Brano: [...]olo costituito dagli scambi transatlantici, l'Occidente si mise a progredire con una rapidità vertiginosa. L'Asia, invece, restò stazionaria : non essa divenne più povera, ma l'Occidente divenne infinitamente più ricco.
Oggi, la situazione materiale di quei popoli è ancora molto al disotto della nostra. Il reddito per abitante, che è di 1500 dollari negli Stati Uniti e di 6001000 dollari nell'Europa occidentale, è da venti a trenta volte minore nell'Asia del SudEst, dove non supera i 50100 dollari. Ne risultano un'alimentazione deficiente, malattie, mancanza di attrezzatura industriale; per ogni due morti, uno è un bambino minore di dieci anni; nella sua immensa maggioranza, la popolazione resta analfabeta. Di conseguenza, la produttività é scarsa. È un circolo vizioso, fatto d'una povertà e d'uno stato di degradazione la cui tragicità non può esser compresa da chi non li ha visti con i propri occhi, sebbene gli elementi di questa miseria siano stati ben tradotti in cifre, analizzati e presentati in tavole statistiche.
Ma durante quello stes[...]
[...]smo sovietico la stessa liberazione : una liberazione da forme sociali e inadeguate.
Abbastanza significativamente, una gran parte di questa volontà di liberazione é diretta verso l'ideale dell'industrializzazione; ed é sotto questo particolare riguardo che i risultati conseguiti nell'URSS — e più recentemente in Cina — hanno esercitato una considerevole influenza.
S'ammette generalmente, in Occidente, che un certo grado di industrializzazione nell'Asia sudorientale è inevitabile; si comprende che questa zona, nel suo insieme, non ha abbastanza terra coltivabile per sostentare una popolazione in rapido aumento, e che
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la terra stessa occupa già una mano d'opera di gran lunga superiore a quella che sarebbe sufficiente per una produzione massima. Si concede, dunque, che una certa parte della popolazione debba essere assorbita dall'industria. Ma ci si immagina spesso che possa trattarsi d'una operazione limitata : che qualche fabbrica di tessili, qualche industria di beni di consumo, possano risolvere la situazione, e che la soc[...]
[...]mbizioni economiche e culturali. Nei paesi dell'Asia sudorientale questa classe, la borghesia, o non esiste o è numericamente irrilevante. La funzione di portatrice dell'idea nazionalistica è qui esercitata dalla comunità nel suo insieme; e suo obbiettivo non è la mera espressione economica o culturale di una minoranza d'élite, ma la liberazione dalla servitù economica dopo il conseguimento dell'indipendenza politica. Il richiamo nazionalistico, nell'Asia sudorientale came in tutta l'Asia, non consiste essenzialmente, come in Occidente, nella preservazione del proprio paese da un controllo esterno. È l'espressione assai più composita del desiderio di ricostruire dalle fondamenta il proprio paese, di forgiare in modo affatto nuovo la propria società in modo da elevarla all'ugualianza con gli altri paesi del mondo.
Il nazionalismo asiatico dei nostri giorni si compone non sol
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tanto di amore per il proprio paese, ma anche di fiducia nelle sue potenzialità, di fede nella sua possibilità futura di raggiungere l'uguaglianza, e di d[...]
[...]tà centrale forte sparisce, v'è luogo per un nuovo potere. Il ritiro delle potenze occidentali ha posto a circa seicento milioni d'uomini questo problema dell'autorità e dell'esperienza di governo. Vedemmo il medesimo problema porsi quando l'impero spagnolo, l'impero degli Asburgo o l'impero ottomano cedettero il loro posto : il vuoto da essi lasciato fu immediatamente colmato da un nuovo stato indigeno o da un'altra potenza straniera. Del pari, nell'Asia sudorientale d'oggi, l'autorità scomparsa con gli occidentali sarà sostituita o dagli indigeni stessi, o da qualche potenza straniera.
Ma è difficile immaginare che l'occidente possa riprendere il suo antico ruolo in questa zona : l'Asia sudorientale si trova dunque praticamente di fronte a un dilemma preciso : o i suoi seicento milioni d'abitante giungeranno rapidamente ad assimilarsi le tecniche d'un governo forte, efficace e giusto, o non vi giungeranno, e in questo caso il malcontento e i dissensi che ne risulteranno faciliteranno la presa del potere da parte di nuove forze che, questa v[...]
[...]o suffragarle — possiamo trarne conseguenze che ci portano assai lontano.
Prima conseguenza davanti all'immensità del compito da assolvere, lo sforzo individuale é impotente.
Seconda conseguenza, derivante dalla prima : occorre trovare formule nuove e dissociare il desiderio di progresso economico dalla sua attrattiva puramente finanziaria. La remunerazione del lavoro ha costituito uno stimolo sufficiente in Occidente; evidentemente non é così nell'Asia sudorientale. La funzione svolta nell'espansione economica occidentale dai capi d'impresa dev'essere assunta nel SudEst asiatico da organismi governativi. In una parola, in mancanza di quel concorso unico di circostanze che assicurò la prosperità materiale dell'Occidente, occorrerà, acciocché un'espansione analoga possa compiersi nel SudEst asiatico (come d'altronde, a mio avviso, in qualunque altro paese economicamente arretrato) che essa sia diretta dall'alto: che l'iniziativa venga dai governi, che l'amministrazione sia assicurata dallo Stato. Occorrerà, insomma, una pianificazione di stat[...]
[...]omicamente i popoli arretrati é anche quello che, per lo svolgimento stesso della sua storia, continua a coltivare con maggior attaccamento l'ideale del liberalismo economico. Finché l'americano medio crederà che il liberalismo economico e la libertà d'iniziativa siano all'origine della sua prosperità, difficilmente accetterà che una parte delle imposte che paga serva ad organizzare una struttura economica rigidamente pianificata e regolamentata nell'Asia sudoriéntale. Ma spiacevoli esperienze trasformeranno, forse, la stessa opinione pubblica americana.
In ogni caso, ci si persuada d'una cosa : l'India e la Cina, i due paesi più popolati del mondo, i due paesi che raggiungeranno probabilmente insieme, alla fine di questo secolo, i 1.300 milioni di abitanti, questi due giganti che per centinaia d'anni hanno pacificamente rivaleggiato, cominciano adesso a lottare con mezzi moderni e con tutta l'intensità del XX secolo.
I problemi che questi due paesi debbono risolvere sono sorprendentemente simili. Paragonando i risultati acquisiti, é chiaro [...]