Il segmento testuale massimalisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 303Entità Multimediali , di cui in selezione 86 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 597
Brano: [...]ramma « massimo », in polemica con la corrente riformista che sosteneva invece la opportunità di lottare per il programma « minimo ». Lo stesso nome fu poi assunto nel 1919 dalla corrente centrista del P.S.I. al Congresso socialista di Bologna, in contrapposto alla posizione riformista capeggiata da Filippo Turati e per distinguersi dalla sinistra astensionista (v. Astensionismo) che aveva come leader Amadeo Bordiga.
Al Congresso di Bologna i massimalisti si raggrupparono attorno a Giacinto Menotti Serrati e prevalsero, raccogliendo attorno alla loro mozione 48.000 voti contro i 15.000 ottenuti dalla frazione capeggiata da Costantino Lazzari (nella quale confluirono i voti dei riformisti) e i 4.500 andati alla mozione degli astensionisti. Subito dopo aver registrato questo risultato Serrati si pronunciò per l’adesione del P.S.I. alla Terza Internazionale (v.), decisione che fu approvata per acclamazione dalla grande maggioranza dei congressisti. I massimalisti furono poi duramente accusati, da sinistra, di « rivoluzionarismo parolaio e inconcl[...] [...]e prevalsero, raccogliendo attorno alla loro mozione 48.000 voti contro i 15.000 ottenuti dalla frazione capeggiata da Costantino Lazzari (nella quale confluirono i voti dei riformisti) e i 4.500 andati alla mozione degli astensionisti. Subito dopo aver registrato questo risultato Serrati si pronunciò per l’adesione del P.S.I. alla Terza Internazionale (v.), decisione che fu approvata per acclamazione dalla grande maggioranza dei congressisti. I massimalisti furono poi duramente accusati, da sinistra, di « rivoluzionarismo parolaio e inconcludente », tanto che il termine assunse un significato negativo di estremismo politico incoerente.
Effettivamente nel 1921, al Congresso socialista di Livorno (v.), l’apparente rivoluzionarismo dei massimalisti non resse alla prova dei fatti: quando fu proposto di accettare fino in fondo il programma della Terza Internazionale (i famosi « 21 punti ») e di espellere di conseguenza i riformisti dal partito, i massimalisti si opposero a questa misura compiendo una scelta che provocò la scissione del P.S.I. a sinistra: dopo la votazione i comunisti abbandonarono la sala del Congresso e, l’indomani, diedero vita al P.C.d’l.. (I massimalisti avevano ottenuto dal Congresso 98.028 voti, i comunisti 58.783 e i riformisti 14.685).
Dopo l’uscita dei comunisti i massimalisti continuarono a rivendicare l’ammissione del P.S.I. alla Terza Internazionale. Due anni più tardi G.M. Serrati riconobbe di aver sbagliato (« fu il più grave errore della mia vita ») e costituì una nuova frazione, detta « terzinternazionali
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 187
Brano: [...]n non riuscito tentativo di realizzare l'unità d'azione con i comunisti, il dibattito si sposta sul terreno della riunificazione con l’ala riformista. Ugo Coccia, nominato direttore effettivo del giornale al convegno di Marsiglia (15.1.1928), si dimostra però troppo sensibile alle posizioni degli « unitari » e deve dimettersi; il 12 agosto lo sostituisce Angelica Balabanoff. Da questo momento la posizione del giornale si irrigidisce su posizioni massimalistiche e, al successivo congresso di Grenoble (16.3.1930), il partito si spezza, per il distacco della frazione facente capo a Pietro Nenni, mentre una frangia passa al Partito comunista. L’A. rimane ai massimalisti e, all’inizio di questa nuova fase, può ancora contare sulla maggioranza dei socialisti. Fidando su tale sostegno, dal 25.12.1930 riappare in grande formato, ma col tempo la sua situazione si fa sempre meno sostenibile: è il momento della politica del fronte popolare e il settarismo, la chiusura di tipo massimalista, isolano sempre più il partito e il giornale. L’A. muore lentamente di consunzione, come il partito che rappresenta; I’1.5.1940 esce il suo ultimo numero.
Il « Nuovo Avanti »
Il 16.3.1930 la corrente nenniana staccatasi a Grenoble dai massimalisti rivendica anch’essa la prop[...] [...]egno, dal 25.12.1930 riappare in grande formato, ma col tempo la sua situazione si fa sempre meno sostenibile: è il momento della politica del fronte popolare e il settarismo, la chiusura di tipo massimalista, isolano sempre più il partito e il giornale. L’A. muore lentamente di consunzione, come il partito che rappresenta; I’1.5.1940 esce il suo ultimo numero.
