Brano: [...]Fu chiamato a prestare servizio militare durante la Prima guerra mondiale e, congedato al termine del conflitto, entrò a lavorare allo stabilimento FiatSPA di Torino. Attivo militante socialista, collaborò con Antonio Gramsci nella redazione deH’“Ordine Nuovo” (v.), fu nel
1920 tra gli organizzatori dell'occupazione delle fabbriche e, su accese posizioni antiriformiste, polemizzò con Angelo Tasca. Tentò di costituire un gruppo di educazione comunista per diffondere fra i lavoratori i postulati del movimento consiliare e nel 1921, alla fondazione del Partito comunista, fu tra i primi ad aderirvi.
Nel 1922, assunto come operaio avventizio nelle Ferrovie dello Stato, ebbe un ruolo preminente nell’organizzazione dello sciopero della categoria. Arrestato per questa attività il 19.8.1922 e licenziato dalle Ferrovie, divenne membro del Comitato direttivo della Camera del lavoro di Torino.
Nel 1923 emigrò in Francia, nel Lionese, per trovare un lavoro, ma nel 1924 rientrò in patria e gli venne affidata la segreteria della Federazione torinese del P.C.d’L Pur lavorando come operaio in uno stabilimento metallurgico per guadagnarsi di che vivere, svolse una fu[...]
[...], nel Lionese, per trovare un lavoro, ma nel 1924 rientrò in patria e gli venne affidata la segreteria della Federazione torinese del P.C.d’L Pur lavorando come operaio in uno stabilimento metallurgico per guadagnarsi di che vivere, svolse una funzione di rilievo nella lotta per la costituzione dei comitati di agitazione e per l'elezione delle commissioni interne nella Fiat (v.), battendosi in pari tempo per la caratterizzazione della corrente comunista nell'ambito del sindacato.
Contro il fascismo
Nel settembre 1925 fu tra gli organizzatori di un convegno provinciale della Federazione comunista svoltosi semiclandestinamente a Coazze, in provincia di Torino, ma successivamente dovette passare alla completa clandestinità. Con Girolamo Li Causi guidò a Torino le ultime fasi di lotta dei comunisti,
ma nell’agosto 1927 (assegnato in contumacia a 5 anni di confino come noto dirigente comunista) espatriò in Francia.
Divenuto funzionario del partito nell'emigrazione, membro del Comitato centrale del 1929, nel marzo 1930 fu inviato in Italia per dirigere il comitato regionale clandestino. Si distinse per la linea “dura”, contro ogni deviazione opportunistica o ritenuta tale. NeH'aprile 1931, al IV Congresso del P.C. d'I svoltosi a Colonia, fu eletto membro dell'Ufficio politico. Poche settimane dopo (28.6.1931), nel corso di nuova missione clandestina in Italia, fu arrestato alla Spezia mentre teneva una riunione di responsabili interregionali.
Processato dal Tribunale speciale [...]
[...] nel corso di nuova missione clandestina in Italia, fu arrestato alla Spezia mentre teneva una riunione di responsabili interregionali.
Processato dal Tribunale speciale il
25.1.1932, fu condannato a 17 anni di reclusione. Dal carcere di Civitavecchia fu trasferito a Pianosa, poi al penitenziario di Portoferraio. Ridotta la pena per indulti e amnistie, il 9.7.1941 fu confinato a Ponza, poi a Ventotene. Qui entrò a far parte del direttivo comunista dei confinati insieme a Pietro Secchia, Girolamo Li Causi, Antonio Cicalini e Giordano Pratolongo.
Nella Resistenza
Dopo aver trascorso complessivamente 12 anni tra carcere e confino venne liberato alla fine dell'agosto 1943. Riprese subito l’attività di lotta a Torino e il 5 settembre entrò a far parte della Segreteria federale del P.C.I. con Luigi Grassi e Paolo Scarpone. Dopo I’8 settembre venne inviato nel Biellese, delegato del partito per la creazione delle prime formazioni partigiane, ma i disagi sofferti durante la permanenza in montagna riacutizzarono una sua malattia polmonare[...]
[...]sta epurato) Vittorio Vailetta (v.).
Membro del C.C. del P.C.I. fino al febbraio 1960, fece poi parte della Commissione centrale di controllo. Agli inizi degli anni Settanta, a causa degli acciacchi e dell’età avanzata, chiese di essere sollevato da ogni incarico di partito.
Ha scritto un libro di memorie, Con Gramsci all Ordine Nuovo, edito nel 1956.
M.Gi.
Santi, Aldo
N. a Cesena (Forlì) il 27.5.1912. Membro dell'organizzazione comunista clandestina attiva a Cesena nell'estate 1941, fu arrestato e deferito al Tribunale speciale che, il 22.8.1941, lo condannò a 13 anni di reclusione.
Santi, Fernando
N. a Golese di Parma il 13.11.1902, m. a Parma il 15.9.1969; sindacalista.
Figlio di un ferroviere e orfano della madre (proveniente da una famiglia di braccianti) conseguì la licenza tecnica grazie ai sacrifici del padre e dei fratelli. A 15 anni entrò nella Gioventù socialista (F.I.G.S.), a 18 aderì al P.S.I. e nel 1921, dopo la scissione comunista (contro la quale fu uno dei pochi giovani socialisti a prendere posizione[...]
[...]o al Tribunale speciale che, il 22.8.1941, lo condannò a 13 anni di reclusione.
Santi, Fernando
N. a Golese di Parma il 13.11.1902, m. a Parma il 15.9.1969; sindacalista.
Figlio di un ferroviere e orfano della madre (proveniente da una famiglia di braccianti) conseguì la licenza tecnica grazie ai sacrifici del padre e dei fratelli. A 15 anni entrò nella Gioventù socialista (F.I.G.S.), a 18 aderì al P.S.I. e nel 1921, dopo la scissione comunista (contro la quale fu uno dei pochi giovani socialisti a prendere posizione), fu nominato segretario generale della
F.I.G.S., fortemente ridimensionata dopo l'uscita dei giovani comunisti.
Schierato su posizioni riformiste, nel 1922, alla nuova scissione del P.S.I., Santi seguì Filippo Turati, Treves e Modigliani nel Partito socialista unitario (P.S.U.). Al tempo stesso fu un attivo oppositore del fascismo e nel 1922 si batté a fianco degli operai nella battaglia dell’Oltretorrente a Parma. Redattore del quotidiano socialdemocratico parmense “Il Piccolo”, all’indomani della crisi Matteott[...]