Il segmento testuale pessimismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 978Entità Multimediali , di cui in selezione 15 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 593
Brano: [...]mente Lui ».
Il saggio di Antolini così concludeva: «Abbiamo ricordato Gobetti per la prima volta e non ne parleremo per molto tempo su queste pagine che pure sono a Lui dedicate; riprendiamo ora il nostro cammino di ieri, senza luce di illusione che ci guidi, ché, anche se gli occhi sono pieni di lacrime, non si può sbagliare la strada quando non si cerca di trovare vittorie o di evitare pericoli; ma se un giorno una più forte stanchezza, un pessimismo più buio ci prenderà, se penseremo di riposare o di sostare, ricorderemo che la vita e la morte di Piero Gobetti sono per noi un comando al quale vogliamo ubbidire ».
Sotto una veste culturale, « Pietre » fu una coraggiosa manifestazione di pubblica opposizione al fascismo. Alla rivista collaborarono, oltre a Franco Antolini, Enrico Alpino, Ermanno BarteJlini, Lelio Basso, Mario Boneschi, Eugenio Colorni, Virgilio Dagnino, Francesco Manzitti, Mario Paggi, Paolo Rossi, Umberto Segre, Mario Vinciguerrar Emiliano Zazo, tutti uomini che parteciperanno poi alla Guerra di liberazione, alcuni las[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 267
Brano: Ordine pubblico
politica delle masse, e di battere le tendenze « settarie » che nella prima stagione del Partito comunista avevano avuto il sopravvento. Sul secondo numero dei quindicinaie comparve l’articolo di Gramsci intitolato « Contro il pessimismo », impietosamente critico dell’operato del nuovo partito sin dalla scissione di Livorno (« Fummo travolti dagli avvenimenti; fummo, senza volerlo, un aspetto della dissoluzione generale della società italiana »). Lo scritto destò vivaci discussioni tra i militanti e, dopo l’acquiescenza degli anni precedenti nei confronti della linea di Bordiga, si segnalò in qualche modo come il sintomo di una riscossa.
Eletto deputato in un collegio veneto, Gramsci potè rientrare in Italia nel maggio del 1924. Per cinque mesi la pubblicazione dell’« Ordine Nuovo », che nel frattempo aveva raggiunto la ti[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 862
Brano: [...]uigi Dallapiccola (n. 1904) e Goffredo Petrassi (n. 1904) a proporre un linguaggio alternativo di fronte a quello restaurativo di Casella, e a far partecipe la propria musica di un nuovo impegno umano drammaticamente sofferto, con al centro la liberazione dell’uomo.
Dallapiccola e Petrassi
Partito da posizioni ancora vicine al neoclassicismo, Luigi Daliapiccola le abbandonò presto per abbracciare il sistema dodecafonico, più consono al suo pessimismo come espressione di caos e di lacerazione esistenziale, restandovi fedele fino alle ultime composizioni. Tale sistema egli applicò anche agli splendidi Canti di prigionia (193841) nei quali, prendendo a simbolico pretesto le invocazioni di tre famosi prigionieri storici (Maria Stuarda, Boezio, Girolamo Savonarola), il compositore insorse contro la campagna antisemita allora iniziata ufficialmente anche in Italia. Per molti anni (addirittura fino al 1955) l’esecuzione delle opere di Dallapiccola sarà di fatto proibita in Germania a causa del chiaro atteggiamento antinazista assunto dal composi[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 861
Brano: [...]ore della sua generazione a sottrarsi all’ideologia nazionalistica imperante negli ambienti musicali italiani tra le due guerre. Il suo isolamento nella casa di Asolo non rappresentava so
lo il rifugio di una natura schiva, ma un reale atteggiamento polemico nei confronti di tanti artisti datisi, per arrivismo o per ottusità politica, alla diffusione degli « ideali » fascisti. Tutte le sue opere erano infatti segnate dal marchio di un tragico pessimismo e da una consapevolezza della crisi di ogni valore umano che, già in lui presente negli anni della Grande guer
ra, lo aveva allontanato sia dalle ricerche estetizzanti misticospiritualistiche del gruppo fiorentino che dall’attivismo trionfalistico dei futuristi. Sintomatico della personalità di Malipiero era poi il fatto che, eccettuata l’unica collaborazione con Gabriele D’Annunzio nel Sogno di un tramonto d’autunno (1913), egli avesse preferito al retorico e verboso poeta il Foscolo dei « Sepolcri » e il Leopardi del « Canto notturno di un pastore errante nell’Asia » (1910).
Negli ann[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 733
Brano: [...] deferito al Tribunale speciale, fu condannato ad altri 22 anni di reclusione. Fu detenuto a Roma, a Castelfranco ed a Civitavecchia.
Antonio Pesenti, che all'inizio del 1936 divise con Enrico Minio e Luigi Leris la cella n. 612 al VI Braccio di Regina Coeli, ci ha lasciato del compagno di carcere un significativo ritratto: « Minio era una miniera di esperienza [...]. Soffriva fisicamente, per cui, qualche volta, era di umore nero, incline al pessimismo. Si sottovalutava quanto a preparazione e a capacità. Avevo con me uno scritto economico del Morgenstern. Minio, pur avendo studiato tedesco solo in carcere, riusciva a capire quel difficilissimo testo, eppure si arrabbiava se non comprendeva bene qualche parola. Invece io lo ammiravo sinceramente e, da lui, imparavo nozioni di marxismo e di pratica carceraria. E lo prendevo in giro per quel suo volersi affermare " operaio Essere operaio è un titolo di merito per un comunista. Gli dicevo: " Tu sei come me. Perché da ragazzo hai fatto i cessi di maiolica ti vanti di essere operaio, ma ti piacc[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 622
Brano: [...]letteraria.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale fu arruolato nei servizi sanitari e inviato a Salonicco, ma venne colpito quasi subito dalla malaria e ricoverato in un ospedale, per cui non prese parte ad alcuna operazione bellica.
