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Il segmento testuale razziste è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 106Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 719

Brano: [...]imo secolo, con l'aiuto dei missionari anglicani, wesleyiani e cattolici.

Via via che i bianchi vincevano le guerre contro la resistenza tribale (che ebbe i suoi capi ed eroi: Wi

thoci, Makanda, Moeshoashoe, Lobengula, Cetswayo e altri), gli emigranti europei calavano in Sudafrica e i membri delle tribù conquistate perdevano ogni diritto, diventando proletari senza terra. In tal modo, non solo la terra, ma anche il lavoro fu diviso su basi razziste: i lavoratoricoloni europei divennero infatti un “proletariato borghese” razzista, mentre gli ex schiavi e i conquistati diventavano schiavi salariati coloniali produttori di plusvalore.

Queste fondamenta del razzismo furono create durante le colonizzazioni olandese, ugonotta francese (1688) e tedesca (16521806, poi dalla metà del secolo XIX), mentre dal Sudafrica venivano esportati in grandi quantità vino, cereali, pelli e lana.

Dal 1658 i coloni europei importarono schiavi da altre parti dell’Africa e dall’Asia. Nel 1671 il governatore Goske diede inizio alle scuole segregate, proibì [...]

[...]per i “selvaggi” che avessero rapporti sessuali con donne europee. Nel 1755, in seguito a una epidemia di vaiolo, il governatore von Tulbach iniziò la segregazione negli ospedali. Allorché, con il Trattato di Amiens del 1806, l’Inghilterra subentrò ai colonizzatori olandesi, esistevano nel Sudafrica crca 30.000 coloni, 30 mila schiavi e 50.000 servi superstiti al genocidio delle tribù dei san e dei khoikhoin.

Le guerre di sterminio e le leggi razziste continuarono sotto il governo inglese (fino all'Act of Union del 1910) e via via crebbero quando, verso la metà del secolo XIX, si passò dalle esportazioni della lana della colonia del Capo a quelle dello zucchero dal Natal. Dal 1870, con l'arrivo dei diamanti (compresi quelli per i gioielli della Corona) e dopo il 1880 con l'oro, il razzismo aumentò ulteriormente. A ciò contribuì, nonostante il mito liberale, industrializzazione, in parte perché i lavoratori europei domandavano una barriera razziale, in parte perché gli imprenditori non avrebbero potuto sfruttare i lavoratori africani come f[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 418

Brano: [...] XIX e i! XX secolo, si mise in luce con numerosi lavori sulla vita sociale, sulle istituzioni economiche e politiche del Medioevo, sui movimenti ereticali. Nel 1906 era professore alla Regia Accademia ScientificoLetteraria di Milano e, dal 1924, all’Università di Roma.

Nazionalista fervente, nell'aprile del

1925 sottoscrisse il “Manifesto degli intellettuali del fascismo”, affiancò Giovanni Preziosi (v.) nelle prime divulgazioni di teorie razziste. Eletto deputato al Parlamento nel

1924, rieletto nel 1929, in questo stesso anno fu nominato membro dell 'Accademia d'Italia (v.).

Storico del fascismo

L’adesione al regime lo stimolò a volgersi agli studi di storia contemporanea. Nel 1932 pubblicò la Storia del movimento fascista (riedita nel .1939), nella quale interpretava il fascismo come un movimento “rivoluzionario” che si era innestato « nel tronco non esausto — secondo quanto scrisse — della vecchia legalità », instaurando così nel Pae

418



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 95

Brano: [...]circa 10 m;Ia. Tra gli ebrei italiani che presero la via dell’esìlio vi furono numerosi giovani scienziati, tra i qua

li Enrico Fermi e Bruno Pontecorvo;

il primo trovò rifugio negli Stati Uniti, l’altro in Francia.