Il « Nuovo Avanti »
Il 16.3.1930 la corrente nenniana staccatasi a Grenoble dai massimalisti rivendica anch’essa la proprietà dell'A. e assume l'impegno di fare del giornale l'organo della riunificazione con i riformisti. Difatti, trasformando la testata dell’organo della Federazione socialista svizzera (L’avvenire del lavoratore), il 22
La testata de « Il Nuovo Avanti » (24.11.1937)
marzo esce con un suo « Avanti! » che reca, come sottotitolo, « L’Avvenire del lavoratore ». La controversia si sposta sul terreno giudiziario. La magistratura svizzera, pur dando ragione alla Balabanoff e ai massimalisti, nello stesso tempo non impedisce a Nenni di continuare con la sua edizione. [...] [...] di fare del giornale l'organo della riunificazione con i riformisti. Difatti, trasformando la testata dell’organo della Federazione socialista svizzera (L’avvenire del lavoratore), il 22
La testata de « Il Nuovo Avanti » (24.11.1937)
marzo esce con un suo « Avanti! » che reca, come sottotitolo, « L’Avvenire del lavoratore ». La controversia si sposta sul terreno giudiziario. La magistratura svizzera, pur dando ragione alla Balabanoff e ai massimalisti, nello stesso tempo non impedisce a Nenni di continuare con la sua edizione. Al congresso di Parigi del 1920.7.1930, con il quale ha luogo l'auspicata riunificazione tra nenniani e riformisti, e sorge il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (P.S.i.U.P.), il giornale si presenta con una tiratura di 3.600 copie, di cui 2.000 diffuse in Svizzera. La direzione del foglio viene affidata a Nenni e a Pali ante Rugginenti.
Nel periodo della sua permanenza a Zurigo, fino al 1933, la posizione di ideologo del giornale viene assunta da Giuseppe Saragat, « aperto agli influssi dell'austroma[...] [...]ermanenza a Zurigo, fino al 1933, la posizione di ideologo del giornale viene assunta da Giuseppe Saragat, « aperto agli influssi dell'austromarxismo di Otto Bauer » (Arfé). La polemica è condotta sui due fronti: verso i comunisti e verso il liberalsocialismo di Rosselli.
Nel gennaio 1934 il giornale si trasferisce a Parigi, a colmare il vuoto lasciato da La Libertà concentrazionista, cessata con la morte di Treves (10.6.1933). Il ricorso dei massimalisti alla magistratura francese porta — questa volta — al mutamento della precedente testata in quella di Nuovo Avanti, mentre la direzione si conferma nelle mani di Nenni. Si ha un notevole miglioramento editoriale e, anche se la periodicità continua a essere settimanale, ì\ formato, la stampa e rimpaginazione diventano quelli di un quotidiano. A Saragat e a Nenni si affianca Angelo Tasca. Mentre si irrigidisce la polemica con « Giustizia e Libertà », prende forma il dialogo con i comunisti, già avviato dalla seconda metà del 1933. Il 25.8.1934 il « Nuovo Avanti » esce con il testo del patto d’un[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 669
Brano: Appendice
cabilmente. Questi massimalisti fatalisti devono essere rudemente risvegliati dalla voce del proletariato insofferente all’inazione [...]. Per distinguersi con sicurezza assoluta dai riformisti e dai massimalisti evanescenti e d’occasione, nessun mezzo appare più limpido alla nostra coscienza socialista che l’atto di ripetuta adesione alla Terza Internazionale, glorificazione e difesa della rivoluzione russa in se stessa e come focolare, esempio e monito al mondo proletario ».
Poste così le basi per una chiarificazione aH'interno del partito, il manifesto tracciava le direttive d’azione in campo sindacale, dando per la prima volta una base concreta alla parola d’ordine del “fronte unico” e dell’adesione all’I.C..
Attività della frazione
Nonostante la maggiore notorietà di Lazzari, sarà Ribold[...] [...]eta alla parola d’ordine del “fronte unico” e dell’adesione all’I.C..
Attività della frazione
Nonostante la maggiore notorietà di Lazzari, sarà Riboldi il vero animatore della frazione. Quale direttore della Brianza, organo socialista della zona omonima, egli farà di questo periodico l'organo della frazione fino all’apparizione del settimanale Più avanti! (v.) che vide la luce per la prima volta a Milano il
26.5.1922.
