Brano: [...]). Per le Villeggiature la prefazione alle Smanie (Opere, vii, 1008).
376 FRANCO FIDO
L'impresario delle Smirne, La scuola di ballo), sulle donne del popolo a Venezia (Le massere, Le donne de casa soa, Il campiello), e cosí via.
Accanto a queste costellazioni tematiche ci sono i cicli veri e propri: le due commedie di Bettina (La putta onorata e La buona moglie, 174849), la Pamela del 1750 e Pamela maritata del 175960, le tre Ircane (La sposa persiana, 1753, Ircana in Julfa, 1755, e Ircana in Ispaan, 1756), le Villeggiature del 1761, e infine la trilogia ricavata nel 1764 dagli scenari scritti a Parigi per l'Arlecchino Bertinazzi e la Camilla Veronese degli Italiens: Gli amori di Zelinda e Lindoro, La gelosia di Lindoro, Le inquietudini di Zelinda.
Da una parte, nella prefazione al Ritorno, Goldoni insiste sulla differenza delle Villeggiature dalle altre pièces « serializzate », cioè sul fatto « che le altre le ha immaginate una dopo l'altra, e queste tutte e tre in una volta » (Opere, vii 1147). Dall'altra, come ha ben visto Jacques Joly[...]
[...]u personnage en rapport avec les exigences de la passion », e il « genere » che ne risulta, a metà strada fra il teatro comico tradizionale e il romanzo, è la precoce versione goldoniana di quel genre sérieux che avrà in Diderot, Mercier e Beaumarchais i suoi maggiori teorici (Joly 1978, pp. 19798 e Petronio 1962). In questo quadro il caso piú considerevole e (tranne che dal Joly) sottovalutato è quello delle tragicommedie « persiane ». La sposa persiana, scritta per reagire alla concorrenza del Chiari e alla caduta delle due prime commedie prodotte al teatro San Luca (Il geloso avaro e La donna di testa debole), riportò nell'autunno del 1753 uno straordinario successo, « e fu replicata per trentaquattro sere, segnando cosí il piú grande trionfo del settecento sui teatri di Venezia » E dopo le accoglienze piuttosto tepide riscosse dalla seconda commedia, Ircana in Jul/a, un grande successo nel 1756 ebbe pure la terza, Ircana in Ispaan, che della Sposa persiana è la vera continuazione.
Spiegare la fortuna delle Ircane semplicemente coll'entus[...]
[...]aduta delle due prime commedie prodotte al teatro San Luca (Il geloso avaro e La donna di testa debole), riportò nell'autunno del 1753 uno straordinario successo, « e fu replicata per trentaquattro sere, segnando cosí il piú grande trionfo del settecento sui teatri di Venezia » E dopo le accoglienze piuttosto tepide riscosse dalla seconda commedia, Ircana in Jul/a, un grande successo nel 1756 ebbe pure la terza, Ircana in Ispaan, che della Sposa persiana è la vera continuazione.
Spiegare la fortuna delle Ircane semplicemente coll'entusiasmo di allora per le turcherie e le mascherate orientali mi sembra un modo di ignorare il problema dall'alto del nostro « buon gusto », o se si vuole di estendere anche a questo filone del teatro goldoniano la condiscendente sopportazione che la
6 Cfr. la prefazione alla Sposa persiana: «Questa è una Commedia fondata sulla passione... » (Opere, ix, 522), e la lettera da Parigi al Vendramin dell'11 ottobre 1763 sugli Amori di Zelinda e Lindoro: «La commedia è di grande intreccio, di gran passione... » (Opere, xiv, 299).
7 Cosí ORTOLANI, in Opere, Ix, 1333.
GIACINTA NEL PAESE DEGLI UOMINI: INTERPRETAZIONE DELLE « VILLEGGIATURE » 377
critica ha sempre riservato ai romanzi del Chiari, anche quando si tratta di opere ricche di trovate narrative e di idee.
