Brano: Potenza
ze e l’incendio della Camera del lavoro. Pochi giorni dopo, sotto il municipio di Ferrandina venne ucciso il sindaco socialista Montefinesi. A metà aprile giunsero da Roma, capeggiate da Decio Canzio Garibaldi, alcune squadre che bivaccarono nella Prefettura di Potenza e organizzarono attentati contro Nitti, scontri a fuoco con i nittiani, occupazioni di municipi democratici. Così per l’intero corso del 1921 e fino a tutto il 1923, da Pisticci a Irsinia a Bernalda a Lavello a Brienza a Rionero e a Melfi fu uno stillicidio di violenze, devastazioni di leghe e cooperative, di occupazioni e scioglimenti di amministrazioni comunali.
Forte della vittoria elettorale conseguita dalla lista di D’Alessio (4 deputati nittiani contro 1 socialista), dopo avere fiaccato i nittiani aggregando un blocco di forze politiche e sociali più legato a una rivalsa dei ceti medi che a un programma esplicitamente antisocialista, nel corso del 1922 lo squadrismo cominciò infatti a definire in maniera esplicita le proprie direttive di strumento disgregatore delle organizzazioni contadine.
In una situazione sociale come quella della Basilicata, dove la disperazione e la solitudine di classe avevano trovato un punto di riferimento e di forza specialmente nei municipi, fu soprattutto con l’assalto alle amministrazioni democratiche che il fascismo cercò di controllare il mondo contad[...]
[...]ano. Nel Potentino, nonostante la rapida occupazione dei centri di potere (Provincia, Camera di commercio, banche), il fascismo coalizzò più una serie di opposizioni locali al vecchio regime che una sintesi propositiva di comuni interessi; ben più alte invece erano le mire e le spinte provenienti dal Materano e dalla grande proprietà terriera.
Francesco D'Alessio sapeva che l’unità della borghesia lucana doveva fare i conti con i moderni ceti nittiani e che una duratura subalternità delle masse non poteva fondarsi sulla violenza endemica e sul permanere di tante tirannie Iocalistiche, ma doveva e poteva rivendicare un intervento regolatore dello Stato, cimentarsi con le questioni dell’organizzazione sindacale, esigere saldezza e disciplina dalla folla di piccoli e medi borghesi rapidamente affluiti nei fasci. Furono pertanto sue le direttive di aprire le organizzazioni anche ai non fascisti; suoi gli sforzi, fatti di lusinghe e di minacce, di organizzare gli stessi intellettuali e decisivo fu il suo contributo, quale sottosegretario alle F[...]
[...]ghe e di minacce, di organizzare gli stessi intellettuali e decisivo fu il suo contributo, quale sottosegretario alle Finanze, all’affossamento delle autonomie locali attraverso podestà e consulte corporative che, nel corso del 1926, si insediarono in quasi tutti i comuni della regione.
Nel 1924, durante la crisi Matteotti, l’opposizione al fascismo manifestò rigore e coraggio, coagulando forze politiche e intellettuali intorno ai democratici nittiani: telegrammi di protesta furono inviati al governo, assemblee si tennero anche da parte dei dispersi gruppi socialisti e si cercò di organizzare nel capoluogo un tentativo di manifestazione pubblica di massa.
Dal 3 luglio al 5.12.1924 Giuseppe Chiummiento, direttore dell’organo nittiano « La Basilicata », argomentò e sostenne questa opposizione pubblicando 15 lettere aperte al « magnifico dùce ». L’intento era chiaro: da una parte mostrare i pesanti compromessi della pretesa rivoluzione fascista con la struttura economica e di potere dominante, dal l’altra denunciare il carattere interno al[...]