La polemica coi massimalisti ebbe una momentanea tregua alla vigilia del XIX Congresso del P.S.I., convocato a Roma nelle giornate dall’1 al 4.10.1922 e nel corso del quale una mozione massimalistaterzinternazionalista che chiedeva l'espulsione dei riformisti e l’adesione all'l.C. prevalse, con 32.100 voti contro 29.199, sulla mozione degli “unitari”. Conseguentemente i riformisti, ai quali si aggiungevano i centristi, venivano espulsi dal P.S.I. e costituivano il nuovo Partito Socialista Unitario [P.S.U.).
Nel novembre si riuniva a Pietrogrado il IV Congresso deH'I.C. e, dall'Italia, vi parteciparono due delegazioni,[...] [...]onari, oggi, nella presente situazione, in Italia? — scriveva Serrati. — Vi è posto per due partiti rivoluzionari il cui programma è identico, la cui sola differenza sta nel contegno rispettivamente tenuto tino a Ieri di fronte ai riformisti? Vi è posto per due partiti il cui contegno oggi — anche nei riguardi dei riformisti — è identico? La politica non si fa di irritazioni e di dispetti. La politica è la realtà. La realtà oggi è questa che tra massimalisti che hanno accettato con piena scienza e coscienza il programma di Bologna, e comunisti che si separarono da essi a Livorno, non vi è altra differenza che quella scavata dalle stupide e miserevoli questioni personali e locali, dalle violenze verbali [...]. Al fronte unico borghese i proletari rivoluzionari, i socialisti della lotta di classe devono opporre il loro fronte unico. L'unione dei due partiti Socialista e Comunista è la prima condizione indispensabile di questo fronte unico ».
L'articolo di Serrati era però seguito, nella stessa pagina, da un articolo di Pietro Nenni (v.) che, qua[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 483
Brano: [...] nel P.S.I., facendo di lui il più ascoltato e battagliero portavoce delle masse in fermento. La sua influenza fu determinante, durante il XVI Congresso del P.S.I. (Bologna, ottobre 1919) per spingere il partito ad aderire all’Internazionale Comunista e a darsi un programma rivoluzionario, per affermare la dittatura del pro
letariato secondo il modello russo. Vincitore del congresso, egli divenne leader della corrente maggioritaria, detta dei massimalisti (v. Massimalismo) .
Tornato a dirigere l’“Avanti!” e direttore altresì della rivista “ComuniSmo” (v.), da lui stesso fondata, si guadagnò il nome di “Lenin italiano”. In realtà, egli venne ben presto a trovarsi in disaccordo sia con Lenin (che lo accusava di “sinistrismo”) sui problemi della politica agraria, sia con l’Internazionale Comunista, della quale non accettava i “21 punti” che esigevano, tra l’altro, l’espulsione dei riformisti dal P.S.I..
Al congresso socialista di Livorno (v.) del gennaio 1921, egli si presentò alla testa dei massimalisti, firmatario della mozione detta dei [...] [...](v.), da lui stesso fondata, si guadagnò il nome di “Lenin italiano”. In realtà, egli venne ben presto a trovarsi in disaccordo sia con Lenin (che lo accusava di “sinistrismo”) sui problemi della politica agraria, sia con l’Internazionale Comunista, della quale non accettava i “21 punti” che esigevano, tra l’altro, l’espulsione dei riformisti dal P.S.I..
Al congresso socialista di Livorno (v.) del gennaio 1921, egli si presentò alla testa dei massimalisti, firmatario della mozione detta dei “comunisti unitari”. Nel congresso si oppose alla espulsione della frazione riformista capeggiata da Turati, pertanto ruppe con i comunisti che si apprestavano a fondare il P.C. d’I.. Venne così a trovarsi in una posizione di isolamento, soggetto sia ai violenti attacchi dei comunisti sia a quelli dei riformisti, contro i quali proseguiva la sua polemica. Nello stesso tempo incapace di assicurare una salda linea strategica al P.S.I., al di là dei meri enunciati generali, Serrati attraversò un periodo di incertezze e di laceranti dubbi, finché l’ondata squad[...] [...]enne così a trovarsi in una posizione di isolamento, soggetto sia ai violenti attacchi dei comunisti sia a quelli dei riformisti, contro i quali proseguiva la sua polemica. Nello stesso tempo incapace di assicurare una salda linea strategica al P.S.I., al di là dei meri enunciati generali, Serrati attraversò un periodo di incertezze e di laceranti dubbi, finché l’ondata squadristica fascista lo convinse che ormai lo scontro di classe obbligava i massimalisti a mettersi al fianco dei comunisti.