Gli ebrei e l’antifascismo

Se l’identificazione degli ebrei con l’antifascismo, sostenuta strumentalmente dai fascisti e dai tedeschi, non aveva corrisposto a verità fino al 1938, è un fatto che l’introduzione delle leggi razziste, oltre a ispirare sentimenti di ribellione nella grande maggioranza degli italiani, diede corpo a un movimento antifascista ebraico in quanto tale. È vero, d’altra parte, che molti ebrei avevano militato fin dalle origini nei movimenti e nei partiti antifascisti (ma ancor più numerosi erano quelli che militavano nel Partito fascista e nelle organizzazioni del regime) : Terracini e Sereni tra i comunisti; Treves e Modigliani tra i socialisti; e tanti altri ancora, appartenenti alle diverse correnti democratiche, da Formiggini a Carlo Rosselli, da Donati a Vittorio Eoa, a Marco Segre, a Eugenio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 860

Brano: [...] Casella: il compositore torinese faceva pur sempre parte di un'« intellighenzia » che ben Io distanziava dall'ottusità di un Toni. Sarà ancora una volta Pizzetti a farsi portavoce delle istanze più conservatrici, firmando appunto con Toni (critico musicale del « Popolo d’Italia» dal 1920 al 1943) un Manifesto antimodernista poi apparso sulle pagine del « Corriere della sera ».

Ma per avere un’idea delle posizioni bassamente nazionalistiche e razziste del gruppo di musicisti di cui si è detto, saranno sufficienti alcuni brani tratti dal libro L’arte di dirigere l’orchestra di Adriano Lualdi, compositore, direttore d’orchestra, critico musicale e infine deputato fascista.

In questa sua opera (Milano 1940) Lualdi lamenta « il dilagare in Italia (e il vano tentativo di imporli al gusto italiano) di nomi e di musiche i più ostrogoti e barbarici — mai barbaro ebbe per noi, come in questo caso, più assoluto classico significato di straniero, intollerabilmente straniero — e delle loro imitazioni nostrane ». Egli esaltava nel contempo « quei mu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 345

Brano: [...]del l’amore, operante attraverso il metodo gandhiano della nonviolenza, è una delle armi più potenti a disposizione di un popolo oppresso ».

Particolarmente famose sono rimaste le lotte guidate da King contro la segregazione sui mezzi pubblici di trasporto, nell'iscrizione dei neri alle università, e così via. La serie di campagne nonviolente promossa da King culminò nell’ottenimento di una legge che eliminava, almeno formalmente, le barriere razziste in America. La resistenza del popolo nero, divenuta sempre più chiaramente lotta contro lo sfruttamento capitalistico, continuò con Malcom X (v.) e altri leader che, contendendo a King la leadership del movimento, propugnavano iniziative più radicali. Quando, dal 1967, King prese coerentemente posizione contro l’intervento americano in Vietnam, l’influenza della sua azione nonviolen

—i

345



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 59

Brano: [...] di persecuzione e di discriminazione sociale.

In un convegno internazionale svoltosi ad Atene dal 30 marzo al 3.4.1981 sotto il patrocinio deW’U.N.E.S.C.O. (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura) è stato lanciato un grido d'allarme non soltanto per la persistenza di discriminazioni razziali in diversi Stati e nella vita pratica, ma anche per i nuovi tentativi di dare una base “scientifica” alle teorie razziste, utilizzando le recenti ricerche della sociobiologia, secondo la quale l’eredità genetica non può essere limitata ai fatti biologici, ma coinvolgerebbe anche la sfera psichica e i comportamenti sociali.

Nel corso del convegno è stata ricordata la Dichiarazione sulla razza e i pregiudizi razziali, votata dall'U.N.E.S.C.O. nel 1978, la quale definisce come razzismo « ogni teoria richiamantesi alla superiorità o all'inferiorità intrinseca di gruppi razziali o etnici che darebbero agli uni il diritto di dominare o di eliminare gli altri, presunti inferiori, oppure esprimenti giudizi di valore [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 60

