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Il segmento testuale nazionalsocialisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 36Entità Multimediali , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 90

Brano: [...]mente a Wuerzburg: « Noi non saremo mai disposti a vergognarci per quanto abbiamo fatto [...] durante l'ultima guerra ».

Kampfbund Deutscher Soldaten (K.D.S., Lega di combattimento dei soldati tedeschi). Fu fondata nel 1975 da Erwin Schoenborn, come organizzazione continuatrice del Frankfurter Kreis Deutscher Soldaten (F.K.D.S.) (Circolo di soldati tedeschi di Francoforte).

All'assemblea di fondazione Schoenborn dichiarò: « Noi siamo stati nazionalsocialisti e restiamo nazionalsocialisti ».

Il programma della lega si impegna « di lottare per il ricupero dei confini del

Reich Tedesco, per l'imposizione dei principi nazionalisti, per la punizione di tutti i combattenti nella Resistenza quali traditori del popolo, per la liberazione di Rudolf Hess e per dare una smentita al fantasma dei cosiddetti crimini commessi in serie ad Auschwitz ».

N.S.D.A.P.A.O., NationaJsozialistische Deutsche Arbeiterpartei Auslandsorganisation (Partito degli operai tedeschi nazionalsocialisti Organizzazione estera). Questo partito è attivo nella R.F.T. dal 1974 e, come sede, viene fornito un[...]

[...]si impegna « di lottare per il ricupero dei confini del

Reich Tedesco, per l'imposizione dei principi nazionalisti, per la punizione di tutti i combattenti nella Resistenza quali traditori del popolo, per la liberazione di Rudolf Hess e per dare una smentita al fantasma dei cosiddetti crimini commessi in serie ad Auschwitz ».

N.S.D.A.P.A.O., NationaJsozialistische Deutsche Arbeiterpartei Auslandsorganisation (Partito degli operai tedeschi nazionalsocialisti Organizzazione estera). Questo partito è attivo nella R.F.T. dal 1974 e, come sede, viene fornito un indirizzo negli U.S.A.. La sua rivista NSKampfruf viene distribuita nella R.F.T. ad abbonati e a simpatizzanti. Altre pubblicazioni di propaganda e volantini lanciano slogan di questo tipo: « Fronte rosso, crepa! »; « Abolizione del divieto della N.S.D.A.P.! »; « Nessuna voce ai partiti ebraici! »; « Non comprate dagli ebrei! ».

Capo della N.S.D.A.P.A.O. è Gary (Gerhard) Rex Lauck, cittadino statunitense di Lincoln/Nebraska, che si è ripetutamente trattenuto nella R.F.T. per mettere in pied[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 786

Brano: [...]ia all’aeroporto di Berlino ed espulso in Unione Sovietica.

Poco dopo il suo arrivo a Mosca, Dimitrov concesse al corrispondente del giornale francese Intransigeant un’intervista, nella quale tra l'altro disse: « Vi può essere ancora qualcuno che possa dubitare che l’incendio non sia stato altro che una provocazione politica? Chi ha incendiato il Reichstag? Chi aveva interesse a che esso fosse bruciato? Chi vi era interessato, al di fuori dei nazionalsocialisti? Dati i metodi in base ai quali fu condotta l’inchiesta del processo, i veri colpevoli non potevano certamente essere trovati. La risposta a questa domanda sarà un affare del futuro Tribunale rivoluzionario del popolo tedesco ». « E Van der Lubbe? », chiede l’intervistatore.

« Secondo la mia piena convinzione, egli era uno strumento incosciente nelle mani dei provocatori nazionalsocialisti. Van der Lubbe non sapeva égli stesso dove lo conducevano, per che cosa e per chi egli lavorava ».

« Era un malato di mente? ».

« Almeno politicamente pazzo », risponde Dimitrov.

« Secondo il vostro parere, è lui che ha appiccato il fuoco al Reichstag? ».

« Vedo che vi attenete alla versione ufficiale. Al Reichstag, però, vi furono due incendi. Il primo scoppiò nel ristorante del Reichstag. Esso era un piccolo fuoco "da bambini”. Un incendio del tutto "innocuo” che, tutto al più, poteva bruciare le tovaglie stese sui tavoli. Questo incendio, evidentemente, fu provocato da Van der [...]

[...]gli stesso non ha

Fotomontaggio antinazista di John Heartfield che sintetizza l’esito politico del processo (1933)

mai saputo perché l’abbia fatto. Però il vero incendio, quello che distrusse il Reichstag, scoppiò nella sala delle sedute plenarie. Esso fu un vero incendio, organizzato con metodo, che richiese mezzi e preparazione, e non somigliava affatto al gioco infantile di Van der Lubbe [...] L’incendio del Reichstag fu organizzato dai nazionalsocialisti ».