Membro della delegazione del P.S.I. invitata a partecipare al IV Congresso dell’Internazionale, era in viaggio per Mosca quando fu sorpreso dall’annuncio della marcia fascista su Roma. Al rientro in Italia trovò i comunisti che, sotto la direzione bordighiana, erano contrari di fatto ad applicare la risoluzione approvata dal Congresso dell’I.C. per la fusione dei due partiti, mentre i riformisti, guidati da Pietro Nenni, si mostravano ancor più avversi a sottostare a tale decisione. Ma Serrati non ebbe modo di impegnarsi personalmente nella battaglia: br[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 133
Brano: [...]i. Nel 1917, cioè in uno dei momenti più tragici della storia di Treviso, la stessa società prese in gestione lo spaccio del Comune e riuscì così a tener aperto runico negozio della città sconvolta dalle conseguenze della battaglia di Caporetto (v.), che la trasformò in immediata retrovia del fronte.
Primo dopoguerra
Alla fine delle ostilità e alla ripres'a della normale vita politica, la Federazione socialista riprese la propria posizione massimalistica, confortata in ciò dal panorama di distruzioni cui, secondo la tesi dei massimalisti, lo Stato borghese aveva condotto l'Italia e di cui solo la radicale trasformazione degli assetti statuali e sociali poteva evitare la ripetizione. Se ciò era vero per l’intero Paese, lo era particolarmente per Treviso che, della guerra, aveva subito direttamente gli effetti con l’occupazione nemica, e la conseguente spoliazione, di una non trascurabile parte della provincia, con la linea del fronte sul Piave, con le massicce incursioni aeree sulla città, con il fenomeno generalizzato dei profughi, con la sospensione di ogni attività economica nell’ultimo anno di guerra.
Era ovvio che ciò [...] [...]e in una grande manifestazione contro la disoccupazione a Vittorio Veneto (v.), la città che rappresentava al
lora la punta di diamante del movimento operaio nella provincia.
La Federazione socialista intanto, che in luglio aveva partecipato alla riorganizzazione della Federazione regionale, lavorava essenzialmente in vista delle elezioni che, per la prima volta, si sarebbero svolte con il sistema proporzionale. La massiccia prevalenza dei massimalisti risultava evidente dalla formazione stessa della lista, nella quale entrarono Francesco Botteon, Virgilio Carmassi, Marcello Di Gennaro, Pietro Martignon, Augusto Milanese, Angelo Tonello, Antonio Vecchia, e dalla quale venne esclusa la minuscola frazione riformista che ora si riconosceva in Boscolo. Non a caso, venne eletto Tonello, cioè il candidato che più era integrato nelle lotte contadine e più coerentemente si era battuto fin dal 1913 a favore delle istanze delle masse rurali chiedendo in particolare, nel corso stesso della campagna elettorale, la fine della mezzadria e la revisione de[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 528
Brano: [...] tutti i socialisti ad accettare le Tesi di Mosca e ad aderire alla Terza Internazionale. Proponeva inoltre che il nuovo partito fosse chiamato Partito Socialista Comunista d’Italia (v. Livorno, Congresso di].
Ecco il testo della « Circolare MarabiniGraziadei », lanciata come appello dalla riunione tenuta presso la Camera del lavoro di Bologna il 14.11.1920 e pubblicata da II Comunista il 21.11.1920:
« Compagni!
