Brano: [...]proprietari agricoli, dei commercianti e degli artigiani. Ne derivò la rottura del fronte. I genheli si ritirarono da Resht. Dopo un fallito tentativo di attacco a Teheran, la direzione comunista estremista fu battuta.
Tra le due guerre
Negli anni del primo dopoguerra la situazione del paese restò estremamente tesa. Il governo filoinglese di VosuhedDoul fu costretto a dimettersi. Il nuovo gabinetto di MoshiredDoul denunciò il trattato anglopersiano del 1919 e concluse un patto politico con Mosca. Da quel momento, con un’efficace mobilitazione dell’opinione pubblica contro la rapina del petrolio, principale risorsa nazionale, cominciò una lotta ininterrotta all’imperialismo britannico e ai suoi agenti iraniani (lotta che solo nel 1951 sarebbe sboccata nella nazionalizzazione dell’industria petrolifera).
Le ricchezze sottratte dagli inglesi all’Iran sono favolose: fino al 1933 la A.P.O.C. aveva denunciato utili palesi per circa 200 milioni di sterline. Dei 32 milioni spettanti alla Persia in base agli accordi, in realtà solo 10 erano s[...]
[...]ndo come un monarca autoritario fosse incompatibile con un regime democratico, gli si pronunciò contro (cosa che non sarà mai dimenticata dalla famiglia Riza). Una Costituente eletta in un clima di terrore proclamò (12.12.1925) scià di Persia Riza Khan (Riza Pahlavi). Le tappe della « modernizzazione » del paese accompagnarono il consolidamento della dittatura: persecuzione sistematica del movimento popolare, messa al bando del Partito comunista persiano (Tudé) e dei sindacati da un lato; garanzia di neutralità verso l’U.R.S.S. (1927) e riconferma degli accordi con Mosca dall’altro. Furono anche attuate numerose riforme volte a modernizzare lo Stato, ma i maggiori problemi della situazione persiana (riscatto dalle grandi compagnie petrolifere e daH'imperialismo straniero, riforma agraria, sviluppo industriale) rimasero del tutto insoluti.
La crisi economica mondiale del 1929 portò a un serio inasprimento di rapporti tra il governo persiano e la A.P.O.C. Vedendo diminuire i profitti, con decisione unilaterale la Compagnia stabilì nel 1931 d[...]
[...]nzia di neutralità verso l’U.R.S.S. (1927) e riconferma degli accordi con Mosca dall’altro. Furono anche attuate numerose riforme volte a modernizzare lo Stato, ma i maggiori problemi della situazione persiana (riscatto dalle grandi compagnie petrolifere e daH'imperialismo straniero, riforma agraria, sviluppo industriale) rimasero del tutto insoluti.
La crisi economica mondiale del 1929 portò a un serio inasprimento di rapporti tra il governo persiano e la A.P.O.C. Vedendo diminuire i profitti, con decisione unilaterale la Compagnia stabilì nel 1931 di versare alla Persia
307.000 sterline, contro 1.288.000 sterline versate l’anno precedente. Di fronte a tale arbitrio, il Parlamento persiano nel 1932 dichiarò decaduta la concessione del
1901. Ne seguì una disputa diplomatica, politica e giudiziaria, con minacce di ritorsione da parte inglese.
Poiché le casse dello Stato erano vuote, alla fine la Persia dovette cedere. Nel 1933 venne stipulato un nuovo accordo che, concedendo alla Compagnia lo sfruttamento di 259.000 kmq di territorio, prevedeva: un compenso minimo annuo di 225300.000 sterline, una percentuale di 4 scellini per ogni tonnellata venduta, il 20 per cento dell’utile netto ottenuto dalla Compagnia al di là delle 671.250 sterline, il rifornimento del petrolio nece[...]
[...]20 per cento dell’utile netto ottenuto dalla Compagnia al di là delle 671.250 sterline, il rifornimento del petrolio necessario alla Persia per il suo uso interno, e infine lo stanziamento di 10.000 sterline annue (in realtà mai avvenuto) per l’addestramento tecnico di maestranze iraniane. Per aumentare i propri incassi, lo scià e la sua casta parassitarla vendevano ancora una volta a una compagnia petrolifera la ricchezza appartenente al popolo persiano e l’avvenire stesso della Persia come paese civile e moderno.
Nel 1931 il governo dittatoriale