Brano: [...]l formarsi di questa distinzione. Sembra che essa appaia nella sua forma matura relativamente tardi, verso il ’25’27. Nel ’27, quando uscirà la prima traduzione tedesca di Materialismo ed empiriocriticismo,340
I documenti del convegno
sarà resa definitiva dalla polemica con cui venne accolta dagli intei' lettuali socialisti o vicini al socialismo di tendenze neocriticiste (Max Adler 1, Siegfried Marck...2).
In un articolo del ’25, Eine materialistische Geschichte des menschlichen Denkens, che è una recensione alla traduzione ' tedesca di un libro di Bogdanov3, Kautsky critica nei marxisti russi il semplicismo,, il non uscire dalla conoscenza dottrinaria di Marx, il muoversi fra principi astratti, l’essere incapaci di vedere il terreno su cui poggiano quei principi e quindi all’occasione di arricchirli, l’essere sostanzialmente gli esponenti rigorosi di una tradizione colta. Una più specifica distinzione fra marxismo filosofico sovietico e marxismo filosofico europeo occidentale {westeuropàisch) si può trovare in un articolo di Alexander[...]
[...]olitica e posizione filosofica, nell’accento posto sulla filosofia più che su altre parti più concrete della dottrina, nell’ingerenza dell’autorità politica nelle questioni di filosofia. Al marxismo europeo,, più politico, meno dottrinario, legato con fili molteplici alle posizioni ideali più moderne, il materialismo filosofico e l’« indivisibilità » di politica e filosofia appaiono grossolani, semplicistici, infondati. Sempre nel ’27, nella Die materialistiche Geschichtsauffassung, Kautsky giudica il Manuale di Bukharin una delle espressioni più grossolane di materialismo economico5, e osserva che quasi tutti i socialisti russi, sono materialisti6.
1 hehrbuch der materialistischen Geschichtsauffassung, I Band, 1930, capitoli 6, 7, 8.
2 Der Kampf, 1928, pp. 484487, Siegfried Marck, Lenin als Erkenntnistheoretiker.
3 Die Gesellschaft, 1925, I, pp. 564578.
4 Die Gesellschaft, 1927, II, MAX WERNER (A. Schifrin), Der Sowjetmar
xismus, pp. 4262. Un altro articolo dello stesso autore e in parte sullo stesso
argomento, K. Kautsky und die marxistische Soziologie, è in Die Gesellschaft,
1929, pp. 149169.
5 2a ediz., 1929, I, pp. 15, 19, 20.
6 Ibidem, p. 41.Aldo Zanordo
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È rintracciabile, in questa distinzione, soprattutto nel modo in cui l’ha[...]
[...] non apertamente, caratterizzato il marxismo tedesco rispetto a quello russo. Si pensi alle argomentazioni filosofiche di Plekhanov contro Bernstein e Konrad Schmidt nel ’98’99 e al contenuto essenzialmente politico della polemica della Luxemburg contro il revisionismo. Si pensi alle perplessità di Kautsky rispetto al materialismo filosofico, dalla corrispondenza con Plekhanov e dalla nota, lettera a Friedrich Adler del 1909 fino alla Concezione materialistica della storia. Si pensi a ciò che scrive Bernstein a Victor Adler : « Per me la dottrina non è sufficientemente realistica, è per cosi dire rimasta indietro rispetto allo sviluppo pratico del movimento. Può ancora andar bene forse per la Russia... ma in Germania nella sua vecchia forma è qualcosa di sopravvissuto » 1. Si pensi infine al materialismo storico esclusivo di Mehring. Qui da noi, in Italia, Antonio Labriola, in alcune lettere a Kautsky, critica Plekhanov perché concepisce il marxismo come Allweisheit, come scienza che ha risolto in anticipo tutti i problemi. Si tratta del resto di[...]
[...]a giusta interpretazione del problema della Erganzung, si poteva cavare e poteva essere fatto valere contro il marxismo sovietico. Non è vero che, fra la concezione del socialismo come completamento di un processo e quella del socialismo che deve in parte creare le sue condizioni, non ci potesse essere, sul piano filosofico, uno scambio utile. La posizione del problema gnoseologico, alcuni elementi di criticismo, l'accentuazione dello storicismo materialistico, sociologico, un certo senso di distinzione fra politica e filosofia, il senso storico che permea anche gli scritti più divulgativi di Engels, potevano ben servire a moderare il materialismo metafisico di alcuni sovietici e lultrasoggettivismo di alcuni tedeschi. Qualcosa dell’eredità filosofica della socialdemocrazia si ritroverà certo negli intellettuali comunisti che noi consideriamo. Ma saranno solo aspetti secondari in uno sviluppo ideologico a cui la rivoluzione, la rottura con la socialdemocrazia, il legame con una nuova fase della cultura europea, imprimono un corso particolare.
[...]
