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Il segmento testuale realisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 180Analitici , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Georg Lukacs, Inchiesta sull'arte e il comunismo. Introduzione agli scritti di estetica di Marx ed Engels in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]erciò nella creazione
G. LUKÁCS INTRODUZIONE AGLI SCRITTI DI MARX ED ENGELS 49
di tipi, nella presentazione di caratteri e di situazioni tipiche, le più importanti tendenze dell'evoluzione sociale ricevono un'adeguata espressione artistica.
A queste osservazioni d'indole generale dobbiamo farne seguire un'altra. Marx ed Engels scorgevano in Shakespeare e Balzac (di fronte, diciamo, a Schiller da una parte e a Zola dall'altra) quella tendenza realistica che meglio corrispondeva alla loro estetica. La scelta di questi grandi scrittori indica di per sé che la concezione marxista del realismo non ha nulla a divedere con la copia fotografica della vita quotidiana. L'estetica marxista auspica soltanto che l'essenza individuata dallo scrittore non venga rappresentata astrattamente, bensì come essenza insita in modo organico nella fervida vita dei fenomeni, dalla cui esistenza individuale essa scaturisce. Ma non é affatto necessario, a nostro parere, che il fe nomeno reso sensibile dall'arte sia attinto dalla vita quotidiana, e nemmeno dalla vit[...]

[...]ista del realismo. Non é un caso che proprio alcune novelle fantastiche di Balzac e di E. Th. Hoffmann si annoverino tra quelle creazioni' artistiche che Marx apprezzava in modo particolare.
Naturalmente c'é fantasia e fantasia, fantastico e fantastico. Per cercare un criterio di distinzione dobbiamo ritornare alla tesi fondamentale della dialettica materialistica: il rispecchiamento della realtà.
L'estetica materialista, che nega il carattere realistico di un mondo delineato con particolari naturalistici quando non vi appaiano le forze motrici essenziali, ritiene naturalissimo che le novelle fantastiche di Hoffmann e Balzac rappresentino delle vette della letteratura realistica perché in esse, proprio in grazia del / l'esposizione fantastica, questi elementi essenziali sono messi in J' risalto. La concezione marxista del realismo afferma che l'arte deve rendere sensibile l'essenza. Non a caso é proprio il concetto del tipo a mettere così chiaramente in risalto questa peculiarità dell'estetica marxista. Da una parte il tipo permette una soluzione
50 INCHIESTA SULL'ARTE E IL COMUNISMO
della dialettica tra essenza e fenomeno propria dell'arte e inesir stente in ogni altro campo, e dall'altra esso rimanda al contempo a quel processo storicosociale di cui la miglior [...]

[...]mo afferma che l'arte deve rendere sensibile l'essenza. Non a caso é proprio il concetto del tipo a mettere così chiaramente in risalto questa peculiarità dell'estetica marxista. Da una parte il tipo permette una soluzione
50 INCHIESTA SULL'ARTE E IL COMUNISMO
della dialettica tra essenza e fenomeno propria dell'arte e inesir stente in ogni altro campo, e dall'altra esso rimanda al contempo a quel processo storicosociale di cui la miglior arte realistica costituisce il fedele riflesso. Questa definizione marxista del realismo continua quella linea che grandi maestri del realismo, come Fielding, rivendicavano alla loro prassi artistica: essi si davano l'appellativo di storiografi della vita borghese, della vita privata. Ma Marx approfondisce ulteriormente il rapporto della grande arte realista con la realtà storica e apprezza i risultati, ottenuti dai grandi realisti maggiormente di quanta essi stessi non facessero. In un colloquio con suo genero, l'eminente scrittore socialista fran cese Paul Lafargue, Marx così si esprime riguardo a tale funzione di Balzac: «Balzac non fu soltanto lo storiografo della società del suo tempo, ma anche il profetico creatore di figure che sotto Luigi Filippo si trovavano ancora allo stato embrionale ed ebbero a svilupparsi completamente solo dopo la sua morte, sotto Napoleone III».
Tutte queste istanze rivelano la risoluta e radicale oggettività dell'estetica marxista. Secondo tale concezione il tratto dominante dei grandi[...]