Brano: Razzismo

ricorsero a coperture ideologiche di contenuto razziale, ma fecero appello soprattutto alla credenza religiosa. Le teorizzazioni razziste apparvero per la prima volta nel XIX secolo, quando sulla scia del positivismo e con la nascita della sociologia gli interessi delle classi dominanti si incentrarono, con finalità essenzialmente utilitaristiche, sullo studio della società umana. È del 185455 il Saggio sulla disuguaglianza delle razze dell’etnologo e sociologo francese Joseph Arthur Gobineau che viene considerato appunto il primo teorico del razzismo. Dopo che il naturalista e biologo Charles Robert Darwin ebbe pubblicato le sue famose opere Origini della specie (1859) e Origine dell’uomo (1871) che spiegavano l’evoluzione mor[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 62

Brano: [...]mo e con l’emergere dei movimenti neofascisti. Inoltre, al razzismo “storico” si sono aggiunte nuove manifestazioni connesse, negli anni del secondo dopoguerra, al neocolonialismo (v.) e alle esigenze di sviluppo del sistema capitalistico in Europa.

Mentre nelle ex colonie in lotta per la loro indipendenza sono stati ripetutamente provocati o favoriti dalle potenze coloniali genocidi e massacri con false motivazioni tribali ed etniche, quindi razziste (Nigeria, Congo, Corno d’Africa ecc.), nei paesi europei più industrializzati (Gran Bretagna, Francia, Germania Federale, Svizzera, ecc.) alle massicce immigrazioni di lavoratori provenienti dai territori ex coloniali o del bacino del Mediterraneo (Nord Africa, Turchia, Italia, Jugoslavia, Grecia, Spagna ecc.) si sono spesso accompagnate campagne xenofobe e di evidente connotazione razzista, per pagare meno la forza lavoro. Questi fenomeni si sono inaspriti al primo sopraggiungere della crisi economica.

Questo stato di cose indica che il razzismo non è da considerare come un’espressione di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 155

Brano: [...]ione razzista e sulle relative repressioni,

il potere dei bianchi si fondava sul fatto che i lavoratori europei venivano superpagati rispetto a quelli africani, per cui un'esigua minoranza di classe operaia privilegiata partecipava di fatto allo supersfruttamento della grande massa di lavoratori indigeni.

Il razzismo era stato introdotto ufficialmente fin daM’inizio del secolo: nel 19013 erano state votate dal Parlamento di Londra le leggi razziste “Masters and Servants Act” e “Immorality Act” (contro i rapporti sessuali interrazziali), nonché quelle sulle riserve per i nativi, sull’apartheid nelle scuole e nelle chiese.

Nel 1922, quando ai “bianchi” della Rhodesia del Sud venne concesso l’autogoverno, anche questi vararono una costituzione razzista. Dal

1926 il “Native Affairs Act” irreggimentava gli operai africani nelle miniere e nelle piantagioni, mentre dal 1930, attraverso il “Land Apportionment Act”, il 52% della terra coltivabile veniva assegnato ai coloni europei che, nel loro insieme, costituivano appena l’1% della popol[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 639

Brano: [...]te che Himmler esemplificava una mentalità piuttosto diffusa

fra i giovani nel corso degli anni Venti: frustrati dal declino della potenza imperiale tedesca, molti giovani coltivavano o erano affascinati dalle ideologie nazionaliste e antisemite più radicali allora in voga. Himmler in particolare si era ribellato all’ambiente rigidamente conservatorecattolico dal quale proveniva e aveva vissuto molte di queste esperienze vòlkisch (nazionali e razziste), fra cui quella degli artamani (da art: genere, specie in senso naturale; gruppi di giovani che andavano a lavorare nelle grandi aziende agricole dell’Est con l’idea di creare una diga etnica contro il montante SlaviSmo), i quali cercavano di riscoprire le radici più profonde del germanesimo attraverso un “ritorno alla natura”, quindi alla vita rurale, e con forti tonalità antisemite. Non a caso Himmler era divenuto agronomo e — come l’amico e futuro ministro dell’agricoltura, Richard W. Dar rè — si era molto interessato dei problemi della selezione delle razze animali, coltivando teorie che[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine razziste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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