Brano: [...]marcata sete di vendetta nei confronti dei « traditori » del regime, di quelli che, in particolare, venivano considerati i protagonisti della « congiura » del 25 luglio.

La teoria del complotto e il mito del tradimento, entrambi carichi di motivazioni irrazionali, accortamente alimentati da un’intensa campagna propagandistica, si prestavano efficacemente a esorcizzare i fantasmi della sconfitta militare e del crollo politico del regime mussoliniano. L’arresto e la destituzione del Duce erano avvenuti, dopo il voto del Gran Consiglio fascista, senza il minimo tentativo di resistenza da parte del Partito e della Milizia; la consapevolezza di questa realtà costituiva ancora un ricordo traumatizzante per i gerarchi e i semplici gregari della Repubblica sociale. Bisognava quindi dimostrare che un fenomeno di portata così ampia era soltanto il frutto della colpa di un pugno di traditori e, contemporaneamente, rassicurare l’alleato tedesco sulla volontà di lotta del fascismo repubblicano, disposto a « purificarsi » al suo interno senza indulge[...]

Brano: [...] liberistici “americani”, quindi sull’egemonia commerciale e finanziaria degli U.S.A., fondata non sulle armi, ma sulla superiorità economica. In quest’ottica, il mondo intero sarebbe diventato la nuova, illimitata frontiera degli Stati Uniti e Wilson il “crociato della democrazia” contro il colonialismo classico e contemporaneamente contro il bolscevismo (si veda la polemica wilsoniana nei confronti di Lenin). Fulcro dell’internazionalismo wilsoniano era la costituzione di un nuovo organismo internazionale, che avrebbe risolto pacificamente le contese tra i paesimembri, sulla base del riconoscimento dei diritti, delle nazionalità e dell’autodecisione dei popoli (v. Società delle Nazioni).

Va peraltro sottolineato come questi princìpi fossero stati già clamorosamente contraddetti nel 1916 dall’intervento armato degli americani in Messico, contro il movimen

II presidente degli U.S.A. Wilson