[...]oproletariato, idealismoborghesia, oppure dialetticaproletariato, evoluzionismoborghesiasocialdemocrazia. Questi sono sostanzialmente i preAldo Zanardo 345
supposti delle recensioni di Hermann Duncker e Fritz Riickert al libro di Bukharin.
Hermann Duncker, che lo recensisce nella Internationale Presse Korre. spondenz1 e in Die Internationale2, ne indica l'aspetto positivo nel radicale antirevisionismo, nell’adesione aperta alla concezione materialistica della realtà (che è anche ricongiungimento alle posizioni genuine di Marx, Plekhanov, Mehring). Il fatto che Bukharin non discuta i problemi della conoscenza significa semplicemente che il marxismo è estraneo agli scolasticismi neokantiani. Il comuniSmo russo fornisce non solo l’esempio.di una lotta rivoluzionaria, ma anche opere teoriche magistrali. Duncker tuttavia mette in risalto alcuni punti, presenti si nel Manuale, ma non certo sviluppati: il materialismo di Marx non è meccanicistico; l’ideologia non è pura apparenza; c’è reciprocità fra base e soprastruttura; materialismo non signif[...]
[...] filosofia classica tedesca e in particolare quella dialettica che sola rende intelligibile il processo storico. Bukharin trasforma la dialettica, un metodo, in una Science oggettivistica, positivistica; ammette una cosalità irrisolta, una oggettività a sé, feticistica. Essenziale al marxismo è invece « ricondurre tutti i fenomeni dell’economia e della sociologia a rapporti sociali degli uomini fra loro ». Tipico deH’impostazione oggettivistica, materialisticovolgare, è il fatto che Bukharin affermi la tecnica come determinante dei rapporti di lavoro. È invece l’economia,
1 Archiv f. Geschkhte des Sozialismus u. der Arbeiterbewegung, XI, 1923, pp. 216224.348
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la struttura economica della società, cioè i rapporti sociali degli uomini fra loro nel processo produttivo, l’elemento ultimo e decisivo delle trasformazioni tecniche, e solo secondariamente queste influiscono sulla struttura. L’argomentazione si vale del noto capitolo sul feticismo della merce, un testo essenziale allora per Lukàcs (e non solo per lui), e [...]
[...]x, Engels, Mehring, Plekhanov, la Luxemburg): invece di criticare le scienze della natura col metodo del materialismo dialettico, applica il metodo di quelle scienze, il materialismo volgare, allo studio della società.
Alcuni concetti di queste due recensioni hanno un risalto immediato : il proletariato tedesco ed europeo come qualcosa di specifico, l’esclusione di Bukharin dalla tradizione maestra del marxismo, la sottolineatura sociologica, materialisticostorica, non gnoseologica e non economicistica che ha il marxismo (insistenza sul relativismo, sulla correlazione dei fenomeni, sulla « totalità », non sul condizionamento dell’economia), il legame con la grande cultura. Ma ci sono anche altri punti importanti: la struttura di possibilità della realtà e tutto ciò che essa comporta, la dialettica, l’attività umana, la posizione verso le scienze della natura, l’accento umanistico.
Questi motivi teorici e quei rilievi critici verso Bukharin, in Lukàcs, si inquadrano ormai in una elaborazione sistematica, in una ideologia articolata. Anche di[...]
[...] popolarizzazione di una dottrina. Nostro proposito è illustrare brevemente la critica politica e la critica filosofica al Manuale e cercare di tirare alcune conclusioni.
Cominciamo dalla critica politica. È dalla discussione sul senso comune che emerge netta la contrapposizione di due modi diversi di concepire il marxismo, il proletariato, il socialismo. Per Bukharin il marxismo si sviluppa in continuità con il senso comune, con gli elementi materialistici, realistici, acritici del senso comune; viene a essere una forma di sistemazione del senso comune. Ciò che a lui sembra importare è ridurre lo scarto fra il senso comune e il marxismo: dei due termini che ispirano la parte migliore dell’azione politica della Terza Internazionale — le masse e il livello intellettuale a cui vanno innalzateAldo Zanardo
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(cioè la nozione di cosa è civiltà, cultura) — Bukharin sembra tener conto solo del primo. Queste masse, spontaneamente, nelle loro concezioni disgregate, sono giudicate vicine al marxismo. È chiaro che non va dimenticata la situazion[...]
[...]
1 Si veda in particolare la lettera a Gorki del 7 febbr. 1908 {Opere, Roma, voi. 34, 1955, p. 295) : « Si può, si deve legare la filosofia con l'orientamento del lavoro di partito? con il bolscevismo? Penso che ora questo non si possa fare. Lasciamo che i nostri filosofi di partito lavorino ancora per un certo tempo sulla teoria, che discutano e... arrivino a mettersi d’accordo. Per ora propenderei a tenere queste discussioni filosofiche fra materialisti e “ empirio99 lontane dal vero lavoro di partito ».
