

[...]un momento culminante alla fine del 1911, quando l'avanguardia proletaria dei metallurgici scende addirittura in uno sciopero che ha palesi e violentissime manifestazioni di protesta contro l'organizzazione politica e sindacale riformista. È uno sciopero eroico che finisce con una cocente sconfitta, uno sciopero di 65 giorni, nel corso del quale la classe operaia vive e soffre un’esperienza nuova, direi un’avventura nuova, poiché per reazione al riformismo si affida al sindacalismo rivoluzionario che qui risulta, più che mai, essere un prodotto di importazione ideologica, nel senso deteriore della parola, di importazione meridionale, e fa inevitabilmente le sue prove fallimentari in un ambiente socialmente molto più avanzato e complesso di quello del Mezzogiorno.Paolo Spriano

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Lo stesso sindacalismo rivoluzionario rivelerà, allia prova dei fatti, un distacco non minore di queHo dei riformisti dalla vita di fabbrica, dalla spinta autonoma della classe operaia, rivelerà sostanziallmente il suo carattere piccoloborghese ed intellettualis[...]

[...]del Mezzogiorno.Paolo Spriano

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Lo stesso sindacalismo rivoluzionario rivelerà, allia prova dei fatti, un distacco non minore di queHo dei riformisti dalla vita di fabbrica, dalla spinta autonoma della classe operaia, rivelerà sostanziallmente il suo carattere piccoloborghese ed intellettualistico.

È ,a questa stregua che acquistano una luce particolare gli scritti gramsciani del 1919, in cui costante è la duplice polemica contro il riformismo e contro iil sindacalismo. Tale polemica, mentre è resa indilazionabile par la situazione estremamente delicata ed urgente, per la chiarificazione che deve sollevare in mezzo .alile masse, si mostra capace di mordere niella reale esperienza, nella psicologia stessa delle masse operaie torinesi. Non è casuale — in proposito — che contro il sindacalismo si muova la più veemente polemica di Gramsci, in questo periodo1 dell’Ordine Nuovo. Si guardi infatti quanta acutezza di giudizio, quanto equilibrio storico, pur nel fuoco di una polemica politica, contenga una affermazione gramsciana sull’Ordin[...]

[...]fluenza politica che su di essi può esercitare ‘l’operaio organizzato, tutta La massa operaia, quasi anticipando cosi quei temi sul rapporto tra operai ed intellettuali organici e tradizionali, che svilupperà in seguito, prima indite tesi sulla questione meridionale e poi nei Quaderni.

L’educazione teorica: essa, secondo me, viene anche ad assumere un valore molto importante da un altro punto di vista. La concezione che era apparsa tipica del riformismo nel periodo giolittiano, e anche del sindacalismo, al suo punto di approdo, era stata una concezione che intendeva il sistema capitalistico come destinato ad una naturale evoluzione: gli uni — i riformisti — insistevano suH’evoluzione per appoggiare la tesi gradualista dell’inserimento del movimento operaio nello sviluppo della società borghese; gli altri — i sindacalisti — la concepivano come elemento preparatore, nell’attesa messianica di una soluzione catastrofica. Al fondo, cera un punto comune tra le due concezioni, un corollario pratico: l’inutilità, o peggio, il danno per il movimento [...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] N. Bobbio, Nota sulla dialettica in Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]nuatore del pensiero marxista. Qual è il rapporto fra tesi e antitesi? Vi è un pensiero che tenta di mettere l'accento sulla tesi sia che pretenda di conservare nell'antitesi una parte della tesi (il « lato buono » di Proudhon) sia che, come si legge in un altro passo, pretenda di sviluppare tutta la tesi fino af punto di riuscire ad incorporare una parte dell'antitesi stessa 5 : questo pensiero è una falsificazione della dialettica e sfocia nel riformismo. II
Miseria della filosofia, trad. it., Roma, 1949, p. 91. Vedi anche pp. 9899.
2 Op. cit., p. 99.
3 M. S., p. 185.
4 M. S., p. 185. L'identico concetto viene esposto con parole analoghe a pp. 221222. I due passi si illuminano a vicenda.
5 Mach., p. 71. Questo passo contrasta col passo già citato di M. S., pag. 185. Che sia l'antitesi a conservare qualche cosa della tesi o che sia invece la tesi ad assorbire parte dell'antitesi, il risultato è identico: l'attenuazione del contrasto fra tesi e antitesi.
Norberto Bobbio 85
pensiero dialettico genuino, invece, è quello che mette l'accento[...]