Le sezioni ed i compagni massimalisti della provincia di Bologna, convocati in Bologna stessa il 14 novembre, convinti ormai che ogni massimalista sincero non possa essere se non un comunista, vi rivolgono il più caldo appello affinché per impedire il minacciato disgregamento delle forze comuniste, disgregamento che riuscirebbe a tutto vantaggio della frazione di destra, e che tendendo a dividere il Partito in tre altri Partiti (comunisti, comunisti unitari e riformisti) sortirebbe un effetto opposto a quello che gli unitari si propongono, vogliate partecipare senz’altro al Convegno già indetto a Imola per i giorni 2829 dalla fra[...] [...]ta Italiano mantenga la propria adesione alla Terza Internazionale, adesione data quando già si conoscevano le decisioni del I Congresso dell'Internazionale medesima; certi che il giudizio definitivo sulla maturità delle situazioni dei singoli paesi, pur esigendo il consiglio e il concorso della Terza Internazionale e de’ suoi organi non può non restare principalmente affidato ai rispettivi partiti sinceramente comunisti; le Sezioni e i compagni massimalisti della provincia di Bologna si propongono di sostenere al Convegno di Imola:
1) che si deve rielaborare il programma del Congresso di Bologna, rendendolo più conforme allo spirito essenziale del Mani
festo dei Comunisti e quindi anche delle tesi principali del Congresso di Mosca;
2) che, date le esigenze della situazione creatasi in seguito alla guerra mondiale, l'accettazione di tale programma deve fondarsi non tanto sopra una disciplina che si pretenda imporre forzatamente, quanto sopra la libera convinzione dei singoli aderenti al Partito;
3) che, escluso ogni processo di caratt[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 492
Brano: [...]ono nell’autunno 1922, poche settimane prima della marcia su Roma, ma continuarono poi per anni, fino al 1929. Le organizzazioni operaie, la Camera del lavoro, le cooperative furono aggredite e devastate a più riprese. La popolazione non si lasciò tuttavia intimidire, tanto che nelle elezioni del 1924 i fascisti, presentatisi con altri gruppi nella lista “Intesa Nazionale”, ottennero solo 885 voti contro i 1.639 dei socialisti unitari, i 723 dei massimalisti e i 554 dei comunisti. I popolari, che in Brianza si erano dissociati dai fascisti in seguito alle aggressioni subite dai loro circoli cattolici, ottennero a Sesto 885 voti. Passando alle aggressioni individuali, nel 1926 i fascisti assassinarono a manganellate Giovanni Rabino, esponente socialista, e Giordano Garbellini, un operaio comunista. Nel 1927, probabilmente a causa di una bastonatura subita tempo addietro per mano fascista, moriva il dirigente socialista Battista Montana
ri, segretario della Camera del lavoro.
Lotta clandestina
Dopo l’introduzione delle leggi eccezionali fa[...] [...]are conformazione dell’abitato, praticamente diviso in due dalla ferrovia, i comunisti sestesi non riuscirono a esprimere un unico gruppo organizzato, ma seppero tenere costantemente in piedi almeno una parte della struttura clandestina. L’attività politica clandestina intrapresa immediatamente dopo il primo inevitabile periodo di sbandamento consentì di portare al partito un notevole gruppo di militanti
socialisti terzinternazionalisti ed ex massimalisti (fra i quali Omero Messi ni, Vincenzo Lodi (v.) e Leone Pagliai), nonché alcuni anarchici. Nel 1929 i comunisti sestesi erano organizzati in due cellule clandestine, operanti rispettivamente a Sesto nuova e a Sesto vecchia, i due distinti abitati separati dalla ferrovia. La cellula di Sesto vecchia, formata da artigiani, commercianti e donne, aveva diramazioni alla Falck (anche se questo gruppo faceva vita a sé) ed era diretta da Mario Todeschi e Werther Bertoncini, mentre Virgilio Seveso e Carlo Benaglia erano responsabili del nucleo Falck. A Sesto nuova operava un’organizzazione più ampia, [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 528
Brano: [...]zione l’11.4.1921, dopo un'incursione fascista che si era conclusa con l’uccisione di un giovane operaio: « Deponga ognuno pensieri di sopraffazione, di rancore, di vendetta! Questi sentimenti e questi pensieri non son dettati da opportunità del momento, ma dalla più ferma coscienza illuminata dei Principi di Solidarietà Umana e di Giustizia Sociale appresi alla scuola di Andrea Costa ed Edmondo De Amicis ».
Diviso dalle sterili polemiche tra massimalisti e riformisti, il P.S.I. si trovò impreparato a fronteggiare l’offensiva reazionaria e, nonostante la presenza di Arditi del popolo (v.) organizzati in alcune località da gruppi minoritari confluiti nel Partito comunista d’Italia (v. Farini, Carlo), rinunciò a mobilitare i contadini e gli operai, il cui malcontento era riconosciuto nelle stesse relazioni prefettizie e di polizia.
Nel corso del 1921 entrarono in crisi tutte le amministrazioni « rosse » elette l’anno precedente e i commissari prefettizi cominciarono a sostituirsi ai sindaci, preparando il passaggio dei poteri nelle mani del f[...] [...]e operazioni di voto, ma anche e soprattutto alla perdita di egemonia da parte deile organizzazioni di classe, lacerate da dissidi interni, private dei migliori uomini, mortalmente colpite dalla lunga reazione padronale, dissanguate numericamente dal rapido rifluire verso destra di quegli strati di piccola e media borghesia che nel 191920 si erano affiancati al proletariato per opportunismo o per superficiale esaltazione alimentata da propaganda massimalistica. Nell’ottobre 1922 la « marcia su Roma » chiuse definitivamente un lungo biennio di violenze squadristiche e fece assegnare a Perugia il titolo di « città fascistissima », per essere stata sede del Comando centrale delle camicie nere (insediato all 'Hotel Brufani) nei giorni del colpo di stato.
