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Il segmento testuale mortaisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 344

Brano: [...]un migliaio di partigiani, concentrati al Passo di San Bernardo di Conio, dopo una marcia durata l’inte

ra giornata, erano stanchissimi, oltreché avviliti per l’inopinato cambiamento della situazione. Sul luogo si trovava, fortunatamente, la 9a Brigata, fresca ed efficiente, rafforzata dalle tre « Volanti » comandate rispettivamente da Massimo Gimondi (Manein), Giacomo Sibilla (Ivan) e Vittorio Rubicone (Vittorio il Biondo), e da un gruppo di mortaisti, ex militari della « San Marco», passati con i loro ufficiali dalla parte dei partigiani (purtroppo disponevano soltanto di 40 colpi per i loro mortai da 81).

Durante la notte la situazione si aggravò ulteriormente: per sfuggire all’accerchiamento non c’era altra alternativa che passare decisamente all’attacco, occupare Monte Grande e rèspingere i tedeschi dal dorsale montagnoso che essi erano riusciti a raggiungere. Sloggiati i tedeschi, si sarebbe dovuto tenere saldamente la posizione fino a sera, onde dar modo alle formazioni di abbandonare ordinatamente il passo di San Bernardo di Coni[...]

[...]attino. Bonfanti fece aprire il fuoco dai mortai; i primi colpi centrarono in pieno le postazioni nemiche sulla cima del Monte Grande, mettendo in fuga i tedeschi su tutta la linea. Ne approfittò prontamente la « Volante » comandata da Gimondi che, balzata all’attacco della cima stessa, vi si attestò. Mentre la squadra d’assalto « Garbagnati » s’arrampicava di slancio e allo scoperto fino alla vetta, la «Volante» di Rubicone, sostenuta da alcuni mortaisti, aggirando Monte Grande dalla sinistra prese i tedeschi alle spalle e infine si congiunse, sulla cima, con gli uomini di Gimondi.

Il combattimento si spense. Le forze partigiane tennero la posizione fino a sera e si ritirarono soltanto quando seppero che il grosso delle formazioni era riuscito a sganciarsi dal nemico, dirigendosi verso il fondovalle. Una provvidenziale coltre di nebbia, nascondendo San Bernardo di Conio, favorì la manovra dei partigiani che, scendendo verso Rezzo, portarono tranquillamente a termine l'ultima fase dello sganciamento.

Zona operativa della Divisione Gariba[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 597

Brano: [...]uò a combattere con grande fermezza per contenere il nemico e permettere lo sganciamento al grosso delle forze. Verso le 15, la squadra di Doria, composta di 12 uomini, scaricò un’ultima volta le armi contro il nemico ormai irrompente da tutte le parti e lasciò il paese, ritirandosi lungo la mulattiera che da Croce di Campo Agostino conduceva a Prearba.

Verso le 16 un reparto nemico proveniente dalla vai Roja sfondò a Muratone, costringendo i mortaisti garibaldini a ritirarsi verso nord. Attraverso Toraggio, Langan, Cetta, Bregalla e monte Pellegrino (dove si trovava l’altra metà del distaccamento partito poco prima), i mortaisti raggiunsero il Saccarello, lo oltrepassarono col mortaio e tre muli carichi di' granate e arrivarono a Piaggia. II grosso dei partigiani era ormai in salvo, mentre i tedeschi occupavano monte Vetta, San Sebastiano, la gola di Gouta

e Passo Muratone. In località Colla cadde il partigiano Giovanni Rollo.

Pigna era perduta, i tedeschi bruciarono nei dintorni decine di casolari e altrettanto fecero a Buggio. Iniziò il grande rastrellamento che durerà dieci giorni e terminerà, il 18 ottobre, con il passaggio in Piemonte delle forze garibaldine della 1a e della 5a Brigata. Castel Vittorio (v.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 489

Brano: [...]tini [Sasso) e Giovanni Padoan [Vanni), la “Natisone” fu infatti duramente provata: su un organico di circa

5.000 partigiani combattenti ebbe 1.343 caduti, 546 feriti o congelati e numerosi dispersi. Essa fu forse l'unica formazione partigiana italiana colpita dalla perdita di molti combattenti deceduti per fame e altre gravi privazioni.