2 M. S., p. 18.
3 Meno chiaro mi sembra è il nesso fra l’autonomia 'filosofica del marxismo (intesa certo con tutta l’ampiezza che si sa) e il marxismo che ha per obiettivo di « vivificare una integrale organizzazione pratica della società, ... diventare una totale, integrale civiltà» (M. S., p. 157). È da vedere se per Gramsci solo il marxismo è l’ideologia della classe operaia (cosa pensa per es. del movimento operaio inglese) e se gli è veramente estraneo il concetto di marxismo come qualcosa di amplissimo in cui confluiscono moti[...]
[...]to tuttavia i capi comunisti compresero il loro errore e che la sociologia, cosi come era insegnata nella maggior parte delle Università, era qualcosa di molto differente dal dogma comunista. Ciò portò a un .grande e improvviso mutamento nella politica seguita in questo settore e già nel 1922 fu proibito di fare corsi di sociologia nelle Università e nei colleges. Erano permessi solo il “ marxismo ”, la “ teoria del comuniSmo ” e la ” concezione materialistica della storia ”, materie che potevano essere insegnate esclusivamente da professori comunisti ». Sono notizie da controllare e integrare. Sorokin venne esiliato nel ’22. Ha fatto un’ampia analisi del Manuale di Bukharin in L’economista russo, 1922, che non ho potuto vedere.Aldo Zanardo 359
tazione il nucleo teorico che regge quella « sociologia », queir insieme di schemi che è il patrimonio di esperienze del movimento operaio. Non solo « non vuol dire... che la ricerca delle leggi di uniformità non sia cosa utile e interessante e che un trattato di osservazioni immediate di arte politica[...]
[...]legato a Hegel, si è sviluppato, nel movimento socialista, in tutt’altro senso. Momento essenziale, per Gramsci, di questa deviazione è la « quistione del valore delle scienze cosi dette esatte o fisiche » e la « posizione che esse sono venute assumendo nel quadro della filosofia della prassi di un quasi feticismo, anzi della sola e vera filosofia o conoscenza del mondo » 2. Questa deviazione non è altro che la forma positivistica, scientistica, materialistica in senso tradizionale, del marxismo. Da questo angolo visuale Kautsky e Bukharin sembrano trovarsi sullo stesso terreno, rappresentare lo stesso momento dello sviluppo teorico. Gramsci in sostanza dice degli ortodossi ciò che dice di Bukharin 3.
Particolari ragioni « didattiche » hanno obbligato il marxismo a combinarsi con queste forme di cultura ancora arretrate e tuttavia superiori aH’ideologia media delle masse popolari 4. La forma positivistica del marxismo non è altro che la sua fase economicocorporativa 5, è « una deviazione infantile » 6, « significa che si attraversa una fase st[...]
[...]gettivo, elaborato in connessione con lo sviluppo delle scienze fisiche, che ha trovato la sua definizione classica in Materialismo ed empiriocriticismo. Lenin scrive che Marx ed Engels, che si erano formati alla scuola di Feuerbach, « rivolsero naturalmente la maggiore atten
1 M. S., p. 139.
2 M. S., p. 91.
3 Op. cit., p. 54.Aldo Zanardo
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zione al completamento della filosofia del materialismo in alto, cioè non alla gnoseologia materialistica, ma alla concezione materialistica della storia. È per questo che Marx ed Engels nelle loro opere mettono l’accento sul materialismo dialettico più che sul materialismo dialettico ». Oggi invece, « in un periodo storico del tutto diverso », si tratta di mettere l’accento sul materialismo dialettico \ Gramsci invece scrive : « Si è dimenticato in un’espressione molto comune [«materialismo storico»} che occorreva posare l’accento sul secondo termine 44 storico ” e non sul primo di origine metafisica. La filosofia della prassi è lo 44 storicismo n assoluto, la mondanizzazione e la terrestrità assoluta del pensiero, un umanesimo[...]
[...]ponenti delle forme più razionali e realistiche di storicismo, nella ricerca delle effettive diversità fra il marxismo di Gramsci
1 Materialismo ed empiriocriticismo, Roma, 1953, p. 309
2 M. S., p. 159.
3 M. S., pp. 39, 75.368
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e lo storicismo, per es., di un Croce o di un Vierkandt. Noi abbiamo mostrato in alcuni punti come l’enunciazione di posizioni storicistiche si accompagni all’assimilazione dei valori materialistici del marxismo.
Pare difficile che nella Germania' e nell’Italia di allora si potesse formare un marxismo più attuale, più complesso di quello di Gramsci. Il punto di mediazione, di controllo delle posizioni neohegeliane a cui il marxismo di Gramsci è arrivato è incomparabilmente superiore a quello dei comunisti tedeschi che noi abbiamo visto. Nel quadro di questo controllo, di questa correzione, potevano avere sviluppo anche quei motivi di superamento dei limiti umanistici che già ci sono.
L’essenziale sembra essere questo spregiudicato, critico, inserimento del marxismo nella grande c[...]