Il segmento testuale revisioniste è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 57Entità Multimediali , di cui in selezione 11 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 171
Brano: [...] governo per la posizione di neutralità da questo assunta nella guerra di Spagna, ed Henri de Man, divenuto collaboratore dei nazisti quando questi invasero il paese.
Austria
In Austria (v.) un partito socialdemocratico sorse nel 1867, ma solo nel 1888 (dopo l'unificazione della corrente intransigente con quella moderatariformista) esso si costituì in modo definitivo. Il Partito socialdemocratico austriaco fu sempre influenzato da tendenze revisioniste, con prevalenza della linea “austromarxista” di Victor Adler, padre di Friedrich Adler (v.). L'austromarxismo tendeva a realiz
zare una sintesi tra le posizioni rivoluzionarie e il riformismo tedesco dominante aH’interno della Seconda Internazionale. Dopo la catastrofe nazista e la Seconda guerra mondiale, il Partito socialdemocratico austriaco si ricostituì su basi decisamente riformiste, allineato con il Partito socialdemocratico della Repubblica Federale Tedesca.
Italia
Le prime affermazioni del riformismo in Italia si ebbero nelle campagne emiliane a partire dal 1880, attraverso [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 159
Brano: [...]primissimo piano che lo posero, sino all’inizio degli anni Venti, nell’ambito del gruppo dirigente socialdemocratico.
Redattore fin dal 1896 nella stampa socialdemocratica a Kònigsberg (Prussia orientale) e dal 1903 al 1918 a Chemnitz, in una regione di forti tradizioni e lotte proletarie, dal 1906 fu anche deputato al Reichstag.
Socialdemocratico di destra.
Schieratosi nell’ala destra della socialdemocrazia ed esponente delle posizioni revisioniste, fin dal 1907 si batté contro il tradizionale antimilitarismo della S.P.D. (v. Germania), anticipando le posizioni socialpatriottiche e socialscioviniste che sarebbero state fatte proprie dalla socialdemocrazia allo scoppio della Prima guerra mondiale.
Nella stessa linea di convergenza della maggioranza socialdemocratica sulla politica dell'imperialismo tedesco, Noske si mosse anche nel campo della politica coloniale, in crescente polemica con le posizioni allora ancora difese da Kauisky oltre che dalla sinistra antiimperialista di Rosa Luxemburg, Karl Liebknecht e altri.
Espressione di[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 390
Brano: [...]talia, l’influenza esercitata da quel grande evento era stata enorme. La vittoriosa esperienza bolscevica impose d'altra parte la revisione critica di tutta la tattica e la strategia dei partiti socialdemocratici che, nella lotta per le riforme democratiche, si erano esposti a un processo di degenerazione fino a subire l’egemonia politica e ideologica della borghesia. All’interno dei principali partiti socialisti si erano così affermate correnti revisioniste dei principi rivoluzionari del marxismo (dei riformisti italiani si diceva che « avevano messo Marx in soffitta »), e sempre più profondo si faceva il divario tra affermazioni generali e pratica politica. L’esempio più clamoroso era stato, nel 1912, il monito che il Congresso di Basilea della Seconda Internazionale (v.) aveva rivolto ai governi europei di non scatenare una nuova guerra perché, altrimenti, i socialisti avrebbero fatto « guerra alla guerra ». Due anni dopo, quando in effetti la guerra scoppiò, i socialisti francesi, tedeschi, belgi, inglesi e austriaci s’erano affrettati a unir[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 21
Brano: [...]uzionari, e soprattutto contro i comunisti, facendo trucidare migliaia di operai e contadini.
L’1.3.1920, un’« Assemblea nazionale » composta esclusivamente di grandi proprietari agrari lo proclamò « Reggente a vita » dell’Ungheria e gli conferì il titolo di «Altezza Serenissima ». Successivamente egli si oppose al ventilato ritorno di Carlo d'Asburgo sul trono d’Ungheria.
Dittatore fascista
Per le sue concezioni totalitarie e fasciste, revisioniste nei confronti del trattato di pace del Trianon (che aveva sancito la sconfitta dell’Ungheria nel conflitto mondiale e le aveva imposto la cessione di territori alla Cecoslovacchia), si legò strettamente a Mussolini e Hitler.
11 24.10.1936 giunse in visita ufficiale a Roma, accolto con particolari riguardi dal governo fascista e dal Re.
Nel 1941, a fianco della Germania nazista, trascinò il suo paese nella guerra contro l’Unione Sovietica.
21
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 276
Brano: [...]istra (193132), l’indirizzo di politica interna, nelle scelte ideologiche e di alleanze sociali, assume caratteristiche sempre più marcatamente autoritarie: Forze armate, Chiesa, monarchia, grande capitale.
La costruzione dell’editicio istituzionalecorporativo, avviato dapprima sotto la guida del personale politico di origine nazionalista e poi, con la mediazione di Giuseppe Bottai (v.), sostanzialmente dislocato su posizioni di centrodestra, revisioniste e illuminate, scarterà infatti ogni tentativo e pronunciamento tendenzialmente di sinistra e salverà tutte le esigenze rappresentative e di poteré dell'oligarchia tradizionale, solo in parte e spontaneamente rinnovata per un processo fisiologico di crescita sociale. Così sarà condannata la versione della « corporazione proprietaria » e continuerà a vivere il vecchio Senato regio, corrispondendo in questo alle inclinazioni di fondo delle forze dominanti deH’economia capitalistica rafforzate dal supporto dello Stato, sanzionato con la creazione dell'istituto per la ricostruzione industriale (v.[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 96
Brano: [...]gni è: ” Credete e battetevi per questa grande causa alla quale io ho dato tutte le mie modeste forze e la vita " ».