Per far fronte alle varie necessità operative il Battaglione Mortai venne anche suddiviso in squadre di mortaisti aggregate a diversi reparti. Esso partecipò a tutti i maggiori combattimenti della Divisione, molte volte attaccando autocolonne e presìdi nemici con i soli propri effettivi. I suoi uomini furono in alcuni casi richiesti dal Comando del IX Korpus del N.O.V.J. come istruttori per l’addestramento dei reparti mortaisti sloveni.

quasi tutti gli intellettuali, erano convinti che essa avesse segnato la fine di un sistema di valori e quindi, con il nuovo stile da essi creato, intendevano esprimere il loro secco rifiuto al passato (v. Architettura e fascismo). Gropius credeva che la nuova architettura avrebbe avuto un ruolo preciso e determinante nella “rivoluzione” politica in corso in Germania (v.), esprimendo la nuova cultura e la nuova società nascenti, quindi per realizzare quest'opera chiese un aiuto concreto alla repubblica appena formata.

Nell'aprile 1919 Gropius ottenne dal nuovo governo socialdem[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 345

Brano: Bosco Martese

I mortaisti della « San Marco » passati alla Brigata garibaldina « Cascione »

Nel corso della giornata erano caduti 6 partigiani, due dei quali (l'ex tenente della « San Marco » e un mortaista, di cui mancano i nomi) nel combattimento vero e proprio. Due partigiani fatti prigionieri dai tedeschi, Pietro Gorio e Feiice Spalla, furono uccisi al Passo della Luna; un terzo al Passo della Teglia e un altro ancora presso San Bernardo di Conio, impiccato. Maggiori, secondo valutazioni fatte, le perdite del nemico.

Le formazioni riuscirono a raggiungere le loro basi, ma il Comando dovette predisporre un ul[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 440

Brano: [...] commissario politico, Ferdinando Mautino [Carlino) capo di stato maggiore, Italiano Zuliani (Paride) e Gianni Rizzo [Toro] aiutanti, Attilio Pa

ris responsabile dell’intendenza. Il gruppo di polizia divisionale fu affidato a Gondola (ex maresciallo dei carabinieri); la sezione sanitaria al medico Felice Camillo Davila [dottor Stalin) ; la Compagnia deposito e addestramento a Costante Visintini [Vito] e a Walter Gregoratti (Piave) ; il gruppo mortaisti a Michele Serafino (Marco).

Dal Comando di divisione dipendevano la 156a Brigata « Bruno Buozzi » e la 157a Brigata « Picelli ». Il Comando della prima era costituito dal comandante Ettore, dal comissario Banfi e dal medico Saverio Perrini (dottor Libertà) che cadrà nel 1945 a Predmea. Costituivano la Brigata 3 battaglioni: il 1° Battaglione « Manara », con comandante Amilcare Cipriani (cadrà nell’aprile

1945 nella battaglia di Vetta di Sebregle) e commissario politico Leone (cadrà nella battaglia di Blegos, alla fine del marzo 1945); il 2° Battaglione « Mameli », con comandante Pietro [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 516

Brano: [...]a e uccisi al campo di Buchenwald), Angelo Cappello, Aldo Del Vecchio, Paolo De Marco, Bruno Don, Achille Drusin, Elso Sartori ed Elso Tulisso.

I giovani di Manzano risposero con slancio all'appello della Resistenza. Mentre alcuni di essi entrarono a far parte del G.A.P. guidato dall'eroe Umberto Bon (Bensi), che sarà fucilato dai tedeschi a Udine il 9.4.1945, altri si arruolarono nella Divisione Garibaldi « Natisone ».

II forte reparto di mortaisti di questa unità, comandato da Michele Seffino [Marco], era composto interamente di manzanesi che combatterono in Friuli e in Slovenia fino alla liberazione di Lubiana.

Il territorio del comune, incluso nel cosiddetto Litorale Adriatico (v.), fu teatro di aspri combattimenti e di crudeli rappresaglie ordinate dal Gauleiter Friedrich fìainer e dal generale delle S.S. Odilo Globocnik. Ma il terrore nazista non piegò il popolo di Manzano che, dal 21 apri

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 595

Brano: [...] e impegnò combattimento. Catturato, venne sottoposto per due giorni a tremende torture che tuttavia non riuscirono a farlo parlare. Infine venne fucilato.

Pigna, Battaglia di

Comune di 1.700 abitanti in provincia di Imperia, a 56 km dal capo* luogo, Pigna fu teatro di una delle più combattute battaglie della Guerra di liberazione, sostenuta dalla 59 Brigata Garibaldi « L. Nuvoloni ». Verso il 25.9.1944, quando il distaccamento garibaldino mortaisti co

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine mortaisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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