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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale prussiano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 175Entità Multimediali , di cui in selezione 39 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 667

Brano: [...]a ancora la forza di gridare agli invasori la sua fede nei destini d’Italia ».

Controguerriglia

Antiguerriglia. Insieme delle operazioni tattiche messe in atto in un paese occupato da un esercito regolare, al fine di difendersi dalle forze partigiane e distruggerle.

Il primo tentativo di sistemazione

tattica e strategica della controguerriglia nel quadro più vasto della campagna militare condotta da un esercito Io si deve al generale prussiano Karl von Clausewitz, il famoso teorico della guerra, il conte von Clausewitz, partendo dal presupposto che la guerriglia è appunto una forma particolare di guerra con la quale la popolazione civile si contrappone a un esercito regolare, ne ha giustamente individuato l’elemento fondamentale da un punto di vista storico e politico, ignorando il quale ogni considerazione sul piano militare « viene ad essere inefficace ». Il carattere popolare e nazionale della guerriglia (v. Guerra per bande) ha infatti sempre costituito un momento determinante per il suo successo: così ha dimostrato la resisten[...]

[...]in corso nel Vietnam, nel Congo, in Guatemala, Venezuela, Columbia e in diversi altri paesi. Già intorno al 1850 von Clausewitz aveva osservato che la guerra non costituisce un’attività autonoma, ma nasce da una determinata situazione politica e i suoi fini sono sempre e soltanto politici: la guerra sarebbe, secondo la sua nota definizione, « la politica che continua con altri mezzi ». Di conseguenza, nella preoccupazione di fornire all’esercito prussiano una « teoria della guerra », il generale prussiano tracciò anche una sommaria impostazione di come andava condotta una « campagna militare di repressione contro bande civili ». Egli fissò due criteri di massima: 1) la necessità di fornire alla nazione occupata una « buon governo »; 2) un’azione militare che faccia terra bruciata di ogni zona di rivolta ed elimini fisicamente i « capi » partigiani.

Il manuale nazista

Parzialmente ispirandosi alle teorie di Clausewitz, intorno al 1938 un altro ufficiale tedesco, Hans von Klatsch, assolse l’incarico di redigere un manuale che servisse alla Wehrmacht, in previsione dell’imminente attacco al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 519

Brano: [...]Bismarck sarà dimostrata da precisi documenti venuti alla luce nel 1928.

Poco dopo la nascita dell’Associazione generale degli operai tedeschi fu costituita a Londra (28.9. 1864) la Prima internazionale (V.), cui aderirono fra gli altri August Bebel e Wilhelm Liebknecht, noti esponenti del movimento operaio della Germania.

L’unificazione tedesca (186271)

Nell’ottobre 1864, dopo aver vinto la guerra contro la Danimarca, il primo ministro prussiano Bismarck proclamò l’annessione dello SchleswigHolstein, iniziando così quel processo di unificazione della Germania che avrebbe consentito un rapido e imponente sviluppo economico di tutto il paese. Per raggiungere tale fine, il rappresentante degli Junker prussiani non esitò a ricorrere alla guerra, attuando la sua cosiddetta Realpolitik (politica realistica). Egli potè inoltre sfruttare l’appoggio di Napoleone III e, in cambio dell’impegno di soffocare nel sangue l’insurrezione polacca, anche quello dello zar di Russia. Nel 1866, scavalcando il Parlamento prussiano, Bismarck portò il suo at[...]

[...]a che avrebbe consentito un rapido e imponente sviluppo economico di tutto il paese. Per raggiungere tale fine, il rappresentante degli Junker prussiani non esitò a ricorrere alla guerra, attuando la sua cosiddetta Realpolitik (politica realistica). Egli potè inoltre sfruttare l’appoggio di Napoleone III e, in cambio dell’impegno di soffocare nel sangue l’insurrezione polacca, anche quello dello zar di Russia. Nel 1866, scavalcando il Parlamento prussiano, Bismarck portò il suo attacco contro l’Austria, guadagnandosi l’Hannover, l'Assia, Nassau e la città di Francoforte. Dopo la vittoria sugli austriaci, la Prussia potè annettersi i territori a nord del Meno, fondando così la Confederazione del Nord, sotto la sovranità di Guglielmo I di Prussia e con Bismarck cancelliere federale (1867). Intanto, morto Lassalle, a dirigere l’Associazione degli operai era subentrato Johann Baptist e von Schweitzer (183375). Questi, pur criticando i metodi di Bismarck, vista l’incapacità della borghesia liberale di condurre a termine la rivoluzione democratica, [...]

