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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale pluralismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 1021Entità Multimediali , di cui in selezione 22 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 445

Brano: [...] Nere (v.), trasformandoli in militari per « affrontare le supreme esigenze della guerra civile ».

Alla fine della « ristrutturazione »,

nelle Brigate Nere si contarono

11.000 militi; pochi, rispetto alle centinaia di migliaia censiti come « iscritti ». Di fatto, nel passaggio da « partito delle tessere » a « partito dei fucili » il P.F.R. aveva smarrito insieme ai propri iscritti anche la propria autonoma fisionomia.

Partito unico e pluralismo politico

Diverse erano inoltre le coordinate politiche, nel cui ambito il P.F.R. (rispetto al vecchio P.N.F.) era chiamato ad operare. Per la prima volta aH’interno del paese dominato dalla dittatura fascista si poneva il problema della coesistenza con altri partiti (clandestini è vero, ma vivi e operanti), ed emergeva concretamente l’alternativa tra partito unico e pluralismo politico. All’inizio ci fu il tentativo di risolvere la contraddizione all’interno del partito unico, ammettendo l’ipotesi di « correnti » nel P.F.R. e di una sua apertura « democratica » a tutti gli apporti, cioè alle « forze sane dell’antifascismo ». Ipotesi nettamente respinta dall’intransigenza fascista, ispirata a una concezione esclusivista:

445



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 733

Brano: [...]he bisogna improvvisare ^ subordinare alle occasioni ».

In definitiva, il fascismo chiedeva agli intellettuali di rinunciare più alla loro dignità che alle loro idee. Purché quest’ultime fossero svirilizzate e rese inoffensive, non avevano nulla da temere dal regime. Del resto bastava che la cultura indossasse la camicia nera durante le parate ufficiali, e sotto quell'unico colore poteva fiorire e svilupparsi tranquillamente il più variopinto pluralismo culturale. Dietro la facciata del totalitarismo tutte le tendenze filosofiche, letterarie e artistiche erano ammesse, più o meno incoraggiate se accettavano di presentarsi con l’etichetta fascista, o semplicemente tollerate se si limitavano, con l’etichetta delTapoliticità, ad accettare le regole del giuoco della realtà politica del fascismo. Ciò che non poteva in nessun caso tollerarsi era ogni manifestazione pubblica di indipendenza politica, il rifiuto di sottostare ai riti formali del regime. Intollerabile doveva sembrare, ad esempio, la caparbia ostinazione con cui Arturo Toscanini si ri[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 303

Brano: [...]itti in un consesso mondiale; inoltre, nell’era di Ade

nauer, essa ha forse sperato di poter rafforzarsi e, sfruttando ed acuendo i contrasti fra U.R.S.S. e U.S.A., uscire al più presto dalla condizione di minorità in cui l’ha posta la sconfitta nazista. A ciò si aggiungano i pericoli di ricomparsa di certe forme di nazionalismo (che hanno trovato nella Francia di De Gaulle l’esempio tipico) e il fatto che mai l'Europa ha mostrato tendenza al pluralismo, alla soluzione negoziata dei contrasti, al rispetto per le minoranze. Si considerino infine le acute diseguaglianze economiche e di livello di vita ancora esistenti nei vari paesi e si avranno numerosi dati che rendono, se non impossibile, estremamente difficile il dialogo tra gli Stati della « piccola Europa », per non parlare del rapporto tra questi e i paesi del blocco socialista.

È perciò in atto una crisi di fondo, in certi ambienti più sensibili, motivata da strutture superate e che paiono immobili sulla progettata strada federalista. Quantunque i trattati delle varie Comunità (C.E.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 212

Brano: [...]onoscere l'alleato tedesco nella sua follia allucinante e nel suo antisemitismo feroce, a vedere che dietro la pompa imperiale dello Stato fascista non c’era altro che cartapesta e boria, a capire invece che nei paesi nemici dell’Asse c’era una realtà politica e sociale ben più complessa e valida di quanto non avesse detto la nostra ventennale propaganda, a ricuperare il dato « liberaldemocratico » della necessità del confronto e deH’utilità del pluralismo: illuminanti in proposito le sue lettere dalla Russia, dove egli aveva trovato, sì, una gioventù atea, ma anche un’insospettata ricchezza di servizi sociali.

Nella Resistenza

E quando giunse il momento, Olivelli scelse senza indugi la sua trincea: il «littore della razza » diventò « ribelle per amore », per amore della libertà e dell’uomo,

212



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 269

Brano: [...] al potere ed etichettati come « ordine pubblico »;

d) limite onnipresente per le attività dei cittadini e ragione di rottura del principio di legalità.

In regime fascista

Queste caratteristiche naturalmente si rafforzarono nel clima politico determinatosi con l’avvento del fascismo.

La disciplina generale dei diritti e delle libertà individuali in questo periodo storico costituì il risultato di una singolare fusione tra statalismo e pluralismo sociale:

« L’individuo nello Stato fascista non è annullato, ma piuttosto moltiplicato per il numero dei suoi camerati » (Mussolini). La premessa di tale disciplina era la priorità dello Stato rispetto ai diritti e alle libertà dei cittadini, da questo concessi in funzione dell’interesse sociale, espresso dalla sua volontà.

