Brano: [...]plicistiche: che si fosse alla vigilia di nuove rivoluzioni e che i socialdemocratici di sinistra fossero da considerare i peggiori nemici della classe operaia (v. Socialfascisti). Sulla base di queste errate conclusioni, dovute anche a un tipico settarismo (v.) dei bolscevichi, i comunisti di tutto il mondo si erano trovati isolati ed avevano subito, in Germania (v.) e altrove, gravi sconfitte. L’ascesa al potere di Hitler (1933) e il programma revanscista del nazionalsocialismo (v.) venivano a spezzare l’equilibrio del sistema internazionale sancito a Versailles e tutto lasciava pensare che le potenze occidentali avrebbero consentito al nuovo dittatore tedesco di realizzare le sue mire espansionistiche. L’avvicinamento della Germania all’Italia fascista e poi al Giappone col Patto Anticomintern (1936), l’intervento dell’Asse nella guerra di Spagna, l’annessione dell'Austria, il Patto di Monaco (v.) e l’invasione della Cecoslovacchia avrebbero dato conferma alle preoccupazioni sovietiche, favorendo aH’interno dell’U.R.S.S. il ritorno di un clim[...]

Brano: [...]rgico Oscar Sinigaglia e l’industriale milanese Senatore Borletti (della Snia Viscosa) che, insieme ad altri, finanziarono l’impresa all’unico scopo di poter estendere i loro mercati all’Europa balcanica attraverso l’occupazione della Dalmazia a spese del neocostituito Regno SerboCroatoSloveno (l’attuale Jugoslavia). Questi potentati economici, assicuratasi l’alleanza della casta militare e l’appoggio di opinione pubblica nella piccola borghesia revanscista aizzata dal fascismo, puntarono sulla vanità personale dell’ambiziosissimo D’Annunzio, sul fascino demagogico da questi esercitato nei confronti degli ufficiali ex combattenti e, infine, sulle contraddizioni interne del governo Nitti per mettere il mondo intero di fronte a un fatto compiuto. Nello stesso tempo, l’operazione sarebbe servita per avviare contro il movimento operaio italiano in lotta la manovra reazionaria conclusasi alla fine del

1922 con la marcia su Roma e l’avvento al potere di Benito Mussolini.

Celebrata dai fascisti come una grande impresa militare (nel 1935 verrà pom[...]

Brano: [...]oglimento di quel partito già in atto, subentrò la Deutsche Reichspartei (D.R.P., Partito del Reich tedesco), che fino alla metà degli anni Sessanta si presentò, sia pure con scarso successo, a tutte le elezioni federali. Durante gli anni del boom economico della R.F.T. molti di questi partiti di destra, come la Deutsche Partei (Partito tedesco), il B.H.E. e la Freie Volkspartei (Partito po

li palco della presidenza durante una manifestazione revanscista nella R.F.T.. Ultimo a destra, Otto d'Asburgo. Lo striscione reca lo slogan: « Nessuna falsificazione storica. Con ciò non si fa la pace! »

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Brano: [...], per accordi intercorsi tra il Comando alleato e quello jugoslavo, la Venezia Giulia fu divisa in zona d’occupazione angloamericana e in zona di occupazione jugoslava (v. Jugoslavia).

A molti italiani dell’lstria il nuovo regime apparve oppressivo. In realtà, alle caratteristiche di durezza che ebbero in tutta l’Europa orientale gli inizi di un potere popolare gestito in difficili condizioni storiche, qui si aggiungeva un inevitabile spirito revanscista negli strati meno maturi di quella che, sotto l’Italia, era stata la perseguitata minoranza croata. Migliaia di italiani, specialmente dei ceti più elevati e medi, abbandonarono la zona jugoslava e passarono in quella italiana, occupata dagli angloamericani. In seguito, dopo anni di tensione, la situazione andò gradualmente normalizzandosi, ma pochi sono comunque gli italiani rimasti in Istria. Il 15.9.1947, con l’entrata in vigore del trattato di pace, Fiume, Pola e gran parte dell’lstria furono annesse alla Jugoslavia. La parte nordoccidentale della penisola, comprendente Capodistria, Isola[...]

Brano: [...]cedettero lo scoppio della seconda guerra mondiale costituì per i nazisti un pretesto per aggredire la Polonia. Antica città anseatica, tolta alla Germania dal trattato di Versailles al termine della prima guerra mondiale (1918), alf’inizio del 1938 Danzica era riconosciuta come « città libera » sotto la protezione della Società delle Nazioni e capitale di un piccolo stato di 1.892 kmq con circa 410 mila abitanti. Ma nel 1938, sotto la pressione revanscista dei circoli hitleriani, i rapporti tra Danzica e la Società delle Nazioni s’inasprirono; in particolare ciò avvenne quando il presidente del Senato danzichese, il nazista Kart Greiser, stabilì per la città una legislazione simile a quella del Terzo Reich, specie per quanto concerneva le misure contro gli ebrei e la libertà di stampa.

Data la sua collocazione geografica, aH'interno del territorio polacco, Danzica rappresentava per la Germania una importante pedina strategica in vista della sua espansione verso est, sicché la minoranza tedesca nella città (com’era accaduto per i Sudeti) si t[...]

Brano: [...]a e nei rapporti politici. La disoccupazione dilagante (i disoccupati erano dai 5 ai 6 milioni), la miseria, l’incertezza dell’avvenire, la posizione internazionale della Germania subordinata ai paesi vincitori, le pesanti riparazioni di guerra, le clausole limitative sul riarmo e sulla smilitarizzazione della Renania imposte dal trattato di Versaglia, l’impotenza e il discredito del Parlamento, fornivano alla esasperata propaganda nazionalista, revanscista e anticomunista di Hitler (v.) e del suo movimento un terreno favorevole fra vasti strati di popolazione piccoloborghese e lavoratrice. Le violenze dei nazisti contro gli operai e le loro organizzazioni valsero loro simpatie e finanziamenti da parte dei magnati dell’industria, e la volontà di mandare all’aria con qualsiasi mezzo il trattato di Versaglia li legò a vasti settori dello stato maggiore e dell’esercito. Nelle elezioni, il partito tedesconazionale di Hugenberg (centrodestra) perse infatti 32 seggi su

73 e vide quasi la metà dei suoi elettori passare dalla parte di Hitler.

Il p[...]