Brano: [...]eorica in altre filosofie, quali la fenomenologia.
Particolarmente famosa, nella polemica antistoricistica, è l’opera di K. Popper [La miseria delio storicismo, 1944) che rimprovera a questa filosofia il suo carattere metafisico, culminante nella tesi di leggi “necessarie” del processo storico.
A. Man.
Gli abusi dello storicismo
Allo storicismo fanno frequente ricorso i difensori del capitalismo per confutare la validità della teoria marxiana della storia umana come “storia delle lotte di classe”, destinata a evolversi verso la società “senza classi”. Secondo certe ideologie correnti, la concezione di Marx non sarebbe altro che il prodotto di quella particolare fase storica che, nel secolo scorso, vide
il proletariato industriale scontrarsi frontalmente con la proprietà privata dei mezzi di produzione. Nella società contemporanea, definita postindustriale e caratterizzata dal fatto che i mezzi di produzione sono enormemente accresciuti, sì che la proprietà privata di essi è progressivamente sostituita da quella pubblica o stata[...]
[...]scorso, vide
il proletariato industriale scontrarsi frontalmente con la proprietà privata dei mezzi di produzione. Nella società contemporanea, definita postindustriale e caratterizzata dal fatto che i mezzi di produzione sono enormemente accresciuti, sì che la proprietà privata di essi è progressivamente sostituita da quella pubblica o statale, sarebbero venute meno le premesse della lotta di classe: di conseguenza, la concezione “classista” marxiana risulterebbe obsoleta, superata dalla storia. Secondò queste stesse ideologie, il “fallimento del marxismo” sarebbe praticamente dimostrato anche dagli esiti negativi del cosiddetto “socialismo reale”, sfociato in forme di potere totalitario e con risultati produttivi inferiori a quelli del capitalismo.
Fin dagli anni Trenta Antonio Gramsci, pur ammettendo la “storicità” della “filosofia della prassi” (cioè del marxismo), ne contestava la riduzione di comodo operata dagli storicisti, secondo i quali esisterebbe un “regno della necessità” che rende vana e utopistica ogni prospettiva di pass[...]
[...]ur ammettendo la “storicità” della “filosofia della prassi” (cioè del marxismo), ne contestava la riduzione di comodo operata dagli storicisti, secondo i quali esisterebbe un “regno della necessità” che rende vana e utopistica ogni prospettiva di passaggio al “regno della libertà”, cioè al comuniSmo. Al tempo stesso Gramsci segnalava però le inevitabili “difficoltà” insite in questo passaggio, quindi il pe
ricolo che la concezione scientifica marxiana potesse diventare una “ideologia”, ciò che in realtà è avvenuto nei paesi “socialisti”.
Gramsci scriveva nei “quaderni” del carcere: « Se la filosofia della prassi afferma teoricamente che ogni “verità” creduta eterna e assoluta ha avuto origini pratiche e ha rappresentato un valore “provvisorio” (storicità di ogni concezione del mondo e della vita), è molto difficile far comprendere “praticamente” che una tale interpretazione è valida anche per la stessa filosofia della prassi, senza scuotere quei convincimenti che sono necessari per l'azione. Questa è, d’altronde, una difficoltà che si r[...]