[...]tte le proprie "risorse" politiche e morali, e... solo cosí si ha un superamento reale » z.
Da questa antitesi tra una dialettica del positivo e una dialettica del negativo, Gramsci trae alcune conseguenze decisive per la elaborazione del suo pensiero critico. Due soprattutto mi paiono degne di rilievo. Anzitutto, l'affermazione che l'antitesi prolunghi e conservi la tesi dà origine alla pretesa, che è carattere permanente e costitutivo di ogni riformismo, di elaborare una storia a disegno, e come tale soffoca ogni volontà rivoluzionaria. Questo concetto dà esca ad uno dei motivi polemici piú persistenti del pensiero gramsciano, la critica della previsione storica 3. « Realmente si "prevede" — dice Gramsci — nella misura in cui si opera, in cui si applica uno sforzo volontario e quindi si contribuisce concretamente a creare il risultato " preveduto ". La previsione si rivela quindi non come un atto scientifico di conoscenza; ma come l'espressione astratta dello sforzo che si fa, il modo pratico di creare una volontà collettiva » 4. 'In seconda[...]

[...]ito di affermare « come l'AntiProudhon, che è necessario che i termini dialettici si svolgano in tutta la loro potenza e come " estremismi " contrapposti » (P., p. 28).
3 L'esposizione piú completa del problema si trova in M. S., pp. 135138..
4 M. S., p. 135.
86 I documenti del convegno
nel loro cervello dosandone gli elementi " arbitrariamente" (cioè passionalmente) »'.
Entrambe le conseguenze, di cui la prima si ricollega alla critica del riformismo e alla giustificazione storica del momento giacobino, e la seconda ci introduce alla critica della politica degli intellettuali, sono un'ultima conferma della necessità che una comprensione della filosofia di Gramsci cominci dal concetto di dialettica.
1 M. S., p. 186.



da relazione di Costantino Lazzari sotto presidenza Azimonti, Discorso Lazzari in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]sun altro dei Partiti socialisti del mondo. Né Millerand, né Briand in Francia sono stati mai considerati fuori delle file del loro Partito per liquidare con questo atto la corrente di azione politica che loro rappresentavano. E noi abbiamo quindi pieno diritto di volere che si tenga conto di questi avvenimenti storici che hanno il loro valore. Ed è questo che nella nostra mozione, quando voi, all'art. 17, ci dite di romperla con la politica del riformismo, noi vi diciamo « Grazie,
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cari compagni, del consiglio: noi questo lo abbiamo già fatto nel 1912 ». (Approvazioni, applausi, rumori). E siamo pronti a farlo ancora. (Applausi). Per quella disciplina nell'azione che noi vogliamo sia resa sempre piú perfetta, sempre piú organica e piú effettiva ed efficace. Per questo mi sono scandalizzato — e lo dicevo al compagno Turati col quale sono vicino di posto e di studio negli uffici montecitoriali —quando il compagno Turati ha dato la mancia a quel ferroviere che conduceva quel treno. (Rumori). « Caro Turati, gli dicevo, questa volta l'hai fatt[...]

[...]ltà.
Ed allora ecco perché dalla nostra opera ne è scaturita quella sensazione che noi siamo della gente di fermezza e di solidità e per questo, attraverso il Partito socialista, si è raccolto questo largo consenso, e per questo si sono sfrondate, attraverso a noi, tutte le malefatte che da una parte e dall'altra vi sono state. Oh ! sí, noi abbiamo partecipato al periodo convulsivo del tempo del sindacalismo, abbiamo attraversato il periodo del riformismo e del militarismo, eppure mai la nostra fermezza, mai la solidità di coloro che dirigevano la nostra frazione socialista, rivoluzionaria, intransigente, ha potuto raccogliere intorno a sé la possibilità di dire alla maggioranza del nostro Partito che questa teoria, che questa pratica, che questa politica, la quale ci ha dato questo successo elettorale, politico ed amministrativo, del quale dobbiamo andare giustamente fieri ed orgogliosi, sia una teoria sbagliata.
Il compagno Bombacci, commentando un discorso di questo genere che facevo all'Unione socialista romana, disse che questi sono succ[...]