[...]sovranità di Guglielmo I di Prussia e con Bismarck cancelliere federale (1867). Intanto, morto Lassalle, a dirigere l’Associazione degli operai era subentrato Johann Baptist e von Schweitzer (183375). Questi, pur criticando i metodi di Bismarck, vista l’incapacità della borghesia liberale di condurre a termine la rivoluzione democratica, finì per accettare come « inevitabile » che l’unificazione tedesca avvenisse sotto il segno delTautoritarismo prussiano. Contro l’opportunismo di Schweitzer (che considerava la classe operaia « immatura », quindi incapace

August Bebel

di assolvere un ruolo nazionale autonomo) si schierarono Wilhelm Liebknecht, Bebel e altri esponenti della sinistra socialdemocratica. Quando Schweitzer assunse toni autoritari nel guidare l’Associazione, essi se ne dimisero e, in un congresso svoltosi a Eisenach nell’agosto 1869, diedero vita a una nuova formazione socialdemocratica, nota come « partito di Eisenach ».

Nel 1870 la lotta tra Francia e Prussia divampò in una guerra aperta, allà quale parteciparono tutti gl[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 149

Brano: [...]e avviene in tanti altri disegni grotteschi di Mazzacurati.

Per rimanere nell’ambito della scultura, anche Giacomo Manzù non mancherà di esprimere la sua condanna « contro all’invadente inciviltà della guerra, della violenza, del sangue e della morte » (Raggianti). Infatti negli otto bassorilievi a stiacciato dedicati alla Passio Christi, eseguiti dall’autunno del 1939 all’estate del 1942, ce n’è uno, e precisamente l’ultimo, in cui appare un prussiano dalla gran pancia, tutto nudo, eccetto che per il capo coperto da un elmo che in un disegno preparatorio per l’opera pretendeva ambiguamente anche aspetto di orinale. In questa Crocifissione con tedesco, però, l’intento satirico si complica di una profonda umanità, aumentata dal contrasto delle positure delle due figure affrontate: il crocifisso appeso per mano alla croce, che sembra preannunciare il partigiano appeso per i piedi del bassorilievo che Manzù realizzerà un anno dopo; e l’auguzzino, « Gauleiter della Palestina che contempla l’appiccato » (Sassu) con aria estremamente soddisfatta.[...]

[...]ttavia la causticità critica di Manzù è tutta evidente in alcuni disegni posteriori di più scoperto intento satirico, tra cui troviamo un macellaioaguzzino, anch’esso nudo, che rimanda al tedesco del bassorilievo del ’42. Anche in questo disegno, che s’intitola Il nazismo per ìa nuova Europa ed è del ’44, il riferimento all’attualità, precisato dalla fascia con la svastica al braccio, è accostato ad altre annotazioni, come il monocolo di vecchio prussiano, che rivelano la capacità dell’artista di saper cogliere storicamente il fenomeno del militarismo tedesco.

La vena satiricogrottesca si ritrova nella serie delle Fantasie che Mafai, in esilio a Genova, cominciò a dipingere nel 1940, portandole avanti fino al 1944. Vi sono rappresentate scene di supplizi, fucilazioni di ostaggi, cortei fascisti, scene orgiastiche (per esempio un Carnevale di S.S.), in un appassionato espressionismo di grande tensione e di notevole eccitazione cromatica, non immune qua e là da

reminiscenze ensoriane. Tutte queste pitture, ora tanto accese da sembrar fiamm[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 234

Brano: Krupp

Prima guerra mondiale

Continuatore di questa politica fu quindi Gustav von Bohlen und Halbach (18701950), il diplomatico prussiano andato sposo nel 1906 a Berta Krupp, erede del patrimonio paterno, e che in seguito al matrimonio ottenne dal Kaiser il diritto di portare il nome dei Krupp.

Nella intensificata corsa agli armamenti e in particolare a quelli navali voluti dal Tirpitz, le fabbriche Krupp si volsero sempre più a soddisfare commesse militari, licenziando i primi UBoote della marina tedesca, portando a un alto grado di perfezionamento l’artiglieria e aprendosi alle prospettive dell’incipiente motorizzazione.

Il grande impero industriale, che alla vigilia della Prima guerra mondiale già occupava oltre 80.000[...]

[...]ttive dell’incipiente motorizzazione.

Il grande impero industriale, che alla vigilia della Prima guerra mondiale già occupava oltre 80.000 lavoratori, rappresentò durante il conflitto la spina dorsale degli armamenti (si ricorda il celebre mortaio da 420 mm « grande Berta ») e uno dei principali sostegni delle mire annessionistiche del Reich, con particolare riguardo per i distretti minerari del Belgio e della Lorena.

Il crollo dell’impero prussiano e la sconfitta militare ridimensionarono temporaneamente il peso sociale e la produzione industriale del complesso (nel 1923 Gustav Krupp, dopo l'occupazione della Ruhr, subì anche l’arresto ad opera dei francesi), ma non ne intaccarono le basi patrimoniali. Queste erano destinate a nuovo incremento, dapprima con il riarmo segreto in violazione del trattato di Versailles (probabilmente già nel 1926) e successivamente nel quadro del riarmo in grande stile promosso dal nazismo.