Forte di questi suoi meriti della prima ora, il fascismo perugino ebbe un ruolo di primo piano nei successivi equilibri interni del regime, dapprima come vigoroso esempio di reazione agraria e, in un secondo tempo, dopo l’eliminazione del dissidente Alfredo Misuri, già capo riconosciuto dello squa[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 232
Brano: Roma
L'arrivo di una colonna fascista a Roma il 28.10.1922
con lo sciopero generale, ma l’azione devastatrice dei fascisti continuò: venne distrutto il circolo socialista deH’Esquilino, e ne furono assaltati numerosi altri. Tra gli oppositori del fascismo, un operaio fu ucciso nel centro di Roma. Nella Camera del lavoro i comunisti prevalsero con 56 voti contro i 42 dei massimalisti e i 16 degli anarchici e, il 28.6.1922, la locale direzione sindacale approvò una linea di rottura dell’unità dazione e di adesione all’Internazionale rossa.
Il 31 luglio, nel corso del dibattito precongressuale della Federazione socialista laziale, Arturo Velia si espresse per la scissione, convinto dei vantaggi che avrebbe recato al movimento operaio.
Si giunse alla marcia su Roma (v.). Il re si rifiutò di ordinare lo stato d’assedio, mentre le colonne fasciste si stringevano intorno alla città, concentrandosi a Orte, Tivoli, Monterotondo. L’attacco fascista fu veemente nel quartiere [...] [...]entrandosi a Orte, Tivoli, Monterotondo. L’attacco fascista fu veemente nel quartiere San Lorenzo, dove venne scatenata la caccia al socialista. Furono devastate la Casa del Popolo e le abitazioni dei più noti antifascisti. Il 31 ottobre il Comando fascista delle centurie romane impose “ordine e disciplina”, mentre Mussolini si faceva garante della “sicurezza dello Stato”. La stanchezza e l’apatia del movimento operaio (con le sole eccezioni dei massimalisti e dei comunisti) insieme alla scelta parlamentare resero possibile la vittoria del fascismo.
Il periodo postmarcia fu di confusione e incertezza. Fra il marzo e l’aprile del 1923 le forze politiche
dibatterono a Roma sulla fusione di socialisti e comunisti. L’orientamento favorevole era maggioritario, ma nulla si fece per attuare fino in fondo la politica internazionalistica. La Confederazione generale del lavoro, attraverso le parole di D’Aragona, assunse una pilatesca linea di disimpegno: la C.G.L. « non è né rossa né nera, né monarchica né repubblicana ». Il leader sindacale manifest[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 282
Brano: [...]Thaon de Revel, indipendente (Marina); Alberto De Stefani, fascista (Finanze); Giuseppe De Capitani, liberale (Agricoltura); Stefano Cavazzoni, popolare (Lavoro e Previdenza sociale); Aldo Oviglio, fascista (Giustizia); Gabriello Carnazza, democratico (Lavori pubblici). Roma, 31.10.1922
A Roma vengono devastate sedi democratiche e di giornali antifascisti (// Paese, Epoca, Il Comunista). 8.11: Il Direttorio fascista di Bari diffida i deputati massimalisti Arturo Velia e Giuseppe Di Vittorio a continuare l’attività politica. 10.11: Primi atti del governo fascista, tutti a favore dei grandi industriali: abolizione della nominatività dei titoli azionari, revisione dei contratti per le forniture di guerra, riduzione delle imposte di successione, cessione dell’esercizio dei telefoni a società private. Ritiro del progetto di legge per la riforma agraria presentato alla Camera dal governo precedente.
16.11: Mussolini pronuncia alla Camera il discorso detto « del bivacco » (« Potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco di manipoli »), espl[...] [...]
27.1: Patto di amicizia italojugoslavo e accordo per Fiume.
Prima domenica preelettorale. A Genova, i fascisti bastonano i deputati socialdemocratici Enrico Gonzales, Giuseppe Canepa e la Medaglia doro Raffaele Rossetti.
28.1: Prima grande adunata (notturna) a Roma in piazza Venezia, per ascoltare il discorso di Mussolini per la campagna elettorale.
7.2: A Brescia, aggredito dai fascisti il deputato socialista Nino Mazzoni. I deputati massimalisti Giuseppe Di Vittorio e Arturo Velia vengono « banditi » da Bari.
27.2: A Torino, bastonato dai fascisti il segretario nazionale della F.I.O.M. Bruno Buozzi.
28.2: A Reggio Emilia, prelevato dalla sua abitazione e ucciso da due fascisti il candidato massimalista Antonio Piccinini.
