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Il segmento testuale ordinovisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 40Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 266

Brano: Ordine Nuovo, L‘

Testata de « L'Ordine Nuovo » settimanale (n. 16 del 2.10.1920)

cesi Romain Rolland ed Henri Barbusse (v.), alla cui rivista « Clarté » gli ordinovisti si sentirono particolarmente vicini, agli americani Max Eastman e John Reed, osservatori attenti del processo rivoluzionario in Russia, che in quegli anni erano venuti visitando; da Lenin, Zinoviev, Trotzskij, Rykov, Bucharin, Lunacarskij, Radek, che aggiornavano i lettori sui problemi della costruzione del socialismo, allo « spartachista » Paui Levi.

La sconfitta seguita all’occupazione delle fabbriche approfondì, rendendolo insanabile, il contrasto con le componenti moderate e « unitarie » del P.S.I., che gli ordinovisti, insieme con gli astensionisti di Amadeo Bordiga (v.), accusavano d[...]

[...] Reed, osservatori attenti del processo rivoluzionario in Russia, che in quegli anni erano venuti visitando; da Lenin, Zinoviev, Trotzskij, Rykov, Bucharin, Lunacarskij, Radek, che aggiornavano i lettori sui problemi della costruzione del socialismo, allo « spartachista » Paui Levi.

La sconfitta seguita all’occupazione delle fabbriche approfondì, rendendolo insanabile, il contrasto con le componenti moderate e « unitarie » del P.S.I., che gli ordinovisti, insieme con gli astensionisti di Amadeo Bordiga (v.), accusavano di frenare la volontà « rivoluzionaria » delle masse.

« L’Ordine Nuovo » quotidiano

Alla fine del 1920 il dirigente socialista Giacinto Menotti Serrati, in dissenso con la Terza Internazionale (v.) a causa delle 21 condizioni da essa poste alTingresso del P.S.I. nelle proprie file, colse l’occasione di un articolo di Gramsci apparso sull’« Avanti! » per sconfessare l'edizione torinese di questo quotidiano che, dalla fine della guerra, grazie aH’iniziativa di Ottavio Pastore, aveva dato prova di inconsueta combattività e d[...]

[...]ticolo di Gramsci apparso sull’« Avanti! » per sconfessare l'edizione torinese di questo quotidiano che, dalla fine della guerra, grazie aH’iniziativa di Ottavio Pastore, aveva dato prova di inconsueta combattività e di eterodossia nei confronti delle altre due edizioni di Milano e Roma. Nel dicembre

1920, poco dopo la nascita ufficiale della « frazione comunista » al convegno di Imola, la testata torinese del quotidianosocialista, che

gli ordinovisti avevano usato come tribuna di propaganda e organo di discussione, venne soppressa dalla Direzione del partito. Appartenendo tuttavia le attrezzature tipografiche e redazionali all’organizzazione torinese, fu ritenuto opportuno,

in una delicata fase di trapasso e di preparazione della scissione, trasformare l’« Ordine Nuovo » settimanale in quotidiano, chiamando i lavoratori a sostenere l’onere finanziario della conversione.

Iniziò pertanto a uscire, l’1.1.1921, l’« Ordine Nuovo » quale « quotidino comunista », diretto da Gramsci. Redattore capo ne era Togliatti, capo cronista Leonetti; [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 136

Brano: [...]tà.

Di fronte all’occupazione, il governo Giolitti assunse un atteggiamento assai prudente, rifiutandosi di intervenire con la forza ed aspettando che il movimento si esaurisse da sé. Giolitti contava sull’isolamento delle grandi città dal resto del paese, e soprattutto dalla campagna, e sull'incapacità dei dirigenti sindacali di guidare un movimento così vasto e di così ampia portata politica. I suoi calcoli non risultarono errati. Anche gli ordinovisti dovettero riconoscere che il movimento di occupazione delle fabbriche aveva un carattere soprattutto difensivo: divenuti padroni delle fabbriche, gli operai non erano in grado di uscirne alla conquista del paese.

Le conseguenze politiche dell'occupazione delle fabbriche furono di grande rilievo: da un lato, il suo fallimento contribuì a persuadere gli ordinovisti che la questione più importante era quella della

136



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 796

Brano: [...]della creazione di nuove opere di bellezza e di verità” ("Ordine Nuovo”, 4 dicembre 1920).