Contro la repubblica di Weimar

Il riarmo segreto consentì all’azienda Krupp di allargare addirittura la propria [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 195

Brano: [...]itazione aH’insegnamento universitario; nel 1924 fu chiamato come professore ordinario di Storia moderna ad Amburgo, per passare l’anno successivo alla cattedra di Friburgo, dove terrà l’insegnamento sino al 1957. Dalla tradizione luterana portava nel suo lavoro storiografico una forte tensione morale e l’accentuazione della sfera etica e ideologica congiunta all’azione di alcune personalità esemplari.

Ultimo grande erede della scuola storica prussianotedesca, il Ritter coltivò, insie

me agli studi sulla Riforma (tra questi si ricordano, oltre alla biografia di Lutero, lavori più generali come Die Weltwirkung der Reformation e Die Neugestaltung Europas im 16. Jahrhundert), il culto della tradizione prussiana, dalla quale egli cercò in anni più recenti di allontanare il sospetto di responsabilità nella preparazione politica e culturale del fenomeno nazista.

Maestro della biografia, un genere particolarmente congeniale alla sua concezione storiografica, dedicò studi fondamentali a due delle figure più rappresentative della storia prussi[...]

[...]nto rispetto alla tradizione prussiana, se non addirittura un fenomeno estraneo alla storia tedesca, e a rivendicare agli uomini del 20 luglio (v.) l’unica, vera forma di resistenza; ma soprattutto gli studi sul militarismo che impegnarono gli ultimi venticinque anni della sua esistenza (Staatskunst und Kriegshandwerk, 4 volumi 19541968, Der SchlieffenPlan. Kritik eines Mythos, 1956) mirarono a rivalutare in modo massiccio la tradizione militare prussianotedesca e a negare le responsabilità dell’imperialismo tedesco nello scoppio della Prima guerra mondiale. Ciò fece in forte ed esasperata polemica, fra l’altro, con la più giovane tendenza storiografica inaugurata da Fritz Fischer, e non senza il preciso intento politico di offrire alla Bundeswehr, nata dal riarmo della Germania occidentale negli anni Cinquanta, una piattaforma ideologica fondata sul retaggio antitotalitario e sull’etica nazionale e conservatrice del corpo degli ufficiali che si era espressa nell'attentato a Hitler del 1944. Culminava così, con l’identificazione del Ritter nel[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 398

Brano: [...]gevolare l’inserimento dei nazionalsocialisti, con la conseguenza controproducente di provocare il loro rafforzamento elettorale e quindi di stimolare la loro intransigenza a porre condizioni che furono giudicate troppo esose dagli stessi fautori dell’alleanza con i nazisti. Ma ancora più rivelatore delle vere intenzioni del gabinetto dei « baroni » guidato da von Papen fu l’autentico colpo di stato che egli sferrò il 20.7.1932 contro il governo prussiano, composto da socialdemocratici e cattolici del Centro, nel quale primeggiavano due esponenti della socialdemocrazia, Otto Braun e Cari Severing. Con lo scioglimento del tutto arbitrario del governo prussiano, Papen mirava in effetti assai più lontano: era una dichiarazione di guerra ai partiti weimariani, il primo passo verso l’instaurazione della dittatura. La passività con la quale i socialdemocratici si fecero spodestare in Prussia, senza fare alcun appello alle masse contro la prepotenza del potere esecutivo del Reich, fu uno degli indici più disastrosi dello stato di liquidazione delle istituzioni democratiche e del distacco ormai chiaro che si era creato tra i partiti e le masse. Colpendo infine l’autonomia del più forte tra i Lànder, Papen portava avanti il disegno accentratore che

era [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 569

Brano: [...]In campo filosofico l’evoluzione di Marx da posizioni idealistiche a posizioni di un materialismo rinnovato e approfondito potrà dirsi conclusa con le sue note Tesi su Feuerbach (1845), a cui seguirono nel 184546, di nuovo in collaborazione con Engels, Vldeologia tedesca (che verrà pubblicata nel 1932) e nel 1847 la Miseria della filosofia, la prima opera di Marx compiutamente « marxista ».

Nel 1845, espulso da Parigi su richiesta del governo prussiano, Marx si rifugiò a Bruxelles. Nella primavera del 1847 aderì con Engels alla Alleanza dei comunisti, associazione segreta con fini propagandistici, e nello stesso anno prese parte al Il Congresso di questa stessa associazione a Londra. Dal Congresso Marx ed Engels furono incaricati di stendere il testo del famoso Manifesto del partito comunista (v.) che sarà pubblicato nel febbraio 1848, proprio alla vigilia della nuova ondata di moti rivoluzionari in Europa: l’alleanza tra filosofia e masse proletarie, di cui Marx tre anni

Marx nel 1863

prima, con i suoi scritti negli « Annali francote[...]