Negli anni del dopoguerra scrisse i suoi libri migliori, fra cui Le baiser au lépreux (1922), Thérèse Desqueyroux (1927), Le noeud de vipères (1932), opere improntate a una visione tragica della vita e a un pessimismo riscattato unicamente sul piano della visione religiosa.
Contro il fascismo
Quando nel 1937 scoppiò la guerra civile in Spagna, lo scrittore non esitò a schierarsi, insieme ad altri noti intellettuali cattolici francesi (fra cui Georges Bernanos e Jacques Maritain), contro l'aggressione fascista, dando tutto il suo appoggio morale alle forze repubblicane spagnole. Da quegli anni combattè decisamente le dottrine autoritarie di tipo fascista largamente diffuse anche tra i cattolici francesi.
Quando i tedeschi occuparono la Francia (v.), Mauriac aderì al Front National, organizzazione p[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 507
Brano: [...]isa e che egli continuò ostentatamente a considerare sullo stesso piano, esprimendo così il suo atto di fede nell’unità spirituale del popolo tedesco.
L’opera
L’intera opera letteraria e saggistica di Thomas Mann, a partire dai giovanili Buddenbrooks (1901), è fortemente legata alla problematica dello sviluppo della società borghese in Germania. Essa riflette, nelle sue diverse fasi, la maturazione politica e culturale dello scrittore, dal pessimismo e dalla critica antidemocratica dei padri spirituali della sua giovinezza (Schopenhauer e Nietzsche) al concreto impegno democratico e antifascista degli anni della repubblica di Weimar e dell’emigrazione antinazista.
Il momento di rottura con il mondo politico e culturale della Germania postbismarckiana e guglielmina fu rappresentato in Thomas Mann dagli anni immediatamente successivi alla Prima guerra mondiale, durante la quale egli aveva condiviso l’infatuazione nazionalista della maggior parte degli intellettuali tedeschi (sono di quel periodo le opere: Gedanken im Kriege, 1914; Friedr[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 244
Brano: [...]i non essere un marxista militante. Alle sue eccezionali doti di teorico e di educatore non si accompagnava eguale slancio per l’azione e l’uomo di studio prevaleva in lui sul politico. Lo disgustavano la disonestà, la leggerezza, la superficialità, « il politicantismo corrotto di certa piccola borghesia declassata che si abbarbicava al giovane tronco del socialismo italiano ». Usando la nota formulazione di Gramsci, si può dire che in lui, al « pessimismo dell’intelligenza » non corrispose un altrettanto forte « ottimismo della volontà ». Da qui la sua critica amara, corrosiva, perfino eccessiva verso certi gruppi dirigenti, che finiva poi per coinvolgere l’intero socialismo italiano, sino a disconoscerne la funzione positiva assolta.
La sua radicale opposizione al Congresso di Genova, donde nacque il Partito dei lavoratori; il suo giudizio negativo sui Fasci siciliani (giudizio che onestamente rettificò in seguito), sono esempi della sua tendenza a sottovalutare l’importanza dell’azione pratica e del movimento socialista che, pur con i suo[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 180
Brano: [...] di Torino e via via raccolti in volumi.
Uomo di vastissima cultura e di varia umanità, oltre che giurista insigne (come tale, è Socio Nazionale della Accademia dei Lincèi e di altre accademie), è storico di grande rilievo. Una sua opera storica, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni (si tratta del periodo 18481948) ha ricevuto nel 1949 il premio Viareggio e ha avuto grande fortuna di pubblico. Temperamento malinconico e incline al pessimismo, Io Jemolo occupa una posizione eminente e insieme singolare nella vita ideale e politica del nostro paese negli ultimi trent'anni. Una definizione che vada al di là di quella abbastanza generica dì antifascista cattolico e liberale ICavour e Mazzini sono a lui congeniali) appare difficile, se non impossibile, anche per certe sue contraddizioni e oscillazioni. Si può forse dire che lo Jemolo, che ha dato nobile testimonianza di impegno civile di un intellettuale, sia rimasto legato alle « categorie » dell’Italia giolittiana e abbia trovato difficoltà a muoversi in un mondo politico nel quale [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 159
Brano: [...] cui scopo era di guadagnare tempo per portare a termine i lavori della Gustav. Questa linea sussidiaria fu chiamata dai tedeschi linea Reinhard o Bernard, e dagli Alleati Linea d’inverno. Il suo punto centrale era costituito dalla stretta di Mignano sulla Casilina e dalla zona montagnosa circostante, dal monte Camino al monte Sammucro. Se l’operazione Avalanche era stata un evidente insuccesso per gli Alleati, sì da gettare in preda al più nero pessimismo i generali Eisenhower, Alexander e Clark, dopo che i tedeschi furono costretti a iniziare il loro movimento di ritirata l’umore dei generali angloamericani andò cambiando, tanto che il generale Eisenhower non esitò a dichiarare che, al massimo dopo sei o otto settimane, il 15° Gruppo di armate del generale Alexander si sarebbe trovato a nord di Roma. La previsione non si avverò e i generali attribuirono la responsabilità di questo nuovo insuccesso all errata condotta strategica dei dirigenti americani i quali, evidentemente considerando più importante la preparazione delio sbarco in Francia, [...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine pessimismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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