[...] L’invito di Mosca sarebbe stato subito accolto: dopo poche settimane, infatti, sorgeva a Torino l’istituto di cultura proletaria, "sezione" del Proletkul’t di Mosca: e il 6 gennaio l"’Ordine Nuovo" ne pubblicava il programma steso dal prof. Zino Zini, figura aristocratica e solitaria di studioso ma sensibile in quegli anni agli ideali dei giovani "ordinovisti".

Il comitato provvisorio dell’istituto risultava composto da Antonio Gramsci, Zino Zini, Leopoldo Pogliani, Carlo Emanuele Croce, Mario Capellaro, Giovanni Casale. A partire dal dicembre 1921 il Comitato centrale dell’istituto sarà formato da C.E. Croce, Mario Stragiotti (tecnico), Ernesto Alessio (tecnico), G. Casale (impiegato), Pietro Borghi (ingegnere), Zino Zini, A. Gramsci, Antonio Oberti, Giuseppe Leonatti (tipografo), Giacomo Cirio (falegname) , Gina Bonotto.

Già nei primi mesi l’istituto stabiliva contatti con analoghi gruppi stranieri: quello centrale russo di Mosca e quello [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 92

Brano: [...] (o, meglio, torinesi) «un embrione di soviet»: la commissione interna, poi trasformatasi in consiglio di fabbrica (v.). Altri ha posto in rilievo le differenze enormi che separavano il “consiglio” delle officine torinesi dal soviet russo: altri ancora ha sottolineato sia il fatto che i soviet erano stati inizialmente estranei alle concezioni di Lenin, sia le diversità di sostanza tra il pensiero di quest'ultimo e quello di Gramsci e degli altri ordinovisti: sta di fatto che il gruppo aveva fatto nascere a Torino l’embrione di una concezione del movimento operaio italiano che si sarebbe rivelata diversa — e sostanzialmente estranea — a quella del socialismo (v.) di Andrea Co

92



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 553

Brano: [...]zione rivoluzionaria. A questa linea si contrappose il gruppo dirigente centrale, raccolto intorno al segretario politico Luigi Polano (v.) che faceva propri gli orientamenti massimalistielezionisti, maggioritari aH’interno della Direzione del P.S.I..
II Congresso nazionale della F.G.S. I., svoltosi a Roma nell’ottobre del 1919, vide tuttavia emergere una forte minoranza (circa 9.000 iscritti su un totale di 25.000) composta da astensionisti e “ordinovisti” (v. Ordine Nuovo), uniti nel criticare l’operato del Comitato centrale (così era stato ribattezzato il Comitato nazionale) e nel chiedere il trasferimento della redazione dell’“Avanguardia” da Roma ad altra sede, dove più forte e radicato risultasse il movimento giovanile. Un ordine del giorno presentato da Umberto Terracini (v.) sull'esperienza torinese dei Consigli di fabbrica raccolse gli applausi di tutti i congressisti.
A partire dunque dall'autunno del 1919 si svilupparono in seno alla F.G.S.I. le influenze convergenti della frazione bordighiana e del gruppo torinese facente capo ad A[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 359

Brano: [...]el corso dell'anno e, soprattutto dopo il delitto Matteotti (v.), si estese e si organizzò sempre meglio. Benché la Federazione provinciale del Partito comunista fosse già stata sciolta dal prefetto, i comunisti continuarono ad agire nella clandestinità. Accanto all’azione di proselitismo svolta con buoni risultati verso l’esterno, essi condussero un’opera di chiarificazione aM’interno del partito per superare i contrasti, piuttosto acuti, fra « ordinovisti » e « bordighiani ». L’uccisione di Matteotti aprì gli occhi a molti italiani e spinse le punte più avanzate dell’opposizione democratica a scendere in lotta aper

ta contro il fascismo. Sorse così a Firenze una delle prime organizzazioni clandestine non comuniste: L’Italia Libera (v.). Composta per

10 più da stimati professionisti, tutti ex combattenti (fra cui Carlo Rosselli, Enrico Bocci, Piero Calamandrei, Ernesto Rossi, Nello Traquandi), tale associazione riuscì a compiere in Firenze alcune clamorose azioni di protesta contro il fascismo.

Accanto ai comunisti e agli ex combattent[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine ordinovisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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