[...]i esprime riguardo a tale funzione di Balzac: «Balzac non fu soltanto lo storiografo della società del suo tempo, ma anche il profetico creatore di figure che sotto Luigi Filippo si trovavano ancora allo stato embrionale ed ebbero a svilupparsi completamente solo dopo la sua morte, sotto Napoleone III».
Tutte queste istanze rivelano la risoluta e radicale oggettività dell'estetica marxista. Secondo tale concezione il tratto dominante dei grandi realisti é dunque il tentativo appassionato e senza riserve di abbracciare e di rendere la realtà così come essa é oggettivamente nella sua essenza. Circolano a questo proposito numerosi equivoci sull'estetica marxista. Si suol dire che essa sattavaluta la parte del soggetto e l'efficacia del fattore artistico soggettivo nella creazione delle opere d'arte. Si suole confondere Marx con quei volgarizzatori che restano impacciati nelle teorie naturalistiche e gabellano per marxismo l'oggettivismo falso e meccanico di tali teorie. Ebbene: abbiamo visto che uno dei problemi centrali della concezione marxis[...]

[...]che non ama il bene e non ripudia il male.
Ma riaffiora qui in apparenza una nuova profonda contrad dizione. Sembra, a voler seguire questo ragionamento, che ogni grande scrittore debba avere una concezione progressista del mon do in filosofia, sociologia e politica; sembra che — per formulare nettamente questa contraddizione apparente — ogni grande scrittore debba essere orientato politicamente e socialmente a sinistra. Eppure non pochi grandi realisti che si incontrano nella storia della letteratura, proprio gli autori prediletti di Marx ed Engels, sono una prova del contrario. Né Shakespeare, né Goethe, né Walter Scott, né Balzac ebbero una posizione politica di sinistra.
Marx ed Engels non solo non evitarono tale questione, ma anzi la sottoposero a una profonda analisi. In una famosa lettera a Margaret Harkness, Engels si diffonde sul problema costituito dal fatto che Balzac, in quanta uomo politico di sentimenti realisti e legittimisti, era un grande ammiratore dell'aristocrazia decadente, mentre nelle sue opere si esprime in ultima is[...]

[...]storia della letteratura, proprio gli autori prediletti di Marx ed Engels, sono una prova del contrario. Né Shakespeare, né Goethe, né Walter Scott, né Balzac ebbero una posizione politica di sinistra.
Marx ed Engels non solo non evitarono tale questione, ma anzi la sottoposero a una profonda analisi. In una famosa lettera a Margaret Harkness, Engels si diffonde sul problema costituito dal fatto che Balzac, in quanta uomo politico di sentimenti realisti e legittimisti, era un grande ammiratore dell'aristocrazia decadente, mentre nelle sue opere si esprime in ultima istanza proprio la concezione opposta a questa: cc Certo, Balzac era legittimista in politica; l'intera sua opera é un'elegia sull'inevitabile decadenza della buona società; tutte le sue simpatie vanno alla classe condannata alla rovina. Ma nonostante tutto ciò la sua satira non é mai più aspra né la sua ironia più amara di quando egli mette
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in moto proprio quegli uomini e quelle donne con cui profondamente simpatizza: gl[...]

[...]mponendo in forme talvolta orrende. Ma Balzac si accorge al contempo anche del fatto che questo processo porta con sé uno smembramento, una deformazione dell'essere umano che egli detesta in name e a salvaguardia dell'integrità dell'uomo. Da tale contraddizione, insolubile per Balzac in quanta pensatore, proviene la sua concezione sociale e politica del mondo. In quanto tuttavia egli studia e rappresenta il mondo coi mezzi della vera oggettività realistica, non solo perviene a riflettere esattamente nei suoi personaggi la vera essenza del processa, ma scava in profonditi anche in se stesso e attinge le vere radici del suo amore e del suo odio. Il Balzac pensatore é uscito dall'ambiente di Bonald e di De Maistre; il Balzac creatore vede meglio, di più e più profondamente dei pensatori politici di destra. Attraverso i loro rapporti con l'integrità dell'uomo egli penetra le contraddizioni dell'ordinamento economico capitalistico, la problematica della civiltà capitalista; l'immagine del mondo proprio del Balzac creatore si avvicina straordinaria[...]