S.Bi.

Bibliografia: Il processo di Lipsia, documenti, lettere e note di G. Dimitrov, Edizioni in lingue estere, Mosca, 1944.

Processo di Savona

Procedimento giudiziario svoltosi nel settembre 1927 contro Cario Rosselli, Ferruccio Parri (v.), Sandro Pertini (v.) e altri antifascisti imputati di aver fatto espatriare il socialista Filippo Turati.

L’espatrio di Turati

AH’indomani delle leggi eccezionali del novembre 1926, un’organizzazione clandestina antifascista di cui facevano parte Carlo Rosselli, Ferruccio Parri, Sandro Pertini e altri decise di fare espatriare illegalm[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 398

Brano: [...]va lo strumento politico circondato da un seguito di massa che poteva dare appoggio e legittimità alla svolta dittatoriale; spettava cioè a Papen il compito di « responsabilizzare », come egli stesso diceva, i nazisti e con essi

gettare le basi di una nuova piattaforma politica.

Nel giro dei pochi mesi nel quale fu al governo, von Papen sciolse ben due volte il Reichstag (nel luglio e nel settembre del 1932) per agevolare l’inserimento dei nazionalsocialisti, con la conseguenza controproducente di provocare il loro rafforzamento elettorale e quindi di stimolare la loro intransigenza a porre condizioni che furono giudicate troppo esose dagli stessi fautori dell’alleanza con i nazisti. Ma ancora più rivelatore delle vere intenzioni del gabinetto dei « baroni » guidato da von Papen fu l’autentico colpo di stato che egli sferrò il 20.7.1932 contro il governo prussiano, composto da socialdemocratici e cattolici del Centro, nel quale primeggiavano due esponenti della socialdemocrazia, Otto Braun e Cari Severing. Con lo scioglimento del tutto arbitrario[...]

[...]o, non intendendo la Reichswehr abdicare al controllo diretto della situazione. Abbandonato dallo stesso Schleicher, che era destinato a prendere la sua successione, il 17.11.1932 von Papen fu costretto a dare le dimissioni.

Nel governo di Hitler

Ma l’uscita dal governo non comportò il ritiro di von Papen dalla scena politica. Tutt’altro: egli rimase tra i protagonisti sullo sfondo e fu tra gli intermediari e gli artefici dell’alleanza tra nazionalsocialisti, conservatori e tedesconazionali (incontro del 4.1.1933 tra Hitler (vj, Papen e il banchiere von Schròder), alleanza che sarebbe sfociata il 30.1.1933 nella nomina di Hitler alla cancelleria del Reich. Papen entrò allora come vicecancelliere nel governo hitleriano.

Nelle sue memorie, von Papen cerca di presentarsi, se non come oppositore, quanto meno come moderatore dell’asprezza della dittatura nazista. In realtà, nonostante gli si offrisse più di una occasione per ritirarsi dalla scena, la sua fatuità e il suo opportunismo lo indussero a continuare a prestare i suoi servigi al Terzo Reic[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 425

Brano: [...]e in questo trapasso di poteri il ruolo consueto di arbitro, che gli era attribuito anche dalla forza delle armi. E anzi fu su questo punto che Schleicher, desideroso com'era di svolgere un ruolo politico diretto, aveva finito per incontrare diffuse obiezioni da parte dei suoi colleghi, tanto da essere infine abbandonato al suo destino. In realtà, la situazione si era profondamente modificata a seguito del formarsi di movimenti militanti armati (nazionalsocialisti e comunisti), che si affrontavano in un clima di guerra civile aperta.

Nella Germania nazista

Nei confronti del nuovo regime, che divenne tale solo gradualmente anche se molto più in fretta del fascismo in Italia, l’esercito si pose in un atteggiamento iniziale di superiorità e di tutela, con l’implicita minaccia, su cui contavano gli oppositori, di poterlo rovesciare a suo piacimento. Molti erano però gli elementi della politica di Hitler che solleticavano l’ambizione e il consenso dei militari: la promessa di un riarmo davvero incisivo e non più mascherato e incerto come quel

lo me[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 431

Brano: [...]me arbitra della vita politica e di far valere la tesi della necessità di legalizzare il movimento nazionalsocialista in ascesa, corresponsabilizzandolo anche a livello di governo. Su quest’ultimo punto si trovò in conflitto con lo stesso Groener allorché questi vietò le S.A. e le S.S. e, alle spalle del gabinetto BruningGroener, Schleicher preparò il terreno per il governo di Franz von Papen (v.), come primo gesto dimostrativo nei confronti dei nazionalsocialisti. Entrato come ministro della Reichswehr nel governo Papen (dal gennaio al novembre del 1932), Schleicher si trovò in disaccordo anche con quest’ultimo sulle concessioni da fare per acquistare l’appoggio della N.S.D.A.P. e sui suoi progetti di riforma dello Stato di carattere autoritario e corporativo, miranti fra l’altro a una sorta di dittatura militare garantita dal consenso dei sindacati operai. Sostenuto da Hindenburg, assunse egli stesso il cancel

lierato dal 3.12.1932 al 28.1.1933: il suo confuso programma politico, il cui nucleo fondamentale rimaneva il tentativo di addomesticare la[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 276

