Il segmento testuale polemista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 137Entità Multimediali , di cui in selezione 14 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 402
Brano: [...]diritto, non si volle restituirgli la sua cattedra di storia del cristianesimo nello Ateneo romano. Morì il 20.4.
1946. Rifiutò, un mese prima di morire, dopo l’attacco cardiaco, l’offerta fattagli dal cardinale Marmugi di riconciliarsi con la Chiesa, a condizione di sottoscrivere la formula:
« Credo tutto quello che crede e insegna la Santa Chiesa cattolica e riprovo tutto ciò che essa riprova ».
Scrittore di grande potenza espressiva, polemista acuto e brillante, fu uno degli uomini più rappresentativi della cultura italiana della prima metà del nostro secolo. Gli studi storicoreligiosi ricevettero da lui un decisivo impulso in Italia, anche perché in lui si fondevano insieme l’altezza e l’acume dello studioso con rare capacità di organizzatore, di maestro e di guida dei suoi giovani allievi. La sua bibliografia annovera ben 3.766 titoli. Tra le sue opere fondamentali si ricordano i Saggi di storia del cristianesimo, Milano, 194243; Lo gnosticismo; Lutero e la riforma in Germania; Storia del Cristianesimo; Gioacchino da fiore; Il mo[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 141
Brano: [...] articoli sul « Corriere dell’lrpinia » (19231925) contro la riforma scolastica di Giovanni Gentile. Piero Gobetti (v.) apprezzò in Dorso l’acume critico, il vigore morale e la profonda conoscenza della questione meridionale, convincendolo a dare alle stampe il suo saggio La rivoluzione meridionale, lucido e
stringente contributo all’analisi delle piaghe secolari del Sud e dei fenomeni connessi con la formazione dei suoi ceti dirigenti. Fiero polemista nei riguardi del fascismo, visse sotto il regime come sorvegliato speciale nella sua regione.
La questione meridionale
Elaborando i materiali delle sue indagini sui mali del Sud, Dorso si legò intimamente a quel filone critico di democratici radicali del Mezzogiorno che, sulla scia della polemica di Gaetano Salvemini e attingendo alla tradizione storicistica e liberale della borghesia umanistica di quelle contrade, era impegnato in una cruda denunzia del trasformismo politico, dell’inettitudine del personale politico tradizionale, del giolittismo come pratica corruttrice, e del socialis[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 199
Brano: [...]punto alle esperienze delle tradeunions inglesi e mettendo l’accento sul significato positivo che la libertà sindacale assumeva ai fini dello sviluppo dello stesso sistema economico liberista. La coraggiosa posizione del giovane economista, le cui argomentazioni erano sorrette da uno stile chiaro, asciutto e incisivo, fece sensazione nel clima di accesa reazione antioperaia di quegli anni. Ma le battaglie che più lo videro emergere con piglio di polemista stringente, furono soprattutto quelle contro il protezionismo statale e i suoi effetti nella crescita dell’industria monopolistica.
Fedele a canoni astratti, per molti versi moralistici e utopistici, di integrale osservanza dei princìpi del libero scambio, fu accanto a Gaetano Salvemini e ad Antonio De Viti De Marco nel rivendicare l’osservanza di tali norme e nel denunciare — spesso con pungente efficacia — la natura protezionistica dello sviluppo dell’industria saccarifera e di quella siderurgica.
Su posizioni chiaramente polemiche fu anche riguardo alla guerra di Libia del 1911 e nei[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 566
Brano: [...]ò molto bene l'ideale della generazione di storici, il cui avvento Gobetti aveva pronosticato. Non a caso, nel momento in cui fu più libero dalle cure editoriali, sentendo avvicinarsi il momento della catastrofe pensò di esercitarsi in una serie di riflessioni sul Risorgi mento, proprio come aveva fatto Gobetti, se pur con una preparazione più ortodossa. In fondo, non tanto Gobetti, impegnato fino all’ultimo respiro nella lotta politica diretta, polemista
Leone Ginzburg
acceso, più abile a impugnare la frusta che a maneggiare la bilancia, amante dei giudizi taglienti, delle sintesi rapide, storico per necessità, moralista per vocazione, quanto lui, Leone, avrebbe potuto essere lo storico preannuriciato, lui che s’era fatto le ossa sui classici, aveva letto Croce e Omodeo e procedeva sul difficile terreno protetto da una buona armatura di studi filosòfici.
[...] In materia più strettamente politica e istituzionale, Ginzburg raccolse di Gobetti, attraverso Cattaneo, l'amore per le autonomie locali, per la cosiddetta sovranità dal basso,[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 248
Brano: [...]esa (n. 1, Nuova serie) il 28.7.1912. L’ultimo fu il n. 21 (anno IV), portante la data del 23.5.1915, ossia del giorno che precedette l’intervento italiano nella prima guerra mondiale. Per il suo carattere vivacemente aggressivo, scandalistico e di battaglia, il periodico ebbe notorietà e larga diffusione, specialmente a Milano. Era diretto da Paolo Valera, un libertario indipendente anche se iscritto al Partito socialista, che divenne noto come polemista implacabile, fiero esponente di un socialismo individualista, populista e generosamente idealista. Il periodico bollava certo malcostume parlamentare, la tendenza all’intrigo e
al compromesso di molti uomini politici, e puntava i propri strali soprattutto contro taluni esponenti del riformismo italiano, da Turati a Treves a D’Aragona; per contro, appoggiava tutti gli scioperi e i movimenti di carattere rivoluzionario, sostenendoli con incitamenti e plausi.