[...] marxisti volgari di vecchio stile. Perché non resti più nessun equivoco a proposito di questo metodo ripetiamo ancora una vol ta: il trionfo del realismo non significa per Engels né che l'ideologia apertamente proclamata dallo scrittore sia indifferente per il marxismo, né che ogni creazione di ogni scrittore, non appena si distacchi dall'ideologia apertamente proclamata, implichi il trionfo del realismo. Questa ha luogo solo quando gli artisti realisti veramente grandi intrattengono un rapporta serio e profondo, an che se non riconosciuto consapevolmente, con una qualsiasi ten denza progressiva dell'evoluzione umana. Così come dal punto di vista marxista é inammissibile elevare sul piedestallo dei classici degli scrittori cattivi o mediocri in grazia delle loro convinzioni politiche, altrettanto inammissibile sarebbe il voler riabilitare in base a questa formulazione engelsiana degli scrittori piú o meno compiuti artisticamente ma reazionari del tutto o in parte.
Non a caso abbiamo parlato, a proposito di Balzac, della salvaguardia dell'in[...]

[...]a marxista é inammissibile elevare sul piedestallo dei classici degli scrittori cattivi o mediocri in grazia delle loro convinzioni politiche, altrettanto inammissibile sarebbe il voler riabilitare in base a questa formulazione engelsiana degli scrittori piú o meno compiuti artisticamente ma reazionari del tutto o in parte.
Non a caso abbiamo parlato, a proposito di Balzac, della salvaguardia dell'integrità umana. Nella maggior parte dei grandi realisti é questa che dà l'impulso a raffigurare il mondo reale, benché con caratteri ed accenti assai diversi a seconda del periodo e dell'individuo. Grandezza artistica, realismo autentico e umanismo sono indissolubilmenté uniti. E il principio unificatore é proprio quello prima rilevato; la preoccupazione dell'integrità dell'uomo. Questa umanesimo conta tra i principi fondamentali più importanti dell'estetica marxista. Ripetiamo ancora una volta che Marx ed Engels non furono i primi a situare il principio umanistico al centro dell'estetica. Anche qui come dappertutto Marx ed Engels continuarono l'o[...]



da Carlo Salinari, Marxismo e critica letteraria in un libro di Lukàcs in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1953 - numero 11 - novembre

Brano: [...]tto nè la media delle caratteristiche di singole individualità : tipico è la tendenza fondamentale che si può ritrovare in ogni singolo frammento di realtà, e che bisogna riuscire a cogliere senza astrarla dall'individuo concreto in cui si è calata. Come diceva Engels, « ognuno è un tipo, ma al contempo anche un individuo determinato, un costui ». E come dice Lukàcs :
a La categoria centrale, il criterio fondamentale della concezione letteraria realistica è il tipo, ossia quella particolare sintesi che, tanto nel campo dei caratteri, che in quello delle situazioni, unisce organicamente il generico e l'individuale. Il tipo diventa tipo non per il suo carattere medio e nemmeno soltanto per il suo carattere individuale, per quanto anche approfondito, bensì per il fatto che in esso confluiscono e si fondono tutti i momenti determinanti, umanamente ,e socialmente essenziali,
d'un periodo storico n.
Non è chi non veda come questa teoria risolva l'annoso problema della differenziazione fra il modo di conoscere dell'arte e quello della filosofia [...]

[...]a nostra indagine : pena soprattutto il pericolo di cadere in una esposizione astratta e dottrinaria. E' questo, mi pare, il difetto principale della parte teorica del volume : è per questo che — in quel campo — malgrado la loro frammentarietà mi sembrano ancora molto più utili e validi per noi gli appunti di Antonio Gramsci.
L'altro elemento fondamentale della critica letteraria di Lukàcs è, come abbiamo detto, l'esperienza di gusto dei grandi realisti europei : Goethe, Balzac e Tolstoi sopra tutti. Dall'alto della sua estetica materialistica e di questa poetica 'realistica egli guarda lo sviluppo della storia letteraria europea nell'ultimo secolo, nel periodo cosiddetto della decadenza. Il quale si configura nella sua mente come l'intrecciarsi di due correnti che divergono entrambe, per ragioni diverse, dalla grande premessa realistica: il naturalismo da uua parte, la riproduzione fotograficamente esatta della realtà (come in Zola e nella sua scuola) ; e lo psicologismo, dall'altra, il dissolvimento dell'uomo in processi puramente psichici. Nella polemica contro il naturalismo Lukàcs scrive pagine felicissime. Guardate con quanta finezza mette a confronto un episodio simile di Zola e di Tolstoi :
Entriamo subito in medias res. In due famosi romanzi moderni, Nanà di Zola e Anna Karenina di Tolátoi, si trova la descrizione di una corsa di cavalli. Come affrontano questo compito i due scrittori? La descrizione della corsa è[...]