[...]desso quella che ci viene proposta possiamo chiamarla una specie di revisione delle nostre basi statutarie e programmatiche, anche piú grave di quella fatta l'anno scorso a Bologna. Ebbene, io vi dico: Sí, è giusto, è legittimo che gli uomini che sono raccolti sotto una bandiera, che hanno fatto un esame della loro situazione debbano venire alla necessità della loro revisione. I revisionisti di Germania del tempo passato erano i revisionisti del riformismo di allora e si sono poi impadroniti del potere ed il sapiente degli eruditi, il pozzo di sapienza, Kautsky, il traditore della intesa internazionale del movimento proletario, è indicato da Lenin come il piú pericoloso e nefasto degli scienziati che hanno illustrato la storia del socialismo mondiale. Kautsky è un pozzo di sapienza. Io ho avuto il piacere, la combinazione, di salutarlo e non ho esitato a dirgli: « No, la vostra dottrina è traditrice; vale piú la nostra pratica in
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Italia ». (Approvazioni). Noi non abbiamo scritto trattati, ma abbiamo fatto un'opera continua come quella del[...]



da Kabaktceff (delegato dei comunisti bulgari e delegato come membro del Comitato della Terza Internazionale) [traduzione dal francese dell'onorevole Misiano], Discorso Kabaktceff in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...] i comunisti? E precisamente questa: che i primi non riconoscono la situazione rivoluzionaria, non ammettono che le condizioni per una rivoluzione proletaria siano mature, giustificando con questo la loro collaborazione con la borghesia per il ristabilimento ed il consolidamento del regime capitalista scosso, il loro passaggio alla controrivoluzione. Il compagno Serrati, e quanti lo sorreggono, accettando le basi teoriche dell'opportunismo e del riformismo, sono naturalmente costretti ad accettare anche la loro concezione sulle questioni attuali della lotta del proletariato, ad approvare ed accettare la loro tattica. Noi ringraziamo il compagno Serrati della sua franchezza in questa occasione. Oggi Serrati riconosce francamente la concentrazione socialista. Ciò serve a gettare una gran luce sulla situazione.
Il compagno Serrati non riconosce che l'occupazione delle fabbriche da parte degli operai è un fatto di carattere rivoluzionario; si tratta, invece, di un atto rivoluzionario per eccellenza ! Poiché gli operai sono spinti a questa azione d[...]

[...] contro una di quelle piú importanti decisioni del Congresso dell'Internazionale comunista? È vero che il compagno Serrati, dopo avere fatta l'apologia dei riformisti e della loro tattica, si dichiarò, all'inizio della discussione, anche disposto a fare una conces
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sione all'Internazionale comunista, ed escludere dal Partito qualche riformista, ma egli è disposto a sacrificare qualche riformista, come persona, per salvaguardare e salvare il riformismo nel Partito, come tendenza.
Ma il compagno Serrati, non soltanto si dichiara contro questa decisione del Secondo Congresso dell'Internazionale comunista: egli si dichiara anche contrario a quasi tutte le risoluzioni del Congresso di Mosca: contro le tesi della questione agraria, della questione nazionale e coloniale, della questione sindacale, ecc. Qual'è lo spirito delle tesi dell'Internazionale comunista sulla questione agraria? L'Internazionale comunista dichiara che il proletariato rivoluzionario, per vincere il suo principale nemico, la classe capitalistica, deve conquistarsi l'appoggio[...]



da Giancarlo Bergami, Partito e prospettiva della rivoluzione comunista in Bordiga in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]l'orbita di questa. È lo stato democraticoborghese, completato da una organizzazione dei cittadini. Come lo stato di tutti ha benissimo servito alla amministrazione degli interessi dei pochi, cosí vi servirà un partito di massa. E per trarre questo partito dagli effettivi tentennamenti di tutti i vecchi partiti o semipartiti borghesi, i metodi della violenza reazionaria sono senza contrasto combinati alla demagogia democratica. La confluenza col riformismo è chiara. I comunisti respingono il riformismo come un agente della causa borghese nelle file della classe proletaria. Il fascismo pretende di respingerlo come un agente della causa rivoluzionaria nelle istituzioni borghesi (A. Bordiga, Mosca e Roma, « Il Lavoratore », Trieste, 17 gennaio 1923, p. 1).
Per questo insieme di considerazioni il fascismo non è un movimento egemonizzato dagli agrari, né esso sembra riducibile al ruolo di esponente organico dell'ala retrograda e puramente parassitaria della borghesia. È chiaro, per converso, che non si può definire il fascismo come il movimento indipendente d'una parte sola della borghesia, com[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] P. Togliatti, Il leninismo nel pensiero e nell'azione di A. Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]el corso della storia nei singoli paesi, nel quadro di una linea generale di sviluppo della storia mondiale, e ha lasciato prevedere, tra l'altro, quale ricchezza di nuove creazioni rivoluzionarie si sarebbe avuta quando fossero entrati nel corso della rivoluzione le grandi popolazioni del Continente asiatico. Questa è la scena politica mondiale del giorno d'oggi, in sostanza. Ciò non vuol dire, però, che anche al giorno d'oggi la pedanteria del riformismo e del feticismo economista non continui a manifestarsi. Essa alimenta, anzi, una parte considerevole della pole
s.
24 I documenti del convegno
mica politica e della lotta di tendenze nel movimento operaio. Si può sostenere che ne faccia parte anche la attesa di una « rivoluzione » che dovrebbe uscire puramente dalla estensione dei processi automatici nella produzione industriale, e non dalle modificazioni dei rapporti di forza tra le classi, e che sono relative tanto a fatti organici isolati,. quanto a fatti di organizzazione, di coscienza e anche di congiuntura. Potrebbe essere ricordata,[...]