Nelle pagine del settimanale venivano denunciati gli scandali, messi a nudo i profittatori, attaccati i metodi violenti della polizi[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 276
Brano: [...]ella Brigata « Beretta *; Angelo Aver, monografia inedita; Tommaso Lupi, monografie inedite; Maria Cristina Mirabello, monografie inedite; Giulio Mongatti, monografie inedite.
Lassalle, Ferdinando
N. a Breslavia l'11.4.1825, m. a Ginevra il 31.8.1864; esponente socialdemocratico tedesco.
Di famiglia di commercianti, compì studi umanistici nelle università di Breslavia e Berlino, poi si diede alla lotta politica. Studioso e uomo dazione, polemista audace e spregiudicato nelle iniziative, nel breve corso della sua vita lasciò la propria impronta in una parte del movimento operaio tedesco.
« Noi seguiamo la strada degli audaci, ci conduce Lassai le », canterà un inno popolare in Germania, per ricordare il fondatore della Unione generale degli operai tedeschi.
Su posizioni democraticoborghesi, a Dusseldorf e poi in altre parti della Renania Lassalle partecipò ai moti insurrezionali del 184849. Fu l’aiutante di Cantador che, come comandante della Guardia civica di Dusseldorf, faceva fondere pallottole notte e giorno e preparava la re[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 569
Brano: [...]esa di conoscenza diretta del pensiero socialista, aveva proseguito la propria evoluzione verso sinistra ed era diventato un rivoluzionario che non si appellava più alla ragione astratta, ma si rivolgeva alle masse, in primo luogo al proletariato. La rottura di Marx con gli hegeliani di sinistra divenne definitiva nel 1845, con la pubblicazione della Sacra famiglia, ovvero critica della critica critica, operetta sferzante ove si rivelava il Marx polemista e alla cui elaborazione aveva partecipato anche Engels, ritrovato da Marx a Parigi nel 1844.
In campo filosofico l’evoluzione di Marx da posizioni idealistiche a posizioni di un materialismo rinnovato e approfondito potrà dirsi conclusa con le sue note Tesi su Feuerbach (1845), a cui seguirono nel 184546, di nuovo in collaborazione con Engels, Vldeologia tedesca (che verrà pubblicata nel 1932) e nel 1847 la Miseria della filosofia, la prima opera di Marx compiutamente « marxista ».
Nel 1845, espulso da Parigi su richiesta del governo prussiano, Marx si rifugiò a Bruxelles. Nella primave[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 5
Brano: [...]esso del partito fu escluso dal Comitato centrale. Si unì allora all’aopposizione unificata” e, dopo che questa fu definitivamente battuta al XV Congresso (1927), venne inviato al confino insieme ad altri dirigenti trotzkisti.
L’anno dopo capitolò di fronte allo stalinismo (v.) e fece una ritrattazione, rinnegando Trotzkij e i vecchi compagni di lotta. Nel 1929 venne assunto come redattore alla “Pravda”.
Giornalista di talento e abilissimo polemista, si occupò di politica estera, considerato addirittura portavoce di Stalin in questo campo. Nel
1935 era membro autorevole della commissione incaricata della stesura della nuova Costituzione sovietica, ma poco dopo venne arrestato per tradimento. Fu sottoposto a giudizio con altri dirigenti della vec
chia guardia nel gennaio 1937 (v. Processi di Mosca) e fu tra i “rei confessi”, anzi egli si assunse il ruolo di accusatoaccusatore che gli valse la relativamente mite condanna a 10 anni di reclusione. Di lui si persero successivamente le tracce ma, secondo voci insistenti, sarebbe stato as[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 269
Brano: [...]ro sindacalista di Parma L’Internazionale, diretto da Alceste De Ambris. Passato al giornalismo professionistico, si guadagnò fama anche di brillante oratore in una serie di conferenze contro la campagna di Libia e, con Filippo Cor ridoni, fu coautore dell’opuscolo Le rovine del neoimperialismo italico, Libia e antimilitarismo, iniziativa che fece rumore e gli costò un processo (altri ne aveva collezionato e ne collezionerà nel suo itinerario di polemista).
Designato reggente della Camera del lavoro di Parma dalla fine del 1911 (in seguito all’arresto di De Ambris e di altri dirigenti, per i tumulti di Piombino), nell’ottobre 1912 passò a dirigere come segretario provinciale la Camera del lavoro di Piacenza (conquistata dagli anarcosindacalisti) e l’organo della stessa, La Voce proletaria. Nel dicembre del 1913 ebbe l’incarico di propagandista ufficiale de\\'Unione Sindacale Italiana (v.), nel cui Comitato esecutivo era stato eletto. Soggiornò qualche tempo a Ferrara e poi si stabilì a Milano.
DaH’anarcosindacalismo al fascismo
Intorn[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 491
Brano: [...]17 giovani e donne diedero vita, per più giorni, a manifestazioni contro la guerra e per ottenere maggiori approvvigionamenti. La repressione fu dura: decine di arresti e violentissime cariche di cavalleria. In quegli stessi anni nella Sezione socialista di Sesto si rafforzarono le posizioni massimaliste e si delinearono influenze “prosovviettiste”. Al fondatore del socialismo sestese Carlo Borromeo si contrappose l’emiliano Guido Ceretti, abile polemista, collaboratore di giornali e riviste del partito.
Dopoguerra e fascismo
Alla fine del conflitto le aziende, private delle commesse belliche, licenziarono centinaia di lavoratori e il quadro politico sestese cambiò nuovamente. I giovani socialisti, i massimalisti e i terzinternazionalisti, alleati, assunsero la guida della Sezione socialista, già forte di
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Manifesto della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Sesto S.G. per l'inizio di[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine polemista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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