[...]anzoni? In Italia non c'è stata la riforma, non c'è stata — o c'è stata in misura straordinariamente limitata — la grande esperienza illuministica, razionalistica e materialistica del secolo XVIII, non c'è stata una impetuosa e radicale rivoluzione democraticoborghese : il nostro realismo ottocentesco è realismo di moderati, di cattolici, di timidi liberali. Persino Leopardi nelle loro mani è diventato il poeta dell'idillio. La nuova letteratura realistica italiana deve cercare altrove
i suo modelli : soprattutto credo nella nuova situazione italiana. Compnque non può accettare — senza profondamente discuterle — le indicazioni di Lukàcs.
CARLO SALINARI Scuola italiana d'oggi
Il fallimento dei clericali alla direzione della scuola
« Arrivare al monopolio attraverso la libertà »; chi ancora dubita che questa formula non riassuma esattamente il programma dei clericali nel campo della scuola, non ha che da leggere il commento dedicato dal gesuita Trossarelli, su Civiltà Cattolica (1), alle recenti riforme scolastiche adottate in Belgio o nell[...]



da Alberto Moravia, Inchiesta sull'arte e il comunismo. Il comunismo al potere e i problemi dell'arte in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]ù grezza e più peritura, quella del primo romanticismo. In questa prospettiva, si deve giudicare il susseguente decadentismo come una sistemazione, in senso classico di quel primo romanticismo.
12 INCHIESTA SULL'ARTE E IL COMUNISMO
* * a
Ciò che colpisce di piú così nelle opere d'arte dell'occidente come in quelle d'oriente è la povertà del temperamento individuale. Un pittore come Tiziano farebbe un sol fascio così degli astrattisti come dei realisti socialisti. Ai primi direbbe: «Dipingetemi una mano che è una mano »; ai secondi: « Infondete nei vostri ritratti di generali e uomini politici il senso di potenza, di gloria e di poesia che seppi mettere nei miei ». Abbiamo nominato Tiziano per indicare un certo livello di maestria tecnica e di altezza di ispirazione; non per additare un modello irripetibile così in occidente come in oriente.
I comunisti non riconosceranno mai che le opere d'arte dei paesi orientali sono di scarso valore artistico. E come potrebbero? Essi non credono al vero bensì al verosimile, alla natura bensì alla ragio[...]

[...]ruttiva. Essi faranno dell'arte certamente, un giorno o l'altro, ma loro malgrado e senza rendersene conto.
I comunisti sembrano propugnare un'arte classica. Diciamo « sembrano» perché nulla é sicuro in un regime così sicuro come la dittatura, sia pure del proletariato. Dunque, partendo dal presupposto marxista che ogni società nel momento della sua massima funzionalità e necessità storica esprime un'arte perfettamente oggettiva e completamente realistica, senza reticenze né compromessi, né evasioni, né parzialità, insomma classica, i comunisti contrappongono questo momento solare a quello del tramonto ossia della decadenza di ogni società, decadenza che si esprimerebbe invece in un'arte malsanamente soggettiva, incompleta, astratta, evasiva, reticente e insomma, appunto, decadente. E evidente che in questo caso la distinzione tra poesia e non poesia salta e viene sostituita da quella di classicità e di decadenza, ossia di completezza e incompletezza, cioè, in altri termini, di maggiore o minore coraggio, capacità e volontà della società di [...]



da Romano Bilenchi, Ancora sul romanzo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...]che la rappresentazione dell'uomo è voluta andare in profondo.
4. — Non bisogna far confusione fra autobiografia nuda e cruda e romanza o racconto. L'io dei veri scrittori di oggi ha lo stesso valore dell'io di Moll Flanders: è un'invenzione poetica come un'altra.
5. — Non ho mai compreso che cosa volesse significare la formula « realismo socialista ». Nei suoi termini stessi mi sembra ci sia una contraddizione fondamentale. Come si pub essere realisti e basarsi su una sola situazione ignorando le altre, basarsi su deter
40 ROMANO BILENCHI
minati individui e fingere che gli altri non esistano, insomma basarsi su una fetta, sia pur grande, di mondo, e ignorare il resto ? Se ad esempio confrontiamo il panorama dell'Unione Sovietica come ci è stato tracciato da Kruscev nel suo famoso rapporto —e anche in precedenti scritti e discorsi di dirigenti sovietici — con la letteratura sovietica di quel periodo, non vedo proprio come si possa parlare di realismo. Non conosco purtroppo la lingua russa, ma ho letto molti libri sovietici tradotti nelle [...]



