Brano: Neocolonialismo
vano essere finanziati con crediti arabi, occidentali e internazionali, ed eseguiti soprattutto da imprese occidentali. Il progetto di irrigazione di Rahad, per esempio, prevedeva l’insediamento di 100.000 contadini su 330.000 ettari. Presto è risultato però che il progetto non soltanto sarebbe costato tre volte la somma prevista, ma che sarebbe stato quasi impossibile trovare abbastanza contadini interessati. Inoltre il Sudan manca delle infrastrutture necessarie per progetti di questa dimensione. Il Piano Kenana, progettato dalla impresa britannica Lonhro, la multinazionale che domina in[...]
[...]a svendita delle materie prime a buon mercato viene addirittura imposta. Ma il Fondo Monetario, che non è stato affatto creato per svolgere un tale ruolo di quasigoverno mondiale, decide la propria politica a porte chiuse. I paesi altamente indebitati dell'Africa, per i quali Sudan e Zaire fanno solo da esempio, non hanno nessuna possibilità di sottrarsi al diktat del Fondo Monetario che svolge una politica sociale e di sviluppo disastrosa. »
Neocolonialismo e terzomondismo
Il neocolonialismo, che supera di gran lunga il colonialismo storico come forma di sfruttamento delle risorse naturali e umane delle ex colonie, viene spesso chiamato in causa negli studi riguardanti il Terzo Mondo. Nella vastissima letteratura concernente tale argomento e nelle iniziative politiche o culturali che vengono prese nei paesi industrializzati nei riguardi del Terzo Mondo, è facile incontrare analisi e proposte che, di fatto, costituiscono una copertura ideologica del neocolonialismo.
Si tratta di inchieste che, rispondendo ad una reale domanda di documentazione deH'opinione pubblica democratica [...]
[...]ran lunga il colonialismo storico come forma di sfruttamento delle risorse naturali e umane delle ex colonie, viene spesso chiamato in causa negli studi riguardanti il Terzo Mondo. Nella vastissima letteratura concernente tale argomento e nelle iniziative politiche o culturali che vengono prese nei paesi industrializzati nei riguardi del Terzo Mondo, è facile incontrare analisi e proposte che, di fatto, costituiscono una copertura ideologica del neocolonialismo.
Si tratta di inchieste che, rispondendo ad una reale domanda di documentazione deH'opinione pubblica democratica sulle condizioni delle ex colonie, ne descrivono con abbondanza di particolari il « mancato sviluppo », quindi le guerre, le carestie, i genocidi ecc. da ciò derivanti, evitando però di mettere in luce la causa prima di questi stessi fenomeni, ossia il meccanismo di sfruttamento capitalistico fondato sulla « divisione internazionale del lavoro » e le funzioni svolte a questo fine dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario. L'ideologia « terzomondista » fornisce del Terzo Mondo [...]
[...]supersfruttamento delle ex colonie e che gli « sprechi »
o la corsa agli armamenti non costituiscono fenomeni aberranti ma l’essenza medesima del sistema di produzione capitalistico, nelle sue forme private come in quelle statali.
La volontà di cambiamento, largamente diffusa, viene incanalata, per esempio, in parole d’ordine come « lotta contro la fame nel mondo ». Con questa campagna, che pure trae spunto da una piaga reale provocata dal neocolonialismo, si propongono soluzioni assistenziali (come il versamento di « aiuti » da parte dei paesi industrializzati per non far morire di fame i bambini delle ex colonie), quando è dimostrato che la politica di affamamento non solo è una conseguenza diretta del neocolonialismo, ma è una delle indispensabili premesse della ristrutturazione capitalistica a livello mondiale. Deviando in tal modo una lotta che dovrebbe essere condotta contro il sistema di produzione capitalistico si ottengono congiuntamente vari risultati: si perpetua la schiavitù economica dei popoli ex coloniali, si rinsaldano le catene dei lavoratori dei paesi industrializzati, si offre ai rispettivi governi la possibilità di procurarsi una falsa quanto facile copertura morale mentre continua la gara fra imprese pubbliche e private per assicurarsi i più alti profitti negli scambi con il Terzo Mondo.[...]