Brano: [...]ando la propria influenza nei sindacati peronisti, dopo laboriosi negoziati con i militari potè tornare in Argentina nel giugno 1973, accolto come un salvatore della patria.
Il 23.9.1973 Perón fu rieletto presidente, con il 61% dei voti. Durante questo secondo, breve periodo di presidenza (morì l’anno dopo), evidentemente obbligato dai militari da cui dipendeva, spostò sempre più a destra la propria linea politica, allontanandosi dalla sinistra peronista per adeguarsi alle condizioni postegli dalla grande borghesia e dal capitale internazionale. Nell’ultima fase del suo governo divennero norma gli assassini di Stato, tanto da superare la media di uno al giorno. Sequestri di persona (desaparecidos) e altri feroci crimini colpirono soprattutto i quadri intermedi della sinistra e il « peronismo » di opposizione. Furono assassinati anche avvocati che difendevano i perseguitati politici, nonché esuli dal Cile, dal Paraguay, dall’Uruguay, dirigenti politici e sindacali, giornalisti ecc..
Attraverso lo stato d’assedio permanente e la creazione di n[...]
[...]negli anni del potere, dell’opposizione e
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Il colonnello Juan Domingo Perón (1946)
dell’esilio) sarà oggetto di disparate valutazioni, ma in ogni caso gli ultimi anni della sua permanenza al governo costituirono uno dei periodi più tragici nella storia del Continente, segnando l’inizio di una fase caratterizzata dalla tragica sconfitta dei lavoratori argentini.
Peronismo e modernizzazione deli’Argentina
Il regime peronista distrusse tutti v i tradizionali equilibri politici argentini, in un periodo di grande crisi sociale, riuscendo a imporsi ai partiti di destra, come a quelli di centro e di sinistra. Favorito da una congiuntura economica eccezionalmente favorevole per il grano argentino nel mercato mondiale, potè costruire un fronte sociale che privilegiava essenzialmente la borghesia industriale interessata allo sviluppo di un mercato interno, ma anche le organizzazioni operaie poste sotto tutela statale. Attraverso una mobilitazione di tipo populista per l’« integrazione sociale > e F< interesse nazionale »[...]
[...]sociale, abilmente condotte da un apparato di controllo verticistico che invadeva tutti I campi della vita quotidiana.
Sotto il profilo ideologico, il giustizi alismo (Perón impose tale denominazione alle sue «dottrine») unì all'interclassismo e al populismo demagogico d'ispirazione cattolica una carica nazionalistica e antiparlamentare, esaltando il ruolo dell’esercito, delle organizzazioni corporative, del sindacato verticale, del « movimento peronista ». Puntando sullo sviluppo deM'industria in una fase di profonde trasformazioni sociali, il peronismo favorì il rafforzamento delle organizzazioni popolari e sindacali, ma trasformandole in base istituzionale del regime.
Molti furono i punti che il peronismo ebbe in comune con le tendenze autoritarie di destra tipiche degli anni Trenta e Quaranta in Europa e in altri paesi deH’America Latina. Il nazionalismo, il ruolo dominante del capo, la ideologia corporativa, hanno fatto assimilare il giustizialismo di Perón al fascismo e al nazismo. D’altra parte, il particolare rapporto creatosi fra cl[...]
[...]sformandole in base istituzionale del regime.
Molti furono i punti che il peronismo ebbe in comune con le tendenze autoritarie di destra tipiche degli anni Trenta e Quaranta in Europa e in altri paesi deH’America Latina. Il nazionalismo, il ruolo dominante del capo, la ideologia corporativa, hanno fatto assimilare il giustizialismo di Perón al fascismo e al nazismo. D’altra parte, il particolare rapporto creatosi fra classi lavoratrici e regime peronista all'interno di un processo d'espansione capitalistica che favoriva un’integrazione maggiore delle grandi masse alla distribuzione del reddito nazionale, costituì nel primo periodo del potere peronista (19461955) un importante elemento di differenziazione rispetto al nazifascismo; anche perché la formazione e la permanenza di una tendenza peronista proletaria e socialista continuò a essere un dato di fatto durante un lungo periodo della storia sociale argentina.
Comunque la formula economica peronista era valida solo per i tempi di prosperità e di rilancio di un ciclo espansivo. A partire dal 1950, il regime dovette cominciare ad applicare una politica del tutto diversa, incoraggiando la produzione primaria destinata all'esportazione e sollecitando la collaborazione del capitale straniero per lo sviluppo industriale e le ricerche petrolifere. Questo cambiamento di rotta era completato da un progressivo avvicinamento politico agli Stati Uniti.
Perón era consapevole che in tal modo si giocava la sua base politica più solida, quindi applicò la nuova linea molto lentamente e con una certa cau[...]