da Tibor Mende, L'Asia Sud-Orientale tra due mondi in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...] loro forza di lavoro, su cui in passato si sosteneva il dominio coloniale dell'Occidente. E con un poco di logica possiamo infine renderci conto che fino a quando queste lezioni non saranno state apprese, e fino a quando non si sarà agito in conseguenza, il «nazionalismo» asiatico, questo appassionato risentimento per il dominio europeo, non farà che espandersi ed aumentare di intensità e di violenza.
Per quanto sinceri possano essere i nostri realisti, che vogliono risparmiare ai popoli asiatici economicamente retrogradi l'orrore della nostra civiltà tecnologica, la loro sollecitudine rimarrà senz'effetto. Il significato della rivoluzione asiatica contemporanea é che centinaia di milioni di persone che sono state umiliate con la forza fisica, ma ben di rado si sono convinte della superiorità occidentale in altri campi che in quello materiale, ora vogliono essere nostre eguali. Esse vogliono por termine alla loro dipendenza ed è del tutto inverosimile che siano disposte a privarsi delle armi più efficaci di cui dispongono per raggiungere ta[...]



da Nicola Chiaromonte, Inchiesta sull'arte e il comunismo. Arte e comunismo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]care, nel mondo così com'è, un senso e non trovarlo; sentirsi prigioniero ¿lell'incubo e del grottesco, vittima. di una libertà intollerabile, ossesso: solo. Insomma, i mostri di Goya sono veri mostri, e l'universo di Kafka una spaventosa assenza; ma l'inferno dei Padri Gesuiti, per paura che faccia ai ragazzi, rimane profondamente scemo.
Se poi si parla di «realismo» nel senso in cui è lecito dire che Omero, Velazquez e Tolstoi sono dei grandi realisti, allora siamo lontanissimi da ogni passione negatrice o polemica, in una: zona che è forse la zona suprema dell'arte: quella dell'armonia spontanea fra gli oggetti del mondo e la pienezza del significato.
INCHIESTA SULE ARTE E IL COMUNISMO
Comunque la si giri e rigiri, la questione dell'arte e del comunismo appare senza oggetto. Ciò, tuttavia, non vuol dire che non abbia una raglan d'essere. C'è, per cominciare, il fatto ovvia che l'arte contemporanea implica un tale relativismo del gusto (a, se si vuole, una tale libertà) che, seriamente parlando, non si sa più che cosa sia e che cosa non [...]



da m. r., Disorientamento in Turchia [sopratitolo: Si estende la crisi dell'Alleanza atlantica] in KBD-Periodici: Rinascita 1964 - 9 - 12 - numero 36

Brano: [...]ta e imperialista da ieri, ma da sempre. Siamo noi che non vediamo la realtà prima di soffrirne ». Più avanti l'articolo di Cetin Altan muove una serie di roventi accuse alla politica passata e presente condotta dai vari governi che si sono succeduti alla guida dello Stato: « Non è la Turchia che, senza nemmeno consultare il parlamento, ha accettato sul suo territorio le rampe per missili americane? Noi siamo quelli che abbiamo voluto essere più realisti del re inviando il massimo numero di soldati in Corea. Non abbiamo poi voluto essere i primi a rompere le relazioni commerciali con Cuba a causa della crisi tra l'America e tale paese? Noi abbiamo permesso a un colonnello americano di andarsene a riposare a Capri dopo aver ucciso undici soldati turchi. Noi abbiamo persino sequestrato le opere degli scrittori americani che criticavano l'America e cambiato il nome dell'insalata russa in insalata americana. Taluni accennano all'abrogazione di certi vantaggi riconosciuti dalla Turchia agli americani: ma quali siano tali vantaggi lo ignoro anche i[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine realisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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