Brano: Militarismo e antimilitarismo
stigio fu che gli stanziamenti militari, per quanto gravosissimi per l’economia nazionale, si rivelarono insufficienti per assicurare il funzionamento dei troppi reparti esistenti; l’esercito ebbe quindi un armamento qualitativamente inferiore a quello delle altre potenze europee.
La Prima guerra mondiale rivelò sì i limiti di questo esercito, ma ne confermò anche l’attitudine a praticare un dominio di classe: la mobilitazione delle masse richiesta dalla guerra fu condotta con metodi polizieschi che nulla concedevano alle illusioni di democrazia e di compartecipazione (si ebbero circa
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[...] fine di una guerra dominata dalla destra e condotta in modo da favorire lo sviluppo dei monopoli industriali. Vanno quindi rovesciati i giudizi tradizionali sulla Glande guerra: in una situazione in cui il problema di fondo era la compressione delle masse popolari, l’esercito superò brillantemente la prova e ne trasse conseguenze così lucide, da fornire un appoggio determinante all'avvento del fascismo e poi al consolidamento del regime.
Antimilitarismo operaio
L’antimilitarismo del movimento operaio non resse invece alla prova. Che le masse contadine e operaie sentissero il servizio di leva come una pesante oppressione, è certo; uomini politici del livello di Filippo Turati, Leonida Bissolati (prima della sua conversione patriottica) ed Errico Malatesta (v.) condussero contro le istituzioni militari una battaglia coerente, denunciandone la struttura di classe e le funzioni di polizia. Mancò però una saldatura tra l’antimilitarismo istintivo delle masse e le dichiarazioni di pochi dirigenti; e la battaglia condotta da\V Avanti! contro l’esercito, come quella più acce[...]
[...]del movimento operaio non resse invece alla prova. Che le masse contadine e operaie sentissero il servizio di leva come una pesante oppressione, è certo; uomini politici del livello di Filippo Turati, Leonida Bissolati (prima della sua conversione patriottica) ed Errico Malatesta (v.) condussero contro le istituzioni militari una battaglia coerente, denunciandone la struttura di classe e le funzioni di polizia. Mancò però una saldatura tra l’antimilitarismo istintivo delle masse e le dichiarazioni di pochi dirigenti; e la battaglia condotta da\V Avanti! contro l’esercito, come quella più accesa degli anarchici (v.), non riuscì mai ad alimentare un movimento di massa cosciente e organizzato. Fu così che i sindacalisti rivoluzionari e alcuni anarchici, che all’inizio del secolo avevano scatenato una violenta campagna antimilitarista, con la Guerra mondiale si convertirono al patriottismo fascista.
Nel 1914 la crisi della Seconda Internazionale non lasciò indenne il P.S.I. che, dopo aver scisso le proprie responsabilità dalla guerra, non seppe c[...]
[...]ei reduci, finalmente liberi di manifestare la loro opposizione. Dinanzi al « fronte unico » delle forze borghesi, strette nella difesa della guerra e del regime che l’aveva voluta, il movimento proletario non seppe però esprimere una linea politica chiara; del resto l’urgenza delle battaglie nelle fabbriche e nelle piazze poneva in secondo piano la rivendicazione delle sofferenze patite nel conflitto e l’attacco alle istituzioni militari. L’antimilitarismo ridiventò così un tema di secondo piano già alla fine del 1919, lasciando la classe dirigente nella possibilità di riorganizzare l’esercito sulla base delle collaudate strutture tradizionali, senza alcuna concessione agli insegnamenti del conflitto.
Gli anni del fascismo
All’indomani della Prima guerra mondiale, tuttavia, i compiti delle forze armate mutarono. In una società in cui non era più possibile dominare la massa solo con la forza, ma occorrevano sistemi più graduali ed elastici, la responsabilità dell’ordine pubblico passò alle organizzazioni fasciste e le forze armate assunser[...]
[...]nelle mani dei capi delle forze armate) venne del tutto sacrificata alle esigenze di carriera o di prestigio e il distacco tecnologico rispetto agli altri Stati si accentuò. Malgrado il pullulare delle divise, l’Italia fascista non era precisamente un regime militarista, nel
Cartolina di propaganda antimilitarista, riproducente la prima pagina del quotidiano repubblicano L’Italia del Popolo, sequestrato perché contenente un articolo contro il militarismo (Milano, 18.11.1902)
senso che i militari non avevano un peso determinante nelle grandi scelte politiche; era tuttavia un regime gradito ai militari che ne traevano finanziamenti, importanza, attestazioni di stima, vittorie facili e medaglie, senza dover come contropartita lavorare troppo seriamente alla preparazione bellica.
La Seconda guerra mondiale vide così il completo sfacelo delle truppe italiane sui vari campi di battaglia, ma non la crisi delle istituzioni militari. Il 25 luglio 1943 queste poterono infatti svolgere l’azione di ordine pubblico richiesta (l’unico loro successo d[...]