Brano: [...]el periodo della Resistenza” (“Rivista storica del socialismo”, n. 21), che nel contesto del pluralismo nazionale ne sosteneva il carattere di classe. Attivissima fu nel 196365 la partecipazione di Secchia alle varie commemorazioni del ventennale, alle cui celebrazioni di « beatificazione » ufficiale egli però reagì come al « tentativo aperto e sfacciato [...] di deformare, rovesciare la Resistenza », tentativo cui si accompagnava « la pressione revisionista a cedere, a non essere più noi stessi, ad adattarci al conformismo dilagante » (“la Resistenza beatificata”, “Rivista storica del socialismo”, 1964, n. 22).
Alle votazioni politiche deH’aprile 1963 fu eletto deputato e senatore; dopo aver optato per il Senato ne fu eletto per designazione del partito vicepresidente, nonostante il suo parere contrario dettato dal sospetto che lo si volesse « togliere
definitivamente dagli incarichi di lavoro nel partito » (AS, pp. 466469). Riprese in quel periodo la sua elaborazione delle posizioni cinesi, alle quali continuava a guardare con forte inter[...]
[...]forma di revisionismo» (AS, p. 548), non illuse Secchia sul futuro del partito e proprio personale; ma il fatto influì psicologicamente su di lui incoraggiando il suo ricupero di sicurezza. La destituzione di Krusciov, avvenuta in ottobre, gli parve criticabile in quanto avvenuta « nella forma grossolana e misteriosa a cui i sovietici ci hanno abituato », ma tale da risollevare « gli animi di tutti coloro che non erano soddisfatti della politica revisionista né di Krusciov, su scala internazionale, né di quella interna del gruppo dirigente del partito comunista italiano » (AS, pp. 510511).
L’articolo di G. Amendola “Ipotesi sulla riunificazione” (“Rinascita", 28.10.1964), che suscitò « scandalo e reazione nel partito » (AS, p. 512), provocò una replica di Secchia (“La questione essenziale è l'unità della classe operaia”, ivi, 12.12.1964) intesa a ribadire
la funzione di appoggio al capitalismo e all’imperialismo « assolta dalla socialdemocrazia, che dal fallimento del 1914 è passata di capitolazione in capitolazione », la irriducibile pecul[...]
[...]chi optava per « una specie di fronte popolare » o di « partito laburista » (AS, p. 519).
Durante i mesi di settembre e ottobre 1965 partecipò ai lavori della Commissione per le tesi in vista dell’XI Congresso. In una lettera del 18 settembre a Longo rilevò, in polemica con Amendola, il distacco del gruppo dirigente dalla base del partito e, riferendosi anche al progetto di tesi, richiamò il segretario generale alla attualità del perico
lo revisionista nel P.C.I.. In quel periodo egli difese più volte Pietro Ingrao dagli attacchi della destra interna e dagli strumentali richiami al “centralismo democratico”.
AII’XI Congresso (2531.1.1966) Secchia solidarizzò ancora con Ingrao, la cui « posizione coraggiosa » era attaccata « con metodi staliniani » (AS, p. 522). Intervenendo nel dibattito, riaffermò il valore della lotta antimperialistica per la pace, criticò lo scissionismo cinese e sostenne la libertà della discussione nel partito. Rieletto nel C.C., venne tuttavia rallentando l'attività pratica, in relazione sia al giudizio ormai netta[...]