« La struttura portante era l'inesistenza del conflitto frontale fra Stato ed individuo, postulato dal liberalismo, e la presenza al suo posto di una serie gerarchica e concentrica di sfere giuridiche, che dall'individuo giungeva allo Stato attraverso i gruppi interm[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 303

Brano: [...]rale su spedizioni punitive, quale quella proposta contro la guerriglia sandinista nel Nicaragua, o sul tentativo di coprire le diverse attività militari degli U.S.A. nei CaraibL La politica carteriana perseguiva in realtà obiettivi più che altro propagandistici: nel 1979 la Dichiarazione di La Paz si pronunciò in appoggio ai regimi democratici dell'area, per il rispetto dei diritti umani, contro l’uso diffuso della tortura e per il rispetto del pluralismo ideologico; ma, nello stesso tempo, nel paese ospite della Con ferenza, il governo democratico di Walter Guevara Arcef veniva rovesciato e sostituito da un regime militare, in aperto contrasto con le dichiarazioni della Conferenza stessa. La politica affermatasi in seno all'O.S.A. si dimostrava tuttavia importante per la vittoria del Fronte

303



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 309

Brano: Osoppo, Formazioni

to era diviso: da una parte il P.C.I., voce della « Garibaldi »; dall'altra il P.d’A. e la D.C., voci del Btg. G.L. e degli altri gruppi. Il P.S.I.U.P. faceva da mediatore.

Dopo lunghe e ripetute sedute si giunse aH’accettazione del pluralismo di modalità e di comando. In seduta congiunta del C.L.N. e del suo E.M., tenutasi il 24.12.43, preso atto della situazione il C.L.N. autorizzò il costituirsi di formazioni armate di due tipi, entrambe facenti capo al C.L.N., l'una tramite il P.C.I., l’altra tramite il P.d’A. e la D.C.. Tutti erano d’accordo sulla necessità di riparare alle enormi ingiustizie subite da sloveni e croati a causa deH’irredentismo (v.), poi molto aggravate dal fascismo, ma ci si augurava che i nodi non venissero tagliati « manu militari » bensì risolti per decisione della popolazione interessata.

Il Comando del[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 332

Brano: [...]sua direzione politica. In questo modo l’O.F. fu l’origine di un nuovo tipo di Stato che, a liberazione avvenuta, si trasformò, con un processo non sempre agevole, nell’odierno Stato socialista sloveno nel quadro dello Stato socialista jugoslavo.

Nel dopoguerra l’O.F. si trasformò in Alleanza socialista del popolo lavoratore, oggi caratterizzata come l’organizzazione in cui s’incontrano le particolarità e le diversità di interessi, ossia il « pluralismo di interessi », per edificare una società di tipo socialista basata sull’autogestione e sulla democrazia diretta.

K.S.

Bibliografia essenziale: Enciklopedija jugoslavi je, Slovenci, voi. VI, Zagreb 1968; M. Mikuz, Pregi ed zgod ovine NOB v Sloveni j, voi. I, Ljubljana 1960, voi. Il, Ljubljana 1961, voi. Ili, Ljubljana* 1973, voi. IV, Ljubljana 1973, voi. V, Ljubljana 1973; M. Mikuz, Zgod ovina slovenskega osvobodilnega boja, Ljubljana 1970; Temeljne Tocke Osvobodilne fronte, Ljubljana 1945; Il Kongres Osvobodilne fronte Slovenije, Ljubljana 1948; III Kongres Osvobodilne fronte S/ovenije[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 395

Brano: [...]di Nèa Dimokratìa, capeggiato allora da Karamanlis), raccogliendo il 25,31 per cento dei voti e ottenendo 93 seggi in Parlamento. In entrambe le tornate elettorali Papandrèu fu eletto deputato nella circoscrizione di Atene.

Agli inizi degli anni ’80 ammorbidì le sue precedenti posizioni radicaleggianti di netto rifiuto della partecipazione della Grecia alla N.A.T.O. e alla C.E.E.. Presentandosi alle elezioni del 18.10.1981 con un programma di pluralismo politico e di profonde ma caute riforme economiche e sociali, ispirate in gran parte ai modelli delle socialdemocrazie europee, il Pasok raccolse il 48 per cento dei voti e ottenne 174 deputati (sempre su 300), cioè la maggioranza parlamentare assoluta. Leader del partito di maggioranza, Andrèas Papandrèu potè varare, come presidente del Consiglio, il primo governo socialista greco (con Karamanlis quale capo dello Stato).

È autore di numerosi saggi suH'economia. Il capitalismo paternalistico è stato pubblicato anche in Italia (Milano, 1972).

A.So.

Papandrèu, Geòrgios

N. a Kalenzi [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 443

Brano: [...] Benito Mussolini e con il suo ritorno in Italia dal breve soggiorno in Germania (22 settembre), appena fondata la R.S.I. i capi fascisti si posero il problema di dare un supporto politico e ideologico al nuovo regime, nato letteralmente sulla punta delle baionette tedesche e al loro diretto servizio. Si delinearono però tra i fascisti due schieramenti, polemicamente contrapposti: da una parte i fautori di una « democratizzazione » e di un cauto pluralismo partitico, ossia dell'apertura verso le correnti moderate dell’antifascismo; dall'altra, i fautori del tradizionale monolitismo fascista, capeggiati dal gruppo FarinaccirPavolini, la cui intransigenza sarebbe stata il limite più vistoso della R.S.I., la causa del fallimento dei suoi tentativi di darsi una « base di massa ».

Nello schieramento « progressista » vennero a trovarsi ex sindacalisti rivoluzionari e « conservatori illuminati », fascisti « antemarcia » che erano stati emarginati nel corso del ventennio e i direttori dei maggiori quotidiani dell’Italia settentrionale, ma la divisio[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine pluralismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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