Brano: [...]la Repubblica sociale, li razzismo adottato in seguito alla fondazione dell'impero « africano » e allo costituzione dell’Asse RomaBerlino, costituì uno degli aspetti di questo ulteriore e definitivo travaglio del regime, ed ebbe infatti la sua punta più avanzata nel gruppo di Roberto Farinacci, esponente de! vecchio squadrismo della Valle Padana, isolato e caratteristico « ras » di Cremona per un buon decennio (192636), particolarmente legato ai nazionalsocialisti e tra i protagonisti più radicali e rappresentativi, sia deH’antisemitismo (v.) sia del fascismo repubblicano dopo I'8.9.1943 (v. Repubblica Sociale Italiana) .

Fondamenti teorici

Quanto ai fondamenti teorici e ai tratti peculiari del fascismo, gli storici delle dottrine politiche concordano nel porne in evidenza i motivi irrazionalistici e opportunistici, la precarietà e la fragilità sostanziali della costruzione nei confronti delle ben più solide e durature tradizioni e del liberalismo e del socialismo (si vedano, per esempio, la Storia delle dottrine politiche di George H. Sabine e I[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 278

Brano:

Fascismo

fenomeni « analoghi » al fascismo può essere offerta, nel presente, dal superamento delle forme barbariche con cui fascisti e nazionalsocialisti cercarono di risolvere i concreti problemi posti da una determinata situazione politica. Al di là di una così esile coincidenza di opinioni e di giudizi, rimane pertanto largo spazio di dissenso e di dibattito; e ciò sta a testimoniare l’attualità politica e ideologica del problema, la presenza virtuale o effettuale della componente fascista, non solo come residuo del passato, anche nella stessa Italia postfascista.

E.Sa.

La « dottrina del fascismo »

Nel 1932 Benito Mussolini firmò per l’Enciclopedia Treccani, allora diretta dal senatore Giovanni Gentile, una parte della voce « Fasci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 532

Brano: [...]terreno ormai largamente compromesso.

Il nazismo al potere

La presa del potere nazista del 30.1.1933 preluse all’instaurazione pura e semplice della dittatura e alla messa al bando di tutte le forze politiche diverse dal partito nazista, a cominciare dai comunisti e dai socialdemocratici.

Esponenti dell'industria, dell'alta finanza, dell’agricoltura e deM’esercito della repubblica di Weimar si incontrano con Hitler e con altri dirigenti nazionalsocialisti a Bad Harzburg (14.10.1931)

532



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 430

Brano: [...]una di notte, Hitler lanciò attraverso la radio un messaggio al popolo tedesco, per annunciare che era ben vivo e vegeto, nonostante il serio pericolo corso.

Il dittatore dichiarò di vedere in ciò « la conferma del compito affidatomi dalla Provvidenza » e concluse (nonostante già sapesse che i congiurati erano stati tutti uccisi o catturati) con la sinistra minaccia: « Questa volta regoleremo i conti con loro nel modo a cui siamo abituati noi nazionalsocialisti. ».

La vendetta di Hitler

Dopo il 20 luglio si scatenò in Germania una delle più sanguinose repressioni interne che la storia conosca. Preso da inestinguibile sete di sangue, Hitler fece massacrare migliaia dei suoi compatrioti nei modi più barbari. Per salvare le forme fu montato a Berlino, il 7 agosto, una sorta di processo contro i principali responsabili del complotto sopravvissuti alla strage: il feldmaresciallo von Witzleben, i generali Hoeppner, Stieff e von Hase, gli ufficiali Hagen, Klausing, Bernardis, e infine il conte Peter Yorck von Wartenburg.

Di quel processo, condotto[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 45

Brano: [...] guida dell’opposizione « nazionale » e del rovesciamento della democrazia weimariana fu convalidata dalla creazione del cosiddetto Fronte di Harzburg (11.10.1931), nel quale trovarono espressione tutte le componenti potenziali della coalizione che avrebbe portato al potere il partito nazista: Hitler, Alfred Hugenberg, Hjalmar H.G. Schacht, Franz Seldte, Theodor Dusterberg, ossia, oltre agli esponenti della « destra nazionale », po

1 deputati nazionalsocialisti al Parlamento della Repubblica di Weimar (20.1.1929)


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine nazionalsocialisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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