[...]ttive politiche e rivoluzionarie dalla analisi della struttura economica e dei reciproci suoi rapporti con la sovrastruttura ideale, sociale, politica. La guida delle conclusioni leniniste sulla natura dell'imperialismo fa superare a Gramsci il panto morto cui era giunta, all'inizio del secolo, l'indagine politica di Antonio Labriola e alla quale aveva corrisposto, in sostanza, la impossibilità del movimento operaio italiano di liberarsi sia dal riformismo che dall'estremismo verbale. La concezione leninista della rivoluzione e la successiva, sempre piú profonda, esperienza della strategia e della tattica leniniste lo illumina sempre meglio nella ricerca delle condizioni di sviluppo della rivoluzione in Italia. È questo il punto di partenza, tanto direttamente (negli scritti del 191926), quanto per via indiretta e per analogia (ricerche storiche dei Quaderni, nuove interpretazioni dei diversi periodi della storia italiana), di tutte le indicazioni di strategia e tattica politiche che sono la sostanza della azione e del pensiero di Gramsci, e pr[...]



da Graziadei (relatore), Discorso Graziadei in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...] compie una profonda divisione di idee nella que stione dell'atteggiamento da osservarsi di fronte alla dittatura del pro letariato, ed al potere dei Soviety. In queste condizioni si osserva una comprensione particolarmente esatta di questi principi precisamente fra quegli elementi proletari (non parla di capi, parla di operai) che spesso sono stati spinti all'anarchismo soltanto dall'odio, completamente giustificato, contra l'opportunismo ed il riformismo dei partiti della Seconda Internazionale. (Applausi da parte dei comunisti). Per queste ragioni il Congresso crede dovere di tutti i compagni appoggiare con tutte le forze il passaggio di tutti gli elementi proletari dall'anarchismo alla Terza Internazionale ».
Non possono equivocare che coloro che parlano di argomenti che non hanno studiato ! (Applausi da parte dei comunisti). Tesi e statuto della Internazionale comunista. Milano, Società Editrice Avanti!, 1921. Prezzo L. 2.25, pagina 83, fine. (Commenti animati).
Si dice: i principi della Terza Internazionale sono antimarxisti.
Compagni,[...]

[...] e l'ho già detto prima, che le rivoluzioni non avvengono per capricci storici, non avvengono che come il portato di molte condizioni. Ma, in accordo con Marx, tra queste condizioni pone anche la volontà collettiva di una classe operaia organizzata e cosciente. (Bene !).
Chi negasse questa volontà collettiva ed il suo giusto peso, negherebbe
il socialismo, repugnerebbe la sua nobile opera. Perché organizzate gli operai? Perché, o compagni del riformismo, nei vostri migliori tempi, ed anche oggi, avete dato tanta parte di voi alle cooperative ed alle leghe?
Perché voi stessi, che accusate la Terza Internazionale di volontarismo, credete alla volontà della potente organizzazione !
Questa è l'unica forma di volontarismo della Terza Internazionale, ed è sana, è marxista, e senza di essa tutti potremmo chiudere bottega. (Interruzioni. Rumori).
Non raccoglierò mai le miserie personali, da alcuna parte ! (Bene !).
Ma un concetto essenziale della Terza Internazionale è che noi viviamo in un periodo storico rivoluzionario, prodotto dalla guerra, [...]