Dimitrov, Georgi
N. a Kovacevtzy (Bulgaria) il 18. 6.1882, m. a Mosca (U.R.S.S.) il 2.7.1949; uomo politico e statista. Nato da famiglia operaia trasferitasi a Sofia, ancora giovanetto divenne tipografo. Nel 1902 si iscrisse al partito socialdemocratico bulgaro, allora diviso in due ali, l’una che si richiamava alle correnti revisioniste della Seconda Internazionale e l’altra ortodossa, aderendo a quest’ultima. Rapidamente emerso tra
i migliori quadri del partito, divenne membro del comitato esecutivo e poi segretario dell’organizzazione di Sofia, mantenendo quella carica per diversi anni. Dal 1904 si dedicò in modo particolare all’attività sindacale e nel 1909 divenne segretario dell’« Unione dei sindacati rivoluzionari » (carica che manterrà fino al 1923, quando sarà costretto a rifugiarsi all’estero).
Contro la guerra e il fascismo
Eletto nel 1905 nel comitato centrale del partito socialdemocratico sorto dall’ala [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 34
Brano: [...]azione regionale piemontese del Partito
d'Azione. Scioltosi il partito, s’impiegò come tecnico presso la Società Idroelettrica Piemontese.
G.Ag.
Déat, Marcel
N. a Guergny (Francia) il 7.3.1897, m. a Torino il 5.1.1955; uomo politico francese.
Dopo aver combattuto come ufficiale nella prima guerra mondiale aderì al partito socialista francese e ne fu deputato alla Camera dal 1926 al 1928. Dopo il 1930 cominciò a sviluppare tendenze revisioniste di destra, propugnando una sorta di socialismo nazionalista. Rieletto alla Camera nel 1932, nel 1933 fu espulso dal suo partito. Costituì allora il Partito socialista di Francia e la Union Jean Jaurès.
Nel 1936 fu ministro dell 'Aria nel gabinetto Sarraut. Nel 1939 si manifestò contro la dichiarazione di guerra alla Germania, esprimendo le sue posizioni nel manifesto Mourir pour Danzig?
Nel 1940, passando all’aperta collaborazione con l’occupante tedesco, fu ministro del Lavoro nel governo di Vichy, direttore delOeuvre e fondatore del Rassemblement national populaire.
Alla vigilia de[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 390
Brano: [...]preso interamente la dialettica) ».
Bucharin sul bordighismo
Durante gli anni in cui diresse l’Internazionale comunista, B. seguì da vicino gli avvenimenti italiani e condusse la lotta contro Bordiga (v.J, indicandone, al V Congresso dell'I.C., gli errori principali. In uno dei suoi interventi a quel congresso, affer* mò: « Bordiga dice che egli difende il marxismo contro l’opportunismo dell'Esecutivo. Ma è lui che manifesta delle tendenze revisioniste, benché sotto una forma poco ordinaria. Marx aveva sempre in vista le masse. Bordiga e i suoi partigiani le dimenticano completamente. Uno degli ultimi numeri di Stato Operaio definisce nel seguente modo la funzione del Partito: "Alla minoranza terrorista della borghesia, noi opponiamo la minoranza terrorista del proletariato”. Questa definizione dimostra che l’autore comprende meno le masse che non Mussolini. Noi marxisti abbiamo appreso da Marx ed anche da Lassalle che la classe operaia deve vincere perché essa mette in movimento le masse contro l’apparato dello stato borghese. Per il prole[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 211
Brano: [...]mpre come volontario, nell'esercito. Collaboratore del “Popolo d’Italia”, nel 1919 si trovò fra i fondatori del Partito fascista e divenne membro della sua Direzione nazionale. Dopo la marcia su Roma fu segretario federale di Torino e membro del Gran Consiglio del fascismo.
Nel dissidentismo fascista
Irregolare per vocazione e protestatario per istinto, nel 1923 Rocca era già esponente di quella “fronda” interna al P.N.F. che agitava idee “revisioniste”, probabilmente (per quanto lo riguardava personalmente) a copertura anche di interessi affaristici in cui era coinvolto e che, nel 1927, gli procurarono un processo.
Eletto deputato nel 1924, all'epoca del delitto Matteotti ebbe un atteggiamento più che mai ambiguo, tanto che gli stessi fascisti presero a sospettarlo di oscure intenzioni contro Mussolini. Alla fine del 1925, con una lettera che, secondo i fascisti, tradiva intenti ricattatori, comunicò al capo del governo di aver deciso di sostenere il gabinetto in Parlamento ma, nel contempo, di voler essere munito di passaporto per emig[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 562
Brano: [...]tuzione di un Comitato per la conferenza socialista internazionale (COMISCO) e questo portò, nel 1951, alla nascita della Internazionale socialista (I.O.S.) che è tuttora la maggiore espressione ufficiale del movimento socialdemocratico su scala mondiale.
Mentre la denominazione di socialdemocratici nel quadro della II Internazionale riguardava partiti che si dichiaravano unanimamente “marxisti”, quantunque divisi al loro interno fra correnti revisioniste e correnti rivoluzionarie, l'attuale socialdemocrazia rifiuta nelle proprie dichiarazioni costitutive di richiamarsi a uniformità di orientamento teorico, affermando: « Che i socialisti fondino le loro convinzioni sul marxismo o su altri metodi di analisi della società, che si ispirino a principi religiosi o umanitari, essi lottano per lo stesso scopo: la giustizia sociale, una vita migliore, la libertà personale ».
Quantunque nella sua varietà di forme ideologiche, politiche e organizzative l’attuale socialdemocrazia non sia identificabile con un unico modello teorico di politica riformis[...]
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successivi |
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine revisioniste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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