[...]1849 fece uscire, sotto la sua direzione, la Nuova Gazzetta Renana. Su questa apparve una serie di articoli di Marx dedicati alla condizione operaia e alla missione storica del proletariato, articoli che verranno successivamente raccolti in un volume dal titolo Lavoro salariato e capitale.

Dopo la vittoria della controrivoluzione in Germania, Marx fu denunciato e rinviato a giudizio, ma al processo venne assolto (9.2.1849), per cui il governo prussiano dovette accontentarsi di imporre la chiusura del giornale e di emanare un decreto di espulsione per il suo direttore: il 16.5.1849 Marx fu così costretto ad abbandonare la Germania, nella quale non farà più ritorno. Recatosi a Parigi, ne venne espulso nel giugno dello stesso anno e si portò a Londra. Il suo esilio londinese durerà 34 anni, cioè fino alla morte.

Per il trentenne Marx cominciò un periodo caratterizzato da una duplice attività: da una parte la ricerca teorica e l’elaborazione, tra mille difficoltà, della sua teoria economica; dall'altra, l’attività di dirigente

del movimen[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 640

Brano: [...]issero a far parte delle SS.

Himmler iniziò nello stesso tempo ad accumulare una serie impressionante di cariche che gli consentivano di avere nelle sue mani l'intero apparato repressivopoliziesco del Terzo Reich. Nominato già nel marzo

1933 capo della polizia bavarese, il 20 aprile seguente ebbe affidata da Hitler anche la direzione della polizia prussiana e della polizia politica (v. Gestapo), pur sottoposte formalmente al primo ministro prussiano Goering (v.). Liberatosi due anni dopo anche di quest’ultima limitazione, insieme al suo fidato collaboratore Reinhard Heydrich (v.) Himmler potè dedicarsi a tessere le trame che avrebbero portato le SS sempre più in alto, complottando contro gli ultimi esponenti dell’esercito che ancora godeva di una certa indipendenza: Blomberg e Fritsch. La rivalità delle SS con l’esercito non venne però mai meno e anzi crebbe durante la guerra, quando Himmler fondò le WaffenSS che finirono con il costituire un vero e proprio esercito parallelo rispetto alla Wehrmacht e potentemente armato.

Le WaffenSS [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 431

Brano: [...]Fiamme Verdi “Tito Speri”, durante un’azione contro automezzi nemici catturò 3 ufficiali tedeschi, ma venne poi sorpreso da altre forze sopraggiunte. Dopo aver resistito fino all’esaurimento delle munizioni, fu stroncato da una raffica di mitta.

Schleicher, Kurt von

N. a Brandenburg (Germania) il 7.4. 1882, m. a Neubabelsberg (Germania) il 30.6.1934; generale.

Avviato alla carriera militare dal padre, egli stesso ufficiale dell'esercito prussiano, nel 1913 uscì dall'Accademia dì guerra come ufficiale di stato maggiore. Con il grado di capitano venne impegnato nel servizio ferroviario dell'esercito, dove applicò, durante la Prima guerra mondiale, il suo talento principalmente ai problemi tecnicoorganizzativi collaborando (a eccezione di un breve periodo passato sul Fronte orientale nella primavera del 1917) con il generale Groener nei servizi

di approvvigionamento militare. Nel dopoguerra fu capo della seconda sezione operativa dello stato maggiore, alle dirette dipendenze del nuovo quartiermastro generale Groener, succeduto a Luden[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 156

Brano: [...]omico ben saldo nelle loro mani, secondo i principi del neocolonialismo (v.).

H.Ja.

Ribbentrop, Joachim von

N. a Wesel (Germania) il 30.4.1893, m. a Norimberga il 16.10.1946; impiegato.

Tra i capi supremi del Terzo Reich, Ribbentrop fu l’unico che non provenisse dalle file dei nazisti della prima ora: aderì infatti alla N.S.D. A.P. soltanto nell'estate del 1932. Nato in una agiata famiglia renana (il padre era ufficiale dell'esercito prussiano e coltivava estese relazioni mondane), passò gli anni della giovinezza in Inghilterra, Canadà e Stati Uniti, iniziando nel suo soggiorno canadese l’attività di impiegato di banca e in altri settori del

commercio. Tornato in Germania al

lo scoppio della Prima guerra mondiale, si arruolò come volontario ed entrò nel servizio effettivo, ma dopo la sconfitta e la pace di Versailles abbandonò nel 1919 la carriera militare per protesta nazionalista e tornò all’attività commerciale.

Fiduciario di Hitler

Accostatosi sempre più ai circoli della destra nazionalista e antiweimariana, venne a[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine prussiano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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