da Frola (segretario) con intermezzi di Mondolfi (presidente) e contestazioni dal pubblico e da Giovanni Bacci, L'adesione dell'Internazionale comunista in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]ia. Coloro che vogliono far entrare i riformisti nell'Internazionale comunista,
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vogliono, in realtà, la morte della rivoluzione proletaria. Costoro non saranno mai dei nostri. (Qualche applauso. Commenti animatissimi).
« Partito comunista italiano deve essere creato in ogni modo. Di ciò noi non dubitiamo e a questo Partito andranno le simpatie dei proletari del mondo intero e il sostegno caloroso dell'Internazionale comunista.
«Abbasso il riformismo! Viva il vero Partito comunista italiano ! D.
Il Comitato esecutivo dell'Internazionale comunista: Il presidente Zinowief; per la Georgia e l'Armenia Tskiaka; per la Persia Sultan Zadé; per l'Internazionale della Gioventú Ciatskin; per l'Inghilterra Tom Qualch; per l'Olanda Yemsen; per la Francia Rosmer; per l'Austria Steinhardt; per l'America Hourwich; per la Russia Lenin, Bukarin, Trotzki, Losowski; per la Lettonia Stustki; per la Danimarca Yorgensen; per la Ungheria Bela Kun, Varga; per la Bulgaria Sciablin; per il Consiglio di Sezione dei popoli orientali Poviovito v.
(Applausi vivissim[...]



da Giorgio Dimitrov, Spiegare pazientemente in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 2 - luglio

Brano: Spiegare pazientemente
E difficile escogitare una stupidità maggiore di quella che contrappone i principi della' lotta di classe alla politica del fronte popolare, come fanno, insensatamente, certi zelanti cri,
c di sinistra.. Noi osserviamo di frequente un fenomeno caratteristico: una serie di socialisti di sinistra, delusi della politico socialdemocratica di collaborazione di classe con la borghesia, abbandonando le posizioni del riformismo sono spesso inclini a passare all "altro estremo e divengono vittima del settarismo e delle deviazioni di sinistra. Identifl. condo erroneamente la politica del fronte popolare con la politica di collaborazione di classe con lc borghesia, essi si pronunziano per una c netta politica oFeraia di classe e dichiarano che la lotta comune della classe operaia e degli strati democratici della piccola borghesia, dei contadini e degli intellettuali contro il fascismo costituisce un allonta, namento dalle posizioni della lotta di classe... Ciò prova soltanto che è necessario spiegare pazientemente ai [...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine riformismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---italiano <---Storia <---socialista <---comunista <---marxista <---Ciò <---Pratica <---italiana <---siano <---socialismo <---marxismo <---socialisti <---Gramsci <---Lenin <---Dialettica <---Marx <---Stato <---capitalismo <---comunisti <---fascismo <---riformista <---Filosofia <---Partito <---ideologia <---italiani <---riformisti <---Engels <---idealismo <---materialismo <---Perché <---Trotzki <---abbiano <---dell'Internazionale <---gramsciana <---gramsciano <---ideologie <---imperialismo <---Carlo Marx <---Ecco <---Labriola <---Meccanica <---Ordine Nuovo <---Russia <---comunismo <---fascista <---leninismo <---opportunismo <---storicismo <---Agraria <---Antonio Labriola <---La guerra <---Logica <---capitalista <---crociana <---d'Italia <---gramsciani <---ideologico <---italiane <---leninista <---opportunisti <---Del resto <---Feuerbach <---Metafisica <--- <---Psicologia <---Scienze <---Sistematica <---Storiografia <---artigiani <---centristi <---dell'Italia <---hegeliana <---ideologiche <---metodologia <---metodologico <---mitologica <---psicologia <---psicologico <---realismo <---sindacalismo <---sull'Avanti <---teologico <---Bologna <---Bukarin <---Comune di Parigi <---Diritto <---Hegel <---La Critica <---La Terza <---La lotta <---Quale <---Reggio Emilia <---Salvemini <---Scienza politica <---Sociologia <---cristianesimo <---crociano <---d'Europa <---economismo <---fanatismo <---fascisti <---gramsciane <---hegelismo <---idealisti <---ideologici <---imperialista <---marxisti <---metodologici <---nazionalista <---nell'Internazionale <---riformiste <---sindacalisti <---sociologia <---umanismo <---Benedetto Croce <---Capitale <---D'Aragona <---Dico <---Direzione del Partito <---Economia politica <---Energie Nuove <---Etica <---Francia <---Gobetti <---Inghilterra <---Kienthal <---Manifesto dei comunisti <---Mosca <---Noi <---Non voglio <---Ottobre <---Pensiero filosofico <---Però <---Repubblica <---Retorica <---Risorgimento <---Rumori <---Scienze naturali 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