Di Fatima, la fanciulla ancora innamorata dello sposo che la ripudia per una schiava, poté ricordarsi il Manzoni (che vid[...]
[...]ande intreccio, di gran passione... » (Opere, xiv, 299).
7 Cosí ORTOLANI, in Opere, Ix, 1333.
GIACINTA NEL PAESE DEGLI UOMINI: INTERPRETAZIONE DELLE « VILLEGGIATURE » 377
critica ha sempre riservato ai romanzi del Chiari, anche quando si tratta di opere ricche di trovate narrative e di idee.
Di Fatima, la fanciulla ancora innamorata dello sposo che la ripudia per una schiava, poté ricordarsi il Manzoni (che vide con ogni probabilità La sposa persiana a Venezia l'8 febbraio 1804 8) per il personaggio di Ermengarda: « Caddi qual fior sul campo, colto dai rai del sole... » (iv, 10). Ma non fu Fatima, bensí la sua appassionata rivale Ircana, interpretata dalla seconda donna Caterina Bresciani, a sedurre il pubblico veneziano e a indurre quindi l'autore a seguirne le vicende in altre due commedie.
Come agli inizi della sua carriera 9, e come piú tardi nei testi parigini per Arlecchino e Camilla, Goldoni si abbandona dunque alle sollecitazioni di un forte temperamento drammatico, le asseconda, e contemporaneamente se ne giova per costruire un [...]
[...] tutti i propri desideri in un punto (qui l'allontanamento di Fatima sposata a un altro e dunque non piú rivale, come poi nelle Smanie l'invito a Guglielmo a villeggiare con Filippo e Giacinta): « Se mi soddisfi in questo, teco sarò qual fui; / Ti crederò mio caro, piú non darotti un duolo, / Tutto soffrir m'impegno, con
8 Recitata dalla compagnia di Salvatore Fabbrichesi al teatro San Giovanni Grisostomo: cfr. ORTOLANI, Nota storica alla Sposa persiana, in Opere complete, Venezia, Ed. del Municipio, 190760, xxiv, 215; e FERRANTE, 1961, p. 82. Come è noto, Manzoni fu a Venezia dall'ottobre 1803 al marzo 1804.
9 Mi riferisco naturalmente ai ruoli scritti alla fine degli anni 30 per il « Pantalone » Francesco Golinetti, dal Momolo cortesan in poi: v. Mémoires, I, 40 (Opere, I, 185 sgg.). In vista dello stimolo che la Bresciani e poi a Parigi la Veronese esercitarono sulla fantasia di Goldoni, andrebbe riformulata meno recisamente l'osservazione in sostanza giusta che « il rapporto personaggioattore va certamente diminuendo di importanza a man[...]
[...]ersonaggioattore va certamente diminuendo di importanza a mano a mano che il personaggio vive entro un piú organico rapporto con altri personaggi e attinge una verità sempre piú singolare e universale » (BINNI 1963, p. 296).
378 FRANCO FIDO
tentami in ciò solo » (Ircana in Ispaan, iii, 12); al tempo stesso, matura consapevolezza di sé: « Sfogar vorrei col pianto il mio dolore estremo, / Ma piangere non so, quando mi dolgo, io fremo » (La sposa persiana, iii, 1), della propria irragionevolezza e dei propri eccessi: « Io merto i sdegni tuoi, se fin tentai svenarti. / Pur, di ragione ad onta, pretendo essere amata » (Ircana in Ispaan, iii, 12), ma anche della propria forza e superiorità di carattere nei confronti dell'uomo amato:
IRCANA: ... se valor ti manca per assalir quell'empio,
Coraggio in te risvegli di femmina l'esempio.
Dammi una spada... 10
O disarmar l'audace saprò donna orgogliosa,
O morirò fra l'armi, ma morirò tua sposa.
TAMAs: Non cimentarti, Ircana, non incontrar ruine.
