Brano: [...]ell'U.R.S.S. aveva conquistato per l'impulso di Lenin; ci pare che la passione violenta delle questioni russe stesse vi faccia dimenticare che i vostri doveri di militanti russi possono e debbono essere adempiuti solo nel quadro degli interessi del proletariato internazionale ».
La lettera esercitava pressioni sulla maggioranza del partito russo per evitare fratture irreparabili al suo interno, ma nello stesso tempo rischiava di portare i comunisti italiani alla rottura con il P.C.U.S.. La presa di posizione poteva quindi avere i medesimi sbocchi negativi, intravvisti dallo stesso Gramsci un anno prima, quando si era opposto aN'iniziativa di Bordiga di render pubbliche le divergenze con i sovietici.
Gramsci non potè giungere alla riunione del Comitato centrale, svoltasi tra ri e il 2.11.1926 nei pressi di Genova, con la partecipazione di Humbert Droz, inviato in Italia dall’Esecutivo dell’lnternazionale Comunista per discutere sulla situazione e sulla posizione assunta dall’ufficio politico del P.C.d’I.. Giunto a Milano, Gramsci fu i[...]
[...]lo poi fino a Milano.
Forse Gramsci non vedeva il pericolo imminente e vi fu in lui un eccesso di fiducia nella legalità costituzionale. Contando sulla immunità parlamentare, aveva deciso di partecipare alla seduta della Camera del 9 novembre, nella quale si sarebbero discusse le leggi ecce
zionali già approvate il 5 novembre dal Consiglio dei ministri. Nella notte tra I’8 e il 9 fu invece preso nella sua abitazione. Gli altri deputati comunisti, assieme a molti antifascisti che non si erano messi al sicuro, furono ugualmente arrestati.
Gli anni del carcere
Gramsci fu inviato subito al confino a Ustica, dove soggiornò dal 6 12.1926 al 20.1.1927. In un secondo tempo venne denunciato al Tribunale speciale e il 7.2.1927 tradotto a Milano, nelle carceri di San Vittore. Trasferito poi in quelle di Roma, il 4.6.1928 fu condannato a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione nel corso di quello che passerà alla storia come il « processone » (v.), ai membri del Comitato centrale del partito. Con lui furono condannati 17 compagni, tra cui[...]
[...]o da una vivace campagna condotta dagli antifascisti all’estero a favore della liberazione del prigioniero (« vittima del fascismo che, lasciandolo senza cure, lo assassina lentamente»), acconsentì al suo ricovero in una clinica di Formia.
In transito per la nuova destinazione, Gramsci sostò per una decina di giorni nel carcere di Civitavecchia (v.), ma venne tenuto isolato. Nessuno dei numerosi comu
Cella di Gramsci nel carcere di Turi
nisti che si trovavano in quel carcere (Terracini, Scoccimarro, Pietro Secchia, Santhià, Gian Carlo Pajetta, Celeste Negarville, Gerolamo Li Causi e altri) potè parlargli.
Negarville ricorderà, più tardi, che « un solo compagno, per puro caso, riusci a vedere Gramsci mentre veniva accompagnato dal capoguardia alla visita medica. Questo compagno ci raccontò che Gramsci camminava lentamente e che gli era parso febbricitante, rinchiuso nel suo cappotto di recluso, del quale teneva il bavero rialzato ».
Raggiunta Formia il 7.12.1933, Gramsci vi restò sino al 4.8.1935. Egli aveva ottenuto il 25.10[...]