14.3: A Roma, aggredito dai fascisti Alberto Giannini, direttore del Becco Giallo.
16.3: A Milano, durante un assalto fascista alla sede degli Arditi d’Italia, viene ucciso l’ardito Antonio Corgiola. A Spilimbergo (Udine), è aggredito dai fascisti il deputato di opposizione Marco Ciriani.
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine massimalisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
<---socialista <---fascismo <---socialisti <---comunista <---comunisti <---fascista <---P.S.I. <---riformisti <---fascisti <---antifascista <---Partito comunista <---fasciste <---italiani <---italiano <---antifascisti <---italiana <---socialismo <---socialiste <---riformista <---massimalista <---Storia <---P.C.I. <---squadristi <---Antonio Gramsci <---Comitato centrale <---P.C. <---Ordine Nuovo <---antifascismo <---lista <---squadrismo <---italiane <---C.G.L. <---riformismo <---C.L.N. <---La lotta <---liste <---Arditi del popolo <---Congresso di Livorno <---Paimiro Togliatti <---U.R.S.S. <---antifasciste <---comuniste <---nazisti <---Agraria <---P.S.U. <---bordighiana <---d'Italia <---massimalismo <---nazionalismo <---sindacalista <---Diritto <---Pratica <---cristiana <---dell'Italia <---ideologico <---interventista <---marxista <---nazionalisti <---sindacalisti <---Bibliografia <---F.I.O.M. <---Giacinto Menotti Serrati <---Giovanni Amendola <---I.C. <---Primo Maggio <---antimilitarista <---astensionismo <---ideologica <---leninista <---marxismo <---nazionalista <---settarismo <---C.G.I.L. <---Giacomo Matteotti <---Giuseppe Di Vittorio <---Il Comunista <---P.S. <---P.S.I.U.P. <---Partito Socialista Italiano <---attesismo <---estremista <---ideologiche <---imperialista <---interventismo <---interventisti <---nazifascisti <---nazista <---progressista <---siano <---sindacalismo <---terzinternazionalisti <---Case del popolo <---Centro interno <---Critica sociale <---D.C. <---Ezio Riboldi <---Fernando De Rosa <---Il Lavoratore <---Italia libera <---La Voce <---Luigi Repossi <---Meccanica <---P.P.I. <---P.S.L.I. <---Rivoluzione Liberale <---Sistematica <---artigiani <---astensionista <---attivisti <---aventiniana <---bordighiani <---bordighiano <---capitalismo <---capitalisti <---centristi <---collaborazionista <---dell'Internazionale <---estremismo <---ideologia <---ideologici <---leninismo <---massimaliste <---nell'Italia <---opportunismo <---ordinovisti <---pacifiste <---terzinternazionalista <---testimoniano <---A Reggio Emilia <---Bandiera Rossa <---Benedetto Croce <---Bruno Fortichiari <---C.U.M.E.R. <---Casa del Popolo <---Cesare Maria De Vecchi <---Colonna di Cesarò <---Conferenza di Kienthal <---Congresso di Lione <---De Gasperi <---Diana di Milano <---Direzione del Partito <---Enrico Spinelli <---F.U.C.I. <---FIAT <---Fabrizio Maffi <---Fisica <---G.A.P. <---G.B. <---G.E. <---G.M. <---G.U.F. <---Giacinto Menotti <---Giovanni Giolitti <---Girolamo Li Causi <---Giulio Casiraghi <---Giuseppe Corsini <---Guardie Regie <---Guido Miglioli <---I.O.S. <---Il P <---Il P S <---Il Partito comunista <---Il popolo <---In particolare <---In sostanza <---Italia Libera <---La Libertà <---La guerra <---La prima <---La protesta <---La sera <---La storia <---Luigi Longo <---Medicina <---Otto Bauer <---P.N.F. <---P.S.D.I. <---Regina Coeli <---S.M.I. <---S.S. <---Soccorso rosso <---Spartaco Lavagnini <---Stato Operaio <---Umberto di Savoia <---Unione nazionale <---abbiano <---anticollaborazionista <---anticomunista <---astensionisti <---bolscevismo <---bordighismo <---capitalista <---centrista <---classista <---corporativismo <---cristiano <---d'Azione <---democristiano <---giellisti <---giolittiana <---gradualista <---hitleriana <---internazionalista <---liberalismo <---listi <---militarismo <---mussoliniano <---nazionaliste <---nazionalsocialismo <---neutralismo <---oltranzisti <---pacifismo <---postfascista <---professionisti <---progressisti <---proselitismo <---riformiste <---rivoluzionarismo <---sentimentalismo <---sinistrismo <---sovversivismo <---stalinismo <---ternazionalista <---ternazionalisti <---terrorismo <---totalitarismo <---A.C. <---A.C.L.I. <---A.C.T. <---A.G.O. <---A.M.M.A. <---A.S.V.I. <---A.V.E. <---Abdon Maltagliati <---Acciaierie di Cornigliano <---Achille Starace a Montecitorio <---Adriano Colombo <---Adua in Eritrea <---Albano V <---Alberto Colantuoni <---Alberto De Stefani <---Alberto Molinari di Cremona <---Alberto Tarchi <---Alcide De Gas <---Aldo Oviglio <---Aldo Paolini <---Alfonso Leonetti <---Alfredo Frassati <---Alfredo Interlenghi <---Alfredo di Lonate Ceppino <---Alleati in Sicilia <---Alpe di Sant <---Alpina G <---Alpina G L <---Ambrogio Beiloni <---Ambrogio Bel Ioni <---Amedeo Bel Ioni <---Amedeo Modigliani <---Amedeo Pecci <---Amendola a Vilfredo <---Andrea Cau <---André Malraux <---Angelo Agrestini <---Angelo Arcangeli <---Angelo Bande <---Angelo Cerutti <---Angelo Fietti <---Angelo Fulignati <---Angiolo Pagani <---Anna Cardelli <---Antologia del Risorgimento <---Antonio Cieri <---Antonio Corgiola <---Antonio Costa <---Antonio Grazi <---Antonio Labriola <---Antonio Labriola a Rodolfo Morandi <---Antonio Santini <---Antonio Vecchia <---Armando Benfenati <---Armando Diaz <---Armando Gavagnin <---Armando Quadri <---Armando Vezzelli <---Arnaldo Barone <---Arnoldo Verzì <---Arturo Cozza <---Arturo Dalle Olle <---Arturo di Cadero Veddasca <---Associazione 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Prampolini <---Campia sul Serchio <---Campo di Zoro <---Cantieri Ansaldo <---Cantieri O <---Cantieri Orlando <---Capeggiata da Fabrizio Maffi <---Cappella Picenardi <---Cappuccini di Vercelli <---Caravati Luigi di Varese <---Cario Manzini <---Carli Bai <---Carlo Benaglia <---Carlo Bracesco <---Carlo Cocco <---Carlo Farini <---Carlo Giovannelli <---Carlo Leone Fabbri <---Carlo Peroni <---Carlo Rossel <---Carlo Sala <---Carlo Serrati <---Carlo Torelli <---Carlo di Caronno <---Carmelo Barbagai <---Carmelo Salinistro <---Carmine Senise <---Case del Popolo <---Castelletto Ticino <---Castiglione di Catania <---Cattolica in Italia <---Cavi di Lavagna <---Certosa di Farneta <---Cesare Alessandri <---Cesare Castelli <---Cesare Sessa <---Cino Moscatelli <---Circondari di Varese <---Città di Castello <---Città di Milano <---Clinica <---Clinica Universitaria <---Clodoaldo B <---Colombo Filippo di Gallarate <---Colonna Italiana <---Come provvederanno i proletari a difendere se zionale <---Comintern 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Boscarini <---Luigi Antonelli <---Luigi Longo su Stato Operaio <---Luigi Mari di Cavallino <---Luigi Poi <---Luigi Rossi <---Luigi Sturzo <---Luigi di Besnate <---M.A.S.I. <---M.B.M. <---M.C.M. <---M.N.R.S.C. <---M.U.P. <---M.U.R.I. <---Ma non <---Maffi a Vercelli <---Maggio a Intra <---Mandamento di Appiano <---Mao Tsetung <---Marabini-Graziadei <---Marcello Di Gennaro <---Marcello Soleri in Piemonte <---Marco Ciriani <---Margherita Leoni Calabresi <---Maria del Monte <---Mario Dusi a Spotti <---Mario Malate <---Mario Neri <---Mario Passoni <---Mario Pinoli <---Mario Tedeschi <---Mario Vercellino <---Mario di Brusimpiano <---Mario di Busto <---Martignana Po <---Martino Binz <---Meccanica-Lombarda <---Membro del Comitato <---Menelik II <---Mercy-Ie-Haut <---Mezzo secolo <---Michele Centrone <---Michele Della Maggiora <---Michele Poggi in Liguria <---Michelino Poggi <---Mignani Arturo di Cadero <---Milano dal generale Bava Beccaris <---Missione Ermete <---Molin del Piano <---Monetti Ugo 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