Sei coraggiosa e forte; ma sei femmina alfine.
IRC[...]
[...]ersi come gli ultimi riportati. Non dobbiamo dimenticare che quando Goldoni comincia a lavorare per i Vendramin al teatro San Luca il suo posto presso i Medebach al teatro Sant'Angelo è preso dal Chiari, e l'abate bresciano andava affermandosi come il piú deciso campione, a Venezia, dei diritti delle donne. Si leggano, tra i numerosi esempi che potrei citare, questi versi della Pastorella fedele, composta nel 1754, cioè precisamente fra La sposa persiana e 1'Ircana in Jul/a:
TURPINo: Guarda in Città, in campagna: guarda per ogni banda, La femmina ubbidisce, e l'uom sempre comanda.
CEFISA : Perché le prime donne diedero all'altre il crollo, Lasciandosi dagli uomini metter i piè sul collo. Dalla padrona morta, che avea molta perizia, Ho inteso dir piú volte che questa è un'ingiustizia. Del par uomini e donne del Ciel son la fattura; Madre del par benefica con tutti è la natura. L'uom rapi il primo luogo; a noi lasciò il secondo; Perché l'uomo superbo vuol esser solo al mondo. [...] Noi piú di lui capaci d'amor siamo, e di sdegno; Noi di beltà[...]
[...]ragicomico (trionfo dell'innocenza perseguitata, ecc.) ne assicura la felicità. Nel secondo caso, alle prese con la resistenza elastica di un referente ben altrimenti concreto come quello della società « livornese », cioè veneziana, poco egli potrà fare per la sua eroina.
Come nella prefazione al Ritorno l'autore accosta la trilogia ai suoi pre
11 Commedie in versi dell'abate PIETRO CHIARI, Venezia, Bettinelli, 1756, I, 156. Che nella trilogia persiana sia da vedere una risposta di Goldoni alla sfida « femminista » di Chiari sembra suggerito anche dal fatto che nell'edizione Pitteri le dedicatarie sono dame di cultura: Vittoria Serbelloni Ottoboni della Sposa persiana, Marina Savorgnan Canal dell'Ircana in Julia, Metilde Erizzo Bentivoglio dell'Ircana in Ispaan.
380 FRANCO FIDO
cedenti lavori di analoga struttura ciclica, cosí già nella prefazione alle Smanie Goldoni aveva provveduto a ricordare ai lettori la sua abbondante produzione sullo stesso tema, lo sperpero e la confusione del villeggiare: « argomento ... sí fecondo di ridicolo e di stravaganze, che mi ha fornito materia per comporre cinque commedie, le quali sono fondate tutte sulla verità: eppure non si somigliano... » (Opere, vii 1007).
Piú precisamente, il tema delle « smanie » dei cittadini[...]
[...]spigliata e studiosa olandese dei Mercatanti (1753); d'altra parte l'autore poteva contare sul « temperamento » della Bresciani, l'attrice destinata a interpretarla sulla scena, perché una plausibile emotività venisse a insidiarne la canonica e lodevole flemma. Cosí si potrebbe dire che la protagonista della trilogia è una GianninaIrcana mise en situation, cioè immersa in una realtà equidistante dagli estremi ugualmente f avolosi della schiavitú persiana e dell'emancipazione nordica.
L'arma principale di Giacinta è l'intelligenza, un'intelligenza che gli esegeti delle Villeggiature hanno rilevato specialmente nelle scene delle Smanie in cui mortifica maliziosamente Vittoria (iI, 12), o convince il padre a fare il contrario di ciò che aveva deciso, lasciandolo per di piú pieno di ammirazione per la logica e il buon senso della figliola (n, 10). Ma il tratto veramente distintivo di questa intelligenza, rispetto a quella di altre donne goldoniane, è la lucidità introspettiva: per cui, ad esempio, quando Brigida cui Giacinta si è confidata osser[...]